Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 136
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 1 Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 136.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti psicologia del linguaggio orale e scritto Pag. 41
1 su 136
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

PASSAGGIO DALLA FASE PRELINGUISTICA A QUELLA LINGUISTICA

Intorno ai 9 mesi la maggior parte dei bni produce alcuni suoni simili a parole e definiti

protoparole o pseudoparole, ovvero combinazioni di sillabe simili alle parole. In genere nei bni che

imparano l'italiano come lingua madre, la forma delle protoparole è CVx2, hanno una forma

fonetica idiosincratica e assumono una funzione comunicativa specifica sulla base del contesto in

cui vengono solitamente utilizzate (ex dada per formulare qualsiasi tipo di richiesta).

LE PRIME PAROLE:

compaiono mediamente intorno ai 13 mesi, pur con grande variabilità individuale (tra 8 e 18

mesi). Indipendentemente dalla variabilità, le prime parole hanno una natura non referenziale,

cioè sono altamente contestualizzate: l'utilizzo è legato a situazioni a contesti specifici, ristretti e

ritualizzati, che derivano dai formati di attenzione condivisa nell'intersoggettività secondaria). I

suoni accompagnano gli che d'azione condivisi, ritualizzati abituali e non sono sostituiti ad essi o

dissociate da queste situazioni → legame referenziale eventuale

Solo nel corso del tempo le parole subiscono un processo di modificazione che porterà da un

utilizzo non referenziale delle parole ad un utilizzo referenziale, attraverso un processo di

decontestualizzazione. Perciò dapprima il bambino produce le prime espressioni verbali solo

mentre sta compiendo una specifica azione su determinati oggetti, poi il bambino usa le parole

anche per anticipare o ricordare gli schemi di azione (es dire ciao prima di giocare al telefono),

infine il bambino usa le parole anche fuori dal loro contesto abituale per categorizzare nuove

persone, oggetti o eventi, a quella parola si associa un significato.

Un'altra dimensione che descrive le prime parole è legata alla classificazione del tipo di parole

usate. Una delle categorie è quella delle parole SOSTANZIALI, cioè nomi che fanno riferimento a

degli oggetto con cui il bno ha un'esperienza ripetuta o che manipolano facilmente e che possono

avere una funzione (es ciuccio). Altra categoria sono le parole FUNZIONALI, ovvero quelle parole

che regolano l'interazione sociale e codificano relazioni tra gli eventi (es ciao, grazie, si e no); tra

queste parole poi vi sono quelle cognitivo-relazionali, che esprimono insuccesso, scomparsa,

reiterazione e posizione. A queste si aggiungono, a parte, le onomatopee (parole il cui aspetto

sonoro è simile al suono prodotto dal referente) e i nomi di familiari.

Le prime parole inizialmente hanno una forma diversa da quella adulta, attraverso processi di

semplificazione fonologica, che portano a ripetizioni sillaba iniziale, omissione del resto,

cancellazione sillabe non accentate (nana per banana), semplificazione della struttura sillabica

(tega per strega), eliminazione di consonanti o sostituzione di consonanti.

FUNZIONI DELLE PRIME PAROLE: 28

 FUNZIONE STRUMENTALE: come per i gesti anche le prime parole sono prodotte per la

realizzazione di un certo scopo, orientate a ottenere qualcosa di interessante o qualcosa che

il bno non è in grado di raggiungere da solo.

Solo con lo sviluppo l'uso delle parole si amplia e assume la funzione informativa

 POLIFUNZIONALE E POLISEMANTICO: i bambini tendono ad usare una sola parola, scelta tra

i nomi e verbi o aggettivi, per fare richieste (strumentale) o per commentare qualcosa

(dichiarativo). Inoltre ad una stessa parola sono associati significati diversi derivabili

dall'analisi del contesto in cui la parola stessa viene prodotta.

→ OLOFRASE: il significato implicito nella parola singola verbalizzata dal bambino corrisponde ad

una frase completa. Il resto della frase, non verbalizzato, viene ricavato dal contesto. Perciò si fa

un’analisi delle prime parole su due livelli:

- referenziale, ciò che la parola denota da sola,

- combinatorio: ciò che la parola denota in combinazione con elementi non linguistici

del contesto

 IPOGENERALIZZAZIONE: le parole vengono usate in modo ristretto, tipo il termine cane

viene usato per riferirsi a uno specifico cane, ma non ad altri, immaginati o reali (manca

estensione referente)

 IPERGENERALIZZAZIONE: uso esteso delle parole, ad esempio il bno chiama cane qualsiasi

animale dotato di caratteristiche comuni

 SOVRAPPOSIZIONE: il bno usa "aprire" per riferirsi non soltanto all'azione di aprire una

porta, ma anche all'azione di accendere la luce

DUE FASI DELLO SVILUPPO LESSICALE:

Prima metà del secondo anno di vita il ritmo di acquisizione delle parole è lento e graduale.

Verso i 18 mesi circa vi è l'esplosione del vocabolario, in cui si presenta un marcato incremento

del ritmo con cui vengono acquisite nuove parole. Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche

a 40) per settimana

Nel frattempo è successo che alcuni studi sembravano testimoniare come in alcuni bni questa

esplosione non si osservasse, messa in discussione l'universalità. Per quanto riguarda l'italiano vi è

una grandissima variabilità per quanto riguarda l'età di comparsa di questo fenomeno, come

capita per l'acquisizione di una grande varietà di capacità. inoltre il range di esplosione del

vocabolario va da un range di 11 a 90 parole, con un media di 50 parole. Perciò gli studi che hanno

messo in dubbio l'universalità del fenomeno possono aver avuto risultati diversi per scelte

metodologiche diverse, per esempio strumenti, età considerata, ampiezza del vocabolario. Si

crede perciò che sia un fenomeno che coinvolge tutti i bambini, nonostante in tempi diversi e con

un'ampiezza del vocabolario diversa.

Quali sono i processi evolutivi sottostanti all'esplosione del vocabolario?

Centrale è il problema legato alla referenza: come il bno arriva a stabilire una relazione tra una

stringa di suoni e un'entità del mondo? (world-to-world association). Alla base della referenza vi

dovrebbe essere la capacità simbolica, riscontrabile anche nei gesti referenziali e nell'attività di

gioco (simbolico), dove uno schema motorio sta per un referente. Questa capacità simbolica è

necessaria ma non sufficiente per spiegarci come il bambino scopre il legame specifico.

APPRENDIMENTO DELLE PAROLE

Il legame tra suono e referente da associativo uno a uno diventa un legame di natura concettuale.

Ma qual è la natura e le modalità, le fasi evolutive sottese alla concettualizzazione delle parole? 29

Alcuni come la Clark sostengono che il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle

somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi. Altri come Nelson pensa che il bni costruisce il

significato delle parole sulla base delle somiglianze funzionali tra gli oggetti o eventi (per uso e

proprietà dinamiche).

Esempio ipotesi del nucleo funzionale di Nelson: all'inizio l'oggetto viene conosciuto sulla base

dell'azione che compie o che si compie su di esso → grazie all'interazione ripetuta il bno aggiunge

al nucleo funzionale la conoscenza degli attributi percettivi che consentono di riconoscere un

oggetto come esemplare di una categoria.

Barrett sostiene che il bno segua strade diverse nell'acquisire il significato delle parole: alcune

nascono fortemente legate al contesto e agli eventi, altre nascono già decontestualizzate sin

dall'inizio e vengono prodotte in modo flessibile in una varietà di contesti. Mercoledì 21 marzo

Ambito linguistico riferito al fenomeno dell'esplosione del vocabolario alcuni autori hanno

ipotizzato dei vincoli cognitivi, ovvero principi che guidano lo sviluppo dell'acquisizione lessicale.

L'esistenza di queste predisposizioni innate, postulano l'esistenza di principi che guidano il

processo. Assumono la forma di aspettative su quale possa essere il significato di una data espressione,

limitando lo spazio di ipotesi del bambino. Sono flessibili, influenzabili dall’esperienza, soggetti a differenze

individuali nel loro funzionamento. Sono quindi strategie intelligenti di natura non specificamente

linguistica.

Questi vincoli guidano nel processo di mappatura tra suono e referente. Questi principi sono di

natura diversa:

 Whole object assunmption: ovvero quando un bno sente un a nuova parola dal contesto

ambientale, assume che questa parola si riferisca all'oggetto nella sua interezza, e non a parti

o aspetti salienti di questo oggetto (o evento); che si riferisca ad un'entità considerata come

intero, non ad un suo attributo o ad un'azione

Se ci fosse solo questo principio come farebbe il bno a imparare verbi e aggettivi?

Perciò necessità di postulare un secondo principio che permetta di associare una parola

sconosciuta a qualche proprietà o parte saliente dell'oggetto, nei casi in cui già si possieda il nome

per quell'oggetto. Prima bisogna avere l'etichetta per l'oggetto nella sua interezza. Generalmente i

bni infatti non hanno un vocabolario contraddistinto da sinonimi, giustificato d a questo processo

di associazione delle parole ad un oggetto e poi all'esplorazione e acquisizione delle parole per

connotarlo.

 mutua esclusività: in presenza di due oggetti diversi si tende ad associare il nome

sconosciuto all'oggetto per il quale non si possiede ancora un'etichetta linguistica. una nuova

parola deve essere associata all'oggetto o evento per il quale non si conosce l'etichetta

linguistica.

Anche questo giustifica la presenza di un solo item lessicale per riferirsi a un oggetto. Ma con

il passare del tempo tale principio dovrebbe essere inibito per dar vita ai sinonimi o termini

sovraordinati.

Negli anni 90 Golinkoff e co hanno proposto l'esistenza di 6 principi operativi, a partire da quelli

precedenti, di tipo lessicale (principi lessicali). Per approfondire le questioni aperte da quelli

precedenti, che spieghino la diversa entrata nel vocabolario del bno di categorie diverse, e la

diverse fasi evolutive dell'acquisizione, spiegandone i tipi di cambiamenti qualitativi di questo

sviluppo. Tali principi non sono tutti attivi fin dalle prime dalle prime fasi del processo di 30

acquisizione del lessico, ma si attiverebbero in momenti diversi dello sviluppo. Vi sarebbe quindi

una sequenza di sviluppo a due tempi (permette di spiegare i cambiamenti qualitativi che avvengono nel

processo di acquisizione lessicale)

I primi tre principi lessicali compaiono verso la fine del primo anno di vita. Durante questa prima

fase l'acquisizione lessicale è caratterizzata da un lento apprendimento delle parole apprendimento

delle parole, attraverso l’individuazione di corrispondenze uno-a-uno fra gli oggetti e i termini che li

rappresentano

 principio di referenza: ovvero la capacità simbolica; stabilisce che le parole stanno per gli

oggetti, az

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
136 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giugika di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo del linguaggio orale e scritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Gelati Carmen.