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FOSFORILASI B.
INIBIZIONE GLICOGENO LISI nel FEGATO quando la concentrazione di
glucosio ritorna nella normalità, il glucosio rientra negli epatociti e si lega ad
un sito allosterico inibitore della FOSFORILASI A, convertendola nella sua
forma INATTIVA FOSFORILASI B.
GLICOGENO SINTESI
Il meccanismo di GLICOGENO LISI si blocca quando avviene una
defosforilazione da parte dell’enzima FOSFORILASI A FOSFATASI, questa
defosforilazione coinvolge sia gli enzimi della LISI che della SINTESI, ne
consegue che:
GLICOGENO FOSFORILASI A (attivo) GLICOGENO FOSFORILASI B
(inattivo) NON FOSFORILATA
GLICOGENO SINTASI B (inattivo) GLICOGENO SINTASI A (attivo) NON
FOSFORILATA
Questo processo è comunque sia sempre sottoposto a regolazione ormonale
e allosterica, l’ormone che stimola la sintesi del GLICOGENO attivando la
GLICOGENO SINTASI A è l’INSULINA la quale permette al glucosio di entrare
nella cellula x essere immagazzinato sottoforma di GLICOGENO.
Con un unico meccanismo di FOSFORILAZIONE/DEFOSFORILAZIONE sia
ATTIVA una via metabolica BLOCCANDO l’altra. (molti tumore hanno
un’alterazione nel controllo di questo meccanismo, cioè non vengono più
controllati in maniera corretta
PERCHE’ GLICOGENO LISI E SINTESI NON POSSONO FUNZIONARE INSIEME??
Entrambi i processi sono sotto il controllo di 2 diversi ormoni. Il passaggio
tra una molecola ATTIVA ed una INATTIVA è legato al fatto che quella attiva
viene fosforilata, cioè viene legato un gruppo fosfato. Questa fosforilazione
coinvolge sia gli enzimi della GLICOGENO LISI che SINTESI, ma determina
l’attivazione SOLO degli enzimi della GLICOGENO LISI, mentre quelli
coinvolti nella GLICOGENO SINTESI vengono INATTIVATI. Ne consegue che:
enzimi GLICOGENO LISI fosforilati ATTIVI
enzimi GLICOGENO SINTESI fosforilati INATTIVI
Per attivare gli enzimi della GLICOGENO SINTESI, tutti gli enzimi presenti
nella cellula verranno DEFOSFORILATI, cioè verrà tolto il gruppo fosfato.
Ne consegue che:
enzimi GLICOGENO LISI non fosforilati INATTIVI
enzimi GLICOGENO SINTESI non fosforilati ATTIVI
I tempi di durata di ogni processo varia da soggetto a soggetto a seconda
dell’età, livello training, caratteristiche genetiche (frequenza cardiaca
varia perché è secreta ADRENALINA).
RIEPILOGO pag.611
________________________________________________________________________________
GLUCONEOGENESI
Possono capitare situazioni in cui la quantità di glucosio immagazzinata
sottoforma di GLICOGENO non sia sufficiente al fabbisogno dell’organismo (per
il cervello e sistema nervoso, eritrociti, testicoli, parte midollare reni, ecc il
glucosio presente nel sangue rappresenta l’unica e principale sostanza
nutriente. Il solo cervello consuma 120g di glucosio al giorno, più della metà di
tutto il glucosio immagazzinato come GLICOGENO MUSCOLARE o EPATICO).
Queste situazioni possono essere: condizione di digiuno tra i pasti oppure
durante un esercizio intenso (prolungato e costante/altro tipo di
esercizio intenso). Per affrontarle è necessario che il nostro organismo attui
un MECCANISMO DI EMERGENZA che consenta di produrre GLUCOSIO a partire
da precursori non saccaridici (GLUCONEOGENESI), questi precursori sono:
LATTATO
• PIRUVATO
• GLICEROLO
• INTERMEDI CICLO DI KREBS (citrato-isocitrato-alfa
• chetoglutarato-succinil CoA-succinato fumarato-malato)
ALCUNI AMINOACIDI
•
Questo processo avviene in quanto spinto dalla NECESSITA’ DI PRODUZIONE DI
GLUCOSIO è la ragione che guida e permette di far avvenire il meccanismo di
sintesi di GLUCOSIO. Nel caso in cui invece serve esprimere la max potenza si
attivano quei processi di demolizione di GLUCOSIO con l’obiettivo di ottenere
energia.
Alcuni dati: mediamente la quantità di glucosio che viene UTILIZZATA è di
circa 160g (che sono
circa 700kcal. Su 2300kcal utilizzate durante il giorno, 700kcal derivano
dagli zuccheri)
(di questi 160g, 20g sono distribuiti tra il SANGUE e tutti gli ALTRI LIQUIDI
CORPOREI (80% siamo costituiti da acqua) 120g sono utilizzata dal
cervello).
Mediamente tra FEGATO e MUSCOLO SCHELETRICO accumuliamo circa
190-220g di zuccheri al giorno.
Dove avviene avviene nel citosol in particolar modo delle cellule del
FEGATO, in piccola parte nella corteccia renale e nelle cellule epiteliali che
circondano l’INTESTINO TENUE, il glucosio prodotto passa poi nel sangue x
rifornire gli altri tessuti.
La GLUCONEOGENESI ripercorre la GLICOLISI al contrario si può
andare a ricreare GLUCOSIO ripercorrendo parzialmente in direzione opposta la
VIA GLICOLITICA. 7 delle 10 reazioni della GLUCONEOGENESI sono reazioni
della GLICOLISI che avvengono in direzione opposta. Le restanti 3 reazioni non
possono essere però ripercorse in senso opposto dalla GLUCONEOGENESI in
quanto IRREVERSIBILI, tali reazioni sono:
REAZIONE 1: conversione del GLUCOSIO GLUCOSIO 6 FOSFATO da
• parte del ESOCHINASI (-33,4kJ/mole)
REAZIONE 3: fosforilazione del FRUTTOSIO 6-FOSFATO FRUTTOSIO
• 1,6 BISFOSFATO da parte della FOSFOFRUTTOCHINASI-1 (-22,2 kJ/mole)
REAZIONE 10:conversione del FOSFOENOLPIRUVATO PIRUVATO da
• parte della PIRUVATO CHINASI (-16,7 kJ/mole)
Nelle cellule queste 3 reazioni hanno una ΔG fortemente negativa, mentre
le altre 7 reazioni hanno una valore ΔG vicino a zero.
Queste 3 tappe sono superate mediante un diverso gruppo di enzimi, che
catalizzano reazioni sufficientemente esoergoniche x essere ugualmente
IRREVERSIBILI nella direzione di SINTESI DEL GLUCOSIO (sia la GLICOLISI
che GLUCONEOGENESI sono processi irreversibili nelle condizioni cellulari).
GLICOLISI e GLUCONEOGENESI sono entrambe regolate in maniera
indipendente l’una dall’altra.
LE 3 TAPPE IRREVERSIBILI
PIRUVATO FOSFOENOLPIRUVATO: x riuscire a superare questa
• tappa che, non può avvenire x semplice inversione della reazione in
quanto è IRREVERSIBILE, occorrono 4 reazioni alternative catalizzate
da enzimi citosolici e mitocondriali:
2 reazioni mitocondriali
o 2 reazioni citoplasmatiche
o
Dove avviene? La prima reazione che permetterà di superare tale tappa
avviene nei MITOCONDRI, è necessario quindi che il PIRUVATO (formato
3 C) presente nel citosol sia trasportato all’interno del MITOCONDRIO il
quale è dotato di una MEM.ESTERNA (abb.selettiva) e una
MEMB.INTERNA (impermeabile). La MEMB.INTERNA viene superata grazie
alla presenza sulla membrana di una specifica proteina in grado di
legare il PIRUVATO e portarlo dentro.
Cosa avviene all’interno del mitocondrio?
1 Reazione All’interno del MITOCONDRIO il PIRUVATO reagisce con
l’enzima mitocondriale piruvato carbossilasi il quale richiede il
coenzima biotina a cui è legato covalentemente. La reazione avviene in
2 fasi e in 2 siti diversi dell’enzima (SITO 1-SITO2).
-
Nel SITO 1 lo IONE BICARBONATO (HCO3 è presente in quanto
o si forma x ionizzazione dell’ACIDO CARBONICO che a sua
volta è formato da CO2, prodotta dal CICLO DI KREBS, a
-
contatto con H20: H2O + CO2 HCO3 . Il CO2 sarebbe
sottoforma di BICARBONATO in quanto non può essere presente
all’interno della cellula in forma gassosa) viene convertito in CO2 a
spese dell’ATP. -
HCO3 + ATP CO2 + ADP+Pi
Quindi la CO2 reagisce con la BIOTINA e viene trasferita al SITO 2
o sulla superficie dell’enzima dove la CO2 viene rilasciata e reagisce
col PIRUVATO il quale acquisisce 4C formando l’OSSALACETATO
e rigenerando il complesso ENZIMA-BIOTINA.
PIRUVATO + CO2 OSSALACETATO
Reazione completa: -
PIRUVATO + HCO3 + ATP OSSALACETATO + ADP+Pi
L’OSSALACETATO prodotto sarà anche intermedio del CICLO DI KREBS,
dalla sua
ossidazione si riprodurrà CO2 e molto NADH che si accumuleranno
all’interno del mitocondrio e che verranno utilizzati in questa prima
tappa.
2 Reazione poiché la MEMB.MITOCONDRIALE INTERNA non ha
trasportatori in grado di trasferire l’OSSALACETATO al CITOSOL, deve
essere ridotto a MALATO dalla MALATO DEIDROGENASI
mitocondriale a spese del NADH (prodotto dal CICLO DI KREBS).
+ +
OSSALACETATO + NADH+H MALATO + NAD
La variazione di energia libera standard in questa reazione è abbastanza
elevata, ma nelle
condizioni fisiologiche (cioè quando al concentrazione di OSSALACETATO
è molto bassa)
ΔG≈0 e quindi la reazione è REVERSIBILE.
Reazioni nel citoplasma
1 Reazione La trasformazione dell’OSSALACETATO in MALATO
permette di spostare il proseguimento della biosintesi di GLUCOSIO nel
CITOSOL (dove a contrario del mitocondrio è presente una
+
concentrazione alta di NAD ). Il MALATO esce dal mitocondrio mediante
un trasportatore specifico localizzato sulla MEMB.MIT.INTERNA e
+
nel CITOSOL va incontro ad una RIOSSIDAZIONE ad opera del NAD e
catalizzata dalla malato deidrogenasi citoplasmatica:
+ +
MALATO + NAD OSSALACETATO + NADH+H
2 Reazione OSSALACETATO prodotto dall’ossidazione del MALATO
sarà poi convertito in FOSFOENOLPIRUVATO dalla
fosfoenolpiruvato carbossichinasi che toglierà la molecola di CO2
presente nell’OSSALACETATO. Questo enzima richiede GTP come
donatore del gruppo fosforico:
OSSALACETATO + GTP FOSFOENOLPIRUVATO (PEP) + CO2 +
GDP
La reazione è REVERSIBILE nelle condizioni intracellulari, in quanto la
formazione di un composto ad alto contenuto energetico come il PEP è
bilanciata dall’idrolisi di un altro composto ad alta energia, il GTP.
Perché GTP? sia ATP che GTP sono molecole ad alto contenuto
energetico, l’energia liberata da idrolisi ATP è la stessa dell’idrolisi di GTP,
in questa specifica reazione biochimica si usa GTP perché + funzionale.
Perché metà reazioni avvengono nel MITOCONDIO e metà nel
CITOPLAMSA? Perché l’OSSALACETATO oltre ad essere intermedio di
questa reazione, lo è anche del CICLO DI KREBS che si svolge all’interno
del mitocondrio, di conseguenza non può uscire dal mitocondrio in quanto
altrimenti comprometterebbe l’efficienza del CICLO DI KREBS.
Altra motivazione è data dal fatto che il processo di GLUCONEOGENESI
consuma NADH x essere portato avanti, questo NADH si trova a
5
concentrazioni di 10 volte + elevate nel MITOCONDRIO rispetto al
CITOSOL. Per tale motivo il MALATO uscendo fuori dal MITOCONDRIO e,
+
venendo RIOSSIDATO da concentrazioni elevate di NAD nel citoplasma,
provoca la produzione di NADH citoplasmatico (innalzando la sua
concentrazione) che sarà util