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Spinoappendicolari:
- Trapezio: la contrazione porta la scapola medialmente.
- Grande dorsale: porta l’omero posteriormente e medialmente rispetto al
tronco. Si va ad inserire sulla cresta della piccola tuberosità, passando
anteriormente.
- Elevatore della scapola
- Piccolo romboide
- Grande romboide
La loro contrazione porta la scapola medialmente e verso l’alto. Tutti questi muscoli si
oppongono al peso dell’arto superiore.
Toracoappendicolari:
- Dentato anteriore: si origina con le sue nove digitazioni dalle coste, passa tra
la faccia anteriore della scapola e la gabbia e va ad inserirsi sul margine
mediale della scapola. Serve a tenere la scapola attaccata al tronco, ma se si
contrae porta la scapola lateralmente. È antagonista dei precedenti.
- Succlavio: dalle coste va alla clavicola, a livello del solco al di sotto della
clavicola.
- Piccolo pettorale: tre digitazioni sulle coste e si inserisce sul proc. coracoideo
della scapola. Porta leggermente in avanti la scapola e la tiene attaccata alla
gabbia.
Muscoli del collo:
- Sternocleidomastoideo: fa da ponte tra la testa e il cingolo e la gabbia
toracica.
- Omoioideo: collega l’osso ioide all’incisura della scapola.
Intrinseci
1. Cuffia dei rotatori (4 muscoli):
Sopraspinato; si origina dalla fossa sopraspinata della scapola, passa
sotto l’articolazione acromionclavicolare (tetto) e si inserisce sulla
grande tuberosità dell’omero. Si inserisce posterolateralmente.
Infraspinato; muscolo più grande, nasce dalla fossa infraspinata e si va
ad inserire lateralmente sulla grande tuberosità dell’omero
posteriormente ed inferiormente rispetto al sopraspinato.
Sottoscapolare; tutta la faccia anteriore della scapola è occupata da
questo muscolo, che va sulla piccola tuberosità passando anteriormente.
Questo muscolo avrà quindi un’azione antagonista rispetto a tutti gli altri.
Piccolo rotondo; forma a fettuccia, classico fusata. Origine nel margine
laterale della scapola, circa a metà. Si porta lateralmente e va alla cresta
della grande tuberosità. Tutta la grande tuberosità fino ad un pezzetto di
cresta sono ricoperte dall’inserzione di sopraspinato, infraspinato e
piccolo rotondo: fondamentali nel tenere l’omero attaccato alla scapola.
2. Deltoide; superficiale, conferisce forma alla spalla, ha forma triangolare e
origine tripartita. Ha la porzione più anteriore (clavicolare), una porzione
acromiale e una porzione sulla spina della scapola. L’origine è ampia e avvolge
le ossa dell’articolazione della spalla e forma una copertura che si stringe in un
unico tendine che va sulla tuberosità deltoidea dell’omero.
3. Grande Rotondo; non è parte della cuffia insieme al deltoide e si inserisce più
in basso rispetto al piccolo rotondo, sulla
cresta della grande tuberosità (e non sulla
tuberosità stessa).
La cuffia dei rotatori è un sistema
muscolotendineo che serve a tenere l’omero
ancorato nella cavità glenoidea della scapola.
Sono muscoli che ruotano la testa dell’omero
e quindi l’arto. Ruolo quindi strutturale di
stabilizzazione e produzione di adduzione e
abduzione.
Ascella
Regione importante: è uno spazio compreso fra
torace e dorso, si trova lateralmente e di forma
piramidale. L’apice è rivolto profondamente, la base
corrisponde all’area della cute che comunemente
chiamiamo ascella. È una regione delimitata da
muscoli (anteriormente grande pettorale,
posteriormente grande dorsale, sottoscapolare e
grande rotondo). È una regione importante perché
internamente ci passano delle strutture fondamentali:
- Arteria ascellare
- Vena ascellare
- Plesso brachiale
Questa regione è poi ricchissima di linfonodi che drenano la parete anteriore del
torace. Il linfonodo sentinella per il tumore al seno si trova in questa zona. Il plesso
brachiale è diviso in una porzione sopraclavicolare e una sottoclavicolare: a livello
dell’arteria ascellare avremo i rami terminali che danno i nervi dell’arto superiore; il
plesso brachiale nella parte superiore darà nervi per il torace e il dorso, in quella
inferiore darà i nervi del braccio: tutti i muscoli del braccio sono innervati o dal nervo
radiale o dal nervo ulnare o dal nervo muscolocutaneo. I linfonodi si trovano molto
profondamente a livello della base. La succlavia quando passa sotto la clavicola
diventa arteria ascellare, quando passa nel braccio diventa brachiale. Intanto stacca i
rami per le strutture muscolari che incontra, e stessa cosa accade ai nervi del plesso
brachiale. La vena ascellare riceve il drenaggio della vena cefalica, che passa nel
piccolo spazio triangolare tra il trapezio e la parte clavicolare del grande pettorale: qui
si va a gettare nella vena ascellare. Insieme alla basilica la cefalica è una delle due
vene superficiali del braccio, dove si fa il prelievo.
Nel braccio troviamo diverse fasce (importanti per i recettori e per lo scorrimento
reciproco dei muscoli):
1. Fascia brachiale che avvolge tutto il braccio ed è la continuazione della fascia
ascellare. Manda due setti verso l’omero:
- Setto intermuscolare mediale
- Setto intermuscolare laterale
La presenza di questi due setti divide il braccio in due porzioni, una anteriore e una
posteriore. Quella anteriore si chiama “loggia anteriore”, quella posteriore “loggia
posteriore”.
2. Fascia che avvolge i muscoli della loggia anteriore
3. Fascia che avvolge i muscoli della loggia posteriore
4. Singole fasce per ogni muscolo
Abbiamo un sistema quindi concentrico:
1. Fascia brachiale
2. Fascia del gruppo
3. Fascia muscolare
Tutti i muscoli scorrono, si contraggono e si allungano in maniera indipendente e
hanno bisogno di una grande mobilità.
Muscoli del braccio
Loggia anteriore:
1. Bicipite brachiale
2. Muscolo brachiale
3. Muscolo coracobrachiale
Tutti i muscoli della loggia anteriore sono flessori dell’avambraccio sul braccio.
Loggia posteriore:
1. Tricipite brachiale
2. Muscolo anconeo (che fisicamente sta nell’avambraccio)
Sono gli antagonisti della loggia anteriori e quindi sono estensori: riportano
l’avambraccio alla P0.
In sezione è visibile l’omero centralmente, i due setti laterale e mediale. In
corrispondenza dei setti il tessuto connettivo è infarcito di adiposo e ospita il fascio
vascolo-nervoso:
- Vena brachiale
- Arteria brachiale
- Nervo ulnare
- Nervo mediano
- Nervo muscolo cutaneo
La loro posizione è mediale e abbastanza profonda. Aderente all’omero, in posizione
posteriore, è presente il nervo radiale. L’arteria brachiale ha due vene molto vicine che
formano una specie di Mickey Mouse: questo è un punto di repere molto importante
per le analisi in ecocolordoppler. In base alla posizione di arteria e vena si riesce a
individuare il nervo mediano ed ulnare.
Loggia anteriore
Bicipite brachiale: classica forma fusata, origine in due capi. Passa nel solco
bicipitale tra la grande e piccola tuberosità dell’omero e il capo lungo si origina
dalla tuberosità sopraglenoidea della scapola. Medialmente c’è il tendine del
capo breve, che si origina sul processo coracoideo della scapola. I due capi si
uniscono in un unico ventre, scendono verso il basso e una parte si inserisce
sulla tuberosità radiale e l’altra fa un lacerto fibroso che va ad aderire all’ulna.
Principalmente è un flessore, ma è anche un muscolo biarticolare, che scavalca
l’articolazione del gomito e della spalla. Contribuisce quindi a tenere la testa
dell’omero inserita nella cavità glenoidea della scapola. Ha una funzione anche
nella pronosupinazione avendo rapporti col radio, elevazione dell’omero e
stabilizzazione della scapola.
Muscolo brachiale: si trova profondamente rispetto al bicipite brachiale, si
origina più o meno a metà dell’omero e si inserisce sulla tuberosità ulnare. La
funzione è la stessa (sempre un flessore è). Innervazione a carico del nervo
muscolo-cutaneo.
Muscolo coracobrachiale: il muscolo coracobrachiale si origina anteriormente
rispetto all’articolazione dell’omero con la scapola e ha quindi una funzione di
stabilizzazione. Dal processo coracoideo (origine) si inserisce al terzo medio
della faccia anteromediale dell’omero. Ruolo di flessione e adduzione. La sua
origine è mediale rispetto all’inserzione: se si contrae sposta il braccio
medialmente. Loggia posteriore
Tricipite brachiale: ha tre capi. Complessivamente la massa è la stessa della
loggia anteriore (dove ci sono 3 muscoli). L’inserzione è comune, al livello del
processo olecranico dell’ulna (il massiccio sul gomito). Si origina in alto dalla
tuberosità sottoglenoidea della scapola e margine laterale, il capo laterale si
origina dalla cresta della tuberosità posteriore e il capo mediale ha un’area
vasta di origine sulla superficie posteriore dell’omero. Tutti convergono in un
tendine di inserzione che va sull’olecrano dell’ulna.
Anconeo: nella regione del gomito si origina dalla superficie posteriore
dell’epicondilo laterale, si porta in basso e medialmente, e dopo un breve
decorso si fissa sulla parte superiore dell'ulna.
Avambraccio
Troviamo due ossa:
- Radio
- Ulna
Troviamo una serie di articolazioni:
- Gomito
- Radioulnare prossimale
- Radioulnare distale
- Muscoli flessori, estensori, pronatori, supinatori
La pronosupinazione è un movimento tipico dell’avambraccio. Tale movimento è reso
possibile dal fatto che l’ulna passa sopra il radio. C’è una zona interessante dal punto
di vista topografico: la fossa cubitale, dove si effettua il prelievo di sangue venoso
periferico.
Radio
Osso lungo. Possiede una parte spessa e una parte meno spessa, orientata in testa-
coda con l’ulna per mantenere le dimensioni dell’avambraccio: la parte spessa
articolerà con quella meno spessa e viceversa.
Il radio ha la forma di un prisma triangolare, un’estremità prossimale e una distale con
forma completamente diversa. Sono coinvolti infatti in articolazioni di tipo diverso.
L’epifisi prossimale si chiama capitello, che possiede un rivestimento di cartilagine
ialina sia nella fossa (fossa del
capitello) sia sulla circonferenza.
Entrambe quindi partecipano ad
un’articolazione. È presente la
tuberosità del radio (dove si inserisce il
bicipite brachiale). L’epifisi distale è
completamente di