Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Agiscono anche da fattori di trascrizione per i geni che specificano per la stessa struttura del
corpo.
Morfogeni umani: BMP, proteine del gruppo TGFβ, Chordin e Noggin, Nodal, NF-kB
16
• se l’oocita occupa una delle estremità del follicolo conterrà una zona di massima
concentrazione, se sta al centro ne conterrà due
• Dm sfrutta 4 morfogeni: Bicoid e Nanos per la polarità antero-posteriore, Dorsal e Töll per la
polarità dorso-ventrale; questi si localizzano in determinate regioni dell’oocita, per es. Bicoid
nel polo anteriore; a dimostrazione di ciò, va notato che embrioni omozigoti per mutazioni di
questo gene non hanno le regioni anteriori del corpo
• eventi dopo la fecondazione in Dm:
- polarizzazione dell’embrione
- segmentazione: divisioni nucleari non accompagnate da divisione del citoplasma; si forma
un sincizio; in questa fase i morfogeni istruiscono la trascrizione dei geni della
segmentazione che suddividono l’embrione in unità ripetitive:
• geni GAP: attivati da Bicoid
- in particolare Hunchback è specifico per la parte anteriore dell’embrione
- è distribuito anche posteriormente ma la sua traduzione è inibita da Nanos
- il nome deriva dal fatto che la mancata espressione provoca un gap, una lacuna, nella
strutturazione anteriore dell’embrione
• geni Paire-Rule: attivati dalle proteine GAP
- es. Paired e Fushi-taratzu
- dirigono la formazione dei margini dei segmenti
• geni Segment Polarity: attivati dalle proteine Paire-Rule
- suddivisione in unità ripetitive dell’embrione
- disposizione dei nuclei: si posizionano addossati alla membrana
- la membrana si richiude intorno ai nuclei: formazione della blastula con inizio della
gastrulazione; in questa fase si disattivano i geni della segmentazione e si attivano i geni
omeotici che specificano l’identità dei segmenti corporei:
• geni HOX (omeotici)
- Antennapedia
- Ultrabithorax
- 8 geni distribuiti consequenzialmente sul cromosoma 3; la loro attivazione avviene
nell’ordine con cui sono sul DNA
• il differenziamento durante l’embriogenesi dipende dalle cascate di attivazione-inibizione che si
generano tra i geni materni, di segmentaizione e omeotici; questi ultimi codificano anche per
proteine strutturali dell’embrione
• nell’uomo è conservato lo stesso numero di clusters genici Hox del topo; la loro attivazione e il
loro funzionamento sono analoghi a quelli di Dm: nei vertebrati questi geni controllano le
differenze morfologiche tra le vertebre, tra le strutture ripetute del rombencefalo e tra le dita
degli arti; nell’uomo agiscono anche altre famiglie di geni omeotici:
- OTX e EMX: sviluppo del cervello
- PAX: sviluppo di occhi e denti
- MSX: sviluppo di cranio, faccia e denti
- TBX: sviluppo del cuore
• mutazioni in questi geni possono determinare deformità e difetti all’embrione:
- Hox: polidattilia, sindattilia, deformità alla colonna vertebrale
- EMX: schizocefalia, fenditura a tutto spessore degli emisferi cerebrali
- PAX: sindrome di Waardenburg, sordità congenita, leucoderma, eterocromia dell’iride,
malformazioni facciali, palatoschisi, aniridia
- TBX: sindrome di Holt-Oram, assenza del pollice, cardiopatie, sindrome ulnare-mammaria
17
Cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC)
- cellula staminale pluripotente derivata da una cellula differenziata e riprogrammata in vitro; sono
simili alle staminali pluripotenti naturali (come le staminali embrionali)
- caratteristiche comuni con le ES:
• espressione di geni e proteine staminali
• pattern di metilazione embrionale
• tempo di raddoppiamento
• incapacità di andare in senescenza
• formazione del corpo embrioide (cloni)
• formazione di teratomi (forma tumorale delle cellule staminali)
• possibilità di formare chimere
• potenzialità di differenziamento
- vengono prodotte tramite la trasfezione veicolata da vettori virali (retrovirus) di particolari geni
associati alla staminalità in cellule differenziate adulte; la cellula infettata è così indotta ad
esprimere quei geni
- create per la prima volta da Yamanaka (2006) a partire da fibroblasti di topo prima, umani poi
• trasfezione per mezzo di retrovirus dei geni: Oct-4, Sox2, Kif4 e c-Myc; questi geni codificano
anche per fattori di trascrizione in grado di mantenere la loro espressione per restare allo stato
staminale
- Oct-4 e Sox2 garantiscono la pluripotenza
- Kif4 ha un ruolo nella regolazione della proliferazione
- c-Myc induce la proliferazione (geni tardivi della proliferazione: Ciclina D, ecc.) e potrebbe
essere implicato nell’insorgenza di teratomi
- inducono la trascrizione di geni con un effetto a cascata per metilazione del DNA,
rilassamento della cromatina, espressione di ncRNA
• trasferendo le iPS ottenute nella blastocisti di un topo, l’organismo nato è un topo chimerico
eterozigote con cellule della blastocisti e cellule del corpo embrioide; accoppiando questo topo
con un topo normale, tra gli individui nasce un topo con cellule derivate esclusivamente da iPS
- l’insorgenza di teratomi a partire dalle iPS impiantate in un tessuto deriva dal fatto che queste
non si differenziano perché non ricevono la giusta sequenza di stimoli; una soluzione a questo
problema sarebbe il differenziamento indotto in vitro
- attualmente le iPS consentono di:
• studiare i meccanismi di sviluppo
• studiare in vitro i meccanismi che determinano malattie genetiche
• sperimentare in vitro nuovi farmaci per la cura di malattie genetiche
• riparare in vitro mutazioni genetiche in determinate cellule da trapiantare nel paziente
- problematiche nell’utilizzo di cellule iPS:
• alta propensione a formare tumori
• attivazione di geni patogeni derivati dal metodo di trasfezione che sfrutta un vettore virale
- la potenzialità della medicina rigenerativa è quella di bypassare il problema etico dell’utilizzo di
cellule staminali embrionali e il problema del rigetto immunitario grazie all’utilizzo di cellule self; le
applicazioni in ambito clinico sono ancora lontane: attualmente sono da considerare uno
strumento 18
Medicina rigenerativa
- ricostituzione di un tessuto malato o compromesso attraverso l’attivazione di cellule staminali
residenti o attraverso il trapianto di cellule
- rigenerazione tissutale: capacità intrinseca di alcuni tessuti che hanno cellule staminali
unipotenti, per es. epidermide, tessuto muscolare scheletrico, ecc.; cellule staminali sono state
trovate in alcune aree del SNC (ippocampo) e nel miocardio
• riparo del miocardio
- la teoria tradizionale sostiene che il tessuto danneggiato sia sostituito da tessuto cicatriziale
- attualmente si crede che il tessuto danneggiato sia sostituito da nuovi cardiomiociti derivati
dalla divisione di cardiomiociti endogeni o dalla divisione asimmetrica di cellule staminali
unipotenti progenitrici dei cardiomiociti
• trapianto del midollo osseo
- estrazione di cellule staminali dal midollo osseo e dal sangue
- immunosoppressione del paziente
- trasfusione delle cellule ai pazienti per rigenerare il midollo osseo o cellule mature di un
particolare tessuto
• riparo di lesioni degli epiteli
- generazione dell’epidermide in vitro su matrici di collagene a partire da progenitori staminali
cutanei isolati dal paziente in zona sana e trapianto su pazienti con ustioni di terzo grado
- trattamento di lesioni alla cornea provate da ustioni chimiche
- trattamento di malattie genetiche curando le cellule epiteliali in vitro (es. epidermolisi
bollosa)
- si distinguono trapianto autologo, se le cellule trapiantate sono del paziente stesso, allogenico,
se le cellule trapiantate provengono da un donatore
Cellule tumorali
- il tumore è una malattia multifattoriale originata dall’interazione di fattori genetici e ambientali
- di norma le mutazioni che provocano trasformazione tumorale interessano geni che controllano la
proliferazione di una cellula somatica
- la perdita del controllo sulla crescita cellulare porta alla formazione di neoplasie: clone di cellule
che deriva da una cellula capostipite e ne condivide la mutazione
classificazione
- si distinguono tumori:
• benigni, se la neoplasia è localizzata in un solo organo e il tessuto connettivo che la circonda
ne ostacola la crescita e la diffusione (neoplasia primaria)
• maligni, se le cellule tumorali acquisiscono una capacità proteolitica e angiogenetica e creano
una metastasi (neoplasia secondaria)
- capacità proteolitica: producono enzimi per degradare la ECM (es. metalloproteasi); la
mancanza di una ECM induce le cellule a migrare in altri tessuti
- capacità angiogenetica: producono fattori di crescita per le cellule endoteliali dei vasi
sanguigni per la creazione di nuovi vasi
- le due capacità si combinano: la degradazione della ECM e la creazione di nuovi vasi
consente alle cellule tumorali di raggiungere altri distretti del corpo attraverso il torrente
circolatorio dove ricominciare la proliferazione per dare origine a una massa tumorale
istologicamente derivata dal tessuto primario: metastasi
19
cause della trasformazione tumorale
- sono determinati da mutazioni somatiche e quindi non trasmissibili per via ereditaria; l’individuo
portatore è un individuo chimera o mosaico perché ha cellule con due genomi diversi
contemporaneamente
- le mutazioni possono essere:
• casuali se avvengono spontaneamente durante la replicazione del DNA
• indotte da fattori ambientali: esposizione ad agenti mutageni e cancerogeni
- è una malattia multistep: necessita di più mutazioni di diverso tipo; il numero di mutazioni varia
da tumore a tumore e di conseguenza varia il tempo di sviluppo della malattia
tappe evolutive del cancro
- iniziazione: una mutazione trasforma una cellula somatica in una cellula neoplastica latente
• il danno genetico può essere riparato, con ritorno allo stato somatico, o, se irreparabile, la
cellula può andare in apoptosi; se non si verificano questi eventi il danno permane e la cellula
diventa neoplastica latente
- promozione: intervengono altre mutazioni che inducono la proliferazione della cellula mutata
• si origina un clone cellulare
- progressione: intervengono mutazioni che promuovono le attività invasive e metastatiche:
angiogenesi e proteolisi
caratteristiche dele cellule tumorali
- crescita indipendente dai fattori di crescita
• i meccanismi di trasduzione del segnale sono sovvertiti
• le cellule passano continuamente dalla fase G a S: il checkpoint non funziona
1
- perdita dell’inibizione da contatto
• normalmente