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APPUNTI SU MEAD

Mead sviluppa un cambiamento di prospettiva nello studio del rapporto tra individuo e società. Individuo e società possono essere compresi come aspetti diversi di un processo attivo attraverso il quale sono generati sia il sé sia la società. Mead scrive: "il sé deve essere spiegato nel contesto del processo sociale della comunicazione. Gli individui devono essere posti in relazione dentro questo processo prima ancora che diventi possibile la comunicazione. Il corpo non è un "sé": lo diventa solo quando ha sviluppato una mente nel contesto dell'esperienza sociale". Mead quando parla di individui intende ogni aspetto della loro costituzione. Lui vuole mostrare come deve essere compreso il carattere organico-sociale della percezione e della coscienza. "la mente nasce attraverso la comunicazione da una conversazione di gesti in un processo sociale o contesto di esperienza, e non viceversa".

La prospettiva di Mead comprende la vita sociale come una realtà che è costruita e questa costruzione non risulta da accordi o contratti sociali in relazione ai quali gli individui siano vincolati gli uni agli altri. Mead mostra come già a livello della percezione sia in gioco una realtà dinamica che configura con un processo l'organico e il sociale. "La società precede l'individuo. L'individuo è spiegato in termini della società e non viceversa. L'atto sociale deve essere preso come un insieme dinamico, come un'attività in corso". La coscienza, intesa nel senso cognitivo di consapevolezza, non viene considerata da Mead come una caratteristica presociale dell'individuo. "L'atto sociale è possibile senza una forma di coscienza". mette in luce 3 questioni:

  1. La coscienza si genera attraverso la relazione sociale
  2. L'atto sociale si può svolgere senza consapevolezza.

(ha delle conseguenze questa affermazione: la dinamica della società è per lo + razionale, sociale sono le azioni che non sono mosse da volontà chiara e che non si sviluppano in base ad un obiettivo preciso)

3. L'influenza tra società e individuo è frutto dell'osservazione dei comportamenti ed è empiricamente verificabile

Parte prima: Istinto ed emozioni

Nel "Il carattere sociale dell'istinto" Mead presenta la sua teoria del carattere sociale degli istinti umani i quali sono sempre riferiti a comportamenti determinanti dai movimenti di altri individui il cui comportamento è simile al nostro.

La condotta istintuale si sviluppa in un ambiente sociale: ciò è importante in quanto costituisce il punto di incontro di comportamento istintuale e vita sociale.

L'istinto umano è sociale nella sua dinamica perché sorge e si sviluppa in relazione a comportamenti di altri.

Condotta sociale = condotta mediata

Dai movimenti di altri individui, ai quali i nostri movimenti sono istintivamente adattati. Movimento ha un doppio significato:

  1. Gesto in senso fisico
  2. Movimento di una persona suscita in un altro una risposta istintiva

L'istinto umano non si esaurisce nel movimento di un singolo individuo, ma il movimento istintuale di un individuo è solo la prima parte di uno scambio in cui la seconda parte è la risposta di adattamento istintivo del secondo individuo al movimento del primo. Istinto è un movimento organicamente prodotto che è strettamente legato ad un altro movimento suscitato in un altro individuo. Gesto sociale = istintivo.

Emozioni come atti troncati. Molto importante nei processi istintivi è la loro intima connessione con le emozioni. Mead introduce l'analisi della funzione delle espressioni delle emozioni nel processo di mediazione della condotta sociale. La condotta sociale genera una sfera relazionale-comunicativa-esperienziale che è la

coscienza sociale degli individui. Dentro questa coscienza sorgono degli oggetti sociali: i sé, i me, gli altri.

Domanda: come i movimenti istintivi delle espressioni delle emozioni vengono elaborati dai movimenti dei partecipanti e dentro la coscienza sociale? Mead prende spunto dalla teoria di Dewey secondo la quale le espressioni delle emozioni vengono ricondotte alle attività istintive dell'organismo stesso. La teoria delle emozioni, diffusa nel XIX, sostiene che l'emozione sorga come cambiamento fisiologico. La tesi di Dewey da molta importanza alla dimensione non fisiologica, sostenendo che la coscienza dei processi fisiologici è imp già nel riconoscimento e costruzione dell'oggetto.

La teoria delle emozioni come atti troncati afferma che l'emozione sorga nel momento in cui l'azione viene troncata o inibita (es: la rabbia nasce nel movimento in cui lo stimolo alla lotta viene inibito). Mead introduce l'attenzione alle emozioni.

Per il loro essere gestisignificativi. Quindi Mead sviluppa la teoria delle emozioni come attitroncati indicando il carattere sociale degli atti troncati comesegnali sociale ai quali altri individui rispondono con altrimovimenti.

La situazione e la costruzione di oggetti sociali

Si deve riflettere sulla situazione dalla quale nasce l'emozione. Mead osserva che si tratta di una situazione in cui l'inibizione con gli impulsi contrastanti rende necessario un raggiustamento; è una situazione sociale.

La coscienza emozionale:

  • precede le possibilità del pensiero e dell'azione riflessiva
  • deve essere pensata all'inizio dell'atto riflessivo
  • sorge subito dopo l'inibizione dell'atto
  • è la prima cosa con la quale all'interno della nostra coscienza rappresentativa si possono costruire oggetti.

Il contenuto dei nostri sé è un contenuto affettivo e le stimolazioni sociali in risposta alle quali si hanno i primi adattamenti.

devono essere già oggetti sociali nel momento in cui il bambino si trova esposto ad essi. La dinamica stimolo – adattamento di questa situazione è emotiva e non cognitiva. L'emozione è particolare, offre il materiale per la costruzione del sé che può essere tanto parte del sé individuale che degli altri sé. Mead considera i movimenti di espressione delle emozioni come segnali di condotta sociale in relazione ai quali vengono differenziati gli oggetti sociali. Il carattere istintivo di questi movimenti appare come un atto primordiale. C'è in tutti noi un fondo di organizzazione sociale inesplorato che ci permette di agire con più sicurezza in un ambiente sociale che non in quello fisico. Ciò che vediamo nei volti e negli atteggiamenti degli altri non è il volto o il corpo, ma l'indicazione di tipi di comportamento e dei sentimenti che il comportamento iniziale implica. Attraverso l'interazione.si può sviluppare un contenuto di coscienza che non è derivato da un sentimento, dall'esperienza percettiva sensibile ma dall'emozione. L'atto troncato è importante per il suo essere implicato nei processi fisiologici e come segnale sociale per stimolare le risposte di adattamento degli altri. Nella costruzione dell'oggetto sociale, la distinzione tra il me e gli altri è determinata dalla natura dell'istinto e il contenuto dell'altro è il contenuto emotivo oggettivato dell'impulso, mentre il me è la coscienza degli sforzi inibiti. In conclusione, Mead sottolinea come gli istinti sono decisivi perché sono indicazioni di comportamenti socialmente importanti. Parte seconda: Percezione ed esperienza Mead parla di una dinamica della percezione nella quale ha un ruolo fondamentale l'esperienza passata dell'individuo che percepisce. Così Mead connette l'attività percettiva alladimensione dell'esperienza ciò comporta che per gli umani l'attività fisiologica della percezione non sia autonoma dall'esperienza passata, ma che sia influenzata e orientata da questa. Per l'uomo la percezione sensibile di una cosa fisica è legata a immagini che provengono dall'esperienza passata. Gli oggetti fisici sono composti dell'esperienza di uno stimolo immediato e della capacità immaginativa della risposta a cui porterà questa stimolazione. La percezione tra animali dello stesso gruppo di forme viventi La percezione sensibile è data da stimoli che sono movimenti che conducono a risposte di altri che influenzano i partecipanti. Negli animali, lotta, riproduzione, caccia, gioco, cura sono comportamenti che risultano dall'attivazione della dinamica movimenti-stimolazioni a partire da impulsi istintivi. La percezione come atto Concetto di ATTO = indica come la relazione tra organismo e ambiente siacaratterizzata da una circolarità composta dallo stimolo sensibile, dalla risposta dell'organismo e dagli effetti prodotti dalla risposta. Fasi dell'atto: - prima fase atto istintivo il quale è reso possibile dalla attrezzatura fisiologica dell'organismo a dare risposta ad uno stimolo sensibile - seconda fase impulso ad agire. È la fase in cui l'organismo riconosce a distanza un oggetto - terza fase manipolazione dell'oggetto. In questa fase avviene l'esperienza di contatto che permette all'organismo di verificare effettivamente quanto ha ipotizzato nella seconda fase. Questa fase è importante perché è attraverso la manipolazione che l'organismo si forma una coscienza percettiva dell'oggetto. È la più importante perché fornisce all'organismo quell'esperienza del contatto attraverso la quale gli è possibile verificare le anticipazioni ideo-senso-motorie ipotizzate nella percezione.distanza.Mead mostra che la percezione è un atto, un'attività resa possibile dall'apparato organico sia dal lavoro di manipolazione. Ciò che per noi è l'oggetto è il risultato di un atto cognitivo-sociale-esperienziale che è generato da un comportamento. La percezione è costituita da elementi che sono resi possibili dall'esistenza dell'apparato organico degli individui, ma che non sono riconducibili al funzionamento degli impulsi lungo questo apparato. Mead mostra come uno stato soggettivo diviene oggettivo. Secondo Mead l'immagine è attivamente coinvolta nel processo organico perché offre stimoli alla definizione delle condizioni di ciò che viene percepito. In "La definizione dello
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
11 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ali.99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bontempi Marco.