Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Biochimica clinica - Riassunto esame Pag. 1 Biochimica clinica - Riassunto esame Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Biochimica clinica - Riassunto esame Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Biochimica clinica - Riassunto esame Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LE PROTEINE DEL PLASMA

[proteine] = 6-8,6 g/dL (80% delle sostanze disciolte nel plasma). Distinte in albumine e globuline.

Albumine

  • Albumina prop. detta: più abbondante (2/3); contribuisce alla P onc e al potere tamponante del plasma; trasporta in circolo numerose sostanze endogene ed esogene; riserva circolante di AA.
  • Prealbumina: trasporto degli ormoni tiroidei, può associarsi alla prot. legante il retinolo.

Globuline

Proteine globulari, con azioni simili all'albumina e funzioni specifiche (immunitaria, enzimatica,..)

La [proteine] è un equilibrio dinamico tra sintesi, ripartizione tra plasma e interstizio, eliminazione.

Sintesi: prevalentemente epatica; Ig dalle plasmacellule

Scambi plasma-LIS: dipendono dal gradiente di Pi, dal gradiente di concentrazione e dalle dimensioni molecolari.

Perdite esterne e catabolismo: livello enterico e renale; fegato e macrofagi.

Eliminazione delle proteine plasmatiche: A livello enterico

Le proteine del LIS passano attraverso

Gli enterociti e giungono nel lume intestinale -> eliminatecome tali o digerite ad AA (di norma riassorbiti).-> A livello renaleFiltrazione data da PM (imperm se > 70000) e carica elettrica (se (-) passa peggio). Ogni giorno 18gdi proteine sono ultrafiltrate (< 1/1000 di quelle date dal PRP -> 65 kg/24 h). Normalmente < 100mg di proteine sono escrete dal rene.Turnover delle proteine plasmatiche: Velocità di turnover media: 20-25 g/die (10% di tutte leproteine plasmatiche).Indagini di laboratorio relative alle proteine plasmatiche

  1. Determinazione delle prot totali del plasma o del siero (metodi fotometrici)
  2. Separazione elettroforetica
  3. Determinazione di singole proteine (metodi immunometrici).

Alterazioni della [proteine] del plasma/siero

  • Aumenti:
    • Disidratazione
    • Iperproduzione di alcune proteine (es. Ig o PFA)
  • Diminuzioni:
    • Iperidratazione
    • Ridotta sintesi (insuff. apporto proteico alimentare, difetti della digestione/assorbimento,epatopatie)
    • Accelerato

    catabolismo proteico- Aumentate perdite esterne (rene, intestino, cute)

    Proteinurie

    Si intende l'eliminazione urinaria di proteine superiore a 150 mg/24 h. Si rileva secondo tecniche di "Dry chemistry", usando strisce reattive da immergere nelle urine (dipsticks). Il colore assunto da determinate aree impregnate di opportuni reagenti allo stato anidro consente di stabilire la concentrazione (visivamente per comparazione, o misurando la luce riflessa dall'area colorata).

    -> Classificazione

    1. Secondo l'intensità: lieve < 0,5, moderata 0,5-3,5, grave > 3,5
    2. Secondo i caratteri clinici: isolata, intermittente, persistente
    3. Secondo l'origine: renale (glomerulare, tubulare) o extrarenale (pre-renale, post-renale)

    1) Proteinuria glomerulare

    Aumento della permeabilità glomerulare alle proteine, forma più frequente. Si distingue in selettiva (il glomerulo trattiene ancora le proteine) e non selettiva. Si usa l'indice di Cameron:

    rapporto tra Cl. renale delle IgG e Cl. della transferrina.

    Proteinuria tubulare α β

    Incapacità del tubulo di riassorbire le proteine filtrate: aumentate -microglobulina, -1 2microglobulina e lisozima.

    Proteinuria da iperafflusso

    Dovuta al riversamento in circolo di elevate quantità di una proteina (incapacità di riassorbirla tutta).

    Es. Hb-uria da emolisi intravascolare, mioglobinuria da pato muscolari, proteinuria di Bence-Jones nel mieloma multiplo.

    Proteinuria da cause emodinamiche

    Da sforzo, ortostatica, dei cardiopatici, o ostacolato deflusso di sangue nelle vene renali.

    Elettroforesi delle sieroproteine

    L'EF delle sieroproteine è effettuata su acetato di cellulosa o gel di agarosio a pH 8,6: le proteine α α migrano verso l'anodo. Si formano 5 bande: A (albumina), (α antitripsina), (α1 1 2 2β γ (transferrina, C ), (Ig). Sottoponendo la striscia alla scansionemacroglobulina, aptoglobina), 3densitometrica,

    Si ottiene il protidogramma elettroforetico, in cui a ciascuna banda corrisponde un picco. In base all'area dei picchi si stabilisce la percentuale. Può esserci un sottile sdoppiamento della banda A (prealbumina). -> Alterazioni del protidogramma elettroforetico

    1. Alterazioni della frazione albuminica
      • Anomalie genetiche: analbuminemia e alloalbuminemia (bisalbuminemia)
      • Alterazioni acquisite: ipoalbuminemia da sindrome nefrosica, epatopatie croniche o enteropatie proteino-dipendenti (Crohn, celiachia). Una riduzione della pre-albumina (vn 200-400 mg/L) può indicare ridotta capacità proteosintetica del fegato.
    2. Alterazioni delle frazioni globuliniche α1 e α2 (vn rispettivi: 200-300 mg/dL, 50-300 mg/dL)
      • Diminuzioni: riduzione di α1 per carenza di α1-antitripsina (cause genetiche); riduzione di α2 per diminuzione dell'aptoglobina (processi emolitici intravascolari).
      • Aumenti: aumentata produzione delle proteine della fase acuta (PFA).
    Aumentano nella fase acuta dei processi infiammatori, si normalizzano con la guarigione; in cronicizzazione rimangono sopra la norma e possono alzarsi di nuovo. Alcune proteine diminuiscono di concentrazione nella fase acuta ("proteine negative della fase acuta", come la transferrina). 3. Alterazioni della frazione globulinica β - Diminuzioni: diminuzione di C3 nell'ipocomplementemia da consumo. Raramente riduzione della transferrina. - Aumenti: aumento di C3 (PFA); ipertransferrinemia negli stati ferro-carenziali o per cause endocrine. Il dosaggio della transferrina è importante per valutare il ricambio del Ferro (diagnosi differenziale tra iposideremia ferro-carenziale o dovuta a processi infiammatori). 4. Alterazioni della frazione globulinica γ - Diminuzioni: ipogammaglobulinemie primitive e secondarie. Deficienza generalizzata o selettiva: non si distinguono con l'elettroforesi. - Aumenti: gammapatie policlonali (iperproduzione di Ig da parte di numerosi

    cloni cellulari) omonoclonali (iperattività di un clone di linf B; si distinguono in maligne e di incerto significato -MGUS). Nel primo caso il picco è più alto e omogeneo, nel secondo si ha un aumento molto stretto nella regione centrale.

    OMEOSTASI GLICEMICA

    Glicemia: concentrazione ematica del glucosio, risultante di un equilibrio dinamico tra la quantità di Glu immessa nel sangue (assorbimento intestinale; glicogenolisi o gluconeogenesi) e quella che lo abbandona (eliminazione urinaria, assunzione cellulare).

    Effetti ormonali sulla glicemia

    1. Insulina (ipoglicemizzante)
      • Stimola l'assunzione cellulare di Glu
      • Stimola l'utilizzazione metabolica del Glu
      • Inibisce glicogenolisi e gluconeogenesi epatiche
    2. Glucagone, adrenalina (iperglicemizzanti)
      • Stimolano glicogenolisi e gluconeogenesi epatiche
    3. Corticosteroidi glicoattivi (iperglicemizzanti)
      • Stimolano la gluconeogenesi epatica
    4. ACTH (iperglicemizzante)
      • Stimola la produzione di corticosteroidi glicoattivi.
    GH, HPL (iperglicemizzanti) Antagonisti di alcune azioni dell'insulina. Variabilità della glicemia - Variazioni fisiologiche (ora del giorno - pasti) - Differenze a seconda del campione (sangue intero, plasma, siero) - Variazioni a seconda del tempo intercorrente tra prelievo e determinazione Determinazione della glicemia Con metodi enzimatico-fotometrici: enzimi (come glucosio-ossidasi/perossidasi) svolgono reazioni accompagnate a modificazioni dell'assorbimento della luce. Valori di riferimento (digiuno 8-16 h): 50-100 mg/dL (sangue), 65-110 mg/dL (plasma/siero) Determinazione della glicosuria Uso di dipsticks (vedi proteinuria). vn: 0,15 g/L -> sotto al limite di rivelazione -> assente. Diabete mellito Definizione: alterazione metabolica data da fattori genetici e ambientali, caratterizzata da insufficienza assoluta o relativa della produzione di insulina. Manifestazioni: tendenza alla iperglicemia, possibili scompensi metabolici acuti (ketoacidosi), complicazioni croniche.carico di organi e apparati (es. nefropatie, neuropatie) Classificazione: - Diabete tipo 1: distruzione delle cellule deficienza assoluta di insulina, giovanile. Immunomediato o idiopatico. - Diabete tipo 2: deficienza relativa di insulina, età matura. - Gestazionale: insorge durante la gravidanza in donne non diabetiche. - Altri tipi di diabete: difetti genetici, malattie pancreatiche, endocrinopatie, effetti di farmaci, infezioni. - Ridotta tolleranza al glucosio (IGT), Alterata glicemia a digiuno (IFG): alterato controllo dell'omeostasi glicemica con tendenza all'iperglicemia, non inquadrabili come diabete. Indagini di laboratorio nel diabete mellito: 1) Per la diagnosi: - Glicemia - Test di tolleranza al glucosio - Glicosuria - Livelli plasmatici di insulina o peptide C - Anticorpi anti isole pancreatiche - Indagini di biologia molecolare per mutazioni o per patologie correlate. Le prime 3 indagini sono utilizzate per una diagnosi generica, mentre le altre sono utilizzate per caratterizzare la tipologia di diabete. L'insulinemia può essere

    misurata in condizioni basali o in prove dinamiche. Al suo posto si può dosare il peptide C, rilasciato in quantità equimolare e preferito per motivi tecnici.

    Criteri diagnostici: glicemia casuale 2,00 g/L, glicemia a digiuno ripetutamente 1,26 (se 1,10 non diabete; se compreso tra i due, può essere IGT o IFG: si fa il OGTT).

    Test di tolleranza orale al glucosio (OGTT)- Preparazione del paziente: no malattie, no farmaci, no attività fisica intensa, dieta normocalorica.- Esecuzione della prova: al mattino, digiuno da 8-16 h. Primo campione di sangue in condizioni basali, poi somministrazione 75g glucosio a 50 g/dL, in 5 minuti. Prelievo dopo 120 minuti.

    Diabete gestazionale: diagnosi si basa su OGTT. Il test di screening si esegue tra 24° e 28° settimana di gravidanza. Il test diagnostico consiste in glicemia a digiuno, dopo 60, 120 e 180 minuti dopo somministrazione di 100 g glucosio. - se almeno 2 delle 4 glicemie sono superiori.

    Per valutare l'evoluzione della malattia e l'efficacia dei trattamenti, è necessario effettuare alcune determinazioni glicemiche e altre indagini. È consigliabile misurare la glicemia giornaliera utilizzando apparecchi con tecnologia dry chemistry che richiedono una singola goccia di sangue. Inoltre, è importante valutare l'Hb glicata (HbA1c). Il glucosio reagisce con i gruppi NH delle proteine, formando un prodotto stabile in cui una chetoamina è covalentemente legata alla catena proteica, formando le proteine glicate. L'Hb glicata è indicata come HbA1, e ci sono diverse forme (A1a, A1b, A1c...), ma la più comune è HbA1c. Questo parametro viene determinato su campioni di sangue intero utilizzando la tecnica di HPLC (vn: 4,3-5,8% Hb totale). Fornisce una valutazione cumulativa del controllo glicemico degli ultimi 6-8 settimane. Infine, è possibile effettuare il test della fruttosamina, misurando i livelli nel plasma in micromoli per litro.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
12 pagine
SSD Scienze mediche MED/09 Medicina interna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia Clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Nassi Antonio.