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C
P (perigonio) a cui segue il numero dei tepali (se non c'è differenza tra calice e
corolla)
A (androceo) a cui segue il numero degli stami
(gineceo) a cui segue il numero dei carpelli
G indica ovario infero ovario supero
(fiori femminili)
(fiori maschili)
(fiori ermafroditi)
(fiori con simmetria bilaterale)
* = (fiori regolari, con simmetria attinomorfa)
= molti (indica un numero superiore a 10)
(con il numero entro le parentesi che indica gli elementi saldati tra loro)
(n) (La frazione indica quanti elementi sono liberi in alto e saldati in basso)
* K C A G )
5 5 (3
5+5
* P A G
3+3 3+0 (3)
S imm e tria Gineceo
P e rianz o Androceo
DIAGRAMMA FIORALE
Rappresentazione grafica della disposizione dei vari verticilli fiorali visti in sezione trasversale.
Diagramma fiorale Liliaceae Lilium martagon
Scrivere il nome degli elementi fiorali indicati dalle frecce
ANGIOSPERMAE - STRUTTURA E VARI TIPI DI FRUTTI
Dal punto di vista anatomico il frutto viene distinto in tre strati:
epicarpo derivante dall’epidermide superiore della foglia carpellare
mesocarpo derivante dal mesofillo
endocarpo derivante dall’epidermide inferiore
Esistono molti tipi di frutti:
• Se alla formazione del frutto partecipa solo l’ovario, si hanno veri frutti; se
partecipano anche altre parti del fiore (ricettacolo, asse fiorale) si hanno falsi
frutti (fragola in Fragaria, siconio in Ficus, cinorrodio in Rosa, pomo in Malus).
• frutti semplici e frutti composti (o infruttescenze), derivanti da infiorescenze
semplici e composte
• frutti monocarpellari se derivano da ovari con un solo carpello frutti
pluricarpellari se derivano da ovari con più carpelli fusi
• frutti monospermi se racchiudono un seme frutti plurispermi se
racchiudono più semi
• frutti deiscenti se a maturità si aprono per rilasciare i semi frutti
indescenti se a maturità rimangono chiusi
• frutti secchi o carnosi in base alla consistenza e alla percentuale di acqua
a) Frutti secchi
- Frutti indeiscenti sono generalmente monospermi:
I • Achenio (es. Ranunculus)
• Noce (es. Corylus, Castanea, Quercus)
• Schizocarpo: diachenio (Umbrelliferae), Tetrachenio (Labiatae), Poliachenio (Malva,
Clematis), samara o disamara (Acer).
- Frutti deiscenti sono generalmente plurispermi:
II • Follicolo (es. Delphinium)
• Legume (es. Leguminose - Papilionaceae)
• Siliqua e siliquetta (Cruciferae)
• Capsula setticida, loculicida (Iris), poricida (Papaver, Antirrhinum).
b) Frutti carnosi
• Drupa (frutti del pesco, albicocco, ciliegio (Prunoidee)
• Bacca (Solanum, Cucurbitaceae, Phoenix dactylifera.
Dalla bacca derivano diversi frutti carnosi come:
esperidio (agrumi)
- peponide (Cucurbitaceae)
- balaustro (melograno)
-
Infruttescenza
Insieme di più frutti, di solito piccoli.
• frutti aggregati: (mora del Rubus o poliachenio del Ranunculus)
• frutti multiplo: (sorosio dell’ananas o gelso)
FRUTTI SECCHI INDEISCENTI
FRUTTI SECCHI DEISCENTI
I tessuti vegetali si classificano i tessuti meristematici e adulti.
Tessuti meristematici che derivano direttamente dal tessuto embrionale sono definiti
meristematici primari.
In seguito alla divisione e al successivo differenziamento delle cellule di questi meristemi, si
originano i tessuti primari, essi si trovano alle estremità della pianta, nei peli, ovvero all’apice del
fusto e delle radici.
Il meristema apicale del fusto è detto apice vegetativo e produce foglie e rami, mentre quando la
pianta è pronta per passare allo stadio riproduttivo, si trasforma in apice fiorale, e da origine a
sepali, petali, stami e carpelli.
Il meristema apicale radicale, forma la radice principale e la cuffia radicale.
Il meristema secondario si trova nell’individuo adulto tra i tessuti definitivi (nelle gimnosperme e
in alcune angiosperme dicotiledoni).
Il meristema secondario si trova nell’individuo adulto tra i tessuti definitivi (nelle gimnosperme e
in alcune angiosperme dicotiledoni).
Dalla divisione delle cellule si formano i tessuti secondari.
I meristemi secondari vengono definiti anche cambiali e sono responsabili della crescita in
diametro del fusto e della radice. I cambiali possono distinguersi in: cambio subero- follodermico:
genera il periderma; cambio cribro-vascolare: genera il sistema conduttore
I meristemi secondari:
-intercalari: hanno la capacità di dividersi e sono presenti tra i tessuti dell’organismo adulto.
-avventizi: si originano per sdifferenziamento di tessuti parenchimatici, in seguito a ferita, per la
ferita per formare un tessuto di cicatrizzazione.
Tessuti definitivi (parenchimatici o fondamentali):
-sono cellule vive, svolgono un ruolo importante anche a maturità, i quanto riescono a riparare le
ferite.
Possiedono solamente la parete primaria e sono presenti spazi intercellulari più o meno ampi.
Presentano grandi vacuoli e in base alla loro caratteristiche, i tessuti parenchimatici vengono
classificai in:
-parenchima clorofilliano: svolge la fotosintesi e presenta pareti sottili.
-parenchima di riserva: è specializzato nell’accumulo di sostanze di riserva di varia natura.
Infatti vengono accumulati, nelle cellule: amido secondario, lipidi e proteine. Esso è catalizzato in
diverse parti del fusto, dalla radice alla foglia e dalla foglia.
Parenchima di trasfusione: trasferimento di soluti a breve distanza.
Parenchima acquifero: è specializzato nella conservazione dell’acqua, abbandonante nelle piante
grosse, visto che esse si devono adattare ad ambienti aridi. Esse trattengono fortemente l’acqua
(cellule grandi).
Parenchima aerifero: è specializzato nel favorire la diffusione e la circolazione dell’aria nelle piante
acquatiche sommerse o piante situate in zone paludose.
Parenchima conduttore: cellule con funzione di riserva e trasporto a media distanza di molecole.
Tessuti tegumentali:
-possono essere esterni e interni, i primi hanno funzione protettiva, gli interni formano barriere di
separazione e di isolamento tra i tessuti si uno stesso organo.
I tessuti primari possono essere esterni, esoderma ed epidermide o interni, esoderma.
I tessuti secondari possono essere secondari esterni, sughero.
L’epidermide: è il tessuto più esterno che ricopre l’intero corpo della pianta, essa deriva dallo
strato più superficiale dei meristemi apicali (protoderma).
L’epidermide della radice si chiama rizoderma, esso è uni stratificato, ma può essere anche
pluristratificato. Le piante co habitus arboreo, perdono epidermide e lo sostituiscono con un
tessuto tegumentale d’origine secondaria, il sughero.
La funzione fondamentale dell’epidermide negli organi aerei della pianta è essenzialmente di
protezione, questo tessuto modera efficacemente la traspirazione, difende contro i parassiti e
regola gli scambi gassosi. Inoltre in caso di lesione può partecipare alla formazione di tessuti
cicatriziali. Le cellule sono appiattite e sono vive, tra i pigmenti sono abbondanti gli antociani, i
flavoni e gli xantoni. La parete cellulare è notevolmente spessa, anche qui però dipende dalla zona
in cui si trova pianta. La parete può anche gelificare. Nella parete delle cellule epidermiche è
presente uno strato superficiale detto cuticola. Esso ricopre tutto l’epidermide ad eccezione del
rizoderma essendo impermeabile all’acqua ed ai gas , esercita protezione su perdita d’acqua e
inoltre costituisce una barriera agli attacchi parassitari. Sono presenti delle cellule stomatiche. La
cuticola può essere più o meno spesso. Oltre alla cuticola, cono presenti rivestimenti cerosi,
soprattutto in pianta in cui ci si deve difendere da eccessive piogge esterne. In altri casi i
rivestimenti cerosi sono costituiti da pruine.
Nelle piante acquatiche sommerse si fermano gli idrotropi, che hanno la funzione di assorbire
acqua e Sali minerali.
Stomi: col termine stoma, indichiamo il significato di bacca, in quanto le cellule di guardia
assomigliano a due labbra più o meno socchiuse. Gli stomi realizzano la comunicazione tra
ambiente esterno ed interno. Essi regolano gli scambi gassosi, ogni stoma è delimitato da cellule di
guardia. Esse differiscono dalle altre cellule per la forma e per la grandezza e inoltre fanno la
fotosintesi. L’apertura stomatica è delimitata da: ormoni, luce, e acqua. A seconda del turgore
della pianta, le cellule di guardia restringono o aprono del tutto le cellule stomatiche.
Rizoderma:
è lo strato più superficiale della radice, svolge la funzione di protezione e di assorbimento. Infatti
le pareti cellulari sono sottili e la cutina è assente. Il rizoderma è caratterizzato dalla presenza di
peli radicali.
I peli radicali sono ricchi di pectine e si trovano qualche distanza dall’apice radicale, e quindi si
formano man mano che la radice si allunga sempre più. La loro vita è breve (pochi giorni). Intanto
il sughero può essere costituito dal sughero, tessuto tegumentario esterno.
Esoderma: è localizzato nelle radici, può essere mono o pluristratificato. L’esoderma succede il
rizoderma che cade.
Endoderma: è un tessuto tipico dagli organi quali radici, che svolgono una funzione assorbente. È
una guaina cilindrica che avvolge i tessuti più interni. La funzione è quella di attraverso la Banda
del Caspary di impedire il libero accesso di sostanze dannose ai tessuti conduttori a causa di un
loro scarso controllo. Questo è possibile perché la banda del Caspary è impermeabile.
Sughero: accrescimento secondario in spessore provocato dal cambio cribro-legnoso produce
nuovo legno e nuovo libro, ma siccome l’epidermide non è in grado di seguire tale accrescimento,
essa viene sostituita dal peri-derma.
Il periderma è un meristema secondario chiamato cambio subero-follodermico o fellogeno che
produce verso l’esterno sughero e verso l’interno foloderma.
Il sughero è un tessuto tegumentario secondario esterno, che ha la funzione di sostituire
l’epidermide in seguito all’ingrossamento del fusto. Il sughero è costituito da cellule morte, questo
tessuto sono presente sul fusto, radici, tuberi, frutti succulenti e nelle squame delle gemme. Il
sughero è impermeabile ad acqua ed ai gas, alcune piante hanno struttura omogenea e altre
stratificate. La continuità del sughero è interrotta dalle lenticelle. Le lenticelle si aprono(d’estate) e
si chiudono(d’inverno).
Tessuti meccanici:
hanno lo scopo di sostenere la pianta e di fornire resistenza al piegamento e alla trazione.
Possiamo distinguere il collenchima e lo sclerenchima. Il collenchima è un t