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∆H)
A temperatura non avviene spontaneamente e deve essere innescata, perché
caratterizzata da un’elevata energia di attivazione.
Deidrogenazione: vengono eliminate molecole di H, producendo composti
insaturi (alcheni e alchini).
Cracking: reazione di frammentazione di una catena lunga in frammenti più
piccoli, condotta ad alta temperatura ed in presenza di catalizzatori.
Proprietà chimiche e reazioni degli alcheni
Oltre alle reazioni degli alcani, gli alcheni danno reazioni specifiche dovute alla
presenza del doppio legame che li rende più reattivi. La reazione principale
degli alcheni è l’addizione elettrofila. Esse prendono vari nomi:
- Idrogenazione, sostituito il doppio legame con molecole di idrogeno
legate al C;
- Alogenazione, sostituito il doppio legame con alogenuri legati al C;
- Idratazione, sostituito il doppio legame con formazione di un alcol;
- Addizione di acidi alogenidrici, sostituito il doppio legame con un acido
alogenidrico legato ai due C;
Polimerizzazione: un polimero è una grossa molecola organica costituita dalla
ripetizione di un numero enorme di unità più semplici, chiamate monomeri.
Due tipi di polimeri:
- Polimeri di addizione, ottenuti con una serie di reazioni di addizione a
catena, ciascuna delle quali innescata da una particella reattiva (radicale
libero, anione o catione);
- Polimeri di condensazione, ottenuti da reazione tra due gruppi funzionali
diversi di due monomeri con eliminazione di una molecola piccola, in
genere acqua;
I polimeri possono essere lineari o ramificati. In base al tipo di monomero di
distinguono:
- Omopolimeri, formati da monomeri uguali;
- Copolimeri, formati da monomeri diversi;
I copolimeri possono essere a loro volta:
- Alternati, se i monomeri si ripetono secondo una sequenza regolare;
- Irregolari, se si ripetono secondo una sequenza casuale;
Proprietà chimiche e reazioni degli alchini
La presenza del triplo legame conferisce loro proprietà chimiche simili a quelle
degli alcheni. Gli alchini infatti danno reazioni di addizione: se a una mole di
alchino viene addizionata una mole di reagente i ottiene un alchene, se ne
vengono addizionate due si produce un alcano.
Idrocarburi aromatici
Capostipite è il benzene C H è molto stabile a causa della delocalizzazione
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dello ione negativo. Il benzene ha due formule limite e la reale struttura è un
ibrido di risonanza con gli elettroni de localizzati al centro della molecola
formando una nube elettronica sopra e sotto il piano della molecola. In genere
sono solidi o liquidi, insolubili con T.E molto elevate grazie ad interazioni molto
forti. Si distinguono in:
- Monociclici, Toluene (metilbenzene), Stirene (Etenilbenzene, doppio
legame nell’etile), Fenolo (OH) e l’anilina (NH2), xilene (due CH3 legati);
- Policiclici, costituiti da due o più anelli benzenici;
La delocalizzazione conferisce stabilità alla molecola e dal punto di vista
chimico è molto simile ad un idrocarburo saturo, non da reazioni spontanee di
addizione, bensì di sostituzione.
Proprietà fisiche degli idrocarburi aromatici
Sono composti apolari e hanno quindi proprietà fisiche analoghe a quelle degli
altri idrocarburi.
Proprietà chimiche degli idrocarburi aromatici
La presenza della nuvola elettronica rende il benzene un centro che si
comporta come un reagente nucleofilo (base di Lewis) e tende quindi a reagire
con i reagenti elettrofili (acidi di Lewis). La principale reazione è quella della
sostituzione elettrofila che avviene in due stadi:
1) Stadio lento, Benzene + X (elettrofilo) strutture limite del
+
carbocatione (l’elettrofilo si lega ad uno dei sei elettroni de localizzato e
si forma un carbocatione con la carica + de localizzata;
2) Stadio veloce, una volta formato il carbocatione viene espulso un
idrogeno e diventa più stabile poiché riacquista l’aromaticità.
Eterociclici
Sono composti organici cilici alifatici o aromatici, in cui l’anello contiene uno o
più atomi diversi dal carbonio (eteroatomi), generalmente azoto, ossigeno o
zolfo. I più comuni sono pentatomici ed esatomici, in base alla struttura si
dividono in aromatici e non aromatici:
- Non aromatici, hanno proprietà chimico-fisiche analoghe a quelle dei
corrispondenti composti non ciclici in cui l’eteroatomo è legato a due
gruppi alchilici;
- Aromatici (più importanti), danno reazioni di sostituzione elettrofila, come
il benzene.
Molti eterociclici hanno enorme importanza biologica, contengono anelli
eterociclici la caffeina, nicotina e le basi azotate degli acidi nucleici.
Derivati degli idrocarburi
Alcoli (suffisso –olo)
Formula generale R – OH.(OH gruppo ossidrilico) ROH RO (ione alcossido) +
-
H è poco stabile poiché la carica – è localizzata sull’O. Sono solubili in acqua,
+
soprattutto i termini bassi. La presenza di OH rende la molecola polare e fa sì
che gli alcoli possano formare legami a idrogeno con l’acqua. Hanno P.E più alti
degli idrocarburi. Dalla poca stabilità deriva un’alta reattività, gli alcoli sono
sostanze anfotere e la reazione più caratteristica è l’ossidazione, gli alcoli
primari possono essere ossidati a aldeidi, quelli secondari a chetoni. L’aldeide,
ulteriormente ossidato si trasforma poi in un acido carbossilico.
Fenoli (suffisso –olo)
Formula generale Ar – OH (gruppo repulsore, indirizza i sostituenti in para e
meta). AROH ARO (ione fenossido) + H Più stabile, la carica- è de
- +
localizzata in 4 formule limite. Sono più acidi degli alcoli per la stabilità della
molecola
Tioli (suffisso –olo)
Formula generale R – SH. Sono simili agli alcoli ma contengono zolfo anziché
ossigeno.
Eteri
Formula generale R – O – R’. –OR gruppo alcossile. Nomenclatura: es. etil –
metil – etere. Non formano legami a idrogeno e hanno quindi P.E inferiore agli
alcoli. Gli eteri a basso PM sono in genere liquidi molto volatili e altamente
infiammabili. Il legame etereo è molto forte. Gli eteri si ottengono mediante
una reazione di condensazione (disidratazione) tra due alcoli. Una reazione di
condensazione consiste nell’unione di due molecole mediante l’eliminazione di
una molecola d’acqua.
Aldeidi e chetoni
Il gruppo C=O è detto gruppo carbonilico o carbonile. Tale gruppo è fortemente
polarizzato e in esso il C è ibridato sp . Nomenclatura: per gli aldeidi il suffisso
2
è –ale, per i chetoni è –one.
La presenza del gruppo carbonilico influenza le proprietà fisiche delle aldeidi e
chetoni: essendo composti polari ma non potendo formare legami
intermolecolari, hanno P.F e P.E più alti degli idrocarburi, ma più bassi degli
alcoli. Le aldeidi e i chetoni a corta catena sono più idrosolubili. La presenza
dell’atomo di ossigeno molto elettronegativo fa si che il gruppo carbonilico sia
fortemente polarizzato e reattivo. La reazione tipica è quella di addizione
nucleofila (attacco da parte di una base di Lewis che cede un doppietto
elettronico al C del gruppo carbonilico). L’addizione di idrogeno, o riduzione, di
un aldeide o di un chetone fornisce rispettivamente un alcol primario e
secondario. Le aldeidi inoltre si ossidano facilmente dando origine agli acidi
carbossilici corrispondenti. I chetoni vengono invece ossidati solo da ossidanti
forti dando prodotti ossidati a catena più corta.
Aldeidi e chetoni più comuni: la formaldeide (o metanale) è l’aldeide più
semplice impiegata come conservante e disinfettante. L’acetone (o propanone)
è il chetone più comune e viene utilizzato come solvente.
Acidi carbossilici
Hanno formula generale R-C=OOH, il gruppo funzionale è il gruppo carbossilico
–C=OOH formato da un gruppo carbonilico e uno ossidrilico. Il C del gruppo
carbossilico è ibridato sp .
2
La desinenza della classe è –oico. L’acido formico (H-COOH) e l’acido acetico
(CH -COOH) sono gli acidi carbossilici più importanti. Gli acidi carbossilici sono
3
molecole polari che possono formare legami a idrogeno intermolecolari e con
l’acqua, quindi: fino a 4 C sono completamente solubili in acqua, poi la
solubilità diminuisce fino ad annullarsi con l’aumentare del numero di C, hanno
P.F e P.E più alti degli idrocarburi e degli alcoli, quelli a basso PM sono liquidi
incolori, mentre quelli superiori sono solidi inodori. Le proprietà chimiche sono
determinate dal gruppo carbossilico. Essi sono acidi che in acqua si dissociano:
RCOOH + H O RCOO + H
- +
2
La dissociazione dello ione è favorita da due cause: dall’effetto
elettronattrattore dell’O sul gruppo C=O che indebolisce il legame O-H; dalla
stabilizzazione per risonanza dello ione carbossilato (RCOO ), che è un ibrido di
-
risonanza tra due formule limite. Pur essendo più acidi dell’acqua e dell’acido
carbonilico, tutti gli acidi carbossilici sono acidi deboli.
Si possono ottenere per ossidazione delle aldeidi.
Acidi grassi: sono acidi carbossilici a lunga catena che può essere satura o
insatura.
Esteri
Hanno formula generale R-C=OOR’. Sono derivati dagli acidi per sostituzione
del gruppo OH con un gruppo OR’, detto gruppo alcossidico. Il nome di un
estere si ricava dal nome dell’acido sostituendo la desinenza –ico con la –ato,
seguito dal nome del radicale R’. Es. etanoato di etile. Gli esteri si ottengono
con una reazione tra un alcol e un acido carbossilico, detta esterificazione
(reazione di condensazione). La reazione è reversibile, l’inverso della
condensazione è l‘idrolisi: idrolizzando un estere si ottengono acido e alcol.
Molto importanti sono gli esteri del glicerolo, i trigliceridi.
Ammine
Sono derivati organici dell’ammoniaca NH ottenuti sostituendo uno o più atomi
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di H con gruppi arilici o alchilici. Si hanno tre tipi di ammine: primarie,
secondarie, terziarie. L’ammina più importante è l’anilina, utilizzata per la
preparazione di coloranti. Le ammine sono molecole polari che possono
formare legami a idrogeno con se stesse (le terziarie no) e con l’acqua. Il
legame a idrogeno è però meno forte che negli alcoli perché l’N è meno
elettronegativo dell’O, di conseguenza le ammine: hanno P.F e P.E più elevati di
quelli degli idrocarburi ed inferiori agli alcoli, sono solubili in acqua solo quelli a
catena corta. Il dopp