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PRINCIPO DI AZIONE-REAZIONE
Nel momento in cui sollecitiamo un materiale esso reagisce deformandosi.
1. TEST A COMPRESSIONE: il materiale viene compresso da una pressa meccanica ed esso
risponde andando a difendersi, quindi tende a esercitare un’azione uguale e contraria,
quando la compressione finisce il materiale riacquisisce la sua forma iniziale (vale anche per
il test a trazione)
2. TEST A TRAZIONE: è il test più significativo per i materiali metallici
Resistenza a rottura: è la sollecitazione massima che il materiale sopporta prima della rottura
(ceramici>metalli>polimeri), più il legame chimico è forte più il materiale è resistente a rottura.
Modulo elastico: è l’entità della contro-reazione che il materiale oppone al tentativo di
deformazione (ceramici>metalli>polimeri)
Abbiamo due tipi di deformazioni possibili:
-reversibili o DEFORMAZIONE ELASTICA
-irreversibili o DEFORMAZIONE PLASTICA, dove il materiale rimane deformato anche togliendo la
sollecitazione
Abbiamo due tipi diversi di comportamento:
-Fragile: abbiamo una deformazione elastica fino a rottura (es. materiali ceramici)
-Duttile: abbiamo sia deformazioni elastiche e plastiche prima di rompersi (es. metalli)
Bisogna quindi analizzare sia il legame chimico che la struttura dei materiali. Le strutture atomiche
si dividono in:
-Amorfe (vetri)
-Cristalline (ceramici e metalli) che si dividono in -monocristalline (un solo cristallo)
-policristalline (formato da tanti grani cristallini)
-Semicristalline (materiali polimerici)
Nella struttura cristallina ho gli atomi tutti
organizzati in maniera ordinata e ripetibili (a
corto e lungo raggio), si può dividere in:
monocristallina: gli atomi partono in maniera
ordinata per tutto il materiale
policristallina: è la struttura tipica della maggior
parte dei ceramici e dei metalli
La struttura amorfa è formata da tetraedri di SiO ed ha una struttura disordinata.
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La struttura semicristallina è caratterizzata da una struttura mista con aree amorfe e aree
cristalline, come quella dei materiali polimerici in cui nelle macromolecole si distinguono aree
amorfe e aree cristalline
.
Anche la struttura ha degli effetti sui materiali:
-TRASPARENZA E OPACITA’: Ad esempio la struttura amorfa del vetro da origine alla trasparenza
perché non ci sono bordi di grano (quindi non ci sono le interfacce) e la radiazione luminosa non
incontra ostacoli e quindi riesce ad attraversare il materiale
-ISOTROPIA: quando il materiale ha le stesse proprietà indipendentemente dalla direzione lungo la
quale vengono misurate (materiale monocristallino= anisotropo; materiale policristallino e
amorfo=isotropo)
-PERFORMANCE: maggiore o minore resa, efficienza (materiale monocristallino più efficiente del
policristallino)
DIFETTI NEI MATERIALI CRISTALLINI
I cristalli ideali sono diversi dai cristalli reali che hanno dei difetti.
I metalli allo stato solido hanno atomi disposti nello spazio secondo una struttura tridimensionale
ordinata e ripetitiva, chiamata reticolo cristallino. I nuclei occupano i nodi del reticolo cristallino, gli
elettroni degli strati interni restano legati ai nuclei, quelli dello strato esterno invece sono liberi di
muoversi. Nei materiali metallici, dato che il legame metallico è adirezionale (non ha una direzione
precisa), la disposizione degli atomi nello spazio rispetta solo il criterio di massimo riempimento del
volume. In genere ci sono 3 tipi di strutture cristalline: struttura cubica a facce centrate (alluminio,
rame, piombo), esagonale compatta (zinco, magnesio, titanio) e cubica a corpo centrato (non è una
struttura compatta, quindi il legame non è completamente adirezionale, tipica del ferro e del cromo)
4 tipologie di difetti:
-Zero dimensionali (puntali) -> vacanze-interstizi
-monodimensionali (di linea) -> dislocazioni
-bidimensionali (di superficie) -> bordi di grano
-tridimensionali (di volume) -> inclusioni, pori
1. ZERO DIMENSIONALI: ci permettono di spiegare come passare da un materiale puro a una
lega metallica e come faccio a giuntare tra di loro metalli diversi. Quindi ci permettono di
spiegare la coesistenza di atomi di metalli diversi nello stesso reticolo cristallino e sono alla
base della formazione delle leghe metalliche; spiegano anche il movimento degli atomi
all’interno del reticolo cristallino nel materiale allo strato solido (diffusione allo stato solido).
L’atomo si sposta e crea un vuoto detto VACANZA.
SOLUZIONE SOLIDA- lega
Le leghe sono una miscela tra un metallo A e un metallo B, creo quindi una soluzione.
Abbiamo due tipi di soluzioni: interstiziale e sostituzionale.
Una soluzione interstiziale è ad esempio l’acciaio che è formato da ferro + carbonio dove il ferro è
solvente, perché presente in quantità maggiore, mentre il carbonio è soluto in quanto è presente in
quantità minore nella miscela. Gli atomi del soluto sono sufficientemente piccoli da occupare i vuoti
all’interno del reticolo cristallino del solvente.
Una soluzione sostituzionale è ad esempio il duralluminio (alluminio+ rame) o l’acciaio inossidabile
(carbonio+ferro+nichel+cromo) dove il solvente è il ferro. In queste soluzioni gli atomi del soluto
sostituiscono del solvente nelle normali posizioni reticolari. Anche se la struttura del solvente
rimane inalterata generalmente gli atomi di soluto e di solvente hanno dimensioni diverse e quindi
ha luogo una progressiva distorsione del reticolo al crescere del contenuto di solvente.
Esiste un limite di solubilità ovvero una quantità massima di soluto che può essere ospitata nel
reticolo del solvente.
DIFFUSIONE ALLO STATO SOLIDO
E’ quello che succede nelle operazioni di saldatura, se porto alcuni metalli ad alta temperatura li
ossido e quindi saldo. Però si può saldare anche senza portare il materiale allo stato liquido,
utilizzando le basse temperature + la pressione, utilizzando le vacanze (sfrutto il difetto).
Le conseguenze che può avere la diffusione allo stato solido sono:
-cementazione (carburazione) degli acciai
-densificazione (sinterizzazione) dei ceramici
2. MONODIMENSIONALI: attraverso questo difetto possiamo spiegare il comportamento
macrodimensionale del materiale, spiegano la capacità dei metalli di deformarsi
plasticamente e la duttilità (la deformazione plastica avviene per scorrimento delle
dislocazioni)
La T al contrario indica la dislocazione. Abbiamo la parte sopra che è considerata un cristallo perfetto
perché gli atomi sono tutti al proprio posto, mentre nella parte sotto abbiamo la dislocazione, che
è un difetto dei cristalli utile nel momento in cui il cristallo viene sottoposto ad una sollecitazione
meccanica (ad esempio la sollecitazione di taglio). Nel momento in cui lo sollecitiamo, individuiamo
la dislocazione all’interno del materiale. L’atomo instabile (A) tende a legarsi a (C) e siccome non
può avere più di 4 legami, rompe il legame con un altro atomo (B). A sua volta (B) cerca la sua
stabilità legandosi con un altro atomo. Quando la dislocazione arriva all’estremità del materiale esso
è deformato plasticamente, ovvero non può più tornare alla sua forma originale a meno che non ci
sia un’altra sollecitazione meccanica (a livello pratico si può spiegare piegando una forchetta).
Per avere questo tipo di comportamento abbiamo bisogno di un materiale cristallino (ceramici o
metalli), solo con i metalli posso indurre una deformazione plastica (ovvero sono duttili).
Questo perché in un materiale metallico, la sua struttura mi consente di fare spostare il piano
atomico senza rompere il materiale, in quanto la nube elettronica segue gli spostamenti. Nei
materiali ceramici non si può propagare la dislocazione perché i legami sono molto forti e non
permettono ad essa di propagarsi (arriva alla rottura ma non si deforma). Nei legami ionici è ancora
diverso, porto le cariche dello stesso segno vicine e quindi il materiale andrà a rompersi perché
destabilizza la struttura.
3. BIDIMENSIONALI: (nei policristalli) equivalgono ai bordi di grano che sono le superfici
presenti tra i grani cristallini che si formano in seguito alla solidificazione del metallo.
All’interno del grano gli atomi sono ordinati, mentre nei bordi gli atomi creano una
situazione di parziale disordine.
I bordi di grano ostacolano la dislocazione, dobbiamo applicare una pressione maggiore
(monocristallo è più duttile) e quindi contribuiscono ad aumentare la resistenza del materiale alla
deformazione. Essi sono meccanismi di rinforzo.
Il materiale convenzionale è più duttile di quello artificiale in quanto i bordi di grano in quello
convenzionale sono minori e quindi abbiamo un minor numero di ostacoli da superare.
4. TRIDIMENSIONALI: non sono più difetti della struttura, ma della macrostruttura del
materiale. La struttura macroscopica è più affetta da questi tipo di difetti.
-Effetto della struttura sull’isotropia
Il legno è un materiale anisotropo, è formato da una serie di anelli e all’interno di ogni anello esso è
composto da fibre cave allineate una alle altre in una determinata posizione.
Il calcestruzzo non viene mai sottoposto a un test a trazione, ma solo a compressione. E’ isotropo
perché ho la resistenza meccanica ovunque io lo pressi.
La microstruttura ha quindi un effetto sull’isotropia, la ghisa ad esempio è prodotto affinché abbia
rinforzi che ne alterino le caratteristiche meccaniche e sono difetti rispetto alla matrice ferrosa. La
porcellana ha una matrice vetroso in cui sono annegate particelle di seconda fase (ex. quarzo)
-Effetto della struttura sulla porosità
Il difetto che ha un ruolo fondamentale nei materiali ceramici è la porosità. Esistono materiali densi
e poroso (ad aumentare dei pori diminuiscono le prestazioni meccaniche). I materiali metallici sono
esenti da porosità (dovuto al processo di “versaggio”).
2-LE PROPRIETA’ DEI MATERIALI
Le proprietà dei materiali si dividono in: -meccaniche (analizzano il comportamento meccanico)
-fisiche (proprietà termiche, ottiche, acustiche)
-chimiche (analizzano la durabilità del materiale)
PROPRIETA’ MECCANICHE
Quando su un corpo agisce una forza si possono avere diverse conseguenze in funzione dell’entità
della forza, del tipo di materiale e della geometria del corpo. Se la forza è sufficientemente piccola,
il corpo si deforma la variazione delle sue dimensioni è solo temporanea e recuperata quando viene
rimossa la forza (comportamento elastico). Aumentando la forza può aver luogo una deformazione
che non viene più recuperata (deformazion