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L'ATTIVITÀ DI RICERCA
Come si conduce una ricerca nelle scienze sociali
- COME COMINCIA UNA RICERCA?
- IL PRIMO PASSO È RACCOGLIERE DATI O INTERROGARSI E PENSARE?
- C’È UN CAMMINO TIPO SEGUITO DAI RICERCATORI?
- CHE COSA BISOGNA FARE PER PROGETTARE UNA BUONA RICERCA?
- QUANDO UNA RICERCA SI PUÒ DEFINIRE SCIENTIFICA?
- CHE COSA SIGNIFICA CHE UN LAVORO È VALIDO?
- NELLE RICERCHE IN CAMPO SOCIALE SI INCONTRANO PROBLEMI ETICI? DI QUALE TIPO?
- CI SONO ALTRI PROBLEMI DI CUI IL RICERCATORE DEVE TENER CONTO QUANDO INTRAPRENDE UNA RICERCA?
1. IL PROCESSO DI RICERCA
1.1. Errori da evitare. Chi ha poca dimestichezza con il lavoro del ricercatore ha spesso idee sbagliate su come muoversi per realizzare una ricerca. Forse l'errore più comune consiste nel pensare di passare subito al lavoro empirico, prima ancora di aver messo ben in chiaro che cosa cercare e come cercare. Un principiante potrebbe
avviare un'indagine avendo in mente solo un tema vago su cui indagare, ad esempio il fenomeno del barbonismo, e un metodo da adoperare, ad esempio le interviste. In condizioni simili la ricerca parte male e quasi certamente è destinata a fallire. Quali persone verranno intervistate? Quali domande si porranno nelle interviste? A quale scopo, per arrivare a quali risultati? Ed è certo che il metodo migliore da adoperare in questo caso sia l'intervista? Sono troppe le cose imprecisate e non bastano un tema e un metodo per cominciare una ricerca.
Un altro errore è smarrirsi nello studio di ciò che si sa già sull'argomento. Se si è interessati, ad esempio, al tema del barbonismo, ci si fa prendere dalla preoccupazione di leggere tutto ciò che è stato scritto in proposito. Documentarsi prima di un lavoro di ricerca è importante, ma eccedere è un grave errore. Su qualsiasi tema la letteratura è vastissima e varia. Leggere tutto senza criterio porta ad allontanarsi sempre più da quelle idee chiare e precise che occorre avere per impostare una ricerca. Inoltre, passando il tempo a leggere di tutto, si rinvia il lavoro essenziale di cominciare a progettare una ricerca concreta da svolgere. Quando il principiante agisce così, di solito è perché è intimidito dalla tradizione scientifica, che gli appare qualcosa di superiore e di mitico. È vero che la letteratura delle scienze sociali è ricchissima e contiene probabilmente più di quanto un uomo, anche un famoso scienziato, possa riuscire a imparare nella sua vita, ma questo non significa che si debba cadere nella passività e smettere di pensare e di ricercare in proprio. Intraprendere una ricerca richiede sempre un atto di coraggio, perché, per quanto sapere ed esperienza si possegga, alla fine bisogna ridursi a lavorare con risorse limitate rispetto all'enormità dello scibile umano.
CONSIGLI PER UN BUON LAVORO DI DOCUMENTAZIONE
- Smarrirsi nello studio della letteratura su un tema di ricerca è un errore, ma una buona documentazione, mirata e stimolante, è fondamentale. Dalla lettura di studi sull'argomento si possono trarre suggerimenti utili; inoltre conoscendo ricerche precedenti si evita di ripetere esperienze già fatte o di commettere errori già commessi da altri.
- Il lavoro di documentazione sarà ben fatto se terremo presenti alcune regole, che i ricercatori di esperienza di solito seguono automaticamente, quasi senza rendersene conto.
- Avere in mente quesiti e cercare le risposte nelle letture. La lettura, sempre, anche quando non serve a preparare una ricerca, è meno dispersiva e più proficua se si hanno in mente domande. Bisognerebbe avere in mente domande prima ancora di iniziare la lettura, altre nasceranno dopo, suggerite dalla lettura stessa.
- Scegliere i testi che possono darci di più in vista dei nostri obiettivi. Nel lavoro di documentazione bisogna seguire un principio economico, ottenere il massimo con il minimo sforzo. Il principio è dettato dall'enorme sproporzione tra la letteratura scientifica e il tempo e le forze che abbiamo a disposizione per leggere. Dobbiamo scegliere i testi più adatti per il nostro lavoro. In linea di massima sono preferibili quei testi che dicono molto in poche pagine, che non sono necessariamente i più brevi,
Il lavoro di definizione dell'oggetto di studio si conclude con l'elaborazione di ipotesi. Parliamo di ipotesi in senso lato, intendendo qualsiasi congettura o supposizione sulla realtà in esame. A volte il termine ipotesi viene adoperato per indicare solo le ipotesi esplicative, cioè quelle volte a spiegare un fenomeno. Nelle scienze sociali sono comuni anche le ipotesi descrittive. Ad esempio, è un’ipotesi descrittiva supporre, come hanno fatto Thomas e Znaniecki (vedi Modulo 1, Unità 3, § 1.7), che ci fosse una struttura epistolare tipica nella corrispondenza tra gli immigrati polacchi e le loro famiglie ed è ancora un’ipotesi descrittiva pensare che gli alcolisti di un bassofondo formino una subcultura, un mondo da ricostruire e capire.
1.4. Come si elabora il disegno di ricerca.
Una volta definito l’oggetto di indagine, non si passa subito al lavoro empirico: di mezzo c’è una fase di progettazione in cui si elabora il disegno di ricerca.
È importante che l’elaborazione del disegno di ricerca avvenga dopo aver definito l’oggetto di studio e prima di iniziare il lavoro empirico. Cominciare a pensare a come si svolgerà la ricerca prima di aver chiaro che cosa cercare è un errore, perché c’è il rischio di farsi condizionare dai metodi scelti e da altre considerazioni pratiche e di elaborare le ipotesi non per l’interesse che hanno, ma perché si adattano al lavoro empirico che abbiamo in mente. Anche omettere il lavoro paziente di tracciare un disegno di ricerca dettagliato e immergersi presto nel lavoro empirico è rischioso: quasi certamente ci troveremo di fronte a difficoltà impreviste che possono compromettere l’intera ricerca.
Per elaborare il disegno di ricerca occorre prendere una serie di decisioni (fig. 3). Dobbiamo scegliere l’approccio da tenere, cioè stabilire il tipo di ricerca che intendiamo svolgere. Possiamo optare per una ricerca quantitativa, basata su misurazioni e dati statistici, o per una ricerca qualitativa, cioè che cerca di comprendere e di andare in profondità, ma senza pretendere risultati quantificabili. Un esempio classico di ricerca quantitativa è il lavoro di Durkheim sul suicidio, mentre un esempio classico di ricerca qualitativa è quello di Thomas e Znaniecki sugli immigrati polacchi di Chicago (vedi Modulo 1, Unità 3, § 1.5 e § 1.7). Possiamo anche scegliere un approccio misto, in parte qualitativo, in parte quantitativo.
- Va determinato poi il set concettuale della ricerca, cioè l’insieme dei concetti che adopereremo nel lavoro empirico. Ad esempio, nel lavoro di Ebbinghaus sulla memoria il set concettuale comprende il concetto di riapprendimento, di superapprendimento, di apprendimento massivo, di apprendimento distributivo, ecc. È possibile che molti concetti esistano già nella tradizione delle scienze sociali, ma una ricerca, specie se è innovativa (e le ricerche migliori sono
Riepilogo
Spesso i principianti non hanno un'idea esatta del lavoro di ricerca e commettono errori di fondo, come dichiararsi subito al lavoro empirico senza aver chiaro che cosa studiare e come, perdersi nell'esame della letteratura sull'argomento o affidarsi all'esecuzione meccanica di procedure.
- Le tappe fondamentali di una ricerca sono la definizione dell'oggetto di studio, l'elaborazione del disegno di ricerca, il lavoro empirico, l'analisi dell'attività svolta e la relazione finale.
Per definire l'oggetto di studio il primo passo è formulare domande di inizio chiare e alle quali sia possibile rispondere con ricerche scientifiche fattibili. Si passa poi all'esplorazione preliminare, mediante letture, scambi di idee con altri e eventuali indagini di fondo, cioè studi empirici tesi a farsi una prima idea della realtà in questione. Occorre poi dare una impostazione teorica al problema e arrivare a formulare ipotesi su ciò che andiamo a studiare.
Per elaborare il disegno di ricerca, occorre decidere se seguire un approccio qualitativo o quantitativo, definire il set concettuale, cioè l'armamentario di concetti che si adopereranno, risolvere il problema delle risorse economiche e umane che serviranno, stabilire le procedure da seguire e predisporre gli appositi controlli, volti ad assicurare l'affidabilità dei risultati.
Da una ricerca ci si aspetta che abbia validità interna, cioè che sia formalmente corretta per cui i risultati sicuramente valgono nell'ambiente studiato. Ci si aspetta anche validità esterna, cioè che i risultati siano almeno in parte trasferibili al di fuori dell'ambiente studiato, validità statistica e validità di costrutto, cioè che la ricerca sia pensata in modo tale da andare davvero a riscontrare ciò che ci interessa.
Una ricerca può dirsi scientifica se le teorie che ha alla base sono plausibili, se tocca temi di un certo interesse, se i risultati vengano pubblicati e vagliati obiettivamente dalla comunità scientifica.
In una ricerca occorre tener conto anche degli aspetti economici e dei problemi etici. Questi ultimi acquistano particolare rilievo per la ricerca sociale e per varie ragioni possono scorgervi insidie.
Esercizi
Sonda la preparazione
- Il primo passo di una ricerca è raccogliere dati
- Prima di passare all'atto pratico una ricerca va preparata riflettendo e progettando