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Una volta che il primo fattore di trascrizione si è insediato in
questo sito del dna, si aggregano anche gli altri fattori e la rna
polimerasi II, completando il complesso di inizio della
trascrizione. Così una volta che la rna polimerasi II si è inserita
sul dna deve lasciare dietro di sé il complesso dei fattori per dare
inizio alla sua attività di sintesi. La reazione chiave di questo
sganciamento consiste nell'aggiunta di gruppi fosfato alla coda
della rna polimerasi II, mediata dal fattore generale di trascrizione
TFIIH. Quando poi la rna polimerasi II ha finito di trascrivere
abbandona il dna. Batteri ed eucarioti differiscono notevolmente
per i trattamenti che l'rna subisce prima di poter essere usato
dalla cellula. Il dna batterico si trova esposto al citoplasma che
contiene i ribosomi, gli organelli che operano la sintesi proteica,
nel caso dei messaggeri i ribosomi aderiscono alla sua estremità 5'
e danno inizio alla sintesi proteica. Invece nelle cellule
eucariotiche il dna si trova nel nucleo dove avviene la
trascrizione, mentre la sintesi proteica avviene sui ribosomi nel
citoplasma. Quindi l'mRNA eucariotico va trasportato fuori dal
nucleo attraverso i pori della membrana nucleare prima della
traduzione in proteine, anzi questo processo è preceduto a sua
volta dalla maturazione dell'rna. Gli enzimi responsabili della
maturazione dell'rna di fatto seguono a ruota la coda della rna
polimerasi. I trascritti subiscono trattamenti diversi a seconda del
tipo di molecola che deve essere prodotta. Solo i trascritti
destinati a diventare molecole di rna messaggero vengono dotati
di un cappuccio e di una coda poliadenilica.L'APPOSIZIONE
DEL CAPPUCCIO all'rna (capping) comporta una modificazione
del trascritto primario alla sua estremità 5'. L'estremità 5' viene
incappucciata con un nucleotide atipico quando la rna polimerasi
ha trascritto 25 nucleotidi circa e quindi prima che abbia
completato la trascrizione di tutto il gene.LA
POLIADENILAZIONE correda gli mRNA appena trascritti di
una particolare struttura all'altro capo, l'estremità 3'. Si ritiene che
l'apposizione del cappuccio e la poliadenilazione incrementino la
stabilità della molecola e ne facilitino l'esportazione dal nucleo al
citoplasma, conferendole l'identità di messaggero. Nei batteri le
proteine sono codificate quasi sempre da una sequenza di dna
priva di interruzioni, mentre le sequenze codificati dei geni
eucariotici chiamate ESONI sono interrotte da lunghe sequenze
interposte chiamati INTRONI. Le sequenze espresse ESONI
sono di solito più corti degli introni. Gli introni vanno da 1 a 10
000 nucleotidi. Per produrre l'rna messaggero eucariotico
inizialmente il gene viene trascritto in rna in tutta la sua
estensione (esoni e introni). Dopo l'apposizione del cappuccio la
rna polimerasi sta ancora trascrivendo, comincia il processo di
SPLICING taglia e cuci, taglia le sequenze introniche, cuce tutti
gli esoni dall'rna sintetizzato. Alla fine il trascritto viene provvisto
della coda poli-A. Un rna che abbia terminato il processo di
splicing e sia stato modificato alle estremità 5'-3' è una molecola
messaggero funzionale. Lo splicing è operato in gran parte da
molecole di rna e non da proteine, sono proprio le molecole di rna
che individuano il confine tra introni ed esoni e che poi
partecipano alla reazione chimica di taglio e saldatura. Queste
molecole di rna sono dette PICCOLI RNA NUCLEARI snRNA e
si aggregano ad altre proteine per costituire "le piccole particelle
ribonucleoproteiche nucleari" o abbreviato snRNPs. Questi
snRNP formano il corpo centrale dello spliceosoma= grosso
aggregato di molecole proteiche e ribonucleiche che nella cellula
provvede a tagliare gli introni e a ricucire gli esoni. Mentre lo
SPLICING ALTERNATIVO consente di produrre proteine
diverse dallo stesso gene amplificando ulteriormente il potenziale
codificante dei geni eucariotici e accelera l'insorgere di proteine
nuove ed efficienti. La sintesi e l'elaborazione dell'rna messaggero
eucariotico avviene nel nucleo secondo un ordine programmato.
Infatti di tutto l'rna che viene sintetizzato solo una piccola parte
quello maturo è utilizzabile dalla cellula. I pezzi che restano ossia
gli introni escissi sono inutili. La funzione di controllo del
passaggio dell'rna sintetizzato correttamente è svolta dal
COMPLESSO DEL PORO NUCLEARE riconoscendo e
trasportando solo mRNA completi. Questi pori acquosi che
mettono in comunicazione il nucleoplasma in comunicazione con
il citosol fungono da posti di blocco dove si controlla quali
macromolecole possono entrare o uscire. Per avere il
lasciapassare l' mRNA deve essere legato ad un apposito gruppo
di proteine, tra queste proteine alcune si legano alla poliadenina,
altre formano un aggregato sul cappuccio. Il tempo di permanenza
di una molecola di mRNA maturo nella cellula influenza la
quantità di proteina che ne deriva. Prima o poi le ribonucleasi
cellulari demoliscono tutte le molecole di di mRNA in nucleotidi.
La trascrizione è un processo universale tutte le cellule utilizzano
la rna polimerasi e l ' appaiamento delle basi complementari per
sintetizzare l'rna dal dna.
DALL'RNA ALLE PROTEINE
Mentre la trascrizione è un mezzo per trasferire l'informazione
piuttosto semplice da capire visto che rna e dna sono simili per
struttura e per comportamento chimico, tanto che il dna può fare
direttamente da stampo per la sintesi dell'rna tramite l '
appaiamento delle basi complementari; invece per convertire
l'informazione dell'rna in proteina bisogna proprio TRADURRE
l'informazione in un altro linguaggio. Le regole per tradurre la
sequenza nucleotidica del gene, tramite l'rna messaggero, nella
sequenza amminoacidica di una proteina sono note come
CODICE GENETICO. Leggiamo la sequenza nucleotidica per
gruppi di tre e dato che l'rna è un polimero lineare di 4 nucleotidi
diversi ci saranno 4x4x4x4=64 combinazioni possibili di tre
nucleotidi. Ogni gruppo di tre nucleotidi si chiama CODONE. I
codoni di una molecola di mRNA non riconoscono direttamente
gli amminoacidi cui corrispondono, tuttavia la traduzione dell'
mRNA in proteina dipende da molecole adattatrici che
riconoscono e legano sia il codone sia l'amminoacido a siti
diversi. Questi adattatori sono rappresentati da uan serie di
piccole molecole di RNA note come RNA TRASFER lunghe
circa 80 nucleotidi. Nel tRNA ripiegato su se stesso i tratti a
doppia elica sono 4 e la molecola risultante prende la forma di un
trifoglio, esso si ripiega ulteriormente in una struttura compatta
ad L stabilizzata da ulteriori legami a idrogeno. Due sono le
regioni cruciali per la funzione del tRNA nella proteinosintesi.
Una di queste regioni forma l' ANTICODONE, tre nucleotidi
consecutivi capaci di appaiarsi al codone complementare in una
molecola di mRNA. L'altra regione è un breve tratto a singolo
filamento posto al 3' terminale della molecola, è il sito dove il
tRNA si lega all'amminoacido che corrisponde al codone. Il
codice genetico è detto RIDONDANTE quando CODONI
DIVERSI SPECIFICANO UN SOLO AMMINOACIDO. Inoltre
la cellula produce molti tRNA diversi per leggere il codice
genetico dell'rna messaggero. Bisogna però considerare come
ogni tipo di tRNA viene caricato, cioè legato all'amminoacido
codificato da una certa tripletta. IL RICONOSCIMENTO E
L'ATTACCO dipendono da enzimi chiamati AMMINOACIL-
tRNA SINTETASI capaci di unire con un legame covalente ogni
amminoacido al gruppo di tRNA che gli corrisponde. Nella
maggior parte degli organismi esiste una sintetasi diversa per ogni
amminoacido (cioè esistono 20 ammino-sintetasi in tutto). Ogni
sintetasi individua il tRNA giusto in base a nucleotidi specifici. La
sintetasi e i tRNA hanno pari importanza nel processo di
decodifica. L'unione dell'amminoacido all'estremità 3' del tRNA,
catalizzata dalla sintetasi, fa parte di quel gruppo di reazioni
accoppiate all'idrolisi dell'atp d quindi a liberazione di energia. In
questa reazione viene prodotto un legame ad alta energia tra il
tRNA e il suo amminoacido, che verrà consumato nello stadio
successivo della sintesi proteica. Il riconoscimento di un codone
da parte dell'anticodone situato su una molecola di tRNA dipende
dallo stesso tipo di accoppiamento per basi complementari che
governa la replicazione e la trascrizione del dna. Questo
macchinario per la produzione di proteine è il RIBOSOMA, un
grande complesso costituito da oltre 50 molecole proteiche
diverse e da svariati RNA RIBOSOMICI o rRNA. Nel
citoplasma la cellula contiene di solito milioni di ribosomi. I
ribosomi eucariotici e procariotici hanno un'architettura e un
funzionamento molto simili. Entrambi sono formati da una
subunità più grande e una più piccola che combaciano in un
ribosoma completo che ha una massa di 30 000 dalton. La
subunità minore accoppia i tRNA ai codoni dell'mRNA mentre la
subunità maggiore catalizza la formazione dei legami peptidici
che uniscono gli amminoacidi tra loro in una catena polipeptidica.
Le due subunità si associano su una molecola di mRNA. Poi le
due subunità finiscono per separarsi quando la sintesi proteica è
terminata. Ogni ribosoma contiene un sito di legame per una
molecola di mRNA e tre siti di legame per le molecole di tRNA
noti come: sito A sito P e sito E. Affinché un amminoacido possa
legarsi alla catena peptidica nascente, il tRNA carico
dell'amminoacido appropriato si associa al sito A, abbinando le
basi del suo anticodone al codone complementare presente sulla
molecola dell'mRNA. L'amminoacido portato dal tRNA viene poi
collocato al sito P. Dopo il ribosoma slitta e il tRNA ormai scarico
passa al sito E in attesa di essere espulso. Tale ciclo si ripete ogni
volta che un amminoacido si aggiunge alla catena polipeptidica. Il
ribosoma è una delle strutture più grandi e complicate della
cellula, costituito per 2/3 da rna e 1/3 da proteine. Gli rRNA sono
disposti in una conformazione tridimensionale precisa, molto
compatta che costituisce il corpo centrale del ribosoma e
occupano il nucleo interno, mentre le proteine sul ribosoma sono
generalmente disposte in superficie. Pare che la funzione delle
proteine sia quella di facilitare il ripiegamento del nucleo centrale
del ribosoma, di stabilizzarlo e favorire le variazioni di forma
dell'rRNA che aumentano l'efficienza della su primaria attività
catalitica. I tre siti di legame (sito A, P, E) sono costituiti
prin