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DIURETICI
Inibiori della Anidrasi carbonica
Sono i meno usati perché inducono tachifilassi, ma hanno avuto un ruolo importante nella
comprensione della fisiologia e nella farmacologia del rene.
SAR: Il gruppo farmacoforo è il gruppo sulfamidico, che è legato ad una porzione aromatica o
eteroaromatica. Data la somiglianza del gruppo sulfamidico con l’ acido carbonico, il diuretico
inibisce l’enzima, attraverso l’interazione del suddetto gruppo con lo zinco presente nell’enzima.
L’anidrasi carbonica è un enzima Zn-dipendente che catalizza la reazione reversibile di idratazione
della CO2
MECCANISMO D'AZIONE: Gli inibitori dell’anidrasi carbonica sono molto potenti
( IC50 per l’acetazolamide è 10 nM). Inibiscono e l’enzima citoplasmatico e quello legato alla
membrana, impedendo il riassorbimento di NaHCO3 nel tubulo prossimale e favorendone
l’escrezione. Data l’abbondanza di enzima sulla membrana luminale, il farmaco deve inibire molte
molecole di enzima, prima che si manifesti l’effetto.
Il principale sito di azione di questi diuretici è il tubulo prossimale, ma agiscono anche a livello dei
dotti collettori, dove inibiscono la secrezione di acidi titolabili ( acidi di origine metabolica) e di
NH3.
Una conseguenza dell’aumento dell’escrezione urinaria di HCO3 e dell’inibizione della secrezione
degli acidi titolabili è l’aumento del pH urinario ( circa 8) ed il manifestarsi dell’ acidosi
metabolica.Non appena ciò si verifica, forse il carico filtrato di HCO3 diminuisce ed esso viene
riassorbito in toto.
Questi diuretici determinano anche una notevole escrezione di Na+,di K+ ( l’escrezione del K+ è
una conseguenza della presenza di un’alta concentrazione di Na+ a livello del tubulo distale) e di
fosfati (il meccanismo non è noto). Non influenzano invece l’escrezione di Ca2+,di Mg2+e di Cl-, il
quale è riassorbito e recuperato a livello dell'ansa di Henle.
IMPIEGHI: Trattamento dell’edema. Questi farmaci però non sono molto efficaci se impiegati in
monoterapia, quindi sono poco usati. In terapia combinata con altri diuretici che bloccano il
riassorbimento di Na+, determinano una risposta natriuretica nei pazienti con una bassa escrezione
di Na+ e resistenti alla monoterapia con diuretici. Terapia del glaucoma secondario. Antiepilettici.
Profilassi del mal di montagna. Correzione dell’alcalosi metabolica indotta da un
diuretico per aumento dell’escrezione di H+.
EFFETTI COLLATERALI: Presentano gli stessi effetti collaterali dei sulfamidici:
mielodepressione, tossicità cutanea, lesioni renali e reazioni allergiche in pazienti ipersensibili.
A dosi elevate possono determinare sonnolenza. Una causa degli effetti collaterali è
l’alcalinizzazione dell’urina e l’acidosi metabolica. Provocano calcolosi renale e coliche uretrali per
precipitazione dei Sali di fosfato di calcio nell’urina alcalina. Riducono la velocità di escrezione
delle delle basi organiche deboli.
Benzotiazidi Cl S2O-N2H X S2O-N2H
R''' R'' SO R' R'' C=O-R'
Serie Solfonilica Serie Carbonilica
SAR SOLFONICA: R'' – gruppi lipofili = aumento durata ed effetto.
R''' – Alchilico= diminuzione polarità e aumento della durata d'azione.
R'- gruppo elettroattrattore a marcata attività diuretica.
MECCANISMO D'AZIONE:Sono solfonamidi analoghi della benzotiadizina. Inibiscono la pompa
Na+-Cl- nel tubulo distale, inducendo maggiore escrezione di NaCl. Probabilmente competono con
il sito di legame del Cl-.
FARMACOLOGIA: Hanno una efficacia moderata perché il carico filtrato di sodio è in gran parte
riassorbito prima del tubulo distale. Alcuni diuretici tiazidici inibiscono l’anidrasi carbonica.
Determinano una maggiore escrezione di potassio e, in acuto, di acido urico. Nella terapia cronica
riducono l’escrezione di Ca2+, forse a causa di un maggiore riassorbimento prossimale. L’uso
cronico può causare ipomagnesemia soprattutto nei pazienti anziani. Attenuano la capacità del rene
di produrre urina diluita perché inibiscono il trasporto nel tratto corticale diluente. Di contro non
alterano la capacità di produrre urina concentrata, perché questo tratto del tubulo non partecipa alla
formazione dell’ipertonia midollare. I diuretici tiazidici sono acidi deboli e quindi sono secreti nel
tubulo prossimale
IMPIEGHI: Trattamento dell’edema associato a patologie cardiache, renali ed epatiche. Trattamento
dell’ipertensione sia in monoterapia (soprattutto il clortalidone e l’idroclorotiazide) sia in terapia
combinata con altri antipertensivi e con un risparmiatore di K+(dose < 25mg). L’efficacia dei
tiazidici diminuisce in seguito al calo della GFR, ad eccezione del metozolone. Trattamento
dell’osteoporosi (riducono l’escrezione urinaria di Ca2+). Trattamento del diabete insipido
nefrogeno (riduzione del volume urinario con un meccanismo poco chiaro). Trattamento dello
scompenso cardiaco moderato. Presentano sinergismo con i diuretici dell’ansa e questa associazione
può essere utile qualora si manifesti resistenza ai diuretici dell’ansa.
INTERAZIONI: Riduzione degli effetti degli anticoagulanti, degli uricosurici e dell’insulina.
Potenziamento degli effetti del litio, dei glicosidi digitalici e dei diuretici dell’ansa. La loro efficacia
è ridotta dai FANS, dagli agenti che sequestrano gli acidi biliari (riduzione dell’assorbimento dei
tiazidici) e dalla metenamina (per alcalinizzazione dell’urina). L’interazione più grave è quella con
la chinidina, in quanto l’ipokaliemia indotta dai tiazidici aumenta il rischio di torsione di punta
provocate dalla chinidina. La torsione di punta è un’aritmia causata da una ripolarizzazione
ventricolare anomala.
EFFETTI COLLATERALI: • Gli effetti collaterali più gravi sono correlati ad alterazioni del
bilancio idrico-salino. La deplezione di K+ è dose-dipendente. Un trattamento cronico anche a
basso dosaggio causa ipokaliemia con possibile insorgenza di torsioni di punta o di fibrillazione
ventricolare. Disfunzioni erettili, come altri agenti antipertensivi. Iperglicemia e Ipercolesterolemia.
Diuretici dell'ansa
MECCANISMO D'AZIONE: Bloccano il simporto Na+-K+-2Cl- nel tratto principale ascendente
dell’ansa di Henle. Sono molto efficaci (diuretici drastici), perché a questo livello è riassorbito il
25% del carico di Na+ filtrato e perché i segmenti del nefrone a valle di questo tratto non sono
dotati della capacità di riassorbimento necessaria a recuperare il flusso di escreto.
Il meccanismo molecolare con cui questi diuretici bloccano il symporter non è noto. Probabilmente
si legano al sito di legame del Cl-, localizzato nel dominio transmembrana. Inibiscono anche il
riassorbimento di Ca2+ e di Mg2+, perché annullano la differenza di potenziale transepiteliale.
IMPIEGHI: • L’impiego principale è nel trattamento dell’edema polmonare acuto, perché
incrementano la capacitanza venosa (soprattutto la furosemide) ed inducono una natriuresi
immediata, riducendo la pressione di riempimento del ventricolo sinistro e migliorando
l’edema.Trattamento dello scompenso cardiaco cronico. Nei con ritenzione idrica la dose iniziale è
di 40 mg die, poi il dosaggio si aumenta finchè non si normalizza la diuresi.Trattamento
dell’ipertensione. Trattamento dell’edema associato alla sindrome nefrosica e refrattario ad altri
diuretici
FARMACOLOGIA: Determinano maggiore escrezione di Na+, K+, Ca2+, Mg2+, K+, HCO3- e
fosfati (solo i diuretici a struttura sulfamidica, come la furosemide). La maggiore escrezione di K+ è
in parte CONSEGUENZA della presenza di una > concentrazione di Na+ nel tubulo distale.I
diuretici dell’ansa, in acuto, aumentano l’escrezione di acido urico. In cronico, invece, la
diminuiscono, perché, a causa della deplezione di liquidi, si ha un maggiore riassorbimento di acido
urico e perché competono per il meccanismo di trasporto degli acidi nel tubulo prossimale con
conseguente minore escrezione. In ultimo interferiscono con il meccanismo di concentrazione
dell’urina. I diuretici dell’ansa aumentano il flusso ematico renale attraverso un coinvolgimento
delle prostaglandine. I FANS infatti diminuiscono la risposta ai diuretici dell’ansa, perché
inibiscono l’aumento del flusso ematico renale mediato dalle prostaglandine. Bloccano il TGF,
inibendo il trasporto di sali nella macula densa. Stimolano il rilascio di renina attivando il sistema
renina-angiotensina-aldosterone.
EFFETTI COLLATERALI: ipokalemia, ipocalcemia, ipomagnesia, con rischio di aritmie,
trombolisi. Ototossicità. Iperglimia e ipercolesterolemia.
Risparmiatori di Potassio
MECCANISMO D'AZIONE: favoriscono il riassorbimento di Na e l'escrezione di K nel tubulo
distale e nel tratto collettore. Detti anche antialdosteronici, agiscono nella parte terminale del tubulo
distale e nel dotto collettore. L'aldosterone consente fisiologicamente il riassorbimento di sodio ed
acqua; viene inibito attraverso l'uso di antialdosteronici come: lo Spironolattone agonista vero e
proprio del recettore dell'aldosterone, il triamterene e l' amiloride, che esplicano un antagonismo
indiretto nei confronti dell'aldosterone per il blocco dei canali del sodio. In ogni caso trattasi di
farmaci che impediscono il riassorbimento di sodio ed acqua senza provocare squlibri ionici e
perdita di potassio, in quanto agiscono inibendo il trasportatore deputato all'entrata di ioni sodio e
all'uscita di ioni potassio. L'effetto farmacologico è meno efficace dei precedenti, perciò vengono
impiegati in associazione con i tiazidici e con i diuretici dell'Ansa per ridurne l'effetto di
ipopotassemia. Per il loro effetto antagonista nei confronti dell'aldosterone, possono anche essere
impiegati in caso di iperaldosteronismo. COLINERGICI
EFFETTI MUSCARINICI:
Gli effetti muscarinici sono quelli parasimpatici post-gangliali a livello delle ghiandole esocrine e
della muscolatura liscia:
Stimolazione di ghiandole esocrine quali le ghiandole sudorifere, salivari, mucose e le ghiandole
lacrimali. Anche le secrezioni gastriche, intestinali e pancreatiche vengono stimolate, sebbene
dipendano solo in parte dall’innervazione parasimpatica. Stimolazione della muscolatura liscia dei
bronchi, del tratto gastrointestinale, della colecisti, del dotto biliare, della vescica e degli ureteri.
Stimolazione dei muscoli circolari dell’iride e dei muscoli dell’accomodamento così da mantenere
la pupilla contratta e il cristallino dell’occhio accomodato per la visione vicina. Rilassamento degli<