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ECTION TESTIMONIANZA COME FONTE CONOSCITIVA

di Reid e di Hume

12. La testimonianza nell’epistemologia

Come è gia stato detto in precedenza, nella filosofia reidiana la testimonianza viene considetata un

canale di conoscenza molto importante, pari alla percezione. Reid considera, infatti, la testimonia e

la percezione come fonti conoscitive primarie, in quanto ci permettono di acquisire informazioni sul

di ragione, memoria o inferenza. Da un lato,

mondo in modo del tutto autonomo, senza l’intervento dei segni della natura; dall’altro,

il filosofo mette la percezione, definendola come l’interpretazione

del linguaggio degli uomini.

egli mette la testimonianza, definendola come l’interpretazione

compie in solitudine, attraverso i suoi sensi ed il contatto con il

La percezione è un atto che l’uomo “sociale” perché

mondo esterno; la testimonianza invece rappresenta per Reid una fonte conoscitiva

può avvenire soltanto fra più individui intelligenti (ciò esclude la solitudine).

Attraverso l’interazione con altri individui, noi trasmettiamo e riceviamo maggior parte delle nostre

il termine testimonianza ci può far pensare

conoscenze, proprio tramite la testimonianza. D’impatto, ad

di tribunale, a degli imputati e ad un caso in cui si deve testimoniare per scopire la verità.

un’aula

Questo tipo di testimonianza viene definita formale, in quanto deve rispettare specifiche dinamiche

e modus operandi per raggiungere la verità. Questo di testimonianza resta relegato comunque in dei

contesti ben precisi, lontani dalla vita quotidiana degli uomini. La testimonianza cui parla Reid è la

testimonianza informale, ossia quella che gli fanno ogni giorno in contesti non formali: esempio le

la propria giornata, l’interrogazione a scuola, ecc. Nel

indicazioni stradali, il raccontare ad un’amico

testimoniare esiste dunque una correlazione fra due o più soggetti, in cui uno testimonia o racconta i

fatti ed un ascoltatore che riceve la testimonianza e stabilisce in seguito la sua credenza (testimony

based belief). Reid dà un valore molto importante alla testimonianza, in quanto nel corso della vita

ogni individuo attraverso questa fonte di conoscenza acquisisce una vasta quantità di informazioni.

Si tratta di una via ben diversa per arrivare alla conoscenza rispetto alle altre fonti, in quanto essa ha

interpersonale

bisogno dell’interazione e della comunicazione verbale per concretarsi.

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filosofo, a parte Reid, ad essersi occupato di testimonianza, dando un importante

L’unico contributo

allo sviluppo della disciplina, è stato David Hume (filosofo che Reid considera suo rivale). Sebbene

fonte di

Hume veda la testimonianza come un’importante conoscenza, lo studioso giunge a delle

conclusioni ben diverse rispetto a Reid. Hume riconosce, infatti, la testimonianza come strumento di

trasmissione delle informazioni, ma in negativo. Il filosofo crede che le informazioni trasmesse con

la testimonianza, siano delle informazioni basate sul falso e che non possono generare che credenze

in tal senso, non rispetta a pieno il requisito della veracità espresso

basate sulla menzogna. L’uomo

da Reid e deve stabilire il proprio grado di credulità in base a quanto riesce a percepire e provare coi

dica sempre il vero e che attraverso il contatto

propri sensi. Reid da invece per scontato che l’uomo

sociale con gli altri uomini riesca a conoscere il mondo (non soltanto basandosi sulla percezione). Il

punto di vista di Reid dunque è positivo, rispetto a quello di Hume che è tutto l’opposto.

13. L’importanza del linguaggio

Secondo Reid, gli oggetti che possono comporre il sapere umano sono infiniti, ma i canali con cui

essi giungono alla nostra mente sono sostanzialmente la testimonianza umana e la percezione. Per

il filosofo esiste una forte analogia di fondo tra questi due canali, in quanto la percezione per certi

versi può essere considerata una sorta di testimonianza della natura che riusciamo a carpire grazie ai

nostri sensi (olfatto, udito, gusto, tatto, vista). Mentre la testimonianza umana è molto più diretta ed

interpersonale, poiché ci viene fatta da altri uomini attraverso il linguaggio. Sia che si tratti di

testimonianza umana, sia che si tratti di testimonianza naturale (percezione), gli oggetti ci vengono

trasmessi attraverso dei segni che la mente umana interpreta e trasforma in credenze o concezioni.

Reid suddivide le percezioni in percezioni naturali e percezioni acquisite e suddivide i linguaggi

in linguaggi naturali e linguaggi artificiali. Le percezioni originali si manifestano attraverso le

sensazioni e possono essere innumerevoli. La natura ci ha dato gli strumenti per interpretare tali

segni e comprenderne il significato. Ad esempio, noi riusciamo a percepire ed a comprendere in

modo automatico la gestualità, le espressioni del viso e i cambiamenti del tono della voce, in quanto

fanno parte del linguaggio naturale, ovvero quel linguaggio innato e che capiamo naturalmente. Gli

di un uomo (felicità, rabbia, tristezza, paura) dal

individui, infatti, riescono a capire lo stato d’animo

suo viso e dalle espressioni che riesce a fare attraverso (senza che egli parli).

Le percezioni acquisite invece sono caratterizzate da segni che percepiamo attraverso le sensazioni.

Tale

Il legame tra i segni e le sensazioni è stabilito dalla natura e lo scopriamo con l’esperienza.

dei segni col tempo si tramuta in credenza. Nei

esperienza che acquisiamo nell’interpretazione

linguaggi artificiali, ad esempio, i segni sono dei suoni che vengono articolati in base alle decisioni

di una lingua, noi capiamo

umane ed in base al significato che gli si vuole dare. Nell’apprendimento

Più esperienza acquisiamo nell’interpretazione e comprensione dei

tali segni in base all’esperienza.

segni, maggiore sarà la capacità di individuare la connessione tra i segni ed il linguaggio. I segni

che riusciamo ad interpretare con scioltezza, con molta facilità, divengono credenza proprio grazie

Nella vita, afferma Reid, sono poche le percezioni originali che riusciamo ad avere,

all’esperienza.

rispetto al gran numero di percezioni acquisite. Alla base, le percezioni originali come il linguaggio

Le

naturale e la gestualità fanno parte della natura umana stessa, quindi sono innate all’uomo.

percezioni acquisite invece sono informazioni o segni che acquisiamo attraverso il linguaggio

artificiale. Ad esempio, se un pittore riesce a distinguere le opere di Raffaello da quelle di Tiziano è

perché ha acquisito le informazioni necessarie per distinguere le une dalle altre.

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per Reid una connessione tra la ricezione delle informazioni e l’acquisizione della percezione.

C’è

Nello studio della nostra lingua madre ad esempio noi riceviamo le informazioni attraverso i suoni

dei suoni medesimi (quando nella

del linguaggio, ma acquisiamo i segni attraverso l’imitazione

imitazione comprendiamo di essere capiti, ciò vuole dire che abbiamo appreso i segni). Soltanto

riusciamo a capire che gli uomini hanno usato il linguaggio

con l’esperienza artificale come

strumento per spiegare le cose.

Per riassumere quanto detto finora, possiamo affermare con certezza che Reid dà un valore primario

al linguaggio. Ad esempio, se parliamo di comunicare, comandare, promettere, contrattare o anche

testimoniare, sono per Reid operazioni sociali che hanno luogo tra esseri umani dotati di intelletto e

che implicano l’uso della comunicazione, ovvero del linguaggio. Per Reid il linguaggio è l’insieme

dei segni che gli uomini usano per comunicare pensieri, intenzioni, propositi, desideri. Il linguaggio,

afferma il filosofo, è composto da segni che suggeriscono il significato delle cose in modo naturale

o artificale (gli uomini hanno raggiunto un accordo sul loro significato). Reid, perciò, distinge due

tipologie di segni: i segni naturali ed i segni artificiali. I primi sono quelli il cui significato è stato

stabilito dalla natura e che gli uomini scoprono in modo spontaneo, senza doverlo apprendere con la

ha una

esperienza o trovando un accordo unanime. Questi segni vengono compresi perché l’uomo

capacità innata di comprenderli: ogni persona comprende il significato di un sorriso o una carezza,

il tono irato di un rimprovero o il pianto di una persona. Essi trasmettono la parte più istintiva e

umano

intima dell’animo e per questa ragione costituiscono il fondamento delle arti. Il linguaggio

naturale è precedente a qualsiasi altro linguaggio artificiale ed è comprensibile a qualsiasi uomo a

prescindere da quale sia la sua lingua madre. Esso fornisce una sorta di conoscenza primitiva, a cui

ha aggiunto, per l’esigenza di comunicare, altri segni artificiali per spiegare le

l’uomo cose cui il

delle parole scritte e pronunciate). Il

linguaggio naturale non può arrivare (ecco perché l’invenzione

linguaggio artificiale, dunque, è un arricchimento del linguaggio naturale e costituisce il linguaggio

noi

che apprendiamo sin da piccoli, quando impariamo la nostra lingua madre. Con l’esperienza

impariamo ad associare i segni al loro significato. Questa scoperta che piano piano accresciamo nel

della mente) di associare in maniera del

corso della nostra vita, ci permette (grazie all’intervento

tutto automatica il segno al suo significato (creando la credenza).

Secondo Reid, entrambi, sia il linguaggio naturale sia quello artificiale, hanno la stessa importanza.

Il linguaggio naturale (attraverso la gestualità, le espressioni del viso, ecc.) riesce a rendere più

incisivo e persuasivo il linguaggio artificiale. Riuscire a comprendere le parole del linguaggio

artificiale è fondamentale per una giusta comunicazione (fondamentale per rendere incisiva la

impara il linguaggio artificiale sin dalla nascita attraverso l’imitazione di

testimonianza). L’uomo

altri individui che articolano lo stesso linguaggio.

14. I principi di veracità e credulità

Sin da piccoli tutte le informazioni che ci vengono trasmesse, sono trasmissibili grazie alle parole di

qualcun altro. Dalle informazioni o dalle testimonianze che ci trasmettono gli altri, noi apprendiamo

tutte le nozioni basilari ed anche quelle più complesse del mondo. Da piccoli impariamo ad esempio

a fidarci ciecamente delle parole dei nostri genitori e dei nostri famigliari, finché non osserviamo

col tempo che non sempre gli uomini dicono la verità. Quando cresciamo, cominciamo ad osservare

è in grado di mentire.

che non tutte le testimonianze sono vere e che l’uomo Tuttavia, nella maggior

parte dei casi, noi crediamo a quanto ci viene testimoniato in base a due principi che articol

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Publisher
A.A. 2015-2016
14 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudio.2110 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia della Conoscenza e del Linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Coliva Annalisa.