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SINDROME PANTERINICA

È dovuta a tossine quali acido ibotenico, muscimolo, muscazone e muscarina. L’acido ibotenico ha una

struttura simile all’acido glutammico, il più abbondante neurotrasmettitore eccitatorio del SNC, viene

decarbossilato in vivo a muscimolo, agonista GABA A. L’A. muscaria contiene acido ibotenico, muscimolo e

in quantità minore muscarina. L’estratto di Amanita muscaria porta ad uno stato di depressione (un

torpore), con concomitante sonno, allucinazioni, delirio e spasmi muscolari. Il torpore può essere seguito

da eccitamento comportamentale, accompagnato da allucinazioni visive ed uditive e distorsione dell’input

sensoriale. I composti attivi sono ben assorbiti oralmente e sembrano essere escreti senza essere

metabolizzati dal fegato. Cosi, i composti restano in forma attiva nell’urina. Mentre le proprietà

farmacologiche dell’acido ibotenico e del muscimolo, isolati dall’Amanita muscaria, non sono state

chiaramente valutate, la muscarina stimola direttamente i recettori dell’ACh sia nel cervello che

nell’organismo, causando sudorazione profonda, contrazione pupillare, aumento del tono vescicale,

rallentamento del ritmo cardiaco, aumento della pressione sanguigna e altri effetti simili a quelli prodotti

dagli AChE-inibitori. Questa somiglianza non e imprevista, poiché sia la muscarina che gli AChE-inibitori

aumentano l’attività dei neuroni dell’ACh. Curiosamente, gli stessi effetti si presentano in coloro i quali

usano l’Amanita muscaria e l’A. pantherina per scopi voluttuari. L’atropina e stata frequentemente

somministrata come antidoto. Comunque, ci sono stati diversi casi di periodi prolungati di sofferenza con

un’intensificazione dei sintomi in seguito all’uso di atropina. Gli effetti dell’Amanita muscaria e dell’Amanita

pantherina dimostrano che questi funghi esercitano profondi effetti sull’organismo oltre che sul cervello.

Questi effetti periferici sembrerebbero limitare l’uso voluttuario dell’Amanita, eccetto per coloro i quali

preferiscono tollerare sintomi piuttosto intensi e sgradevoli allo scopo di raggiungere una distorsione

sensoriale.

CLINICA: Fra la 1/2 ora e le 6 ore dalla ingestione compaiono dolori addominali diffusi e sudorazione. Solo

raramente la diarrea. Seguono manifestazioni deliranti, allucinazioni visive, eccitazione e convulsioni. Tutto

il quadro è caratterizzato da allargamento della pupilla (midriasi). L'evoluzione è di qualche ora ed in genere

benigna. La morte può sopravvenire per paralisi respiratoria

TERAPIA: Evacuazione del tratto gastroenterico per mezzo di lavanda gastrica e clisteri. Nei casi più lievi

emetici e purganti salini.

ANTIDOTI: Diazepam in caso di eccitazione e/o convulsione

SINDROME NARCOTIANA

La psilocibina e la psilocina sono due agenti psichedelici che si trovano in almeno 15 specie di

funghi appartenenti al genere Psilocybe, Panaeolus e Conocybe. Questi funghi crescono in tutto il

mondo. La psilocina e la psilocibina sono i due più importanti composti psicoattivi contenuti nel fungo, e

sono approssimativamente 200 volte meno potenti dell’LSD.

Diversamente dalla Dimetiltriptamina, la psilocina e la psilocibina sono efficacemente assorbite quando

somministrate per via orale, ed i funghi sono mangiati crudi allo scopo di indurre effetti psichedelici. È

difficile stabilire quanta psilocibina e/o psilocina sia contenuta in ogni particolare fungo. Esiste una grande

variabilità nella potenza tra le differenti specie di funghi, cosi come importanti differenze tra funghi della

stessa specie. Perciò le specie devono essere opportunamente identificate per determinare il giusto

dosaggio. Inoltre esistono alcune specie estremamente tossiche di funghi, che non sono psicoattive e che

apparentemente somigliano a quelle che contengono psilocibina e psilocina. Così, per evitare esperienze

spiacevoli, bisogna avere dimestichezza con tutte le specie allucinogene e velenose di funghi. Per lungo

tempo, la psilocina e la psilocibina furono entrambe considerate attive dal punto di vista farmacologico. 198

Tuttavia, i due composti differiscono soltanto in quanto la psilocibina contiene una molecola di acido

fosforico. Quello che sembra avvenire dopo che il fungo è stato ingerito è che l’acido fosforico è rimosso

dalla psilocibina, liberando psilocina, l’agente psichedelico attivo. Le allucinazioni e le distorsioni del tempo

e dello spazio, sono simili a quelle provocate dall’LSD. La durata d’azione della Psilocybe, comunque, è

molto più breve (tra le 2 e le 4 ore) della durata d’azione dell’LSD. Si ha tolleranza crociata tra la psilocibina,

l’LSD ed anche la mescalina. Come l’LSD, gli effetti collaterali precedono sempre lo svilupparsi dell’azione

psichedelica. I consumatori avvertono sintomi associati a reazioni di conflitto/fuga/spavento. La psilocibina

non è così potente come l’LSD, ed è alquanto più facile aggiustare la dose per raggiungere un livello

desiderato di effetto. Basse dosi di psilocibina (4 o 5 mg) inducono una piacevole esperienza con

rilassamento mentale. Dosi più elevate (fino a 15 mg) inducono alterazioni della percezione, in

concomitanza ad allucinazioni occasionali.

Tempo di incubazione: da qualche minuto a poche ore

CLINICA: Possibili disturbi gastrointestinali; disturbi neurovegetativi e neuropsichici (stato confusionale,

delirio, tachicardia o bradicardia, cefalea, brividi, vertigini); allucinazioni

TERAPIA: Evacuazione gastroenterica con lavanda gastrica nei casi più lievi emetici e purganti salini.

Diazepam nei casi più gravi

• Sindromi tardive (lunga latenza d’azione):

SINDROME FALLOIDEA

Le tossine responsabili di questa sindrome sono:

• Fallotossine famiglia di eptapeptidi ciclici (6

composti)

• Amatossine famiglia di octapeptidi ciclici (5

composti). Per quanto riguarda l'avvelenamento

solo le Amatossine sono responsabili della tossicità

dei funghi in quanto le fallotossine hanno scarsa

capacità di penetrazione cellulare

Le tossine presenti nei generi Amanita, Lepiota e Galerina necessitano di un recettore sulla membrana

epatica per poter penetrare all'interno della cellula e svolgere la loro devastante azione. Si deve al gruppo

di Theodor Wieland la scoperta di questo recettore: esso è formato da due proteine (con pesi molecolari

apparenti rispettivamente 48 000 e 54 000) che costituiscono il sistema sinusoidale di trasporto dei Sali

biliari. Tale sistema, per funzionare al meglio, richiede la presenza del normale gradiente di ioni sodio

transmembrana. Una volta all'interno della cellula, la falloidina determina modificazioni dei microfilamenti,

con alterazioni della struttura di sostegno cellulare, inibisce l'azione della fosfatasi, interferisce con il

metabolismo dei fosfoinositidi (inibizione della sintesi, aumento della formazione di IP3 con successiva

alterazione dell'equilibrio del calcio intracellulare. L'alfa-ammanitina si porta all'interno del nucleo e

inibisce l'RNA-polimerasi Il con arresto della trascrizione del DNA in RNA messaggero. Il danno degli

epatociti determina l'insufficienza epatica clinicamente rilevabile.

TEMPO DI INCUBAZIONE: 6-12 ORE (FINO A 48 h) 199

CLINICA:

- 1a fase: sindrome gastroenterica a cui può far seguito un grave squilibrio elettrolitico che non corretto

può portare a shock e morte

- 2a fase: aumento delle transaminasi (GOT e GPT), ipoglicemia, insufficienza epatica (4-5a giornata) si può

andare incontro a lenta risoluzione o a peggioramento con necrosi epatica.

TERAPIA: Le amanitine vanno incontro a circolo enteroepatico è quindi utile la somministrazione di boli di

carbone attivo

ANTIDOTI: La somministrazione deve essere precoce e prolungata:

1) N-acetilcisteina

2) Antamanide (decapeptide ciclico, isolato da A. phalloides Vaill.) attivo solo se somministrato prima o

contemporaneamente alle amatossine (antagonista recettoriale).

3) Silimarina (flavolignano, contenuto nel Sylibum marianum L.) sembra agire come l'Antamanide

(antagonista recettoriale).

In definitiva:

I funghi vanno raccolti interi e non in stato d’alterazione (ammuffiti, fradici ecc. );

• Non raccogliere i funghi in aree sospette d’inquinamento (come es.: discariche, lungo arterie stradali

ecc.);

• Assolutamente non fidarsi di presunti “esperti”, far controllare tutti i funghi raccolti solo dagli Ispettori

Micologi delle Az. USL. O dotati di diploma

Non esistono metodi empirici (quali le prove con l’aglio, monete d’argento ecc. ) per verificare se un fungo

sia edule o velenoso;

• La cottura, l’essicazione o altri sistemi non servono a svelenare i funghi mortali (Amanita phalloides, A..

verna,A.. virosa, Lepiota specie,Cortinarius orellanus e altri) le tossine sono termostabili e quindi non

perdono la loro tossicità;

• Tutti i funghi vanno mangiati ben cotti

• Non si devono somministrare i funghi ai bambini, donne in stato di gravidanza o persone che presentano

intolleranza a particolari farmaci o disturbi allo stomaco, al fegato ed al pancreas senza il consenso del

medico.

CHE COSA FARE IN CASO D’AVVELENAMENTO DA FUNGHI ?

• Recarsi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso ( non perdere tempo )

• Portare tutti gli avanzi dei funghi disponibili, compresi quelli gettati in pattumiera o vomitati, utili ai fini

del riconoscimento

• Non tentare “terapie” autonome ( al massimo tentare di provocare il vomito con metodi naturali senza

violenza ) 200

ANTIDOTISMO

Si definisce antidoto ogni mezzo capace di limitare l'intensità

dell'effetto indesiderato di una sostanza fino ad annullarlo. Gli

antidoti sono sostanze che con meccanismo aspecifico o specifico

per vie diverse, possono prevenire o limitare:

 l’assorbimento

 l’azione lesiva sui parenchimi

 le alterazioni funzionali indotte dai veleni

Misure atte ad impedire ulteriore assorbimento del tossico sono:

 VOMITO

 LAVANDA GASTRICA

 ADSORBIMENTO CHIMICO (carbone attivato)

 NEUTRALIZZAZIONE

 PURGANTI

Mezzi atti ad aumentare l'escrezione dei tossici sono: Categorie di tossici con il più elevato numero di morti.

 DIURESI FORZATA

 DIALISI PERITONEALE

 EMODIALISI

 EMOPERFUSIONE

Induzione del vomito: a 60 minuti dall'ingestione dell'agente tossico permette di eliminare circa il 30%

della sostanza. Induttori del vomito sono:

• SCIROPPO DI IPECACUANA

• APOMORFINA (sconsigliata nei bambini)

Il vomito non va indotto con le seguenti sostanze:

 AGENTI CORROSIVI (si rischia la rottura dell’esofago)

 DISTILLATI DEL PETROLIO (possono dare polmoniti)

 STIMOLANTI DEL CENTRO DEL VOMITO NEL

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A.A. 2016-2017
230 pagine
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SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ciuffo9226 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tossicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Campolongo Patrizia.