vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FATTI SOCIALI
I fatti sociali dipendono da alcune condizioni di identità. Il rapporto tra le due cose è basato su relazioni di fondazione. Tali relazioni dipendono e quindi sono ancorate in altri fatti sociali. Tali fatti ancoranti a loro volta dipendono da alcune condizioni e dal contesto. Ciò significa che gli ancoramenti e le pratiche sociali non sono assolute (il libro arbitrio è un'utopia).
Rawls vs Nozick
A livello pratico tale schema risulta utile al fine di capire in quali condizioni x è y. Ad esempio, cosa fa di un determinato oggetto un simbolo religioso e non un giocattolo? Le condizioni sono date dalle relazioni di fondazione/principi frame.
Passo successivo: come fanno a decifrarlo? Scopro gli ancoramenti. Ad esempio, danze rituali durante le quali un determinato oggetto viene santificato.
Tale schema/metodo è universale: vale in ogni situazione e con qualsiasi altro paradigma (es:).
funzionalismo o metodo statistico). In base a questo modello, quindi, non esiste incompatibilità traspiegazioni epistemologiche e spiegazioni funzionaliste (vs Wittgenstein).
I fatti sociali sono delle costruzioni sociali, con il tempo però essi possono diventare reali. In particolare, essi vengono naturalizzati e incorporati dall'individuo sotto forma di habitus (Bordieu). Essi si riproducono nel tempo .alla base della loro costruzione e quindi della costruzione dellarealtà sociale ci sono diversi meccanismi.
I fatti sociali possono essere considerati gli "oggetti" delle scienze umane. Questa è la risposta data dall'ontologia. Una volta chiarita questa cosa emerge una nuova domanda: come si studiano questi fatti sociali? La risposta è data dall'epistemologia.
Esistono diversi metodi per studiare i fatti sociali. Nelle scienze umane, infatti, non vi è convergenza metodologica come nelle scienze naturali. Inoltre, essi nella
maggior parte dei casi vengono studiati e analizzati non parlando e facendo riferimento a fatti individuali, ma a fatti aggregati. Il metodo principale delle scienze naturali è il metodo scientifico sperimentale. Nelle scienze umane sono stati fatti dei tentativi di applicazione ed esportazione di tale metodo. In particolare, sono stati fatti degli esperimenti riguardanti la reciprocità e l'altruismo. Da questi esperimenti è scaturito che ne esistono di due tipi: 1. debole e finalizzato ad ottenere qualcosa in cambio 2. forte e spontaneo (privo di calcoli di interesse individuali). Tale tipo a sua volta è suddiviso in positivo e negativo (un individuo è disposto a rinunciare a qualcosa pur di punire coloro che non rispettano le norme) Dagli esperimenti in laboratorio è emerso che le persone hanno una tendenza maggiore a mettere in atto un atteggiamento di reciprocità negativa. Nella vita reale, però, di fatto non è così; questosoprattutto perché le punizioni vengono distribuite socialmente e affidate a istituzioni. Tale metodo, quindi, non risulta sempre veritiero e, inoltre, può essere applicato solo con riferimento a piccoli e semplici fenomeni/fatti sociali. Nelle scienze umane esistono 4 diversi modelli per studiare la realtà e i fenomeni sociali. Tali modelli sono rigidi e teorici. In pratica, però, i diversi fenomeni e fatti sociali vengono compresi e studiati ricorrendo a una pluralità di metodi: 1. modello nomologico/deduttivo: metodo delle scienze naturali. I diversi fenomeni vengono spiegati elaborando leggi generali che individuano una correlazione tra due o più fenomeni (es: criminalità e disoccupazione); tali leggi poi diventano funzionali anche per prevedere un fenomeno in futuro. Naturalmente, nell'elaborazione di tali leggi il ricercatore deve verificare la veridicità di tali relazioni. Molte di esse, infatti, possono essere spurie e quindi del tuttocasuali. È importante chiarire però che quando si parla di fatti/fenomeni sociali non si può parlare di leggi in senso stretto; difatti quelle che vengono individuate non sono altro che leggi statistiche/probabilistiche. Ciò significa che hanno sempre delle eccezioni (es: legge della domanda e dell'offerta. Tale legge non vale per la benzina o per tutti quei prodotti tassati il cui prezzo non varia in base a interessi e azioni di produttori e consumatori) 2. modello ermeneutico L'obiettivo di tale metodo non consiste nella spiegazione, ma nella comprensione e interpretazione dei fatti/fenomeni sociali. L'aspetto più importante per comprendere un fenomeno è l'esperienza vissuta (Dilthey). Ogni comprensione, a differenza delle leggi, è particolare, relativa e soggettiva. Inoltre, essa richiede un lavoro lungo e complesso; il ricercatore deve essere disposto a mettersi continuamente in discussione e riflettere sulle proprie.ideepregresse. Tale processo di comprensione e interpretazione termina quando si riesce a giungere alla costruzione di un orizzonte di senso più lungo/una fusione di orizzonti (Gadamer). Naturalmente, le interpretazioni possono e, anzi, tendono a mutare in base alle diverse circostanze storico-temporali (es: autismo). Tale metodo venne screditato per tutto il '900. Oggi invece nelle scienze umane è quello che viene maggiormente adottato. Le neuroscienze influenzano le scienze sociali. Ciò è avvenuto, ad esempio, con la scoperta dei neuroni specchio (osservando io mi rispecchio nell'altro e quindi riesco a comprendere quello che sta facendo perché i miei neuroni si attivano in quell'esatto momento); essa ha cambiato il modo di comprendere la realtà e le azioni sociali. In particolare, prima la comprensione dell'azione era possibile solo se si era in possesso di un vocabolario intenzionale dell'azione; oggi, invece, tale vocabolario.non è necessario. Questo vale soprattutto per le azioni elementari ("azioni osservate"). L'empatia quindi è possibile. Tali interpretazioni sono potenzialmente infinite, ma nonostante questo noi ad un certo punto decidiamo di fermarci. Quando e perché? Questo avviene perché noi siamo consapevoli di essere limitati e quindi della nostra impossibilità ad arrivare a una conoscenza completa e finita. Questo non è un problema, è del tutto normale.
Teoria della pertinenza: Sperberg e Wilson sostengono che l'interpretazione si ferma quando viene raggiunto un equilibrio tra costi e vantaggi tale per cui un cambiamento di idea si rivela uno sforzo inutile. A volte però tale equilibrio raggiunto è precario e quindi nuove ipotesi e visioni si rilevano positive e vantaggiose. In particolare, esse spiegano qualcosa in più rispetto a quelle precedenti.
Spiegazione per meccanismi comportamentali individuali e i diversi fatti sociali.
Vengono spiegati individuando la catena di meccanismi ad essi sottostanti. Tra due fenomeni, infatti, non intercorre una relazione diretta e automatica.
I meccanismi non sono altro che sistemi composti da più parti organizzate tra loro. Ogni parte svolge un lavoro/funzione. Il suo funzionamento dipende dal modo in cui tali parti sono organizzate.
Ovviamente esistono diversi vincoli riguardanti il loro funzionamento; ad esempio essi non funzionano se le parti non sono organizzate o state montate correttamente. Le circostanze di innesco, quindi, sono molto importanti.
Tali spiegazioni sono casuali, ciò significa che sono prive di leggi. Tali spiegazioni si rivelano però utili e funzionali al sostegno di leggi e regolarità a livello macroscopico e, inoltre, sono utili a spiegare possibili eccezioni.
Esistono comunque delle problematiche. Una di queste riguarda il fatto che molti dei meccanismi micro-sociali (individuali) si possono spiegare attraverso meccanismi sottostanti.
questi ultimi possono essere molteplici e quindi individuarli risulta difficile
spiegazioni funzionali
metodo finalizzato a capire/scoprire la funzione, individuale o collettiva, di un determinato fenomeno/fatto sociale.
Un fenomeno esiste in virtù della funzione che ha
COOPERAZIONE
Capacità di lavorare, distribuendo/pianificando i diversi compiti, per raggiungere determinati obiettivi. Essa riguarda sia i singoli individui che gruppi.
Essa è un vantaggio evolutivo.
Nel corso della storia, infatti, vi è stata una specie di selezione naturale tale per cui sono sopravvissuti solamente i gruppi che cooperavano tra loro.
Alla lunga, infatti, è stato dimostrato che la cooperazione è conveniente e vantaggiosa.
Questo possiamo vederlo, ad esempio, nei giochi di reciprocità.
Ovviamente questa “teoria” della cooperazione è valida per i piccoli gruppi e su larga scala, naturalmente, la situazione è più complessa (es. le persone
Sono anonime, non si conoscono), ma tale principio è comunque confermato. In particolare, la cooperazione in questi casi non è tenuta insieme da meccanismi psicologici, ma da istituzioni (es: senza tetto) altruisti nati.
Per Tomasello gli individui sono e quindi hanno una tendenza innata e spontanea a collaborare. Ovviamente l'intensità di tale tendenza è variabile, ma essa resta comunque una caratteristica universale.
Il suo pensiero è opposto rispetto a quello di Hobbes. Per Hobbes, infatti, l'uomo è un animale profondamente egoista e questo fa sì che si viene a trovare in uno stato di guerra permanente di tutti contro tutti; tale situazione è, naturalmente, poco piacevole, brutale e breve.
L'uomo quindi decide di attivare la sua razionalità e di porre fine a questa situazione stipulando una sorta di contratto sociale. Essonon è una forma di cooperazione; viene, infatti, istituita un'autorità.
la nostra cultura, quindi, è per lui basata e prodotta dalla cooperazione. Da questa affermazione scaturiscono due questioni importanti: - come nasce? La cooperazione nasce da una situazione particolare tale per cui esiste un conflitto di interessi tra le parti coinvolte (es: dilemma del prigioniero) - come è organizzata? La cooperazione viene organizzata tenendo in considerazione costi e benefici, i quali devono venire distribuiti equamente tra le parti. Tale organizzazione è un problema normativo e quindi è il sistema istituzionale ad occuparsene. Ovviamente le modalità possono variare a seconda del contesto.