Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
NORMALIZZAZIONE DELL’ISTOGRAMMA
Spesso è necessario confrontare gli istogrammi di due immagini diverse o di diverse
modalità che hanno livelli di quantizzazione differenti.
In questo caso, è bene normalizzare gli istogrammi dividendo ogni valore per il
valore massimo.
N.B: Se per esempio avessimo un’immagine a 4 bit, e quindi con 16 livelli di grigio
(ovvero dei valori che vanno da 0 a 15), e volessimo attuare la normalizzazione
cercando di farla variare tra 0 e 1, avremo comunque 16 valori di grigio perché non
si cambia la quantizzazione. Per capire meglio:
L’immagine originale sarà formata da 0,1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 valori di
grigio. Normalizzare fra 0 e 1 vuol dire dividere ogni valore per 15, cioè: 0/15, 1/15,
2/15, 3/15, … , 15/15. Ecco perché i livelli di grigio saranno sempre 16. In pratica si
scala soltanto.
IMMAGINI FOTONICHE
RADIODIAGNOSTICA A RAGGI X
L’imaging a raggi X è conosciuto specialmente per la radiografia ovvero
un’immagine di distribuzione spaziale delle caratteristiche di attenuazione di un
fascio di raggi X nei tessuti. Questo è utilizzato moltissimo nella diagnostica, e fra le
principali applicazione cliniche troviamo:
SPETTRO ELETTROMAGNETICO
I raggi X sono delle onde elettromagnetiche per cui è necessario conoscerne lo
spettro schematizzato nella figura seguente (studiarlo dall’immagine):
FISICA DEI RAGGI X
Per parlare di imaging a raggi X e capire come si forma l’immagine è necessario
conoscere la fisica di questi raggi.
Cominciamo col parlare delle radiazioni elettromagnetiche.
Queste sono delle onde e, in
quanto tali, seguono le leggi del
modello ondulatorio (leggi di
Maxwell). Oltre a questo,
di
nonostante i fotoni siano privi
massa, seguono anche le leggi del
modello corpuscolare (interazione
con la materia e quindi scambio di
energia che causa l’attenuazione). Quindi avremo un dualismo onda‐particella da cui
si evince che le particelle elementari hanno una duplice natura, sia ondulatoria che
corpuscolare.
Del modello ondulatorio, ci interessa
onde elettromagnetiche
prendere quelle
che hanno una certa lunghezza d’onda e
una certa frequenza, perché in base a
queste selezioniamo quelle definite come
radiazioni X e radiazioni ionizzanti e inoltre,
sempre in base a queste, possiamo far
valere le leggi di Maxwell nell’interazione
fra campo magnetico e campo elettrico. ci interessa
Del modello corpuscolare,
considerare i fotoni come delle palline che
interagiscono con la materia o impattando, o
venendo riflesse, o venendo assorbite o rifratte.
Inoltre è utile ricordare che, essendo i fotoni privi
di massa, sono esenti da scambi di quantità di
moto, ma scambiano pacchetti discreti di energia
energetico dell’orbitale in cui
a seconda del livello
si trovano, si dice quindi che scambiano quanti di
energia.
(Per approfondimento guardare le slide).
PRODUZIONE DI RAGGI X
TUBO RADIOGENO
I raggi X si producono in uno strumento chiamato tubo radiogeno che è molto
semplice da realizzare.
È formato da un’ampolla
di vetro sotto vuoto alle
cui estremità contiene un
catodo ed un anodo, le
quali danno una tensione
di alimentazione molto
alta (40000 V – 135000 V).
La differenza di tensione
che si crea, genera a sua
volta un campo elettrico, e
quindi delle linee di forza che vanno dal catodo verso l’anodo.
Sul catodo è presente un filamento metallico alimentato da una bassa tensione
(circa 10 V) in cui passa corrente e causa un rilascio di elettroni. Essendo questi
strappati dal catodo e si muoveranno verso
ultimi di carica negativa, verranno
l’anodo che esibisce una carica positiva. Da questa situazione, si può ben capire il
motivo per cui l’ampolla è sottovuoto: non essendoci l’attrito dell’aria, tutta
l’energia cinetica che gli elettroni assumono (perché hanno massa) nel muoversi dal
conservata.
catodo all’anodo viene Domanda della prof: Quale fra le due tensioni è
importante per stabilire l’energia dei raggi X?
L’alta tensione, perché è quella che attrae e dà la
spinta. Invece la bassa tensione determina la
corrente.
Una volta che gli elettroni arrivano sull’anodo, che
è costituito da un metallo pesante (tungsteno), si
avrà l’impatto. Questa interazione degli elettroni
con gli atomi di questo materiale molto denso (e
quindi con molti orbitali) può essere di due tipi: la
prima è una collisione con un altro elettrone del
è una
metallo che si trova nell’orbitale, la seconda
deviazione degli elettroni dovuto al campo
elettrico formato da due orbitali.
In pratica, più gli elettroni si avvicinano all’atomo più il quanto energetico che si ha a
disposizione sarà ad alta energia. Da questo ne deriva che il prodotto dello scambio
energetico si concretizza in emissione di calore per il 99% e di fotoni per l’1%. Per
fotoni, possiamo far riferimento alla legge di
capire meglio da dove nascono questi
Planck, la quale ci dice che nel momento in cui un elettrone collide con un materiale
e va ad interagire con i suoi orbitali, questo o viene frenato o si sostituisce che
all’elettrone che incontra. In questo processo si avrà una perdita di energia
verrà emessa sotto forma di energia di Planck data da E=Hv [J], con h costante di
‐19 Js e v la frequenza associata al fotone emesso.
Planck pari a 6,63x10
Quindi una volta che si ha l’impatto e si generano i fotoni, avremo i cosiddetti raggi
X.
In definitiva, l’energia della radiazione è fondamentalmente energia cinetica e
dipende quindi dalla velocità dell’elettrone, che è data da:
1
2
è l’alta tensione, che quindi determina l’energia finale che avranno i fotoni.
Dove U a ) avremo una classificazione del loro
A seconda del valore dei raggi X (e quindi di U
a
utilizzo:
Diagnostica: 25kV‐150kV
Radioterapia: 10kV‐300kV
Testing di materiali: fino a 500kV
PARAMETRI DI PROGETTAZIONE PER UNA SORGENTE RX
I parametri di progettazione per una sorgente di raggi X sono:
Flusso di corrente nel catodo nell’unita di tempo, 1‐100 mAs
Energia Ua tra catodo e anodo, 20‐125 kV
Energia totale incidente, espressa in J=kVmAs
CARATTERISTICHE DELL’ANODO
Essendo l’anodo un materiale metallico che subisce frequentemente impatti da
moltissimi elettroni, col tempo si usura. Per favorire un suo utilizzo completo,
mentre svolge il suo compito nel tubo radiogeno, viene fatto ruotare e per questo
viene chiamato anodo rotante (in questo modo gli elettroni impattano in zone
diverse). anodi di tungsteno, in mammografia anodi di molibdeno.
In diagnostica si utilizzano
RADIAZIONE DI FRENAMENTO
La produzione dei raggi X può avvenire per radiazione di frenamento, detta anche
per Brehmsstrahlung.
Consideriamo l’elettrone che, attratto
dall’anodo, arriva sul materiale metallico e
impatta. Nell’arrivare, non va a colpire nessuno
degli elettroni presenti sugli orbitali, ma viene
deviato a causa dell’energia di legame che esiste
Questa energia viene chiamata
fra i vari orbitali.
binding energy, e tanto è più elevata tanto più
siamo vicini al nucleo; avremo dunque dei fotoni
ad elevata energia quanto più riusciremo ad
andare vicini al nucleo. Inoltre, l’energia di
legame dipende anche dal numero atomico
dell’elemento, perciò più è elevato questo numero più riusciremo a produrre energia
è uno dei motivi per cui si utilizza il metallo come elemento
fotonica elevata (questo
dell’anodo).
Essendo che la deviazione può avvenire a qualsiasi livello e in qualsiasi punto tra un
orbitale e l’altro, l’energia che acquisisce il fotone non è un’energia discreta (quindi
cui lo spettro
non è il pacchetto quantico di cui abbiamo parlato prima), per
energetico con cui si producono
questi fotoni tramite radiazione di
frenamento è continuo. Questo
significa che possiamo avere in
uscita fotoni con energia zero e
fotoni con energia massima (la
linea tratteggiata della figura a
sinistra) a seconda del materiale
che stiamo
dell’anodo
considerando. Ovviamente, il
numero di raggi X per unità di
energia ha più probabilità di essere
bassa piuttosto che alta, questo perché l’elettrone in arrivo ha molta più possibilità
di essere deviato all’esterno dell’atomo invece di arrivare fino al nucleo (all’interno
del quale ricordiamo che avviene la produzione ad alta energia).
Abbiamo detto che per produrre le immagini, abbiamo bisogno di determinate
energie dei fotoni (non le possiamo utilizzare tutte), altrimenti non si ha la forza per
attraversare i tessuti. Per questo motivo, la componente a bassa energia dello
spettro continuo viene filtrata in modo tale da ridurre la dose a cui è sottoposto il
considerazione nasce quindi lo spettro filtrato rappresentato
paziente. Da questa
nella figura precedente.
RADIAZIONE CARATTERISTICA
Un altro modo in cui si possono produrre i raggi
X è la radiazione caratteristica.
In questo caso, l’elettrone arriva e impatta con
un altro elettrone dell’atomo dell’anodo ben
preciso. A questo punto, quello che succede
fisicamente è che l’elettrone scalza l’altro
elettrone che stava occupando l’orbitale e, di
diffusi. In questa
conseguenza, questi vengono
situazione viene poi inserito un fotone per il
bilancio energetico. Lo scambio di energia che si ottiene non
è in questo caso continuo, ma è
esattamente quello dell’orbitale. Ne
consegue che lo spettro in uscita
saranno degli impulsi (come si può
vedere nella figura a sinistra) al livello
energetico dell’orbitale con cui
l’elettrone sta impattando.
SPETTRO ENERGETICO RISULTANTE
Fra radiazione di frenamento e radiazione caratteristica possono prevalere sia l’una
che l’altra, ma questo dipende dal materiale che si utilizza, dalle correnti, dalla
tensione che si mette ai capi del tubo radiogeno, ecc…
In definitiva, però, ciò che ci interessa
maggiormente è che lo spettro energetico
risultante con cui i fotoni arrivano sul
paziente sarà dato dalle somma di
entrambe le radiazioni (come si vede nella
figura a destra).
PRODUZIONE DI RAGGI X
Da tutte queste consideraz