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Particolare la varroatosi

Indagini sul campo finalizzate a strategie di lotta a basso impatto chimico sugli alveari, materiale di consumo per i campionamenti;

Attrezzature varie (arnie fondo a rete);

Acquisto di farmaci veterinari.

Misure di sostegno ai laboratori di analisi dei prodotti dell'apicoltura al fine di aiutare gli apicoltori a commercializzare e valorizzare i loro prodotti

Presa in carico di spese per le analisi qualitative dei prodotti dell'apicoltura.

Misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apicolo dell'Unione

Acquisto di sciami, nuclei, pacchi d'ape ed api regine.

Collaborazione con organismi specializzati per la realizzazione di programmi di ricerca applicata dell'apicoltura e dei prodotti dell'apicoltura

Miglioramento qualitativo dei prodotti dell'alveare;

Ricerche finalizzate alla lotta alle malattie.

Miglioramento della qualità dei prodotti per una loro maggiore valorizzazione sul

MERCATO

Miglioramento della qualità dei prodotti.

PIANO DI CONCIMAZIONE

Il piano di concimazione è un documento tecnico che consente di definire:

  • La quantità di elemento nutritivo necessaria alla coltura;
  • Il tipo di concime organico e/o minerale da utilizzare;*
  • Le dosi e le epoche di distribuzione.

La concimazione può essere effettuata utilizzando materiali organici, e in questo caso si parla di concimazione organica, o materiali inorganici, e in questo caso si parla di concimazione minerale.

In funzione:

  • Della coltura e delle dinamiche di assorbimento;
  • Della quantità e qualità della produzione prevista;
  • Delle caratteristiche fisico-chimiche del suolo;
  • Delle condizioni climatiche dell'area di coltivazione;
  • Delle colture in avvicendamento sull'appezzamento.

L'obiettivo di un piano di concimazione è quello di commisurare gli apporti degli elementi nutritivi ai reali fabbisogni della coltura senza incorrere in

sovra-dosaggi che, oltre a costituire un costo inutile per l'agricoltore, potrebbero provocare inquinamento ambientale, o in sotto-dosaggi che porterebbero a produzioni ridotte e a volte di scarsa qualità e, nel lungo periodo, potrebbero diminuire la fertilità del terreno. In altre parole, il piano di concimazione è un programma utilizzato per fornire alle colture il giusto apporto di nutrienti in cui, in base a diversi fattori, si incrociano diversi elementi, ovvero: - Asportazioni della coltura (variano da coltura a coltura) in cui grazie al piano di concimazione si deve garantire, come minimo, la compensazione delle asportazioni delle colture; - Analisi del terreno (s.o, ph, capacità di scambio del terreno); - In base al regime, Convenzionale o Biologico. Riguardo gli apporti e asporti, è bene precisare che la concimazione prevede sempre una anticipazione della distribuzione dell'elemento nutritivo, anticipazione indispensabile per ottenere il

Risultato produttivo prefisso. Per realizzare il loro accrescimento e quindi la loro produzione finale, infatti, le piante devono trovare nel terreno l'esatta quantità di elemento nutritivo che in quel particolare momento è necessaria per la biomassa da produrre. Solo dopo aver stimato la quantità di elemento nutritivo necessario per ottenere una determinata produzione si può passare alla stima delle quantità dell'elemento che l'ambiente potrà ragionevolmente mettere a disposizione o sottrarre alla disponibilità delle piante coltivate e definire l'effettiva dose di elemento nutritivo da distribuire.

Se apporti ed asportazioni esterni risultano pari a zero, la quantità di elemento nutritivo necessaria per ottenere quella determinata produzione corrisponderà esattamente alla quota da distribuire con la concimazione. Se, invece, dalla differenza tra apporti ed asportazioni ambientali si ottiene un risultato positivo,

questo andrà sottratto dalla quota precedentemente stimata e la quantità da distribuire con la concimazione diminuirà e viceversa aumenterà se il risultato è negativo.

Ammettendo di poter seminare il 1 novembre e di raccogliere il 1 luglio, in questi 8 mesi di ciclo colturale una certa quantità di azoto potrebbe derivare da apporti diversi dalla concimazione e un'altra quota potrebbe invece lasciare l'ambiente di coltivazione e non trovarsi più a disposizione della coltura.

Gli apporti possono derivare:

  1. dal terreno, attraverso il processo di mineralizzazione della sostanza organica;
  2. dalle precipitazioni atmosferiche;
  3. dalla coltura precedente;
  4. dalle concimazioni organiche alla coltura precedente.

Le asportazioni possono essere dovute a:

  1. processo di umificazione dei residui colturali della coltura precedente o del concime organico distribuito;
  2. Denitrificazione (è un processo di riduzione/rimozione dei composti

dell'azoto nitrico);

volatilizzazione (dell'azoto);

lisciviazione.

Al fine di predisporre un corretto piano di concimazione, le analisi fisico-chimiche del terreno sono necessarie perché da esse dipendono, tra l'altro, la produzione, lo sgrondo delle acque, la capacità di immagazzinamento dell'acqua di pioggia, il contenuto di acqua utile del terreno, le perdite per lisciviazione, la mineralizzazione (produzione di ioni minerali quali fosfato, ammonio NH4) della sostanza organica, la volatilizzazione dell'azoto, la disponibilità del fosforo nel terreno, la liberazione di elementi minerali attraverso il processo di mineralizzazione e la loro immobilizzazione attraverso il processo di umificazione.

Le analisi fisico-chimiche del terreno più importanti per l'impostazione di un piano di concimazione sono:

  1. la tessitura;
  2. il pH;
  3. la concentrazione di sostanza organica;
  4. la concentrazione di azoto totale;
  5. la concentrazione
di P2O5 assimilabile; 6. la concentrazione di K2O scambiabile; 7. la concentrazione di calcare totale. Le analisi del terreno devono essere effettuate con regolare periodicità, in modo da tenere sotto controllo le eventuali variazioni provocate dalla tecnica colturale. Tra queste, la determinazione della tessitura, che normalmente si modifica poco e molto lentamente, può essere effettuata ad intervalli di circa 30 anni. La determinazione delle caratteristiche chimiche del terreno, invece, che possono modificarsi in tempi brevi, deve essere effettuata: a. per gli avvicendamenti di durata uguale o superiore ai quattro anni: alla fine di ogni ciclo di avvicendamento; b. per gli avvicendamenti di durata biennale e triennale: ogni sei anni. La dose di elemento nutritivo da distribuire corrisponde al quantitativo di elemento da apportare al terreno per ottenere il risultato quanti-qualitativo previsto dall'agricoltore in un determinato ambiente pedo-climatico. Dal punto di vista agronomico,

La dose ottimale è quella che permette di raggiungere il miglior risultato tecnico sia per quantità e qualità del prodotto che della fertilità del suolo; dal punto di vista economico, invece, la dose ottimale è quella che massimizza il reddito netto.

Detto questo, non è detto che tutta la quantità di elemento stimata come necessaria per ottenere una determinata produzione debba essere distribuita con il concime, poiché un certo quantitativo potrebbe derivare dalle piogge, dalla coltura precedente, ecc., ma è anche possibile che se ne debba distribuire una quantità superiore a quella calcolata nei casi in cui l'ambiente sottragga elemento nutritivo alla coltura, ad esempio attraverso la lisciviazione, la umificazione, ecc.

Dal punto di vista tecnico, la determinazione della dose di elemento nutritivo da distribuire con la concimazione si basa sul "metodo del bilancio", che prevede la risoluzione della seguente:

equazione: Q = F - E + U

Dove:

  • Q = quantità di elemento nutritivo da distribuire con i concimi (chimici e/o organici);
  • F = fabbisogno di elemento nutritivo della coltura;
  • E = quantità di elemento nutritivo che entra nel terreno per cause diverse dalla concimazione;
  • U = quantità di elemento nutritivo che esce dal terreno per cause diverse dall'assorbimento della coltura.

Più dettagliatamente, la quantità di elemento nutritivo da distribuire deriva da:

Q = F - (P + M + Cp) + (L + V + D + I)

Dove:

  • Q = quantità di elemento nutritivo da distribuire;
  • V = volatilizzazione;
  • F = fabbisogno colturale;
  • D = denitrificazione;
  • P = precipitazioni atmosferiche;
  • I = immobilizzazione.
  • M = mineralizzazione della sostanza organica del terreno;
  • Cp = apporti derivanti dalla coltura precedente;
  • L = lisciviazione;

Quindi per il calcolo della quantità di elemento nutritivo da distribuire è necessario procedere con la seguente logica:

  1. definire i fabbisogni
  2. di elemento nutritivo della coltura;2. stimare quanto può essere reso disponibile dall'ambiente di coltivazione;3. stimare quanto può essere sottratto dall'ambiente di coltivazione. Il primo passo per la determinazione della dose da distribuire consiste nell'individuazione della quantità di elemento nutritivo necessaria perché la coltura possa raggiungere il risultato produttivo che l'agricoltore si prefigge di ottenere, e solo successivamente nella stima delle quantità di elemento che quel particolare ambiente metterà a disposizione della coltura e di quella che invece sottrarrà alla disponibilità delle piante. La dose distribuita al terreno non viene tutta assorbita dalla coltura ma può essere immobilizzata dalla sostanza organica, adsorbita dai colloidi, dilavata per ruscellamento, lisciviata, persa per volatilizzazione. [in quest'ultimo paragrafo ripete grosso modo nuovamente quello riportato nel paragrafo precedente, quindi non è necessario formattarlo]Il calcolo della dose di concime da distribuire si basa sul metodo del bilancio semplificato, che prevede la determinazione o la stima dei seguenti elementi:
    1. il fabbisogno della coltura;
    2. lo stato delle riserve di elemento nutritivo presenti nel terreno;
    3. gli apporti di elemento nutritivo derivanti dalla mineralizzazione della sostanza organica del terreno;
    4. gli apporti di elemento nutritivo derivanti dalla coltura precedente;
    5. gli apporti di elemento nutritivo derivanti dalla distribuzione di fertilizzanti organici alle colture precedenti quella da concimare.
    Il fabbisogno della coltura è la quantità di elemento nutritivo necessaria per ottenere una determinata quantità di produzione utile con una determinata qualità. La produzione massima di una coltura è determinata dal suo patrimonio genetico e dalle condizioni ambientali in cui viene coltivata.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
32 pagine
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SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/02 Agronomia e coltivazioni erbacee

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GS1994 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Esame di stato per l'abilitazione alla professione di Agronomo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Scienze agrarie Prof.