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PASSAGGIO DALLA FASE PRELINGUISTICA A QUELLA LINGUISTICA
Intorno ai 9 mesi la maggior parte dei bni produce alcuni suoni simili a parole e definiti
protoparole o pseudoparole, ovvero combinazioni di sillabe simili alle parole. In genere nei bni che
imparano l'italiano come lingua madre, la forma delle protoparole è CVx2, hanno una forma
fonetica idiosincratica e assumono una funzione comunicativa specifica sulla base del contesto in
cui vengono solitamente utilizzate (ex dada per formulare qualsiasi tipo di richiesta).
LE PRIME PAROLE:
compaiono mediamente intorno ai 13 mesi, pur con grande variabilità individuale (tra 8 e 18
mesi). Indipendentemente dalla variabilità, le prime parole hanno una natura non referenziale,
cioè sono altamente contestualizzate: l'utilizzo è legato a situazioni a contesti specifici, ristretti e
ritualizzati, che derivano dai formati di attenzione condivisa nell'intersoggettività secondaria). I
suoni accompagnano gli che d'azione condivisi, ritualizzati abituali e non sono sostituiti ad essi o
dissociate da queste situazioni → legame referenziale eventuale
Solo nel corso del tempo le parole subiscono un processo di modificazione che porterà da un
utilizzo non referenziale delle parole ad un utilizzo referenziale, attraverso un processo di
decontestualizzazione. Perciò dapprima il bambino produce le prime espressioni verbali solo
mentre sta compiendo una specifica azione su determinati oggetti, poi il bambino usa le parole
anche per anticipare o ricordare gli schemi di azione (es dire ciao prima di giocare al telefono),
infine il bambino usa le parole anche fuori dal loro contesto abituale per categorizzare nuove
persone, oggetti o eventi, a quella parola si associa un significato.
Un'altra dimensione che descrive le prime parole è legata alla classificazione del tipo di parole
usate. Una delle categorie è quella delle parole SOSTANZIALI, cioè nomi che fanno riferimento a
degli oggetto con cui il bno ha un'esperienza ripetuta o che manipolano facilmente e che possono
avere una funzione (es ciuccio). Altra categoria sono le parole FUNZIONALI, ovvero quelle parole
che regolano l'interazione sociale e codificano relazioni tra gli eventi (es ciao, grazie, si e no); tra
queste parole poi vi sono quelle cognitivo-relazionali, che esprimono insuccesso, scomparsa,
reiterazione e posizione. A queste si aggiungono, a parte, le onomatopee (parole il cui aspetto
sonoro è simile al suono prodotto dal referente) e i nomi di familiari.
Le prime parole inizialmente hanno una forma diversa da quella adulta, attraverso processi di
semplificazione fonologica, che portano a ripetizioni sillaba iniziale, omissione del resto,
cancellazione sillabe non accentate (nana per banana), semplificazione della struttura sillabica
(tega per strega), eliminazione di consonanti o sostituzione di consonanti.
FUNZIONI DELLE PRIME PAROLE: 28
FUNZIONE STRUMENTALE: come per i gesti anche le prime parole sono prodotte per la
realizzazione di un certo scopo, orientate a ottenere qualcosa di interessante o qualcosa che
il bno non è in grado di raggiungere da solo.
Solo con lo sviluppo l'uso delle parole si amplia e assume la funzione informativa
POLIFUNZIONALE E POLISEMANTICO: i bambini tendono ad usare una sola parola, scelta tra
i nomi e verbi o aggettivi, per fare richieste (strumentale) o per commentare qualcosa
(dichiarativo). Inoltre ad una stessa parola sono associati significati diversi derivabili
dall'analisi del contesto in cui la parola stessa viene prodotta.
→ OLOFRASE: il significato implicito nella parola singola verbalizzata dal bambino corrisponde ad
una frase completa. Il resto della frase, non verbalizzato, viene ricavato dal contesto. Perciò si fa
un’analisi delle prime parole su due livelli:
- referenziale, ciò che la parola denota da sola,
- combinatorio: ciò che la parola denota in combinazione con elementi non linguistici
del contesto
IPOGENERALIZZAZIONE: le parole vengono usate in modo ristretto, tipo il termine cane
viene usato per riferirsi a uno specifico cane, ma non ad altri, immaginati o reali (manca
estensione referente)
IPERGENERALIZZAZIONE: uso esteso delle parole, ad esempio il bno chiama cane qualsiasi
animale dotato di caratteristiche comuni
SOVRAPPOSIZIONE: il bno usa "aprire" per riferirsi non soltanto all'azione di aprire una
porta, ma anche all'azione di accendere la luce
DUE FASI DELLO SVILUPPO LESSICALE:
Prima metà del secondo anno di vita il ritmo di acquisizione delle parole è lento e graduale.
Verso i 18 mesi circa vi è l'esplosione del vocabolario, in cui si presenta un marcato incremento
del ritmo con cui vengono acquisite nuove parole. Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche
a 40) per settimana
Nel frattempo è successo che alcuni studi sembravano testimoniare come in alcuni bni questa
esplosione non si osservasse, messa in discussione l'universalità. Per quanto riguarda l'italiano vi è
una grandissima variabilità per quanto riguarda l'età di comparsa di questo fenomeno, come
capita per l'acquisizione di una grande varietà di capacità. inoltre il range di esplosione del
vocabolario va da un range di 11 a 90 parole, con un media di 50 parole. Perciò gli studi che hanno
messo in dubbio l'universalità del fenomeno possono aver avuto risultati diversi per scelte
metodologiche diverse, per esempio strumenti, età considerata, ampiezza del vocabolario. Si
crede perciò che sia un fenomeno che coinvolge tutti i bambini, nonostante in tempi diversi e con
un'ampiezza del vocabolario diversa.
Quali sono i processi evolutivi sottostanti all'esplosione del vocabolario?
Centrale è il problema legato alla referenza: come il bno arriva a stabilire una relazione tra una
stringa di suoni e un'entità del mondo? (world-to-world association). Alla base della referenza vi
dovrebbe essere la capacità simbolica, riscontrabile anche nei gesti referenziali e nell'attività di
gioco (simbolico), dove uno schema motorio sta per un referente. Questa capacità simbolica è
necessaria ma non sufficiente per spiegarci come il bambino scopre il legame specifico.
APPRENDIMENTO DELLE PAROLE
Il legame tra suono e referente da associativo uno a uno diventa un legame di natura concettuale.
Ma qual è la natura e le modalità, le fasi evolutive sottese alla concettualizzazione delle parole? 29
Alcuni come la Clark sostengono che il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle
somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi. Altri come Nelson pensa che il bni costruisce il
significato delle parole sulla base delle somiglianze funzionali tra gli oggetti o eventi (per uso e
proprietà dinamiche).
Esempio ipotesi del nucleo funzionale di Nelson: all'inizio l'oggetto viene conosciuto sulla base
dell'azione che compie o che si compie su di esso → grazie all'interazione ripetuta il bno aggiunge
al nucleo funzionale la conoscenza degli attributi percettivi che consentono di riconoscere un
oggetto come esemplare di una categoria.
Barrett sostiene che il bno segua strade diverse nell'acquisire il significato delle parole: alcune
nascono fortemente legate al contesto e agli eventi, altre nascono già decontestualizzate sin
dall'inizio e vengono prodotte in modo flessibile in una varietà di contesti. Mercoledì 21 marzo
Ambito linguistico riferito al fenomeno dell'esplosione del vocabolario alcuni autori hanno
ipotizzato dei vincoli cognitivi, ovvero principi che guidano lo sviluppo dell'acquisizione lessicale.
L'esistenza di queste predisposizioni innate, postulano l'esistenza di principi che guidano il
processo. Assumono la forma di aspettative su quale possa essere il significato di una data espressione,
limitando lo spazio di ipotesi del bambino. Sono flessibili, influenzabili dall’esperienza, soggetti a differenze
individuali nel loro funzionamento. Sono quindi strategie intelligenti di natura non specificamente
linguistica.
Questi vincoli guidano nel processo di mappatura tra suono e referente. Questi principi sono di
natura diversa:
Whole object assunmption: ovvero quando un bno sente un a nuova parola dal contesto
ambientale, assume che questa parola si riferisca all'oggetto nella sua interezza, e non a parti
o aspetti salienti di questo oggetto (o evento); che si riferisca ad un'entità considerata come
intero, non ad un suo attributo o ad un'azione
Se ci fosse solo questo principio come farebbe il bno a imparare verbi e aggettivi?
Perciò necessità di postulare un secondo principio che permetta di associare una parola
sconosciuta a qualche proprietà o parte saliente dell'oggetto, nei casi in cui già si possieda il nome
per quell'oggetto. Prima bisogna avere l'etichetta per l'oggetto nella sua interezza. Generalmente i
bni infatti non hanno un vocabolario contraddistinto da sinonimi, giustificato d a questo processo
di associazione delle parole ad un oggetto e poi all'esplorazione e acquisizione delle parole per
connotarlo.
mutua esclusività: in presenza di due oggetti diversi si tende ad associare il nome
sconosciuto all'oggetto per il quale non si possiede ancora un'etichetta linguistica. una nuova
parola deve essere associata all'oggetto o evento per il quale non si conosce l'etichetta
linguistica.
Anche questo giustifica la presenza di un solo item lessicale per riferirsi a un oggetto. Ma con
il passare del tempo tale principio dovrebbe essere inibito per dar vita ai sinonimi o termini
sovraordinati.
Negli anni 90 Golinkoff e co hanno proposto l'esistenza di 6 principi operativi, a partire da quelli
precedenti, di tipo lessicale (principi lessicali). Per approfondire le questioni aperte da quelli
precedenti, che spieghino la diversa entrata nel vocabolario del bno di categorie diverse, e la
diverse fasi evolutive dell'acquisizione, spiegandone i tipi di cambiamenti qualitativi di questo
sviluppo. Tali principi non sono tutti attivi fin dalle prime dalle prime fasi del processo di 30
acquisizione del lessico, ma si attiverebbero in momenti diversi dello sviluppo. Vi sarebbe quindi
una sequenza di sviluppo a due tempi (permette di spiegare i cambiamenti qualitativi che avvengono nel
processo di acquisizione lessicale)
I primi tre principi lessicali compaiono verso la fine del primo anno di vita. Durante questa prima
fase l'acquisizione lessicale è caratterizzata da un lento apprendimento delle parole apprendimento
delle parole, attraverso l’individuazione di corrispondenze uno-a-uno fra gli oggetti e i termini che li
rappresentano
principio di referenza: ovvero la capacità simbolica; stabilisce che le parole stanno per gli
oggetti, az