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Il capitale e le fonti di finanziamento

Sotto l'aspetto qualitativo il capitale risulta composto da investimenti e finanziamenti. Gli investimenti comprendono quei beni che sono nelle disponibilità dell'azienda ma al tempo stesso sono in attesa di essere recuperati. Con i finanziamenti si fa riferimento alle modalità di approvvigionamento delle risorse monetarie necessarie per lo svolgimento dell'attività aziendale. È bene distinguere tra fonti di finanziamento interne ed esterne.

Nelle fonti di finanziamento interne rientrano i fondi apportati dai soci, solitamente in fase di costituzione, quindi capitale proprio che è soggetto al rischio d'impresa e il c.d. autofinanziamento ovvero gli utili prodotti dall'azienda non ridistribuiti tra i soci ma accantonati per accrescere il capitale di funzionamento.

Le fonti esterne comprendono i fondi monetari apportati da soggetti terzi all'azienda. Fondi che possono provenire da istituti bancari o anche dal mercato azionario.

Rientrano in questa categoria anche le dilazioni di pagamento concesse dai fornitori. Sotto l'aspetto quantitativo il capitale può essere scomposto in attività, passività e patrimonio netto. Le attività sono quell'insieme di valori monetari attivi che comprendono quindi immobilizzazioni, disponibilità, liquidità. Il totale delle attività è anche definito capitale lordo di funzionamento. Le passività invece sono quei valori monetari passivi dunque obbligazioni non ancora estinte che l'azienda ha contratto verso terzi, cioè debiti. Il patrimonio netto è il risultato della differenza tra attività e passività. Se la differenza ha segno positivo (attività > passività) si avrà capitale netto di funzionamento. Se la differenza ha segno negativo (attività < passività) avremo un deficit patrimoniale o passivo scoperto. responsabilità sociale Il concetto di

Esprime la necessità dell'impresa di farsi carico sia di comportamenti socialmente responsabili e sia di iniziative rivolte a individuare e rispondere alle aspettative economiche, sociali e ambientali di tutti gli stakeholder, cioè di tutti i soggetti i cui interessi convergono verso l'attività di impresa e che possono confluire sulle scelte gestionali o subire gli effetti dell'attività svolta e creare tensioni di ritorno.

Il concetto di responsabilità sociale nasce negli anni '30-'40 ed emerge nell'ambito del tema inerente il finalismo aziendale.

I primi studiosi che hanno cominciato a parlare di Corporate Social Responsibility sono stati Bernard e Drucker, che nell'ambito del dibattito nato contestualmente alla grande crisi economica susseguita al crollo di Wall Street del '29, oltre alle considerazioni circa la funzione dell'imprenditore e dell'impresa nella società, cominciarono ad evidenziare

anchela figura dei lavoratori e del ruolo che questi ultimi comunque avevano in relazione all'impresa. In Europa la prima azienda che redasse un bilancio sociale, oltre ai documenti contabili, fu la tedesca AEG nel 1939, mentre in Italia solo nel 1979 fu redatto un bilancio sociale che fu pubblicato dal gruppo MERLONI, e molti anni dopo nel 1992-93, dalle Ferrovie dello Stato. Negli anni '80 Robert Freeman, economista statunitense tuttora vivente, elaborò la Stakeholder Theory, teoria per la quale l'attività di un'organizzazione aziendale deve garantire un minimum prestazionale a tutti i portatori di interesse ('stakeholders'), quali gli azionisti, i clienti, i dipendenti, i fornitori, la comunità entro la quale l'organizzazione interagisce), contribuendo in tal modo ad un ulteriore sviluppo della Corporate Social Responsability. In seguito si definisce meglio il concetto di responsabilità sociale che è la necessità.

L'impresa si fa carico di comportamenti socialmente responsabili e comprende tre diversi ambiti: economico, sociale ed ambientale (triple bottom line). Gli anni Duemila vedono crescere l'attenzione verso la responsabilità sociale di impresa (CSR) grazie all'intervento delle istituzioni. Nel 2000 l'Unione europea inserisce la CSR tra le proprie priorità strategiche; nel 2001 pubblica il Libro Verde "Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese", superato nel 2011 dal documento "Una rinnovata strategia UE per la CSR 2011-2014". Contestualmente cresce l'attenzione dei consumatori alla qualità, provenienza, sicurezza dei prodotti, e la reputazione diviene sempre più un fattore competitivo: l'approccio orientato alla CSR diviene gradualmente una dimensione di business rilevante e le aziende iniziano a rendicontare ai propri stakeholder le performance non finanziarie.

generate dalle attività d'impresa. Pertanto si affermano alcune forme di rendicontazione sociale quali il bilancio sociale, il bilancio ambientale e il bilancio di sostenibilità, anche grazie all'opera di alcuni gruppi di studi quali il GRI (Global Reporting Iniziative) ed il GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale), i quali hanno elaborato i principi di redazione del bilancio sociale ed ambientale, con lo scopo di fornire strumenti idonei a rendicontare a tutti gli stakeholder le informazioni di tipo quantitativo e qualitativo sull'attività di impresa in relazione alle funzioni sociali assunte dall'impresa con le sue iniziative.

I principi contenuti negli standard elaborati dal GBS e dal GRI si possono così evidenziare: Responsabilità, Identificazione, Trasparenza, Inclusione, Coerenza, Significatività ed Attendibilità, uniti ai principi di Competenza, Prudenza e Comparabilità che sono anche principi di

redazione del Bilancio d’esercizio previsto dalle norme del nostro codice civile. Tornando al concetto di Responsabilità sociale di impresa occorre però dire che non tutti gli autori sono d’accordo. Infatti alcuni pur autorevoli economisti hanno contrastato enormemente l’affermarsi di tale teoria. conto economico Il è regolato principalmente nel Codice civile, precisamente agli articoli 2423 e 2425, in cui si evidenzia il carattere obbligatorio di questo documento, nonché chi lo debba redigere (gli amministratori) e quali siano le voci che debbano farne parte. Il conto economico ha una struttura scalare e una classificazione dei costi per natura (non per destinazione). È suddiviso in quattro aree principali:
  • A. Valore della produzione, dove si mettono in luce tutte le componenti di reddito derivanti dalla produzione.
  • B. Costi della produzione, dove si elencano i costi della produzione dell’azienda (materie prime, servizi, ammortamenti e

svalutazioni di risorse, stipendi dei dipendenti).

C. Proventi e oneri finanziari, che sono le entrate che derivano da partecipazioni in altre società, crediti, titoli, perdite o guadagni risultati dal cambio (nel caso l'impresa operi in diverse valute).

D. Rettifiche di valore di attività finanziarie, che riguardano rivalutazioni e svalutazioni di titoli, immobilizzazioni e partecipazioni in altre società.

A propria volta queste macroclassi sono divise in diverse voci. Ad esempio contribuiscono a calcolare il valore della macroclasse A le sottovoci sui ricavi delle vendite e delle prestazioni (sottovoce 1), le variazioni delle rimanenze dei prodotti in corso di formazione (sottovoce 2), le variazioni dei lavori in corso su ordinazione (sottovoce 3), gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni (sottovoce 4) e altri ricavi e proventi (sottovoce residuale 5).

In questa macroclasse sono quindi compresi tutti i ricavi di vendita e gli elementi reddituali positivi.

Nella macro classe B, invece, compaiono tutte quelle voci che riguardano le componenti negative, alcune delle quali sono già state citate nell'elenco sopra. Ricordiamo che anche i costi sono classificati per natura e non per destinazione. Sottraendo ora i costi della macroclasse B ai ricavi della macroclasse A, si ottiene il risultato operativo globale. Sommando (algebricamente) i componenti positivi e negativi delle quattro macroclassi, si avrà il cosiddetto "risultato ante imposte", precedente al calcolo del carico fiscale che permette di giungere ai risultati sull'utile o perdita dell'esercizio. nota integrativa La nota integrativa è uno dei documenti contenuti nel bilancio aziendale, prevista dal codice civile. Si tratta dell'unico documento non contabile contenuto nel bilancio. Infatti, mentre stato patrimoniale e conto economico riportano risultati contabili, la sua funzione è quella di spiegare alcune dinamiche contenute in tali documenti. Il suoscopo è infatti quello di "integrare" le informazioni, informando il lettore sull'origine dei dati e le loro dinamiche nel corso dell'esercizio. Alcune aziende, per motivi di forma e dimensione, sono obbligate alla sua redazione dalla legge. IAS IFRS in merito agli (principi di vecchia istituzione, 41 in tutto) e gli (principi di nuova istituzione, 8 in tutto) possiamo definirli "regole tecniche", generalmente riconosciute a livello internazionale, che disciplinano la redazione dei bilanci dei vari paesi dell'Unione Europea, al fine di essere più trasparenti e comparabili fra loro. Essi definiscono la modalità di contabilizzazione delle operazioni di gestione e dei criteri di valutazione e di esposizione dei valori in bilancio, criteri di valutazione che sono numerosi (costo storico, costo corrente, valore realizzabile, solo per citarne alcuni) e si basano tutti sul medesimo presupposto, ovvero informare i potenziali investitori circa lacapacità dell'impresa di aumentare il proprio valore. Dal 1° gennaio 2005 è fatto obbligo di adozione degli IAS per i bilanci d'esercizio delle società quotate, delle banche e degli intermediari finanziari, oltre che per i bilanci consolidati di imprese assicurative e delle società aventi strumenti finanziari diffusi verso il pubblico. Il bilancio IAS/IFRS si compone di 5 documenti: - lo stato patrimoniale; - il conto economico; - il prospetto delle variazioni del patrimonio netto; - rendiconto finanziario; - note, con i principi rilevanti adottati e altre informazioni. I principi di redazione del bilancio (art. 2423 bis cc), parlando della prudenza e competenza economica, sono due principi distinti e separati: il principio della prudenza rappresenta senza dubbio uno dei principi fondamentali nel processo formativo del bilancio, in quanto tende a evitare un'impropria sopravvalutazione del patrimonio aziendale, evitando quindi l'evidenziazionetesto in paragrafi utilizzando il tag

. Ad esempio:

Di utili fittizi.

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Dettagli
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tyrone.colletta.tc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bilancio e principi contabili e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "Giustino Fortunato" di Benevento o del prof Oliva Nadia.