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COMUNICAZIONE CELLULARE:
come le cellule si scambiano tra loro le informazioni riguardo dell’ambiente che le circonda.
Comunicazione a cellule vicine o anche molto distanti tra di loro. Il processo viene nominato con il
termine TRASDUZIONE DEL SEGNALE: cambiarne la forma, in modo tale che a quel segnale
corrisponda una risposta a livello cellulare. Processo di conversione di un tipo di segnale in un
altro. I punti critici sono le conversioni dell’informazione da una forma all’altra. A livello cellulare
succede grazie all’intervento di particolari molecole in grado di riconoscere il segnale, i recettori poi
c’è la trasduzione, passaggio dell’informazione dall’esterno della cellula all’interno e poi una serie
di eventi.
Può essere tra cellule vicine e lontane tra di loro:
• Segnalazione di tipo endocrino: segnalazione ormonale, ormoni rilasciati dalle cellule che lo
emettono a livello del circolo sanguigno e trasportato fino al bersaglio. Indispensabile la
presenza sulle cellule bersaglio di recettori specifici per gli ormoni.
• Segnalazione di tipo paracrino: segnalazione chimica che avviene grazie al rilascio di
molecole dalla cellula, ma non liberate nel circolo sanguigno ma rilasciate dalla cellula nei
dintorni della membrana e vanno a colpire le cellule vicine. (es. sinapsi). Di tipo locale.
• Segnalazione di tipo neuronico: trasmissione lungo l’assone, dal corpo cellulare del
neurone fino al bottone sinaptico. È a lunga distanza rispetto alla paracrina
• Segnalazione contatto dipendente locale: le due cellule che si devono trasmettere il
segnale o che lo devono ricevere vengono a contatto tra di loro, può essere diretto, per
esempio attraverso le giunzioni, o con la presenza di molecola segnale e recettori di
membrana.
La comunicazione per contatto diretto può avvenire grazie alle giunzioni comunicanti o a grazie al
riconoscimento tra cellule. Fondamentale nella comunicazione cellulare è la segnalazione
cellulare. Essa consiste di tre fasi: ricezione, trasduzione e risposta La risposta della cellula alla
segnalazione cellulare può essere lenta o veloce.
Avvenuto il rilascio della molecola segnale essa dev’ essere riconosciuta dalla molecola bersaglio
e questo deve comportare una serie di modifiche atte a trasformare il segnale ricevuto.
1. Fase di ricezione del segnale: una cellula segnalatrice produce una molecola segnale, la
quale viene riconosciuta da un’altra cellula, detta cellula bersaglio, tramite un recettore
proteico, il quale risponde in modo specifico al segnale extracellulare. Le proteine
recettoriali appartengono a due categorie: proteine intracellulari e glicoproteine
transmembrana. Le proteine intracellulari riconoscono i ligandi di natura idrofobica (es.
Ormoni steroidei), i quali penetrano per proprio conto nella cellula attraverso la membrana.
Le glicoproteine transmembrana, invece, riconoscono i ligandi (detti anche primi
messaggeri) che restano fuori dalla cellula. In questo caso la membrana agisce come
interfaccia tra la cellula e l’ambiente esterno ad essa.
2. Fase di trasduzione vera e propria, fase più importante e pericolosa. I principali recettori di
membrana sono i recettori associati a proteine G, i recettori tirosin-chinasici ed i recettori a
canale ionico. Nei recettori associati a proteina G, una volta attivato il recettore, viene
attivata la proteina G, la quale, a sua volta, va ad attivare un altro elemento (es. Enzima). I
recettori tirosin-chinasici sono attivati da una molecola-segnale dimerica, la quale provoca
così la fosforilazione della tirosina del recettore; successivamente il segnale è propagato
nell’interno della cellula da altre proteine segnale attivate. I recettori a canale ionico, invece,
causano l’entrata di ioni poiché, quando attivati da un ligando, si aprono. All’interno della
cellula il segnale può essere amplificato a cascata.
3. Risposta cellulare, che può essere di vario tipo: La risposta della cellula può variare a
seconda delle necessità. Alcune cellule continuano a vivere, altre si dividono, altre ancora
si differenziano; se le cellule non ricevono alcun segnale, muoiono (apoptosi).
Si ha l’intervento di tante molecole di trasmissione, si segnalatori chimici che si susseguono l’uno
con l’altro. Il segnale chimico va ad attivare altri segnalatori chimici che attiveranno altre molecole
fino ad avere una cascata di segnale che arriverà infine alla risposta finale. All’interno della cellula
che la riceve il segnale viene amplificato perché attiva altri segnali e così via, questo viene definito
amplificazione genica, che consente di fare una risposta cellulare sempre più ingente e
massiccia. Si possono attivare molteplici messaggeri secondari, la cellula farà tante risposte al
segnale originale, tutte volte a cambiare qualcosa: modificazione del metabolismo; forma;
espressione genetica.
Recettori intracellulari: molecole dir recezione che riconoscono segnali chimici ma si trovano
all’interno della cellula, la molecola segnale specifica per questi recettori dev’essere per forza una
molecola piccola, idrofila che riesce a oltrepassare la membrana cellulare e possa entrare per
arrivare a riconoscere il recettore intracellulare.
1. Recettori associati a proteine G: le proteine G sono proteine presenti normalmente nella
membrana che possono esistere in due conformazioni, una attivata energicamente e una
non attivata. Nella forma attivata la proteina è legata a GTP, nella forma non attivata è
legata GDP. Ciascuno dei recettori è specifico per una molecola segnale, quando arriva la
molecola segnale questa si lega al recettore, questo legame recettore molecola segnale fa
si che il recettore vada a spostarsi sempre più vicino alla proteine g fino a intercettarla.
L’interazione che si forma tra il recettore e la proteina g determina l’attivazione della
proteina g che passa a uno stato non attivo GDP a attivo GTP. Ha la funzione di attivare la
proteina G, a questo punto questa trasporta l’informazione andando ad attivare altre
molecole, normalmente proteine, presenti sulla membrana e le attiva fosforilandole, con il
fosfato preso dal GTP. L’informazione è passata a queste altre proteine, fosforilate e quindi
attivate. Queste ne fosforileranno altre e cos’ via. Queste scateneranno informazioni
chimiche che porteranno alla risposta della cellula. GTP ha trasferito gruppi fosfati a questi
gruppi proteine il GTP torna GTP e la proteina g si disattiva.
2. Recettori tirosin-chinasici: recettori di membrana in forma inattiva, si attivano in presenta
della sostanza segnale, sono costituiti da un dimero, due subunità che unite determinano
l’attività del recettore. Quando arriva la molecola segnale, questa ha una struttura
tridimensionale per cui è in grado di legare entrambe le subunità del recettore e questo fa si
che le due si avvicinino tra di loro e vengano una di fiano all’altra, ciascuna di queste due
che vengono vicine è dotata da una zona della regione chiamata dominio chirosinchinatico.
Quella regione è un dominio, regione funzionale che ha come funzione la chirsinsinasi,
aggiungere gruppi fosfati. Tirosine sono aminoacidi. Quando le due subunità sono una
agganciata all’altra il dominio di una fosforila la tirosina dell’atra e viceversa. Il risultato
netto è che tutte le due subunità vengono riempiti di gruppi fosfato, vengono fosforilate.
Questo attiva il recettore. A queste tirosine si possono legare altre proteine, che in seguito a
questo legame diventano attive. Ai gruppi fosfato si possono legare tre diverse molecole e il
legame tra ciascuna di queste molecole e il gruppo fosfato è una fosforilazione, legame che
modifica la proteina. Le proteine attive a loro volta verranno rilasciate all’interno del
citoplasma. Si ha una cascata di fosforilazioni che si basa sulla vicinanza delle due
subunità e che va ad attivare prima il recettore e poi altre molecole che si legano al
recettore. Quando manca la molecola segnale, la segnalazione viene meno non si avrà più
la presenza della molecola segnale che lega le due subunità, queste due si separeranno di
nuovo e tutto torna alla situazione iniziale.
3. Recettore canale-ionico: molecola segnale si lega a un recettore canale, questo determina
l’apertura del canale.
Da una singola molecola di segnale utilizzando questi recettori che sono in grado di legare tante
molecole diverse si ha l’amplificazione del segnale: consente una risposta molto rapida, perché si
hanno tanti secondi messaggeri all’interno della cellula che andranno a provocare la risposta e
questa sarà multipla, basata su tanti processi diversi che possono avvenire contemporaneamente.
Risposte:
l’amplificazione del segnale consente una risposta multipla, tanti processi diversi che può la cellula
modificare per rispondere al segnale, può cambiare espressione genica, attività del metabolismo,
forma. Queste risposte normalmente vengono fatte tutte contemporaneamente, un segnale va a
modificare si l’attività citoplasmatica della cellula sia quella genica, quindi nucleare, quanto un
gene viene trascritto e tradotto per sintetizzare proteine. Dapprima la cellula dà una risposta
citoplasmatica, perché è la più rapida, va a utilizzare ciò che è già presente nel citoplasma, ma è a
breve termine e per supportarla fa attivare anche l’espressione genica, risposta più lenta perché il
segnale deve passare al nucleo dove i fattori di trascrizione devono deviarsi dal gene e cambiare i
livelli ma più duratura, la cellula le fa partire entrambe (differenza di timing).
Risposta al segnale: se una cellula è priva di recettori (es membrana), quindi è incapace di
rispondere ai segnai circostanti, questa viene riconosciuta dall’organismo come una cellula
difettiva e indotta a morte programmata cellulare che si chiama APOPTOSI. Le nostre cellule per
essere mantenute vive devono saper rispondere agli stimoli A seconda del momento della vita
della cellula questa riceve segna diversi nel tempo e a seconda del tipo cellulare.
VIRUS: non sono cellule, non hanno membrana, non hanno citoplasma, non sono batteri perché
questi sono cellule procariote.Non sono organismi viventi perché non hanno le caratteristiche degli
organismi viventi. I virus sono organismi incapaci di vita autonoma; infatti, per sopravvivere e
replicarsi, dipendono dall’organismo ospite. Contengono un pacchetto di geni. Esistono parassiti
intracellulari ed agenti infettivi acellulari. I virus non crescono, non si nutrono e non rispondono ai
segnali. Si classificano in base al tipo di ospite che infettano, all’acido nucleico che contengono
(RNA o DNA), ed alla forma.
I virus possono essere: