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IL VACUOLO E L’ESPANSIONE DELLA CELLULA VEGETALE
La membrana plasmatica controlla il movimento di soluti da e verso la
cellula: La membrana plasmatica definisce il confine della cellula,
delimitandone l’ambiente interno nel quale avvengono tutte le sue attività
metaboliche. La membrana è selettivamente permeabile, una proprietà in base
alla quale la cellula riesce a controllare i movimenti di entrata e uscita
dell’acqua, dei soluti inorganici e dei metaboliti.
Le differenze tra l’interno e l’esterno della cellula (cioè i gradienti a cavallo
della membrana) di potenziale osmotico, potenziale elettrico e pH sono
mantenuti tramite il movimento di soluti specifici attraverso la membrana. Tra
le molecole secrete dalla cellula attraverso la membrana plasmatica vi sono
componenti della parete cellulare, composti di difesa che allontanano o
disattivano potenziali patogeni, e molecole che facilitano l’assorbimento di
minerali. I segnali esterni recepiti a livello della membrana plasmatica
comprendono ormoni vegetali e molecole secrete dai patogeni. I segnali sono
(cerchieto verde)
percepiti da proteine recettrici inclusi nel doppio strato
lipidico. Le piccole molecole attraversano la membrana in parte per diffusione
attraverso il doppio strato lipidico, ma soprattutto attraverso specifici canali e
proteine di trasporto, anch’essi inclusi nel doppio strato lipidico. Le molecole
grandi (quali le proteine e i polimeri di carboidrati) normalmente attraversano
la membrana mediante la fusione di vescicole con la membrana stessa, a cui
segue il rilascio del loro contenuto all’esterno della cellula.
La pompa protonica della membrana plasmatica è il cuore del sistema
di trasporto: Le pompe protoniche, chiamate anche trasportatori di protoni,
sono di gran lunga le pompe più importanti presenti nella membrana
plasmatica vegetale e sono costituite da proteine che attraversano la
membrana da parte a parte. Esse idrolizzano, sulla faccia interna della
membrana, il legame fosforico terminale, ricco di energia, dell’ATP producendo
ADP e fosfato. L’energia liberata dalla scissione di questo legame viene
utilizzata per trasportare gli ioni H dall’interno della cellula all’esterno.
+
La pompa esporta protoni fuori dalla cellula, sfruttando l’energia fornita
dall’idolisi dell’ATP. La rimozione dei protoni dal citosol mantiene un pH
citosolico relativamente alto e una carica negativa sulla faccia interna della
membrana; inoltre mantiene un ambiente acido nella parete cellulare. La
pompa è attivata dall’accumulo di protoni (cioè una caduta del pH) nel citosol e
dell’auxina, un fitormone.
Trasportatori e canali permettono il movimento di ioni attraverso la
membrana plasmatica: Il gradiente protonico e il potenziale di membrana
forniscono la forza motrice che muove attraverso la membrana plasmatica
molte altre sostanze dotate o meno di carica elettrica. Due tipi di proteine di
trasporto sono coinvolti in questi movimenti: i trasportatori che utilizzano il
gradiente di H per muovere un’altra sostanza, e i canali che consentono il
+
flusso passivo di ioni attraverso la membrana secondo il gradiente del
potenziale elettrico. (a sinistra)
La pompa protonica genera nella membrana un gradiente di
concentrazione di potassio e un potenziale elettrico. Specifiche proteine di
trasporto forniscono un percorso per il flusso passivo di protoni che ritornano
nella cellula seguendo il gradiente di concentrazione, e accoppiano questo
flusso di protoni al trasporto di ioni all’interno o all’esterno ella cellula. Le
proteine dei canali formano pori che consentono il flusso di ioni verso l’interno
della cellula in risposta alla differenza di potenziale elettrico transmembrana.
Il movimento dell’acqua attraverso la membrana plasmatica crea un
potenziale idrico: L’acqua si muove per osmosi dall’ambiente esterno alla
cellula che è povero di soluti all’ambiente interno della cellula di norma più
ricco di soluti. L’acqua può attraversare la membrana plasmatica sia per
diffusione nel doppio strato lipidico sia passando attraverso pori specifici per
l’acqua formati da proteine chiamate acquaporine. In entrambi i casi si tratta
di movimenti “passivi”, che non richiedono cioè energia.
L’acqua attraversa la membrana plasmatica in due modi: per semplice
diffusione e per diffusione attraverso i canali di acquaporine.
Pressione di turgore, potenziale di acqua e osmosi: I diagrammi
rappresentano la stessa sequenza di eventi (A) in un protoplasto (cellula
senza parete cellulare) e (B) in una cellula intatta (protoplasto circondato da
parete cellulare). (A) I soluti entrano nel protoplasto attraverso canali e
proteine di trasporto, un movimento sostenuto principalmente dall’efflusso di
protoni dovuto alla pompa protonica. L’accumulo di soluti all’interno del
protoplasto induce il suo potenziale d’acqua e causa un movimento di acqua
verso l’interno per osmosi. In assenza della parete cellulare, il protoplasto si
gonfia come un pallone, assumendo una forma sferica.
(B) Nella cellula intatta, quando il protoplasto non esercita una pressione contro
(a sinistra),
la parete si dice che è “plasmolizzato” e la pressione di turgore
della cellula è zero. Quando i soluti entrano nella cellula, riducendo il potenziale
d’acqua e causando il movimento osmotico dell’acqua verso l’interno, il
(a destra).
protoplasto comincia a rigonfiarsi La sua espansione è contrastata
dalla parete cellulare e ciò porta a una crescente pressione di turgore.
L’espansione delle cellule vegetali dipende dalla parete e dalla
pressione di turgore: La distensione cellulare implica l’integrazione tra
l’assorbimento di acqua dovuto all’osmosi (che produce la pressione di turgore)
e il rilassamento della struttura della parete cellulare, associato all’addizione
entro la parete di nuovo materiale della matrice.
(a sinistra),
In una cellula che non si espande la pressione di turgore è elevata
e il movimento netto di acqua per osmosi verso l’interno risulta inibito. La
(al centro),
pressione di turgore allora distende la parete rilassata causando
l’assottigliamento della parete stessa e l’espansione della cellula. Ciò riduce la
(a destra),
pressione di turgore; a questo punto affluisce più acqua alla cellula e
la pressione di turgore aumenta nuovamente. La parete torna ad aumentare di
spessore mediante la deposizione di nuovo materiale.
Il vacuolo è l’organello che controlla il movimento di soluti dalla
cellula e quindi il potenziale idrico: L’ingresso dell’acqua nel vacuolo
attraverso il tonoplasto è indotto dall’accumulo di soluti al suo interno,
accumulo che determina l’instaurarsi di una differenza di potenziale d’acqua
tra il citosol e il vacuolo stesso. I soluti sono trasportati attivamente dal citosol
al vacuolo lungo un gradiente protonico e un potenziale elettrico, che si
stabiliscono grazie all’azione di due tipi di pompa protonica. Una di queste
pompe usa l’anergia proveniente dall’idrolisi dell’ATP, l’altra usa l’energia
proveniente dall’idrolisi del pirofosfato inorganico.
Il movimento dei soluti è sostenuto dalle pompe protoniche del tonoplasto, che
usano l’energia derivata dall’idrolisi dell’ATP, o del pirofosfato inorgnico (PP ),
i
per muovere i protoni contro il gradiente di concentrazione, dal citosol al
vacuolo. Si crea così un gradiente di protoni e un potenziale di membrana tra le
due facce del tonoplasto. In questo modo i contenuti vacuolari sono
tipicamente più acidi di quelli del citosol e hanno una carica più positiva. Anioni
quali il nitrato e il cloruro (entrambi importati attraverso la membrana
plasmatica) e il malato (sintetizzato nel citosol) si muovono dal citosol
all’interno del vacuolo in risposta al gradiente elettrochimico. Molecole prive di
carica elettrica come il saccarosio e gli esosi (glucosio e fruttosio) entrano
mediante trasportatori (antiporti) che usano il flusso passivo di protoni dal
vacuolo al citosol, lungo il gradiente di concentrazione protonico. L’accumulo di
soluti nel vacuolo abbassa il suo potenziale d’acqua, mentre promuove
l’entrata di acqua attraverso le acquaporine e per diffusione passiva attraverso
il doppio strato lipidico.
I molteplici ruoli del vacuolo: Il vacuolo è un organello cellulare delimitato
da una particolare membrana: il tonoplasto (membrana particolarmente
selettiva). Il vacuolo è il principale regolatore di scambi di soluti ed acqua della
cellula. Ad una grande semplicità strutturale si contrappone però nel vacuolo
una molteplicità di funzioni:
1- Funzione di riserva; il vacuolo può contenere carboidrati, grassi e
proteine.
2- Funzione vessillare; il vacuolo può contenere pigmenti colorati che
conferiscono quindi colore ai petali o ai frutti.
3- Funzione osmotica; il vacuolo, variando la concentrazione del succo
vacuolare, influenza il movimento osmotico dell’acqua tra l’interno e
l’esterno della cellula. Regola il turgore cellulare che a sua volta
determina l’accrescimento cellulare e il sostegno di organi giovani.
4- Funzione “digestiva”; il vacuolo può contenere enzimi litici in grado di
scindere grosse molecole o interi organelli.
5- Funzione di accumulo di cataboliti; i vacuoli vegetali sono molto
simili alle vescicole animali, ma sono di dimensioni maggiore, e svolgono
numerose funzioni, tra cui, principalmente, quella di riserva, di acqua e di
altre sostanze in essa disciolte o variamente disperse.
Le cellule guardia deli stomi: un modello per studiare la variazione
della pressione di turgore: L’apertura degli stomi dipende dall’attività di una
pompa protonica attivata dalla luce blu, che crea una considerevole differenza
di potenziale elettrico tra le due facce della membrana plasmatica; cioè viene
generata una forza capace di muovere la cellula. Il successivo ingresso di ioni
potassio permette anche l’ingresso di soluti ed acqua. Aumenta così la forza di
turgore modificando la forma della cellula tanto da provocare l’apertura del
poro.
(A) La luce blu attiva una pompa protonica; da ciò si sviluppa un grande
potenziale di membrana. Questo attiva un canale del potassio, che consente un
afflusso di ioni potassio entro la cellula. Il flusso in entrata di K è
+
accompagnato da un afflusso nel citosol di ioni cloruro (Cl ) e dalla sintesi di
-
malato, un anione organico. L’aumento netto della concentrazione di soluti
causa un afflusso d’acqua che determina un