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Simmel distingue tra individualismo dell’uguaglianza (tipico del XVIII secolo) e individualismo della differenza (XIX

secolo). Non costituiscono una novità assoluta nel panorama storico, ma sono visibili a partire dal rinascimento in

diversi campi (es. volontà di distinzione nella moda). In opposizione ai vincoli religiosi e politici del secolo XVII nasce

l’individualismo dell’uguaglianza. Tuttavia la libertà e l’uguaglianza erano frutto di un’illusione. La libertà portò a

valorizzare le caratteristiche uniche dell’individuo, entrando in contraddizione con l’uguaglianza (nasce

l’individualismo delle differenze). Individua due tendenze di soluzione alla contraddizione: la prima esclude la

seconda e viceversa e tutt’oggi si esprimono in un rapporto dialettico.

Introduzione del testo

Le ipotesi sulla relazione tra individualismo moderno e religioso possono essere:

1. L’origine dell’individualismo in occidente è da cercare nella religione. La religione cristiana porta con sé il concetto

di individuo. L’individualismo moderno ha origine dalla secolarizzazione del concetto di individuo.

2. L’individualismo religioso precede l’individualismo moderno e ne è una delle cause.

Individualismo moderno e individualismo religioso

Dumont confronta le società moderne individualistiche in contrapposizione alle società olistiche come quella

indiana. Tutte le società osservabili e ogni esempio storico presentano caratteristiche gerarchiche che negano

l’uguaglianza dei diritti. Il valore societario delle società olistiche è superiore al valore del singolo individuo. L’india è

l’espressione più pura di una società gerarchica e olistica. Il caso unico nel panorama delle culture è la forma della

società moderna occidentale che ha rivoltato lo schema gerarchico ponendo il valore dell’uguaglianza come punto di

riferimento.

Egli confronta figure emergenti all’interno delle due società a confronto. Nella società indiana si è sempre presentato

un doppio livello, da un lato una struttura gerarchica ben definita, dall’altro la possibilità che è riservata all’individuo

di uscire fuori dal mondo attraverso una rinuncia (la figura del rinunciante). Il rinunciante prosegue un cammino

verso la ricerca della verità ed è considerabile un individuo fuori dal mondo. Appare quindi l’unica possibilità per

poter uscire dal sistema olistico.

La seconda osservazione di Dumont è che una figura simile si possa ritrovare all’interno della società premoderna. I

primi cristiani sembra che assumano un ruolo vicino al rinunciante indiano, erano individui fuori dal mondo. La

dicotomia sperimentata dai primi cristiani che si contrapponevano ad un mondo gerarchico (esemplificata da San

Paolo) viene meno dopo XVII secoli con Calvino che introduce l’individuo a pieno titolo nel mondo: è l’individuo nel

mondo.

Quindi esiste una relazione diretta tra individualismo religioso e individualismo moderno?

Non si può parlare di una relazione diretta, poiché ci sono due motivi di differenziazione: la considerazione del

mondo e l’autonomia del soggetto.

L’individualismo religioso non valorizza il mondo allo stesso modo dell’individualismo illuminista. Il calvinista

capitalista non valorizza il mondo ma Dio, quindi domina il mondo a sua glorificazione.

La riforma colloca l’individuo nel mondo e pone un’autonomia religiosa, tuttavia egli è predestinato quindi non ha

potere sul proprio destino.

Quindi, in conclusione: l’individualismo dell’uguaglianza di stampo illuminista non ha affinità con quello religioso

calvinista. Tuttavia si possono riscontrare somiglianze tra le innovazioni introdotte nelle chiese post-riforma o

carismatiche in cui i canoni della religione protestante o calvinista sono stati rivisti per potersi meglio adattare alle

loro esigenze: si prefigura un’influenza dell’individualismo moderno sull’individualismo religioso. Si possono

individuare elementi di influenza dell’individualismo moderno su quello religioso.

Le diverse anime dell’individualismo

I tipi di individualismo che ancora oggi vengono considerati sono: utilitaristico, universalistico, dell’unicità o della

differenza.

La contrapposizione più radicale è quella tra individualismo utilitaristico o razionale tipico della prima modernità e

individualismo espressivo o narcisistico della seconda modernità (o contemporanea). Si tende a non contrapporli in

modo netto ma a considerare i confini sfumati.

L’individualismo razionalista è strumentale, fa riferimento ad un individuo che persegue un interesse personale ma

che è capace di progettualità e che conosce i limiti della propria azione.

L’individualismo espressivo crea un individuo irrazionale, ripiegato su se stesso, è preoccupato della propria

autorealizzazione, è edonista e non si pone limiti.

La storia dei due tipi di individualismo presuppone una lenta erosione dei legami sociali; emerge la questione

dell’autenticità.

Autenticità

Rousseau assume un atteggiamento critico nei confronti dell’individualismo acquisitivo (cioè quello che noi

chiamiamo utilitaristico). L’individuo razionale e utilitaristico si pone in relazione con l’altro spesso in termini

conflittuali: quindi l’altro prende il ruolo di nemico o alleato a seconda del guadagno che ne trae. L’individualismo

utilitaristico non è fatto solo di una fredda capacità calcolatrice che escluderebbe gli altri, anzi, loro sono importanti

per impostare il conflitto da cui trarre gli interessi desiderati. Il mondo quindi è popolato da altri e questa condizione

è essenziale.

L’azione utilitaristica è pervasa da passioni (lato emozionale) di due tipi: quella acquisitiva e quella dell’io (rimanda al

desiderio di essere riconosciuto come il migliore all’interno del conflitto). L’insieme di queste passioni hanno

conseguenze negative sul piano sociale creando una società diseguale e una patologia dell’io (l’amore proprio, per

cui gli individui cercano di apparire attraverso un’immagine falsa di sé che migliori la realtà). Rousseau ci

contrappone l’idea dell’amore di sé che invece ha la sua origine radicata nell’autenticità dei rapporti sociali.

L’autenticità quindi si contrappone all’amor proprio e si suppone sia la fonte della autentica felicità. Apre la

possibilità ad una relazione diversa con gli altri che non sembra generalizzabile all’intera società, ma solo a piccole

comunità. Quindi questa nuova forma di individualismo permetterebbe la creazione di relazioni sociali autentiche

solo in piccole comunità. Consegue la forma oggi definita individualismo espressivo (la cui origine si colloca nel

romanticismo).

In alcuni scritti successivi prospetta una visione alternativa: la ricerca dell’autenticità da parte dell’individuo

moderno comporta il rifiuto di ogni legame sociale e ogni visione comunitaria. La ricerca diviene una fuga dal mondo

e quindi la ricerca di sé stessi è un cammino da seguire in solitudine che non può essere eseguito in comune: non

esiste nessun progetto di trasformazione della realtà sociale. A questa visione pessimistica si potrebbe far conseguire

l’origine dell’individualismo espressivo o narcisistico, tipicamente collocato nella seconda modernità o nel

romanticismo.

L’ultima versione di autenticità rousseauiana è sempre una fuga dal mondo, ma si ritiene che si possa avere una

capacità critica di tipo emancipativo. Nella società a lui contemporanea è molto difficile poter realizzare un progetto

di comunità autentica, quindi reagisce elaborando quest’ultima versione. Siccome non si può creare il miraggio

comunitario allora l’io si richiude in se stesso ritenuto un ambito protetto. È anch’essa un modello di non

accettazione della società e dei suoi modelli di legame sociale, allo stesso tempo è un rimanere fedeli all’ideale di un

modello sociale alternativo che permetta di raggiungere la propria autenticità. In questa versione l’autenticità non

assume le forme di narcisismo patologico che implica un distanziamento dalla sfera sociale, ma mantiene una

tensione societaria ed una etica, pur concentrando l’attenzione dell’io in funzione riflessiva.

Il narcisismo

È strettamente legato alla perdita del legame sociale, alla perdita di comunità. Spesso viene affiancato alla critica del

consumismo, alla accentuazione della sfera privata e alla burocratizzazione della società attuale. Tutte queste

situazioni provocano uno svuotamento dell’io e un rivoltamento su se stesso.

In queste situazioni quando il desiderio del legame sociale ricompare assume forme regressive, in cui l’idea di

comunità su cui ci si concentra è reinventata e artificiale e si esprime attraverso forme conflittuali e violente verso

chi non la condivide o chi non ne fa parte.

Interpretazione della sfera religiosa

Tutte queste figure hanno conseguenze importanti sul fenomeno religioso. I due fenomeni più evidenti sono la

persistenza delle forme di fondamentalismo all’interno di qualsiasi tradizione religiosa e la presenza di modelli di

religiosità personali.

- Il fondamentalismo rappresenta una forma comunitaria con alti livelli di organizzazione, mentre la ricerca

della religiosità personale è un processo disorganizzato e individuale.

- Le religioni istituzionali subiscono un processo di deistituzionalizzazione. Mentre allo stesso tempo ce ne

sono altre che ricevono una rilevanza pubblica inedita. Inoltre il processo di interiorizzazione e

soggettivazione del credere e del praticare permette di praticare una scelta sintetizzata nel primato della

scelta sempre più svincolato dalla tradizione. Sembra che l’imperativo delle religioni (Berger) produca scelte

“eretiche” e disorganizzate.

La sindrome dell’immediatezza posiziona la dimensione personale sullo stesso piano dell’esperienza,

dell’emozione e della terapia il tutto immediato e senza mediazioni da parte di altri o altre istituzioni. Le

forme di relazione e legame sociale assumono aspetti fluidi e incerti esemplificati dai modelli religiosi

proposti dalle comunità a sfondo mistico o ai gruppi carismatici.

Il mondo e la sfera religiosa sono in rapporti molteplici, dalle mistiche che lo trasformano a versione di privatismo

religioso con esclusione della sfera pubblica.

Il rito religioso assume funzione di strumento tecnico e non ha nessun significato come avveniva nel passato.

Le credenze divengono fru

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
22 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher XYZ1234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Marchisio Roberto.