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Rutherford 10
• Questo modello dinamico era in disaccordo con la teoria
elettromagnetica classica, secondo la quale gli elettroni
dell’atomo, che si muovono nel campo elettrico nucleare,
dovrebbero irradiare onde elettromagnetiche, perdere
di conseguenza continuamente energia e cadere in un
tempo brevissimo (10 secondi) sul nucleo.
-11
• Ciò è in contrasto con le evidenze sperimentali che
mostrano che gli atomi sono quasi tutti stabili. 11
• La maggior parte delle conoscenze sulla struttura
degli atomi e delle molecole proviene da esperimenti
nei quali avvengono interazioni tra materia e luce.
• LUCE insieme di radiazioni costituite da onde
→
elettromagnetiche che si propagano nello spazio sotto
forma di un campo elettrico e di un campo magnetico
oscillanti, tra di loro perpendicolari. 12
• Lunghezza d’onda (l)
• Frequenza (n)
• Ampiezza
= c/l
n c = 300.000 Km/s
Nella teoria di Maxwell l’energia dell’onda elettromagnetica
dipende dall’ampiezza dell’onda, ma non dalla sua
frequenza, e può essere variata con continuità. 13
L’insieme delle radiazioni elettromagnetiche a diverse
lunghezze d’onda (λ) costituisce lo spettro
elettromagnetico 14
Per comprendere questo fenomeno, i fisici pensarono di
scomporre la luce nelle lunghezze d’onda componenti
mediante uno spettrografo. 16
L’eccitazione di specie atomiche gassose provoca degli
assorbimenti di radiazioni a frequenze caratteristiche per
ciascuna specie 17
• Un elemento è capace di assorbire le radiazioni che emette;
• L’interpretazione degli spettri atomici è impossibile se non
si usa il concetto di quantizzazione dell’energia, introdotto
nel 1900 da Planck per spiegare la legge di distribuzione
dell’energia nello spettro del corpo nero. 18
Teoria dei quanti
• Un corpo nero è un oggetto
fisico capace di assorbire
tutte le radiazioni
elettromagnetiche.
• Se un corpo nero viene
riscaldato, esso emette delle
radiazioni che sono il risultato
delle vibrazioni degli atomi del
corpo caldo, che si comportano
come degli oscillatori
elementari.
• L’energia di tali radiazioni
dipende dalla lunghezza d’onda
e dalla temperatura. 19
La teoria elettromagnetica classica della luce di Maxwell stabilisce
che l’energia di un’onda elettromagnetica dipende solo dall’ampiezza
e non dalla sua (o frequenza), per cui l’energia emessa dall’oggetto
l
deve essere distribuita equamente su tutte le possibili onde
elettromagnetiche indipendentemente dalla frequenza
.
I risultati sperimentali non possono quindi essere spiegati mediante
la fisica classica
. 20
• L’energia emessa dal corpo nero, sommatoria di quelle emesse
da tutte le radiazioni e rappresentata dall’aria sottesa alla curva
relativa a una data temperatura, cresce con l’aumentare della
temperatura (Legge di Stefan-Boltzmann):
potenza emessa s
4
sup erficie del corpo
• = 5.670 x 10 W m K è la
-8 -2 -4
s
costante di Stefan-Boltzmann ;
• T è la temperatura assoluta. 21
- La lunghezza d’onda che corrisponde al massimo dell’intensità (l ) si
max
sposta verso valori più bassi all’aumentare della temperatura (legge di
Wien) -3
Tλ x
= costante = 2.8978 10 K m
max 22
Teoria dei quanti
Mentre la fisica classica partiva dal presupposto che gli atomi e le
molecole potevano emettere (o assorbire) quantità arbitrarie di energia
radiante, Planck ipotizzò che gli atomi e le molecole potevano emettere
(o assorbire) solo quantità discrete di energia, come pacchetti o quanti.
Planck chiamò quanto la più piccola quantità di energia che può essere
emessa (o assorbita) in forma di radiazione elettromagnetica.
E h
n
h x J s
= 6.626 10
-27
L’energia di una radiazione elettromagnetica di frequenza viene
n
sempre emessa secondo dei multipli di h n 23
Effetto fotoelettrico: emissione di
elettroni da parte degli atomi di un metallo colpito da
radiazioni luminose di opportuna frequenza
• Einstein utilizzò l’ipotesi di Planck per spiegare
l’effetto fotoelettrico
1 n n n
2
mv h L h ( )
0
2
=valore minimo di soglia, che dipende dal tipo di
n 0 metallo usato come catodo 24
25
Teoria di Bohr
Sfruttando le teorie di Planck ed Einstein,
Bohr mise a punto una nuova teoria che
applicò all’atomo più semplice: l’idrogeno.
Postulati
• Il movimento degli elettroni è limitato ad un determinato
numero di orbite circolari discrete aventi il nucleo al centro.
• Un elettrone che si muove su una di queste orbite ha
un’energia costante.
• Una radiazione viene emessa soltanto quando un elettrone
passa ad un’orbita di più bassa energia. 26
27
E = hn
E = hn 1
1 28
• I valori discreti di energia di un atomo possono essere
visualizzati come i gradini di una scala 29
Postulati di Bohr
• Nell'atomo di idrogeno nel suo stato fondamentale gli
elettroni occupano degli stati stazionari. Tali stati sono
determinati dalla quantizzazione del momento angolare
associato all’elettrone
h
mvr n
h x J s
= 6,626 10
-27
2
n (numero quantico principale) può
assumere valori interi a partire da 1 30
Quantizzazione del raggio
- Dalla quantizzazione del momento angolare segue la quantizzazione
dei raggi delle orbite dell'atomo di idrogeno e dell'energia associata
all'elettrone. forza centripeta bilanciata
2 2
e mv
dalla forza centrifuga
2
r r
- Esplicitando ”v” dall’espressione del momento angolare e sostituendo
nell’espressione precedente: n r
= 1 = 0,053 nm;
2
h n r
= 2 = 0,212 nm;
2
r n 2 2
4 me n r
= 3 = 0,477 nm;
31
Quantizzazione dell’energia
2 2
e mv
E r 2
Energia totale = energia potenziale + energia cinetica
Poiché: 2 4
1 2 me
2 2
e mv avremo E
2 2
n h
2
r r n E
= 1 = -217,5 x 10 J
-20
n E
= 2 = -54,39 x 10 J
-20
n E
= 3 = -24,17 x 10 J
-20
32
33
34
Validità della teoria di Bohr
- La conferma sperimentale delle ipotesi di Bohr
risiede nel fatto che essa è in grado di prevedere la
posizione delle righe spettroscopiche di emissione e
di assorbimento che si registrano per l'idrogeno.
- La teoria di Bohr è valida nell'interpretare il
comportamento dell'atomo di idrogeno e dei
cosiddetti sistemi idrogenoidi (He , Li , Be ), mentre
+ ++ +++
mostra grosse lacune se la si applica ad atomi
polielettronici. 35
Ulteriori evoluzioni della teoria
In particolare, nel caso di sistemi a più elettroni, si
nota la presenza di raggruppamenti di righe vicinissime
(multipletti) che non sono interpretabili sulla base del
modello di Bohr. 36
Sommerfeld (1915) propose che l'esistenza
dei multipletti fosse dovuta alla eccentricità
delle orbite elettroniche ed introdusse un
numero quantico angolare (ℓ)
ℓ può assumere valori interi compresi tra 0 ed n-1 37
n = 1 ℓ = 0
→
n = 2 ℓ = 0, 1
→
n = 3 ℓ = 0, 1, 2
→ 38
Sommerfeld
Bohr 39
Numero quantico magnetico
Per interpretare gli altri sdoppiamenti che si
osservavano quando nel corso dell'eccitazione gli
atomi venivano sottoposti all'azione di un campo
magnetico esterno si introdusse il numero quantico
m).
magnetico ( m può assumere valori
interi compresi tra
ℓ ℓ
e
- + 40
41
Numero quantico di spin
Fu necessario infine introdurre un numero
m )
quantico magnetico di spin ( s
m può assumere valori solo di +½ e -½
s 42
Sono 4 i numeri quantici che descrivono lo stato di un elettrone in un
atomo:
n = 1, 2, 3, 4…….. (numero quantico principale)
ℓ = 0, 1, 2, 3, …. (n-1) (numero quantico secondario)
m = 0, ±1, ±2, ±3, ± ℓ (numero quantico magnetico)
m = ± ½ (numero quantico di spin)
s Principio di esclusione o di Pauli
In un atomo, o in una molecola, non possono coesistere due
elettroni aventi tutti e quattro i numeri quantici uguali. 43
Difetti fondamentali della teoria di
Bohr-Sommerfeld
a) Ogni imprevista complicazione degli spettri
veniva risolta introducendo una nuova
assunzione arbitraria.
b) Agli elettroni veniva attribuito un carattere
troppo definito e misurabile.
c) Non erano state ottenute delle relazioni
matematiche che permettevano di risalire dalla
configurazione elettronica alla formazione del
legame chimico. 44
Principio di indeterminazione di
W. Heisenberg
E’ impossibile conoscere
simultaneamente e con esattezza il
momento* e la posizione di una particella
x) · ( ≥ h/4
(D Dp) ↓
Coordinate e velocità non sono più
entrambe definibili e non ha perciò più
senso parlare di orbite 45
* prodotto tra massa e velocità
Dualismo onda-particella
Proseguendo in quella che era stata l’intuizione di
Einstein nel 1924, De Broglie fece l’ipotesi che gli
elettroni potessero avere un duplice comportamento:
particella e onda elettromagnetica.
E = mc hn = mc
2 2
E= hn
c/l hc/l=mc h/mc
n 2 l=
= h/mv
l=
Si poteva associare ad un elettrone un’onda elettromagnetica
46
Dualismo onda-particella
Davisson e Germer dimostrarono
che un fascio di elettroni ha le
proprietà di una radiazione e che
quindi l'ipotesi di De Broglie è
valida.
La meccanica classica non è più
applicabile ed è necessario
ricorrere ad un nuovo tipo di
la meccanica
meccanica:
ondulatoria. 47
Onda progressiva: l’ampiezza dell’onda in ogni punto
dello spazio dipende dal tempo 48
Onda stazionaria: esistono alcuni punti nei quali
l’ampiezza della vibrazione è indipendente dal tempo 49
Bohr mvr = nh/2
→ 2r = nl
De Broglie
= h/mv nh/mv
l → →
2r=
mvr= nh/2 50
Equazione di
Schrödinger
•Schrödinger mise a punto una equazione che consentì
di r