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GTP).
Oltre all’acetil-CoA, il ciclo dell’acido citrico può ossidare qualsiasi composto che possa essere convertito
in un intermedio del ciclo a quattro o cinque atomi di carbonio, ad esempio i prodotti della demolizione
di molti amminoacidi.
È anfibolico, avendo funzioni sia cataboliche, sia anaboliche; gli intermedi del ciclo possono essere
utilizzati come materiali di partenza per ottenere diversi prodotti biosintetici.
Quando vengono sottratti al ciclo alcuni intermedi per essere utilizzati in altre vie, essi sono rimpiazati
attraverso le reazioni anaplerotiche che forniscono composti a 4 C con la carbossilazione di composti a
tre atomi di carbonio. 38
GLUCONEOGENESI
Nei mammiferi, alcuni tessuti dipendono quasi completamente dal glucosio per l’approvvigionamento di
energia metabolica. Per il cervello e il sistema nervoso dell’uomo, come per gli eritrociti, i testicoli, la parte
midollare del rene ed i tessuti embrionali, il glucosio presente nel sangue è la sola o la principale sostanza
nutriente. Non sempre la quantità di glucosio fornito da queste riserve è sufficiente al fabbisogno
dell’organismo; tra i pasti e durante gli esercizi fisici più lunghi, o più impegnativi, il glicogeno viene
consumato. In queste occasioni per gli organismi è necessario un modo per sintetizzare il glucosio da
precursori non glucidici.
La gluconeogenesi comporta la formazione di glucosio a partire da precursori non glucidici, utilizza il piruvato
e i composti a 3 o 4 atomi di C ad esso correlati.
Si attiva lontano dai pasti, in particolare nei casi di digiuno prolungato, quando l’organismo ha esaurito le
riserve glicidiche (glicogeno epatico) e inizia a demolire le proteine secondo un controllo ormonale (cortisone,
cortisolo, aldosterone).
Il glicogeno epatico può soddisfare le esigenze di glucosio dell’organismo (a digiuno) solo per 10-24 ore (a
seconda delle condizioni).
Il processo avviene principalmente nel fegato e in misura minore nella corteccia del rene e nelle cellule
epiteliali della mucosa dell’intestino tenue ed è molto importante per encefalo, globuli rossi (non possiedono
mitocondri), surreni, cornea, cristallino, testicoli, muscoli in esercizio, che richiedono un continuo apporto di
glucosio come combustibile metabolico (dipendono totalmente o quasi dall’apporto di glucosio con il
sangue).
Il cervello necessita di ca. 120g di glucosio al giorno, 160g sono il fabbisogno totale dell’organismo, 190g
sono quelli che in totale il fegato può ricavare dal glicogeno (dopo un giorno di digiuno il fegato ha
praticamente esaurito la sua scorta di glicogeno).
Durante il digiuno notturno circa il 90% della gluconeogenesi avviene nel fegato, il rimanente 10% nei reni.
Durante il digiuno prolungato i reni arrivano fino al 40% della produzione totale.
*Il meccanismo enzimatico per la gluconeogenesi è estremamente sviluppato nelle bovine da latte mentre
l’ossidazione del glucosio nei ruminanti è inferiore rispetto ai non ruminanti.
I principali precursori non glicidici sono:
LATTATO
proveniente dagli eritrociti e dal muscolo scheletrico sotto sforzo → convertito in piruvato.
AMINOACIDI
derivati dalle proteine introdotte con la dieta e, soprattutto nel digiuno, dalle proteine del muscolo
α-chetoacidi.
scheletrico. → convertiti in
GLICEROLO
proveniente dalla demolizione dei trigliceridi (tessuto adiposo → sangue → fegato) → convertito in
glicerolo fosfato.
Gli unici aminoacidi che negli animali non possono fornire precursori per la sintesi del glucosio sono leucina
e lisina perché dal loro catabolismo si genera esclusivamente acetil-CoA e nei mammiferi non vi è nessuna
via metabolica per convertirlo in ossalacetato (non si torna indietro dalla decarbossilazione ossidativa). A
digiuno originano corpi chetonici, fonte energetica alternativa rispetto al glucosio. Per lo stesso motivo,
anche gli acidi grassi negli animali non possono servire da precursori del glucosio, poiché sono catabolizzati
ad Acetil-CoA (va al ciclo di Krebs). Dal loro catabolismo si forma per l’ATP che viene utilizzato per la
gluconeogenesi.
Durante la gluconeogenesi gli enzimi regolatori della glicolisi sono relativamente inattivi. 39
La spesa energetica per la sintesi di glucosio è maggiore dell’energia ricavata dalla glicolisi.
L’equazione netta della gluconeogenesi è: Per ogni molecola di glucosio prodotta,
vengono consumati 4 legami fosforici dell’ATP e
2 del GTP.
Sono inoltre necessarie 2 molecole di NADH che
non andando alla catena respiratoria, significano
6 ATP in meno.
La biosintesi del glucosio dal piruvato è un
processo dispendioso da un punto di vista
energetico: l’idrolisi di ATP e di GTP serve per
rendere possibile un processo energeticamente
sfavorevole (l’inverso della glicolisi che è
energeticamente favorevole).
La gluconeogenesi non è semplicemente
l’inverso della glicolisi perché ci sono tre reazioni
in vivo
irreversibili .
*Sette delle reazioni della glicolisi sono
reversibili e gli enzimi che le catalizzano fanno
parte anche del processo gluconeogenetico; tre
reazioni sono invece molto esoergoniche e sono
quindi essenzialmente irreversibili, sono le
reazioni catalizzate da esochinasi, PFK-1 e dalla
piruvato chinasi. Per questo motivo la
gluconeogenesi non è semplicemente l’inverso
della glicolisi, in quanto deve utilizzare reazioni
che permettano di aggirare queste tre
pressoché irreversibili. Le reazioni delle
deviazioni hanno anch’esse ∆G’ negativo perciò
se le due vie (glicolisi e gluconeogenesi)
procedessero contemporaneamente, si avrebbe
un consumo di ATP senza svolgere nessun
lavoro chimico o biologico.*
Le tre reazioni irreversibili sono:
❖
Tappa 10 PEP + ADP → piruvato + ATP
Piruvato Chinasi (PK) libera troppa energia per
essere reversibile in un solo passaggio
❖
Tappa 3 Fruttosio 6P + ATP → F1,6 BP + ADP
Fosfofruttochinasi-1 (PFK-1)
❖
Tappa 1 Glucosio + ATP → G6P + ADP
Esochinasi (EK) 40
Queste tre tappe sono superate mediante un diverso gruppo di enzimi che catalizzano reazione
sufficientemente esoergoniche da essere ugualmente irreversibili (come le corrispettive della glicolisi) nella
direzione della sintesi del glucosio.
1) Piruvato → ossalacetato → fosfoenolpiruvato (PEP)
(trasformazione catalizzata da enzimi sia citoplasmatici che mitocondriali; la reazione è spezzata in due
passaggi).
Il piruvato viene prima trasferito dal citosol ai mitocondri, quindi la piruvato carbossilasi, un enzima
mitocondriale, converte il piruvato in ossalacetato:
3-
piruvato + HCO + ATP → ossalacetato + ADP + P i
La piruvato carbossilasi è un grande complesso enzimatico costituito da 4 subunità identiche; ognuna
presenta un gruppo prostetico di biotina legato covalentemente a un residuo di lisina. La biotina serve per
3-
aggiungere la CO al piruvato (N.B. la CO deriva dal bicarbonato HCO ).
2 2
Attivatore allosterico dell’enzima è l’acetil-CoA (la biotina non si carbossila se l’acetil-CoA non è legato
all’enzima) perché deriva dall’ossidazione degli acidi grassi e un suo accumulo segnala la disponibilità di acidi
grassi come combustibili. La piruvato carbossilasi ha sede mitocondriale: per essere
trasportato attraverso la membrana mitocondriale,
impermeabile all’ossalacetato, l’ossalacetato viene
convertito in malato, ad opera di una malato deidrogenasi
(MDH) NADH dipendente. La reazione è facilmente
reversibile, infatti nel citosol il malato viene riconvertito ad
ossalacetato.
Infine, nel citoplasma, l’ossalacetato viene simultaneamente decarbossilato e fosforilato dalla
fosfoenolpiruvato carbossichinasi (PEPCK) che utilizza GTP. La fosforilazione è resa termodinamicamente
possibile dalla concomitante idrolisi del GTP e dalla decarbossilazione.
Complessivamente, la sintesi a partire da piruvato di un composto ad altissima energia libera di idrolisi come
il PEP è reso possibile dalla concomitante idrolisi di 1 ATP e 1 GTP.
2) Defosforilazione del F-1,6 BP in F6P.
La seconda reazione della sequenza glicolitica che non partecipa alla gluconeogenesi è la fosforilazione del
fruttosio 6-fosfato catalizzata dalla fosfofruttochinasi-1. Dato che nella cellula questa reazione è altamente
esoergonica e quindi irreversibile, la formazione di fruttosio 6-fosfato da fruttosio 1,6-bisfosfato è catalizzato
dall’enzima Fruttosio 1,6 bisfosfatasi (FBPasi-1), che promuove l’idrolisi irreversibile del gruppo fosforico in C-
1 e NON il suo trasferimento all’ADP. Rimuove il P liberando P inorganico, senza legarlo all’ADP.
i
I regolatori allosterici sono:
+ ATP: attiva la gluconeogenesi.
- AMP, Fruttosio 2,6 BP: attiva la glicolisi.
Per quanto riguarda la regolazione ormonale il glucagone attiva la gluconeogenesi epatica abbassando [F 2,6
BP]; l’insulina inibisce la gluconeogenesi epatica alzando [F 2,6 BP].
3) Defosforilazione del G6P in glucosio.
La terza deviazione è la reazione finale della gluconeogenesi, la defosforilazione del glucosio 6-fosfato a
glucosio libero. L’enzima Glucosio 6-fosfatasi agisce come fosfoidrolasi, non richiedendo la sintesi di ATP.
Presente nel lume del reticolo endoplasmatico soprattutto negli epatociti (in misura minore nel rene e
intestino) → il fegato rifornisce di glucosio il sangue. 41
Regolazione della gluconeogenesi
Glicolisi e gluconeogenesi nella cellula sono due processi strettamente coordinati, in modo che una via sia
relativamente inattiva quando l’altra è pienamente attiva (→ viene evitato che siano attive
contemporaneamente).
Sia la quantità che l’attività degli enzimi chiave di ciascuna via sono controllati in modo da impedire che
entrambe le vie siano pienamente attive nello stesso momento.
Regolazione ormonale:
Il glucagone stimola la gluconeogenesi epatica attivando gli enzimi gluconeogentici attraverso tre meccanismi:
→ fa abbassare il livello del F2,6BF favorendo così la gluconeogenesi (stimola la fruttosio 1,6- bisfosfatasi)
rispetto alla glicolisi (inattiva la PFK-1).
→ Induce la fosforilazione della piruvato chinasi (PK) epatica inattivandola. Si accumula PEP che viene
indirizzato alla gluconeogenesi (non venendo trasformato in piruvato).
→ Fa aumentare la sintesi della PEP - carbossichinasi.
I glucocorticoidi fanno anch’essi aumentare la sintesi della PEP-carbossichinasi, mentre l’insulina la fa
diminuire.
L’insulina inibisce la gluconeoenesi epatica, fa prevalere la glicolisi epatica attivando gli enzimi glicolitici.
β-ossidazione
In carenza di gluco