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(DIMOSTRAZIONE
PRATICA)
Nel caso in cui i capi di un bipolo siano scollegati tra loro avremo una situazione chiamata
circuito aperto o conduttanza nulla in cui per ovvi motivi la corrente è uguale a zero
data quindi la relazione
=
Se I = 0 allora significa che R è infinita e di conseguenza si genererà una differenza di
potenziale ai capi del bipolo.
Cortocircuito e circuito aperto sono circuiti duali
Amperometro
l’ amperometro è uno strumento che permette di misurare la corrente in un ramo nel circuito.
Per poter ottenere una misura accurata è necessario che questo non vari le dinamiche del
circuito e di conseguenza non dovrebbe generare alcuna caduta di potenziale ai suoi capi;
ciò significa che nel mondo dell’ideale un buon amperometro è un dispositivo che ha
resistenza pari a zero e che si comporta quindi come cortocircuito ai suoi capi. Vediamo
inoltre che l'amperometro va messo in serie al ramo di cui vogliamo prendere le misure.
Voltmetro
Il voltmetro è lo strumento che serve a misurare la tensione in un ramo o ai capi di un
circuito. Come per l’amperometro essendo uno strumento che misura la tensione non
dovrebbe essere attraversato da alcuna corrente e di conseguenza dovrebbe avere una
resistenza infinita nel mondo ideale.
Ovviamente nel mondo del reale entrambi gli strumenti producono un errore sulla corrente
misurata calcolabile tramite le formule esposte in figura e come possiamo vedere
giustificano i valori infiniti e infinitesimi della resistenza dello strumento.
Interruttori
Gli interruttori sono dispositivi elettronici che permettono di comandare il flusso della
corrente permettendone o meno il passaggio tramite due posizioni: aperto e chiuso
Vediamo qui la simbologia dell’interruttore e un esempio di interruttori
Il modello di cortocircuito e il modello di circuito aperto sono 2 modelli che si adattano bene
all'approssimazione del comportamento dell'interruttore nei 2 casi.
N.B. tra i contatti degli interruttori è sempre presente una piccola resistenza che in alcuni
casi potrebbe non essere trascurabili e si tratta di un esempio di resistenza parassita.
N.B se l'interruttore è aperto la lampadina non si accende , se l'interruttore è chiuso la
lampadina si accende
Generatore ideale indipendente di tensione
Questo generatore genera tensione indipendentemente dal valore della corrente necessaria
a mantenerla
Questo funziona solo nel mondo ideale, realmente ci sono delle resistenze interne non
trascurabili.
Il generatore tipicamente emette differenze di potenziali in funzioni del tempo.
Notiamo che la corrente esce dal generatore dato che il generatore immette potenza
all’interno del circuito e per la convenzione della potenza è più comodo vederlo in questo
modo.
Un generatore IDEALE di tensione spento corrisponde ad un cortocircuito.
Per quanto riguarda la potenza, di un generatore non è detto che sia sempre positiva dato
che, per esempio le batterie, il generatore può sia assorbire potenza (ricarica) sia distribuirla
(scarica)
il generatore può essere di origine chimiche (batteria), da fonti rinnovabili da reazione solare
o dalla meccanica , ad esempio l’alternatore dell’auto.
Abbiamo detto che la tensione può cambiare con il tempo a seconda di una funzione d’onda
- PWM (a gradino)
- sinusoidali
- continua
- a dente di sega
- impulsive
Le funzioni sinusoidali prendono forma:
in italia abbiamo 50 Hz con un periodo quindi di T=1/f=20 ms
Esempio di generatore indipendente di tensione
- presa
- batteria
Il modello del generatore ideale di tensione funziona bene se la corrente generata non è
troppo alta: per esempio per le prese di casa funziona fino a circa 10A
Esempio di esercizio fatto in classe : risoluzione blu → corrente che scorre verso destra
risoluzione rossa → corrente che scorre verso sinistra
Esempio di esercizio fatto in classe
Vediamo in questo esempio che le equazioni topologiche non bastano a risolvere l’esercizio,
quindi le integriamo con le equazioni costituzionali
]
= ·
1 1 1 ] equazioni costitutive
= ·
2 2 2 ]
= ·
3 3 3 )
− − = 0
1 2 3 ) equazioni topologiche
− + − = 0
2 2 1 1 )
− − − = 0
3 3 2 4
Generatore reale di tensione
Come è facile immaginare però nella realtà il generatore ideale ha molti limiti; primo tra tutti
la dispersione: infatti come qualsiasi dispositivo elettrico ed elettronico il generatore ha delle
perdite di tipo resistivo strettamente legate al modo in cui viene costruito.
Infatti per poi poter approssimare il generatore reale tramite componenti ideali si mette in
serie al generatore una resistenza “interna” al generatore. Questo comporta:
- parte della tensione emessa dal generatore viene assorbita dalla resistenza interna
- la potenza massima viene limitata dalla resistenza interna
- il rendimento del generatore non è uguale a 1
Vediamo ora dei parametri caratterizzanti di un generatore reale:
- V tensione a vuoto; N.B: la tensione a vuoto tiene conto della resistenza interna
s
- V /R corrente di cortocircuito
s s
Come anticipato la presenza della resistenza costringe il generatore ideale a emettere una
tensione più alta della tensione a vuoto.
Capiamo quindi che è desiderabile una R la più piccola possibile.
s
Inoltre vediamo da queste formule che la potenza massima disponibile è proporzionale alla
qualità della resistenza: infatti se la resistenza interna fosse particolarmente pesante la
potenza andrebbe a scendere. Però è importante notare che la potenza massima disponibile
è indipendente rispetto al carico a differenza del rendimento del generatore.
Infatti vediamo dalla seconda formula che se necessitiamo di un rendimento particolarmente
alto R dovrebbe tendere a 0, oppure rispetto a R dovrebbe essere di molto più piccolo in
s L
modo che il contributo di R sia trascurabile.
s
E possibile verificare quest’ultima affermazione partendo dalle potenze:
vediamo da questa dimostrazione che il rendimento massimo lo ottengo quando rl è molto
maggiore di rs
Un’altro modo di calcolare il rendimento è quello della proporzione tra le potenze :
potenza del generatore / potenza del generatore + potenza assorbita della resistenza
Generatore ideale indipendente di corrente
Come il generatore ideale di tensione, questo genera una corrente con un valore fisso
indipendentemente dalla tensione necessaria a mantenere quella corrente
Un generatore di corrente che genera corrente nulla è un circuito aperto
anche qui si utilizza la norma dei generatori (ddp e corrente concordi).
Esempio di esercizio fatto in classe Ho 5 lati con 3 nodi, date le
formule topologiche avrò un
totale di
[(N-1) +(L-N+1)]= L
[(3-1) +(5-3+I)]= 5 equazioni
linearmente indipendenti
Condensatori ideali
Questo componente è un componente in funzione del tempo ed è legata a una caratteristica
detta capacità (Farad [F])
Lo consideriamo sempre come utilizzatore ma vedremo che il condensatore può sia
assorbire che rilasciare energia
questo è un componente avente memoria e di conseguenza dinamico, cioè dobbiamo
considerare non solo la corrente e la DDP istantanea, ma dovremmo tenere in
considerazioni più punti temporali.
Vediamo qui la sua equazione costitutiva e la sua simbologia.
Vediamo che nel mondo ideale nel momento in cui la tensione ai capi del condensatore è
costante nel tempo allora la corrente sarà pari a zero e il condensatore si comporta come se
fosse un circuito aperto.
Esempio 6.1 Perfetti
Da questo esempio vediamo che appunto tra il tempo 0 e 1, tra 3 e 4 e tra 5 e 6 vediamo
che la DDP è costante e di conseguenza la corrente è a 0, tra 1 e 3 vediamo che quando la
differenza di potenziale aumenta, il condensatore fa “passare” corrente, mentre tra 4 e 5 ,
dove la DDP cala vediamo che il condensatore emette corrente in senso opposto a quello
segnato.
Il condensatore quindi capiamo che si oppone alle variazioni di tensione emettendo corrente
in senso opposto al variare della tensione (per la norma degli utilizzatori): quando la
tensione varia in positivo la corrente viene emessa nel senso opposto alla DDP, quando la
tensione varia in negativo la corrente viene emessa nel senso opposto da quello segnato.
Esempio 6.2
Vediamo quindi che la definizione data per elemento passivo è valida nel caso del
condensatore dato che esso passerà metà periodo (1 tacchetta) a accumulare energia e
l’altra metà a scaricarla sul circuito o viceversa.
Riusciamo a ricavare dalla seconda formula dell’immagine la formula seguente e vediamo
che effettivamente l’energia immagazzinata è unicamente dipendente solo dalla tensione ai
capi.
Esempio; consideriamo un condensatore con capacità di un farad
Cosa succede se avessimo una funzione non continua della tensione, se non fosse continua
dovrei avere una corrente nulla fino a un certo istante e infinita, ciò non può accadere nella
realtà ed è a queste variazioni che si oppone il condensatore. Ciò accade perché il nostro è
un modello reale errato (grafico e esempio lezione).
Si indichi con t0 l’istante della chiusura dell’interruttore e con t+ l'istante dopo, e una
tensione iniziale nel condensatore pari a zero. Ottengo un modello troppo semplificato della
realtà devo aggiungere un resistore al circuito che mi consenta di caricare in maniera
continua il mio condensatore (primo disegno non funziona)
Condensatore reale
Fino ad adesso abbiamo visto come si comporta il condensatore Ideale, ma il condensatore
reale avrà dei comportamenti simili, ma la nostra approssimazione non è sufficiente: infatti
se davvero funzionasse così ad un cambio drastico di tensione dovrebbe venir generata una
corrente infinita
Dalla proprietà dei condensatori sappiamo che la funzione di corrente può essere solo
continua e anche qui troviamo una falla nel sistema dell’ideale perchè non è possibile che ci
sia una funzione continua con una variazione nella DDP e con un infinito nel grafico della
corrente. Quindi in realtà approssimiamo lo schema del del condensatore reale come un
condensatore Ideale in parallelo con un resistore che rappresenta la dispersione data dal
dielettrico del condensatore e questa nuova approssimazione permette di far variare
gradualmente la DDP generando dei grafici di carica e
scarica continui. CORRENTE
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