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A A B B
ᾠ ᾠ
d = d / d = /
La densità relativa del gas A rispetto al gas B sarà data da: rel A B A B
ᾠ ᾠ
Poiché e hanno lo stesso numero di molecole, il loro rapporto deve essere uguale a quello
A B
tra i pesi molecolari M e M intesi come sommatoria dei pesi atomici degli aotmi costituenti le
A B
molecole. Quindi: d = d /d = M /M
rel A B A B
Se il secondo gas viene identificato come l’idrogeno al quale Cannizzaro conferì peso atomico 1 e
peso molecolare 2 la densità relativa viene espressa come:
d = M /2 M = d ∙ 2
da cui
rel A A rel
I pesi molecolari ottenuti da misure di densità relative rispetto all’idrogeno permisero a Cannizzaro
di determinare, attraverso l’analisi chimica, la quantità con cui un elemento era contenuto in una
quantità di composto numericamente uguale al suo peso molecolare. I risultati ottenuti gli permisero
di risolvere il problema della determinazione dei pesi atomici.
Regola di Cannizzaro: il peso atomico di un elemento è dato dalla più piccola quantità in peso con
cui l’elemento si ritrova nei pesi molecolari dei suoi vari composti.
I pesi molecolari e atomici così determinati sono pesi relativi (avendone fissato uno arbitrariamente)
e adimensionali. Nel 1860 al primo Convegno internazionale della Chimica Cannizzaro presentò
una relazione scientifica che permise di conoscere il peso molecolare (massa molecolare) degli
elementi, il peso atomico (massa atomica) degli elementi e di assegnare ai vari composti chimici
un’esatta formula molecolare che esprime il numero degli atomi costituenti una determinata
molecola. Il lavoro di Cannizzaro rese giustizia all’ipotesi di Avogadro. Restò il problema della
definizione dei pesi atomici, specie dei metalli, che non formano facilmente composti gassosi. A
questo scopo venne usata la regola di Pierre Louis Dulong e Alexis Petit.
c ∙ A ≡ 6.4 -1 -1
Regola di Dulong – Petit: cal K mol
s
Il calore atomico (cioè il prodotto del calore specifico (c ) per il peso atomico A) è un valore
s
-1 -1 -1 -1
costante pari a circa 6.4 cal K mol o 26.8 J K mol . Dei metodi più moderni permettono di
determinare i pesi atomici e molecolari con grande precisione.
Equazioni chimiche. Relazione massa – energia.
La legge della conservazione della massa interpretata alla luce della teoria di Dalton come la legge
della conservazione degli atomi ha come importante conseguenza l’uso di indicare le reazioni
chimiche in modo sintetico con delle equazioni in cui il numero degli atomi rimane invariato nei
due membri dell’equazione. Il concetto di atomo che si conserva immutato nel susseguirsi delle
reazioni chimiche è alla base di tutta la chimica teorica e pratica. Un’equazione chimica indica solo
i rapporti quantitativi con cui reagiscono le sostanze di partenza e si formano i prodotti di reazione
ma non indica la resa della reazione (il rapporto tra le molecole che hanno reagito e quelle di
partenza), non fornisce indicazioni sull’energia messa in gioco nella reazione e non fornisce
informazioni sula velocità e sul meccanismo con cui questa avviene. Il meccanismo è l’insieme
degli stadi intermedi attraverso cui i reagenti devono passare per trasformarsi in prodotti e la cui
somma dà l’equazione stechiometrica. Tutti questi aspetti sono fondamentali per promuovere e
controllare un processo chimico. Attualmente si sa che la legge di Lavoisier non è rigorosa perché
in una reazione vi è sempre energia assorbita dal sistema di reazione per rompere i legami delle
molecole reagenti (energia in entrata) ed energia emessa in seguito alla formazione dei legami nelle
molecole prodotte (energia in uscita) e il bilancio è quasi mai perfettamente nullo. Quindi per la
legge enunciata da Albert Einstein anche la massa subisce una variazione.
2
∆m = E/c
Legge di Einstein:
∆m è la variazione di massa
E è l’energia in gioco 8 -1 -1
c (velocità della luce) = 2.997292 ∙ 10 m s = 300 000 km s
Attualmente si sa che l’atomo non è indivisibile e che le caratteristiche degli atomi dipendono dal
numero atomico.
Particelle fondamentali dell’atomo.
Nel 1834 gli studi condotti da Michael Faraday sui processi elettronici che avvengono in soluzioni
acquose di acidi, basi e Sali e permettono il passaggio di corrente con migrazione di ioni positivi al
catodo e migrazione di ioni negativi all’anodo, avevano già messo in evidenza una natura elettrica
degli atomi. Tuttavia solo gli studi successivi hanno permesso di scoprire la struttura intima degli
atomi. Gli atomi non sono particelle indivisibili ma sistemi di struttura complessa la cui conoscenza
viene considerata il punto di partenza indispensabile per una corretta interpretazione delle proprietà
della materia che dipendono dalle proprietà degli atomi costituenti. Gli atomi, supposti di forma
-10 -10
sferica, hanno un raggio d’ordine di 10 m (10 m = 1 Å) con un volume quasi completamente
vuoto in quanto la massa è concentrata nel nucleo. Il nucleo contiene numerose particelle nucleari
diverse legate tra loro attraverso interazioni estremamente forti. Le particelle più importanti del
nucleo sono i protoni e i neutroni indicati generalmente con il nome di nucleoni. I protoni sono
carichi positivamente mentre i neutroni non presentano una carica elettrica e hanno una massa
uguale a quella dei protoni. Lo spazio intorno al nucleo è occupato dagli elettroni, particella di
massa trascurabile ed inferiore rispetto a quella dei nucleoni ma con carica uguale a quella dei
-19
protoni ma di segno opposto. Il valore assoluto della carica dell’elettrone (1.6022 ∙ 10 C) viene
assunto come valore della carica elementare (quantità fondamentale di elettricità) cosicché qualsiasi
altra carica elettrica portata da un atomo o da un raggruppamento di atomi deve risultare un suo
multiplo. Nel complesso l’atomo risulta un sistema elettricamente neutro poiché il numero di
protoni è uguale a quello degli elettroni. Quando ad un atomo vengono sottratti uno o più elettroni si
forma uno ione carico positivamente detto catione mentre quando un atomo assume uno o più
elettroni si forma uno ione carico negativamente detto catione. I cationi e gli anioni possono essere
composti da raggruppamenti atomici. La massa del protone è approssimativamente uguale a quella
del neutrone ed è migliaia di volte più grande di quella dell’elettrone quindi si può affermare che la
massa di un atomo corrisponde alla massa del suo nucleo.
Numero atomico, numero di massa. Isotopi.
Il numero di protoni o degli elettroni caratterizza l’atomo e le sue proprietà. Questo viene chiamato
numero atomico ed è rappresentato con la lettera Z. il numero totale dei nucleoni viene detto
numero di massa e viene rappresentato con la lettera A.
A = Z + N N = A – Z
A = numero di massa
Z = numero atomico
N = numero di neutroni
Il numero atomico e il numero di massa caratterizzano i nuclei degli elementi e di qualsiasi
particella atomica e subatomica mediante la notazione generalizzata:
A X
Z
X = simbolo della particella
Gli elementi sono sostanze costituite da atomi chimicamente identici e con lo stesso numero
atomico (Z). Gli atomi di uno stesso elemento possono avere diverso numero di neutroni e sono
chiamati isotopi.
Definizione di isotopi: gli isotopi sono atomi di uno stesso elemento che differiscono per il numero
di massa.
Alcuni elementi stabili non presentano isotopi mentre vi sono numerosi isotopi instabili come quelli
radioattivi. Gli isotopi radioattivi sono atomi naturali o prodotti artificialmente i cui nuclei sono
instabili e in un tempo più o meno breve si trasformano in altri nuclei. L’idrogeno è l’unico
elemento i cui isotopi hanno nome e simbolo differenti e un numero di massa diverso e
caratteristiche fisiche molto differenti. Le quantità con cui gli isotopi sono presenti nella miscela
isotopica vengono espresse con l’abbondanza percentuale (numero di atomi di un determinato
isotopo su 100 atomi della miscela) o con l’abbondanza relativa (frazione con cui l’isotopo si
ritrova nella miscela di atomi o anche abbondanza percentuale /100). La composizione isotopica di
un elemento sul nostro pianeta si può considerare costante indipendentemente dal luogo di
provenienza.
Pesi atomici e unità di massa atomica.
Non potendo pensare singolarmente agli atomi si è pensato già dal XIX secolo di considerare come
peso atomico di un atomo un peso fissato arbitrariamente cioè il rapporto tra il peso dell’atomo
considerato e il peso di un atomo preso come riferimento. Il peso atomico di un atomo viene inteso
anche come rapporto tra la massa dell’atomo considerato e la massa dell’atomo di riferimento. Il
peso atomico è una massa atomica relativa. La scala dei pesi atomici è una scala variabile al variare
del valore assegnato alla massa dell’atomo di riferimento chiamata unità di massa atomica. Con la
scoperta degli isotopi nacque la scala fisica dei pesi atomici dettata dall’esigenza di riferirla alla
massa atomica di un singolo isotopo e quindi tale da risultare indipendente da una possibile
variazione della composizione isotopica dell’ossigeno. Essendo i chimici restii ad accettare questa
nuova scala nel 1961 in base ad un accordo internazionale si è assunta come unità di massa atomica
12
C
(u) una unità di massa uguale a 1712della massa dell’isotopo del carbonio. In questa nuova
6
scala il peso atomico del carbonio 12 viene così ad essere per definizione 12.
Peso atomico (massa atomica relativa) = massa dell’atomo considerato / massa dell’atomo di
riferimento 12
C
Unità di massa atomica (u) = 1/12 della massa dell’isotopo 6
12
C
Peso atomico dell’isotopo = 12
6
Peso atomico del protone = 1.007276
Peso atomico del neutrone = 1.008665
Peso atomico dell’elettrone = 0.000548
Poiché i pesi atomici dei nucleoni hanno valori vicini all’unità è evidente che il numero di massa di
un elemento (se presente con un isotopo) si può considerare il valore arrotondato del peso atomico
dell’elemento stesso. Il peso atomico di un elemento composto da miscele di isotopi rappresenta la
massa media della miscela isotopica naturale di quell’elemento. Tale peso atomico si colloca
mediante la relazione
Peso atomico di un elemento in una miscela isotopica = ∑ x ∙ m
i i
In cui x rappresenta l’abbondanza relativa (frazione con cui l’isotopo i-esimo si trova nella miscela)
m è la massa relativa del singolo isotop