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La rappresentazione formale delle regole fonologiche (slide 21)
Questa regola ci fa vedere che la lettera 's' che noi vediamo scritta la pronunciamo 'z' a causa della coarticolazione con il suono seguente. La 's' è infatti una fricativa alveolare sonora e anche la consonante che segue è sonora. Quindi noi vediamo che il suono sordo 's', indicato tra le parentesi oblique, si realizza (->) come 'z' cioè come suo corrispondente suono sonoro. La barra obliqua invece mi indica che dopo vado a scrivere il contesto fonetico nel quale avviene la regola, cioè che se quel che segue (_) è una consonante sonora io pronuncio una 'z' (fricativa alveolare sonora).
Nella seconda regola vediamo che l'allungamento della vocale avviene solo per le vocali toniche cioè, che alla sillaba con l'accento ' (cioè la sillaba tonica) con nata col simbolo $ (cioè nale
di sillaba) cioè quindi una sillaba aperta che ha comecon ne la vocale stessa. Ma attenzione: io devo specificare che la nostra regola di allungamento vocalico avviene per vocali toniche in sillaba aperta, ('_$) ma non avviene quando noi abbiamo questa sillaba tonica aperta in finale di parola ('#, dove #= finale di parola) come ad esempio in 'città'.
LA SERIE COMPLETA DELLE NASALI (slide 22)
fi fi fi fi fi fi
Guardiamo in questo caso le nasali, e concentriamoci a vedere ad esempio la nasale palatale, rappresentata da una 'n' con la gamba sinistra allungata. In rosso evidenziamo le coarticolazioni. Classicamente abbiamo delle parole con delle nasali 'm' e 'n' ma ad esempio In 'bagno' e 'gnomi' abbiamo il suono 'gn' espresso con la 'n' palatale che è intrinsecamente sonora (perché non ha il corrispondente sordo). Attenzione però perché tra
‘gnomi’ e ‘nomi’ la differenza è molto sottile in scrittura fonetica. Quindi ci accorgiamo che la nasale palatale si allunga sempre quando è in posizione intervocalica (es. bagno, che la ‘gn’ è tra due vocali, mentre il gnomo la ‘gn’ non è intervocalica.
LE FRICATIVE (slide 23)
La fricativa è una consonante che viene pronunciata con frizione, sono dette anche spiranti perché c'è un continuo movimento d'aria.
Abbiamo quindi 5 fricative nel nostro italiano: ‘f’, ‘v’, ‘s’, ‘z’, e ‘sc’.
Mentre ‘sc’ è una fricativa palatale sorda (più precisamente post alveolare sorda), le altre sono differenziate in labiodentali sorde (f) e sonore (v) e in alveolari sorde (s) e sonore (z, ma non di ‘zaino’ bensì di ‘fuso’, ‘smetto’ ecc).
Quarta settimana
Slides quarta settimana
Sinora abbiamo visto le nasali e le fricative. Ricordiamo che le righe ci indicano il modo di articolazione e che le colonne indicano il luogo dell'articolazione. Inoltre, andiamo a vedere anche la sonorità o la sordità di ogni consonante in base alla posizione sinistra (suono sordo) o destra (suono sonoro) della consonante stessa.
Ora ci concentriamo sulle occlusive, il cui modo di articolazione è caratterizzato dal fatto che io chiudo totalmente il canale senza più far passare aria.
Nel caso di 'pino' abbiamo una fricativa bilabiale sorda (p), seguita da una vocale anteriore alta e chiusa (i).
La corrispondente occlusiva bilabiale di 'p' è la 'b' di 'bino' solo che la 'b' è sorda.
La 't' di 'tino' è un occlusiva alveolare sorda mentre la
“d” di ‘dino’ é un’occlusiva alveolare sonora. La “k” di ‘chino’ é invece una occlusiva velare, cioè pronunciata contro il velopalatino, ma è sorda, mentre la sua occlusiva velare sonora é la “g” di ‘Ghino’
LE QUATTRO AFFRICATE DELL’ITALIANO (slide 4)
Le a ricate non le vediamo in tabella, ma in italiano ci sono. L’IPA infatti le tratta aparte e sono suoni complessi, che sono costituenti di un unico segmento della catena fonica, ma questo segmento è formato da due parti.
Le AFFRICATE infatti sono suoni composti da una occlusiva (prima riga) con una fricativa (quinta riga).
Ad esempio io combino le occlusive alveolari “t” e “d” con una fricativa che sia il più possibile vicino alla posizione delle mie occlusive, ad esempio le fricative “s” e “z”.
Quindi ad esempio ‘soluzione’ si scriverà con
“ts” la sua ‘z’, mentre in ‘zero’ avremo una “dz” come simbolo fonetico della ‘z’ in questione. Quindi ‘t’ e ‘s’ sono entrambe sorde e entrambe alveolari, mentre ‘d’ e ‘z’ sono entrambe sonore e alveolari.
L’a ricata “ts” di ‘zucchero’ è ed era perlopiú utilizzata nell’italiano centrale, prevalentemente si sente dire ‘zucchero’ con la “dz”. Queste sono quindi le AFFRICATE della lingua italiana.
LE CONSONANTI LATERALI (Slide 5)
Il modo di articolazione delle laterali, che vengono etichettate nell’IPA come APPROSSIMANTI LATERALI.
N.B. L’accento un una parola con una sillaba sola può essere omesso (come in ‘li’).
La ‘y’ rovesciata indica il suono “gl”, ed è una laterale palatale. Quando l’ordine é vocale tonica abbiamo un allungamento della
consonante manon in tutti i casi. DALLA FONETICA ALLA FONOLOGIA (slide 6, 7, 8)
Ora sappiamo descrivere vocali e consonanti, ma qual è la cosa più importante tra tutte queste parole? Ci ricordiamo che avevamo scelto la coppia 'cara-casa' ma non avevamo spiegato il motivo. L'unica differenza fra queste due parole sta nella 's' e nella 'r'. Questa è la definizione di COPPIA MINIMA, cioè due parole differenziate solo da due FONEMI, cioè due suoni. Se io cambio un solo elemento di questa parola e mi da la stessa parola allora abbiamo la controprova di coppia minima.
Attenzione: 'casa' e 'caza' non sono una coppia minima! Sono solo due pronunce della stessa parola, ma non hanno elementi diversi!
Inoltre i FONEMI distinguono due cose diverse quindi la diversa pronuncia della stessa lettera varia dall'italiano all'italiano ma non rivela fonemi diversi.
Attenzione parte due: 'Gino'
e ‘Dgino’ sono anche due termini che di eriscono perla pronuncia ma non sono fonemi diversi, ma solo termini che cambiano nel tempo(non si analizzano sincronicamente ma solo diacronicamente)Al contrario ‘ no’ e ‘vino’ sono una coppia minima
ESERCIZI DI SINTASSI + CORREZIONE (slide 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17,18, 19)
‘Ho regalato un libro a Carlo’fi ff fi ff ff
‘Ho regalato un libro di linguistica a Carlo’
Cosa succede se attacco il circostanziale ‘ieri’ al nodo F? In base a se lo mettiamoall’inizio o alla ne della frase succede questofi
‘Un libro per Anna’
‘Un libro d linguistica per Anna e Carlo’
‘Sinceramente l’anno scorso avevi sostenuto un’altra cosa’ dove ‘sinceramente’ èun circostanziale
‘Oggi ha parlato sinceramente’ dove ‘sinceramente’ diventa modi catore esterno.
L’INDIVIDUAZIONE DEI FONEMI (slide 20, 21,
Ecco alcune coppie minime: Ricordiamo che un fonema è un suono dotato di carattere distintivo, cioè un suono in grado di diversi significati. FONEMI E ALLOFONI (slide 23, 24): Per capire il rapporto tra fonetica e fonologia è importante capire le nasali. In "canto" abbiamo una nasale alveolare che da un punto di vista fonetico da un fenomeno di coarticolazione tra "n" e "t". Nel caso in cui qualcuno pronunci diversamente "canto" si usa la nasale velare. Attenzione: tra "canto" e "canto" non c'è coppia minima, perché cambia la pronuncia della parola ma è scritta nello stesso identico modo e ha lo stesso significato in qualunque modo venga pronunciata. Qua ci occupiamo anche degli ALLOFONI cioè una realizzazione diversa dello stesso fonema. La sua radice di base greca significa letteralmente "altro suono". Inoltre tra "gnomi" e‘nomi’ bisogna fare attenzione. Infatti in base alla pronuncia di‘nomi’ (non la mia quindi perché non dico “nàmi” con la ‘o’ chiusa) possiamo avere come no una coppia minima e quindi un fonema, perché per riconoscere un fonema basta identi carlo con una coppia minima. In rosso abbiamo quindi dei fonemi, mentre in bianco abbiamo degli allofoni. Ma attenzione perché la ‘n’ normale la troviamo sia come fonema che come allofono ma perché. Quindi questa regola fonetica ci dice che il fonema ‘n’ unito al fonema ‘m’ e al fonema ‘gn’ sono gli unici tre fonemi nasali della lingua italiana, mentre le altre sono allofoni. TRASCRIZIONE FONETICA E FONEMATICA (Slide, 27) Quando faccio la trascrizione fonetica, cioè quella tra parentesi quadre, non è la trascrizione sicca di quello che sto dicendo ma solo la trascrizione di ciò che io sento. Quella fonematica,tra le barre, in molti casi è simile ma spesso possiamo trovare delle differenze. Attenzione infatti a 'smaccò': nella trascrizione fonematica io segnalo solo ciò che è distintivo, cioè solo quello che è capace di distinguermi significati, quindi decido di ignorare la sonorità della 'm'; questo perché se la 'z' di 'smacco' fosse significativa, sarebbero due parole diverse e diventerebbe una coppia minima. Quindi essendo due realizzazioni concrete dello stesso suono 's' e 'z' di 'smacco' sono solamente due allofoni.
SISTEMI VOCALI EPTAFONEMATICI (slide 27)
Invece tra 'pesco' e 'p3sco' abbiamo due suoni che sono anche dei fonemi.
Altri esempi sono 'botte' (di vino ndr) e 'botte' (gli schiaffi), che ci indicano che il nostro sistema è eptavocalico, cioè con 7 fonemi.