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La Torre di Einstein-Mendelsohn-Germania
Grande mente del 900 che ha studiato alcuni meccanismi del cosmo, per lui viene certo questo osservatorio da Erich Mendelsohn, architetto espressionista tedesco. È l'esempio più famoso di architettura espressionista che ancora esiste, è una struttura amorfa che doveva essere fatta in cemento rinforzato e che doveva rappresentare la possibilità di scollegamento tra un mondo regolato da ascisse ordinate. La realtà è che negli anni 20 non era possibile generarlo in cemento, fatto quindi in mattoni e rivestito poi in cemento e gesso.
Osserviamo le piante, partendo dal più basso al più alto, la maggior parte della torre è occupata dalla scala che arriva fino all'osservatorio, al primo piano doveva esserci lo studio di Einstein collegato anche quello all'osservatorio. Si trova all'interno di un parco molto suggestivo.
Questo è l'arrivo dalla torre, attraverso queste onde.
dove le pareti si trasformano da verticali e diventano piano, arco, quasi un paesaggio terreno. Possiamo notare anche una serie di riferimenti ai fari, alle architetture navali ecc.… I gradini sembrano quasi quelli di un transatlantico, le finestre sembrano curve perché sono posizionate sull'angolo. Questi sono lo studio e il telescopio. Mendelsohn dice che ogni materiale di costruzione, ogni sostanza, ogni materia ha delle specifiche condizioni che ci fanno capire il modo in cui può essere utilizzato; l'acciaio combinato con il cemento diventa cemento rinforzato ed è il materiale da costruzione per l'espressione formale per un nuovo stile, per creare una nuova relazione tra il supporto e la massa della materia. Questa eterna legge che apparentemente non si può mettere in discussione, deve avere un nuovo futuro e la sua immagine deve essere quella di materia che supporta sé stessa e che non ha bisogno di essere supportata, le torri nascono dallaTerra e crescono quasi in modo organico spintedalla loro stessa forza e anima, questa era la visione organico-espressionista di Mendelsohn.
Architettura degli interni
ILLINOIS INTITUTE OF TECHNOLOGY- MIES VAN DER ROHE- CHICAGO-1940
Progetto molto ambizioso e grande, uno dei primi progetti in cui fu coinvolto Mies Van Der Rohe dopo il suo arrivo negli Stati Uniti alla fine degli anni '30 ed è un masterplan nel disegno degli edifici per quello che è l'Illinois Institute of Technology che insieme al MIP sono le due grandi università e centri di ricerca americani di tecnologia.
Siamo a Chicago, quello che vediamo è una sorta di render degli anni '40, il progetto prevedeva una sorta di enorme spianata. Voleva radere al suolo una grande parte del quartiere per creare una grande superficie per appoggiare una serie di edifici che avrebbero creato il campus, non è stato realizzato al 100% come da progetto. Vediamo qua lo sviluppo della piastra, divisa da strade e formata da
Edifici funzionali come alloggi per studenti, biblioteca, aule e vari dipartimenti ecc. Strutture in metallo confortanti in metallo che diventano la grande griglia dove si sviluppano le partizioni in vetro degli edifici, notiamo la presenza di grandi travi esterne e una grandissima capacità compositiva con elementi di geometria semplice ma con una grande potenza espressiva, l'unione interessante è quella tra acciaio, cemento, vetro e mattoni (questi ultimi usati principalmente come tamponamento). Le gradinate sono un gioco di piani sovrapposti che portano a questi volumi di grande purezza e semplicità. Mies Van Der Rohe ridefinisce il linguaggio dell'architettura moderna attraverso questo studio di strutture e proporzioni ed è a tutt'oggi uno degli edifici più importanti dell'architettura del ventesimo secolo americana. Gli interni non sono molto interessanti.
Architettura degli interni
BIBLIOTECA DI VIIPURI-ALVAR AALTO- FINLANDIA- FINE ANNI
’20È un edificio molto moderno nel quale ritroviamo moltielementi che caratterizzano l’architettura dei maestri del900.È divisa in due blocchi, quello più basso e lungo contienegli uffici, una piccola area ristoro e uno spazio per leconferenze, l’altro blocco invece contiene la bibliotecavera e propria. I blocchi sono trattati in modo diverso,quello basso e lungo ha una lunga vetrata a piano terra ele finestre quasi a nastro sono divise dai pilastri strutturali,che una grande vetrata anche nel blocco scale.Un edificio quindi che si presenta molto aperto e incomunicazione con il mondo esterno. Il blocco dellabiblioteca invece si presenta completamente chiuso,vediamo solo una serie di cerchi sul tetto che sono unaserie di lucernari.Già nella pianta vediamo come questi due elementidialogo e si contrappongono tra loro, se da una parteabbiamo una geometria regolare dall’altra parte la grande chiusura fa in modo che siinseriscano elementi
Diversi come la parte semicircolare con la scala e i lucernari a tronco di cono. Questo che vediamo è l'ingresso, caratterizzato da un rivestimento in pietra, il restante dell'edificio invece è solo intonacato.
Nel retro vediamo invece il grande blocco chiuso, con delle aperture verso il parco. Nel blocco basso sono situati gli uffici e le sale conferenza per questo è stata dedicata tutta la trasparenza possibile.
Sul lato vediamo la grande vetrata della scala che rimanda all'architettura delle fabbriche e di quella navale del ventesimo secolo. Il ballatoio si trova sul retro del volume lungo e stretto.
Foto dell'epoca dell'ingresso della biblioteca, nell'altra foto vediamo come risulta l'illuminazione.
Architettura degli interni.
BELGIAN SCHOOL OF ARCHITECTURE - AIRES MATEUS TOURNAI 2017.
Aires Mateus è un architetto contemporaneo portoghese, per la scuola belga di architettura attua un lavoro di tra degli edifici.
ricucitura
Questa scuola era precedentemente un ospedale con una struttura di fine 800 in mattoni, l'elemento nuovo inserito dall'architetto è quello in mezzo color bianco. Tra l'edificio nuovo a forma di casetta scavata, e i due edifici laterali si crea un'ombra particolare; il rapporto sembra quasi incidentale: il nuovo volume si inserisce e si avvicina non curante di incastri e aperture.
Nel momento in cui questo nuovo edificio si avvicina si viene a creare uno spazio di tensione entro il quale i volumi avvicinano e delimitano la loro differenza, la loro separazione.
Mateus lavora su quelli che sono i grandi volumi della modernità, i grandi vuoti, i grandi pieni della tradizione, all'interno dei quali attua delle lavorazioni volumetriche per scavo. Il parallelepipedo bianco viene scavato con un tetto al negativo che diviene un passaggio. Il tetto al negativo ha due valenze: quella simbolica dell'essere all'interno
di una scuola di architettura in cui si parla dello stereotipo della forma dell'abitazione; quella geometrica dove i muri diventano una linea, è il punto in cui non abbiamo più lo spessore. Questo è particolarmente interessante come punto nel quale leggere la relazione tra il vuoto verticale dell'edificio preesistente e il volume nuovo che inizia a disegnare un'ombra e ad aprirsi verso l'interno del sottotetto. Il sottotetto non è un'estrusione ortogonale di profilo di casetta ma è sagomato, l'importante spigolo è una parte completamente a sbalzo retta dall'alto che incornicia ulteriormente l'edificio. A livello planimetrico si vedono il grande scavo e i corpi con i cortili dei fabbricati esistenti; il fabbricato nuovo, con il suo accesso laterale, va a ricostruire la geometria del cortile interno, un grande spazio longitudinale con un auditorium a lato. L'altro elemento caratterizzante dell'edificioSono le scale; si nota come abbiano una strana lavorazione, come se lo sfasamento dei piani che caratterizza i gradini li deformasse sia sopra che sotto. Un'altra cosa interessante è lo sviluppo di alcune sezioni interne che sono molto rigorose ma che di colpo creano dei cambi di altezze interne che non è possibile percepire dall'esterno.
Nell'auditorium il tetto interno è completamente scollegato dalla copertura vera e propria, come se fosse una scatola all'interno dell'edificio. In corrispondenza del suo spigolo abbiamo una sorta di torre di luce, la quale serve per portare la luce naturale all'interno e sottolineare ulteriormente la presenza di una casa dentro alla casa, di un costruito dentro al costruito. In sezione si capisce come l'auditorium sia a forma di casetta, anche se un'altra crea l'illusione che il suo tetto sia un parallelepipedo: la casetta si stacca dal
contenitore e grazie alla luce che illumina se ne evidenzia il distacco. La relazione che intercorre tra il volume scavato e l'edificio esistente è dovuta all'ombra: questo stacco perfetto delimita la compressione, l'aria tra un "laser" edificio e l'altro. Passato il varco a casetta sagomata ci troviamo nella parte più ribassata che scolpisce il portico esterno che delimita il lato del cortile rispetto agli edifici tradizionali, la grande vetrata di accesso dalla quale si intravede un lato dell'auditorium. Il balconcino attraverso l'uso del rettangolo e l'inclinazione (abbiamo una parete dritta che gira di 90° e questo affaccio è in diagonale rispetto alle due pareti ortogonali) aiuta a sottolineare i collegamenti della cesura tra questi due edifici, tanto è che il piano di calpestio si trova al vero piano di calpestio, ma la copertura è perfettamente sfalsata rispetto alle aperture dell'edificio storico: il
grande buco, il grandepieno. Il retro dell'edificio, quello che troviamo sullastrada di passaggio, è caratterizzato da una parete particolarmente anonima e nuda, all'interno della quale si scavano 3 buchi: uno riprende la geometria quasi da insegna, quasi da logo dell'edificio, una copertura che diventa un segno riconoscibile e identificativo dell'edificio e della sua funzione; un'altra vetra ta combacia nello spigolo di quest'ultima: racconta l'indipendenza della facciata rispetto alla struttura. Lo schema lecorbusiano di liberare la pianta, la facciata è ancora