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Alfred Doeblin (1878 – 1957)
BIOGRAFIA: Alfred Doeblin è un autore contemporaneo di Schnitzler. 1878 nasce a Stettino nella Pomerania prussiana (attualmente in Polonia), città di confine della lingua germanica. Proviene da una famiglia di modeste condizioni ebraica piuttosto laica (non osservante), ma è in contatto con la realtà dell'ebraismo orientale definito ostjudentum. Da un lato è a contatto con un ebraismo ortodosso e rigido, dall'altro lato vive in una famiglia non osservante = spaccatura tra ebraismo occidentale (westjudentum) e orientale (ostjudentum). 1888 all'età di 10 vive un evento traumatico: il padre fugge con l'amante lasciando la sua famiglia in condizioni economiche precarie. Con la madre si trasferisce a Berlino. Dopo aver frequentato le scuole obbligatorie si iscrive alla facoltà di medicina (punto di contatto con Schnitzler) come medico-psichiatra.
E contemporaneamente porta avanti la vocazione letteraria che possiede. Questa scissione viene chiamata "Dopperleben" (doppia esistenza). Dal 1910 alla sua attività di medico-psichiatra, inizia la sua attività parallela letteraria su una rivista espressionista chiamata "der Sturm" (la più importante rivista del principale movimento d'avanguardia nei paesi di lingua tedesca: l'espressionismo). Nel 1912 si sposa con Erna Weiss e ha 4 figli. Nel 1915 scoppia la Prima Guerra Mondiale e svolge servizio come medico militare. Nel novembre 1918 in Germania avviene la Rivoluzione di novembre: ci sono una serie di sommosse popolari e uno dei centri dove si combatte è Berlino, proprio dove si è trasferito Doeblin dopo la guerra. Egli parteggia con i rivoluzionari. Ha una presa di coscienza ideologica e politica nei confronti del socialismo; conseguenze: da un lato crolla il governo dell'impero.
Guglielmino e viene fondata la Repubblica di Weimar, dall'altro lato questa Repubblica mantiene un carattere borghese, una repubblica socialista "fallita". Negli anni '20 sperimenta molti generi letterari, dal romanzo storico al romanzo di fantascienza. Nel 1929, verso la fine della Repubblica di Weimar, scrive il suo capolavoro: "Berlino Alexanderplatz". Dopo il rogo dei libri prende parte al movimento dell'Arte degenerata, non allineata al programma pseudo-culturale del partito nazionalsocialista "Blut und Boden". Nel 1933 fugge in Francia in esilio, dopo l'avvento al potere di Adolf Hitler.