Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
STRUTTURA DELLE PROTEINE
Struttura primaria e legame peptidico: La struttura primaria di una proteina è data dalla semplice
sequenza lineare dei suoi aminoacidi tra loro legati covalentemente dal “legame peptidico”. I legami
covalenti pongono importanti limitazioni alle conformazioni di un peptide. Dal punto di vista strutturale
un legame peptidico è formato da amminoacidi adiacenti i cui atomi di carbonio alfa sono separati da
tre legami covalenti disposti in questo modo: α-‐C – C – N -‐ α-‐C. Alcuni studi hanno dimostrato che il
legame C – N (carbonio – azoto) in un peptide è più corto del legame C – N (carbonio – azoto) in un
ammina e che gli atomi del legame peptidico sono complanari (si trovano sullo stesso piano). Ciò indica
la presenza di una risonanza o di una parziale ridistribuzione delle due coppie di elettroni tra l’atomo di
ossigeno carbonilico e l’atomo di azoto ammidico. L’ossigeno viene ad acquistare una parziale carica
negativa mentre l’azoto acquista una parziale carica positiva, generando un dipolo elettrico. Il legame C -‐
N peptidico è stato definito parzialmente doppio e quindi limitato nella rotazione: nel legame peptidico
possono ruotare solo i due legami covalenti esterni, cioè N -‐ α-‐C (azoto – carbonio alfa) e α-‐C – C
(carbonio alfa – carbonio). Per convenzione gli angolo generati dalla rotazione di questi legami sono
indicati con le lettere φ (phi) e ψ (psi).
Struttura secondaria: Il secondo livello di organizzazione della proteina è la struttura secondaria e
rappresenta la capacità di una proteina di assumere una struttura spaziale regolare e ripetitiva. Essa può
essere di due diversi tipi: la conformazione a spirale (o ad alfa-‐elica) e quella planare (o a beta-‐foglietto).
L’alfa-‐elica e il beta-‐foglietto, quindi, sono le conformazioni più comuni riscontrabili nelle catene
polipeptidiche di una proteina. L’alfa-‐elica è la conformazioni più favorevole perché naturalmente riduce
al minimo l’energia libera e può essere sinistrorsa o destrorsa. Nella struttura ad alfa-‐elica il suo
scheletro polipeptidico è arrotolato intorno ad un asse immaginario tracciato longitudinalmente
attraverso il centro dell’elica, dove le catene laterali R dei residui amminoacidici, che intervengono nella
formazione della struttura, sono all’esterno dello scheletro elicoidale. La struttura dell’elica è stabilizzata
da legami idrogeno tra l’atomo di idrogeno legato all’atomo di azoto di ogni legame peptidico e l’atomo
di ossigeno carbonilico del quarto residuo amminoacidico successivo, posto nella direzione dell’ammino-‐
terminale dell’elica. Ciò da origine, quindi, ad un’elica regolare con un giro completo ogni 3,6
amminoacidi. In alcune proteine, alfa-‐eliche si avvolgono l’una intorno all’altra per formare una
struttura particolarmente stabile, nota come “coiled coil”. Questa struttura si può formare quando le
due (o in qualche caso tre) alfa-‐eliche hanno la maggior parte delle loro catene laterali non polari
(idrofobiche) su un lato, così che possono avvolgersi l’una intorno all’altra, con queste catene laterali
rivolte all’interno. Nella struttura a foglietto beta, invece, le catene polipeptidiche si dispongono l’una
accanto all’altra formando un foglietto costituito da una serie di ripiegamenti. In tali ripiegamenti sono
spesso presenti residui di glicina e prolina, il primo in quanto piccolo e flessibile, mentre il secondo
assume facilmente la configurazione cis, una forma che si adatta bene ad un cambio di direzione molto
stretto. Anche questa struttura è stabilizzata da legami idrogeno che si formano tra segmenti adiacenti
della catena polipeptidica. I gruppi R dei singoli residui amminoacidici sporgono al di fuori della struttura
a foglietto beta, da un lato e dall’altro, creando una organizzazione sfalsata. Le catene polipeptidiche
adiacenti in un foglietto beta possono essere parallele, ossia avere lo stesso orientamento ammino-‐
carbossi terminale del peptide, oppure antiparallele, cioè avere orientamento ammino-‐carbossi opposti.
Struttura terziaria e classificazione delle proteine: La struttura terziaria di una proteina è la sua
disposizione tridimensionale, cioè i ripiegamenti dei suoi elementi di struttura secondaria, insieme alla
disposizione spaziale delle sue catene laterali. Nel considerare le strutture di livello più elevato è utile
dividere le proteine in due grandi classi: le
proteine fibrose, che hanno catene polipeptidiche disposte in
lunghi fasci o in foglietti, e le
proteine globulari, che hanno invece catene polipeptidiche ripiegate e
assumono forme globulari o sferiche. I due gruppi sono funzionalmente differenti poiché le proteine che
determinano la resistenza, la forma e la protezione esterna della cellula sono fibrose, mentre la maggior
parte degli enzimi e delle proteine regolatrici sono globulari. La resistenza delle proteine fibrose è
dovuta da legami covalenti crociati tra le catene polipeptidi adiacenti.
Nelle proteine globulari i diversi segmenti di una catena polipeptidica, invece, tendono ad avvolg