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IL PRELIEVO VENOSO

Il prelievo venoso è una manovra invasiva che permette la raccolta di campioni ematici venosi per scopi diagnostici.

TECNICA

Si effettua ispezionando la zona antecubitale del braccio, chiedendo al paziente di "fare pugno", posizionando il laccio emostatico a circa 10 centimetri dalla piega del gomito (deve essere mantenuto in sede per lo stretto necessario, giusto il tempo del prelievo), il laccio emostatico deve bloccare il ritorno venoso e non il flusso arterioso. Le vene utilizzate generalmente sono la BASILICA e la CEFALICA, è preferibile però non utilizzare la basilica propria per minimizzare il rischio di colpire il nervo mediano che gli scorre parallelamente, si utilizzano le vene più esterne in quanto procurano meno dolore. È necessario sentire la vena per un tratto di circa 2 centimetri. L'utilizzo di aghi di grosso calibro riduce il rischio di emolisi, infatti si utilizza l'HOLDER, il cui vantaggio

è anche quellodi prelevare elevate quantità di sangue cambiando unicamente la provetta.L’ingresso nel tessuto sarà effettuato con il becco di flauto rivolto verso l’alto.Esistono due metodologie di veni puntura:

  1. TECNICA INDIRETTA: prevede l’entrata laterale alla vena individuata, per poi perforare il lume con un angolodi deviazione di circa 30°. È una tecnica vantaggiosa in quanto minimizza il rischio di trapassarecompletamente la vena;
  2. TECNICA DIRETTA: non prevede tragitti sottocutanei e la vena viene perforata direttamente.Prima di sfilare l’ago è necessario togliere il laccio emostatico per evitare eventuali accumuli di sangue.

LE PROVETTE

Le provette sono contenitori monouso che permettono la raccolta di campioni ematici venosi, sono dotate di vuotointerno che consente l’esatto riempimento del volume della provetta.Ogni provetta presenta un tappo colorato in quanto ogni provetta rappresenta un tipo di esame diagnostico.

un'anticoagulante di EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) che blocca la coagulazione del campione ematico e preserva la morfologia delle cellule. Per formattare il testo utilizzando tag html, puoi seguire le seguenti indicazioni: - Utilizza il tag
    per creare una lista non ordinata per elencare le diverse tipologie di provette. - Utilizza il tag
  • per ogni elemento della lista. - Utilizza il tag per evidenziare i nomi delle provette. - Utilizza il tag
    per andare a capo e separare le frasi. Ecco il testo formattato con i tag html:
    • ROSSA: provetta per il siero, presenta al suo interno un gel attivatore della coagulazione che innesca la coagulazione quando viene invertita (centrifugazione), infatti durante la centrifugazione il gel si muove verso l'alto formando una barriera stabile che separa il siero dalle cellule; ciò permette di congelare e scongelare il campione ematico senza favorire un rimescolamento delle parti. È l'unica provetta che ha un pro-coagulante.
    • AZZURRA: provetta per la coagulazione che contiene una soluzione tamponata di sodio citrato (anticoagulante) che evita la cascata coagulativa del campione ematico.
    • VERDE: provette per il plasma, hanno all'interno eparina di litio, di sodio o di ammonio, additivi che attivano le antitrombine impedendo la coagulazione del campione.
    • VIOLA: provetta adatta per le indagini sul plasma, per la diagnostica molecolare e per determinare la carica virale. Hanno un'anticoagulante di EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) che blocca la coagulazione del campione ematico e preserva la morfologia delle cellule.

    all'interno EDTA K2 o K3, additivi che legano il calcio inibendo la coagulazione. Gli eritrociti, i leucociti e lepiastrine rimangono stabili per 24h in un campione trattato con EDTA.

    GRIGIA: provetta utilizzata per le curve glicemiche e del lattato, contengono un anticoagulante e uno stabilizzatore.

    ROSA: provetta per le prove crociate, può presentarsi sotto due forme, quella per il siero con pro-coagulante equella per il sangue intero con anticoagulante.

    GIALLA: provetta per i gruppi sanguigni e la conservazione delle cellule.

    BLU: provette per esaminare gli elementi presenti in tracce (Zi,Mg), possono essere o senza additivo o con pro-coagulante.

    BIANCA: provetta per determinare l'omocisteina, un fattore importante nel rischio cardiovascolare. Dopo il prelievoil campione continua a rilasciare omocisteina che potrebbe alterare i dati d'analisi, quindi la provetta contiene unospeciale additivo che stabilizza il campione per 6h a temperatura ambiente.

    NERA:

    provetta per la VES, contiene una soluzione tamponata di citrato di sodio, con rapporto di diluizione 1:4 con il sangue.

    UTILIZZO DELLE ANALISI DI LABORATORIO, DANNO E MORTE CELLULARE, ENZIMI, METABOLITI E IONI COINVOLTI

    Si utilizzano le analisi di laboratorio per fare diagnosi, in particolar modo quando fra due patologie non abbiamo la sicurezza di quale è quella che ha scaturito il problema.

    Mediante le analisi di laboratorio è possibile individuare il DANNO CELLULARE che, in caso di compromissione della permeabilità della membrana può portare alla MORTE CELLULARE. Le cause sono:

    • IPOSSIA O ANOSSIA: condizioni dovute alla perdita totale o parziale di ossigeno, ha un danno diretto ai mitocondri;
    • FATTORI FISICI: esposizione ad alte o basse temperature, contatto con elettricità, traumi meccanici;
    • INFEZIONI: dovute a virus, batteri, funghi e parassiti, alcuni dei quali hanno un effetto letale diretto al nucleo;
    • REAZIONI IMMUNOLOGICHE: comprendono le
    malattie autoimmuni o le reazioni anafilattiche verso proteineo farmaci;  MALATTIE GENETICHE: fibrosi cistica o anemia falciforme;  CARENZE ALIMENTARI: deficit di vitamine o proteine, ipoalimentazione. EVENTI CATABOLICI DELLA MORTE CELLULARE 1) EVENTO SCATENANTE  2) DESTABILIZZAZIONE DELLA MEMBRANA  3) PERDITA DELLAPERMEABILITÀ  4) DISINTEGRAZIONE MEMBRANA  5) GLI ORGANULI CELLULARI RIVERSANO IL LORO CONTENUTO ENTRO LA CELLULA LISATA. Il contenuto della cellula si distribuisce a tutto il torrente circolatorio e la presenza di questi elementi nel sanghe è rilevabile mediante le analisi che portano all'identificazione del tipo di danno cellulare. Queste sostanze possono essere enzimi, metaboliti e ioni. ENZIMI DI CHIMICA CLINICA I enzimi plasmatici, sono utilizzati in biochimica clinica proprio perché hanno un'importanza diagnostica rilevante. Infatti, con gli enzimi più che accertare una problematica la confermiamo. Si dividono in: - [inserire qui il contenuto mancante]

    presenti nel sangue;ENZIMI PLASMA SPECIFICI- : si trovano nel plasma solo in seguito ad un danno tessutale, la loro presenza è associata ad un problema. TRANSAMINASISono enzimi epatici che catalizzano la reazione di trasferimento del gruppo amminico da un aminoacido ad un α-chetoacido.Le transaminasi utilizzate a scopo diagnostico sono:
    ▫GLUTAMMATO OSSALACETATO TRANSAMINASI (GOT): maggiormente presenti nelle cellule epatiche e in quelle muscolari;
    ▫GLUTAMMATO PIRUVATO TRANSAMINASI (GPT): maggiormente presente negli epatociti.
    Le transaminasi aumentano in patologie epatiche e muscolari, tale aumento deve essere associato all'incremento dialtri enzimi.
    Per classificare la tipologia di danno si usa l'indice di DE RITIS che, nelle miopatie è >1 mentre nel danno epatico è <1.
    GLUTAMMIL TRANSPEPTIDASI (Ƴ GT)È un enzima che si trova ad alte concentrazioni nel fegato, nei dotti biliari e nei reni.Rispetto ad altri

    enzimi aumenta rapidamente in caso di patologie epatiche, le principali patologie che determinano un aumento delle γ GT sono l'alcolismo, la cirrosi e le epatopatie in genere.

    Colinesterasi (CHE) è un enzima plasma-specifico, un suo aumento può essere dovuto a ipertiroidismo o a tossicosi da pesticidi mentre una sua diminuzione può essere dovuta ad epatopatie o infarto del miocardio. Questo enzima è anche un analita preoperatorio cioè una sostanza necessaria all'organismo per smaltire l'anestesia. Ne esistono di due tipi: la vera e la falsa, le quali differiscono per la concentrazione di dibucaina che ne inibisce l'attività.

    FOSFATASI ALCALINA (AIP) Enzima localizzato nel tenue, nella placenta, negli osteoblasti e negli epatociti. Si riscontrano aumenti fisiologici di questo enzima durante la gravidanza e l'accrescimento, è un indice utilizzato per differenziare patologie ossee o epatiche, valori superiori alla

    norma possono essere segno di artrite, patologie ossee, danni epatici e rachitismo.

    FOSFATASI ACIDA (ACP)
    Enzima espresso soprattutto a livello dei globuli rossi e della prostata, quindi si parlerà di fosfatasi acida eritrocitari e fosfatasi acida eritrocitaria. Un aumento della fosfatasi acida totale, può essere segno di carcinoma alla prostata, ipertrofia prostatica, emolisi.

    ENZIMI PANCREATICI
    AMILASI LIPASI
    Amilasi: Enzima digestivo a basso peso molecolare in quanto viene filtrata a livello renale. Si presenta sotto due forme:
    1) PANCREATICA (espressa nel pancreas)
    2) NON PANCREATICA (espressa nelle ghiandole salivari e sottomandibolari). Aumenta in caso di problematiche al pancreas o alle ghiandole salivari e in caso di insufficienza renale.
    Lipasi: Enzima prodotto soprattutto nel pancreas, necessario per la digestione dei lipidi. Un loro aumento nel circolo ematico può essere segno di pancreatite o di carcinoma del pancreas. In genere l'esame della lipasi ematica

    èprescritta congiuntamente a quello dell’amilasi per diagnosticare o monitorare pancreatiti acute o croniche.

    ENZIMI NECROTICICK

    LDH–CREATIN (FOSFO) CHINASI (CK)

    Enzima che trasforma la creatina in fosfocreatina, necessaria per produrre ATP. È presente nei muscoli, nel cuore enel cervello, è quindi rappresentato da tre isoforme:

    • MM: nel muscolo;
    • MB: nel cuore;
    • BB: nel cervello.

    Livelli elevati di CK nel sangue possono porre diagnosi di infarto, miopatie congenite, traumi muscolari e distrofiamuscolare.

    LATTICO DEIDROGENASI (LDH)

    Enzima che catalizza l’ossidazione dell’acido lattico in acido piruvico. È presente soprattutto nei tessuti con attivametabolizzazione del glucosio come fegato, muscolo, cuore, reni. Ha cinque isoforme: M4,H3M1,H2M2,H4.

    È sufficiente anche un piccolo danno tessutale per aumentare i livelli di questo enzima nel siero, tale aumento simanifesta in patologie come l’infarto del meiocardio, lesioni.

    traumi e distrofie muscolari.

    DOSAGGI NON ENZIMATICI

    TROPONINE MIOGLOBINATROPONINE

    La troponina è una proteina presente nel tessuto muscolare necessaria per la contrazione. Un aumento delle troponine cardiache in circolo testimonia la presenza di un danno cardiaco o di grande sofferenza cardiaca (infarto, trombi coronarici, ischemia cardiaca, angina pectoris).

    MIOGLOBINA

    È una proteina espressa a livello del tessuto muscolare ed ha il compito di fornire una riserva di ossigeno e di rilasciarlo quando risulta insufficiente, infatti in caso di danno si riscontra la presenza di mioglobina che tende a sopperire il danno.

    IL SANGUE: esami di laboratorio e patologie ad esso associate

    Il sangue è un tessuto connettivo fluido che costituisce il 7% del peso corporeo. È costituito da una parte liquida per il 55% e da una parte corpuscolata per il 45%.

    la plasmaparte liquida è rappresentata dal plasma, costituito da: H20, molecole organiche ed inorganiche e proteine.

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Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/12 Biochimica clinica e biologia molecolare clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VanessaV28 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biochimica clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Sacchetta Paolo.