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Inoltre era al secondo fantoccio che la scimmietta si aggrappava in cerca di protezione se provava

paura.

(slide 6) E’ possibile vedere due interessanti video ai seguenti indirizzi

http://www.youtube.com/watch?v=cE0DaZOJDag&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=jplvQf-iKCA&feature=related

(slide 7) Il bambino infatti nasce provvisto di una serie di comportamenti geneticamente

determinati, definiti “comportamenti di attaccamento” che svolgono una importante funzione

adattiva, infatti sono finalizzati a garantire al bambino la prossimità fisica con l’adulto.

(slide 8) dice Bowlby al riguardo:

“… per comportamento di attaccamento si intende qualsiasi forma di comportamento che

porta una persona al raggiungimento o al mantenimento della vicinanza con un altro

individuo differenziato e preferito, considerato in genere più forte e/o più esperto. Anche se

particolarmente evidente nella prima infanzia, il comportamento di attaccamento caratterizza

l’essere umano dalla culla alla tomba”

(slide 9) e ancora

“il comportamento di attaccamento si verifica nei piccoli di quasi tutte le specie di

mammiferi… anche se vi sono molti particolari diversi fra le specie, il mantenimento della

vicinanza di un animale immaturo a un adulto preferito, quasi sempre la madre, è la regola, il

che indica come tale comportamento abbia un valore di sopravvivenza. .. La funzione di gran

lunga più probabile del comportamento di attaccamento è la protezione, particolarmente dai

predatori”

(slide 10) Questi comportamenti appartengono a due classi: quelli con funzione di “segnalazione”

(piangere-sorridere), che hanno l’effetto di avvicinare il caregiver al bambino, e quelli con funzione

di “accostamento” (aggrapparsi, seguire, succhiare a fini non alimentari), che hanno l’effetto di

avvicinare il bambino al caregiver.

(slide 11) è qui possibile osservarne alcuni

(slide 12) I comportamenti di attaccamento vengono messi in atto soprattutto in situazioni

percepite dal bambino come pericolose.

“… vengono attivati da determinate condizioni e inibite da altre. Fra le condizioni attivanti

troviamo l’estraneità, la fame, la fatica e ogni causa di spavento. Le condizioni inibenti

comprendono la vista o il rumore di una figura materna, e in particolare, una serena

interazione con essa”

(slide 13) Lo stesso vale anche per l’adulto.

“… con gli anni la frequenza e l’intensità con cui tale comportamento viene manifestato

diminuiscono costantemente. Tutte queste forme di comportamento rimangono comunque

una parte importante del corredo comportamentale umano. Negli adulti esse risultano

particolarmente evidenti quando una persona è profondamente turbata, quando è malata o

impaurita”.

(slide 14) E’ importante specificare che bisogna distinguere il comportamento di attaccamento dal

legame: il comportamento può manifestarsi a seconda delle circostanze nei confronti di persone

diverse, al contrario il legame è duraturo ed è selettivo, cioè è riservato a pochi individui prescelti,

in particolare la madre, che è di solito il caregiver principale. Inoltre è caratterizzato dalla presenza

di emozioni molto intense.

Dice Bowlby al riguardo:

“molte delle emozioni più intense sorgono durante la formazione, il mantenimento, la

distruzione e il rinnovarsi di relazioni di attaccamento. La costruzione di un legame è

descritta come l’innamoramento, il mantenimento come l’amare qualcuno

… una minaccia di perdita genera angoscia e una perdita effettiva causa sofferenza; ognuna

di queste situazioni inoltre può provocare collera. L’incontestato perdurare di un legame è

sentito come fonte di sicurezza e il rinnovarsi di un legame come motivo di gioia”.

(slide 15) La formazione del legame di attaccamento avviene nel corso dei primi due anni di vita e

subisce alcuni cambiamenti pronunciati legati ai processi di maturazione.

Si possono distinguere quattro fasi:

• Preattaccamento - Orientamento e segnali senza discriminazione della persona (0-2

mesi)

• Sviluppo dell’attaccamento - Orientamento e segnali diretti verso alcune persone

discriminate (2- 6/7 mesi)

• Attaccamento mirato - Mantenimento della vicinanza alla-della persona discriminata

(6/7 – 24/36 m.)

• Relazione gestita in funzione dell’obiettivo - Formazione di un rapporto reciproco (dai

2-3 anni)

(slide 16) Inizialmente il comportamento sociale del bambino è del tutto indiscriminato: infatti

nei primi due mesi di vita il neonato produce una risposta di tipo sociale come il sorriso verso

qualsiasi essere umano.

(slide 17) Il bambino comincia a riconoscere le persone che si prendono regolarmente cura di

lui, e verso queste rivolgerà più frequentemente comportamenti di attaccamento.

Tuttavia il cambiamento non è ancora del tutto marcato: il bambino accetta cura e attenzioni

da chiunque.

(slide 18) Intorno agli otto mesi il bambino ha selezionato fra le persone che gli sono vicine e che si

prendono cura di lui una persona privilegiata, che in genere è la madre, con cui ha creato un legame

“speciale”. Inoltre inizia a mettere in atto due comportamenti che Bowlby considera degli indicatori

specifici dell’esistenza del legame, cioè: “la protesta alla separazione” e “l’angoscia dell’estraneo”.

Vediamo il primo comportamento. Quando il bambino subisce una separazione dalla figura di

attaccamento persona privilegiata con cui ha sviluppato il legame di attaccamento, che in genere è

la madre, mette in atto delle intense proteste (es. pianto inconsolabile), e anche tentativi di

ricercarne la vicinanza, quando in grado di spostamento autonomo. Quindi questo comportamento

viene considerato un indicatore specifico della presenza di un legame di attaccamento.

Il secondo comportamento consiste nell’espressione da parte del bambino dell’emozione di paura in

presenza di persone sconosciute o poco familiari. Il bambino quindi non solo smette di rispondere

positivamente alle persone che non gli sono familiari, ma addirittura esprime paura in loro presenza.

Questa paura si manifesta con comportamenti di evitamento, rifiuto e pianto.

(slide 19) Stabilito il legame di attaccamento secondo Bowlby il bambino considera la figura di

attaccamento come una sorta di “base sicura” da cui è possibile partire per l’esplorazione del mondo

esterno e a cui è possibile tornare ogni qual volta lo si desideri. Questa relazione infatti fornisce al

bambino quella quota di sicurezza “psicologica” necessaria affinché egli inizi la sua

sperimentazione attiva del mondo esterno.

Dice Bowlby (1989) al riguardo

“questo mi porta a quella che io ritengo la caratteristica più importante dell’essere genitori: fornire

una base sicura da cui un bambino possa partire per affacciarsi nel mondo esterno e a cui possa

ritornare sapendo che certo sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo” (1989)

(slide 20) In questa fase il bambino inizia a strutturare quelli che Bowlby chiama dei “modelli

operativi interni” delle modalità di relazione con la figura di attaccamento.

I modelli operativi interni sono una rappresentazione interna:

- della figura di attaccamento e di sé

- della relazione con la figura di attaccamento

Costituiscono una guida del comportamento di b. e gli permettono una anticipazione delle

reazioni dell’altro

(slide 21) I modelli operativi interni che il soggetto si forma nei suoi primi anni di vita tendono

a rimanere stabili, funzionando come una sorta di filtro rispetto alle successive esperienze di

attaccamento sperimentate dal soggetto nel corso della sua vita infantile ed adulta.

(slide 22) Infine dai due-tre anni in poi il bambino arriva nell’ultima fase, che è quella che Bowlby

definisce della formazione di una relazione gestita in funzione dell’obiettivo. Da questo momento in

poi:

Il bambino modifica il suo comportamento in funzione dell’obiettivo (cioè tiene conto del

comportamento del care-giver)

Es. il pianto può essere utilizzato in modo pienamente consapevole per richiamare il care-

giver e se b. non ottiene l’obiettivo può sostituirlo con un altro comportamento

(slide 23) Al fine di individuare le differenze individuali nel legame di attaccamento, Ainsworth

(1978) ha ideato una procedura specifica, la Strange Situation, in cui è possibile osservare il

comportamento di esplorazione del bambino e le sue reazioni alla comparsa di un estraneo, ma

soprattutto alla separazione e nel ricongiungimento con la figura di attaccamento. Attraverso questa

procedura che prevede un setting specificamente allestito è possibile valutare lo stile di

attaccamento di bambini di età compresa fra i 12-18 mesi.

(slide 24) La Strange Situation

è organizzata in 7 episodi della durata di 3 minuti ciascuno:

1. Fase di esplorazione

2. Entra l’estraneo

3. Prima separazione

4. Primo ricongiungimento

5. Seconda separazione

6. Rientra l’estraneo

7. Secondo ricongiungimento

La procedura prevede che madre entri con in braccio il bambino nella stanza. La stanza, mai

vista in precedenza da entrambi, è arredata con tre sedie, disposte sullo stesso lato, e con una

serie di giochi, posizionati per terra poco distanti dalle sedie. Il setting ricorda quello di una sala

di attesa. La consegna data alla madre è di mettere per terra il bambino quando pensa che questi

si senta a suo agio.

Nel momento in cui il bambino viene posizionato a terra inizia il primo episodio di osservazione

del comportamento del bambino. Alla madre viene dato il compito di sedersi su una delle due

sedie laterali e di guardare una rivista. Può rispondere alle iniziative interattive del bambino ma

non essere lei a iniziare l’interazione. Durante questo episodio si osserva il comportamento di

esplorazione del bambino.

All’inizio del secondo episodio entra una persona estranea nella stanza e si siede sull’altra sedia

laterale. Dopo un minuto questa persona inizia a parlare con la madre del bambino. Dopo un

altro minuto inizia ad interagire direttamente con il bambino. Durante questo episodio si

osservano le reazioni del bambino nei confronti di questa nuova persona.

All’inizio del terzo episodio la madre del bambino mette la borsa sulla sedia e lascia la stanza. Il

bambino quindi rimane da solo con l’estraneo. Viene osservato come il bambino reagisce alla

separazione dalla madre.

Nel quarto episodio torna la madre ed esce l’estraneo. Viene quindi osservato come si comporta

il bambino con la madre durante la fase di ricongiungimento e anche come reagisce alla

separazione dall&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VeroG91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Caprin Claudia.