La famiglia
• La famiglia è un sistema e quindi è una totalità organizzata, una cellula fondamentale del sistema
soggettivo e sociale, ed è organizzata in sottosistemi.
• La famiglia come un sistema interpersonale in cui i membri realizzano processi di sviluppo e di
crescita.
• La famiglia è un sistema affettivo ed emotivo plurigenerazionale che organizza relazioni, nello
specifico relazioni primarie, non gerarchiche, ossia regola i significati dei legami che connettono
differenze di genere e di generazione. La relazione familiare non è immediatamente rilevabile, ma si
manifesta in particolare durante le transizioni, cioè durante le crisi, i passaggi evolutivi. Le
transizioni possono avere esiti positivi o negativi.
• La famiglia è matrice di pensiero: trasmette infatti i cosiddetti simboli familiari, cioè cosa si fa,
come si fa ecc. I simboli racchiudono un certo numero di significati e diventano mattoni del senso
del Sé. Sono mattoni stabili, ma fino a una certa età sono flessibili verso il cambiamento. L’incontro
con un partner adulto ci consente di rivisitarli.
• La famiglia è matrice d’identità, è il luogo in cui l’individuo avvia la costruzione della propria
identità. Il senso d’identità di ogni individuo è influenzato dal senso di appartenenza ad una specifica
famiglia. Non si ha un senso di identità sano se non si ha un senso di appartenenza. Quest’ultimo,
invece, può esserci o essere distorto: non può non esserci. L’appartenenza ci consente anche di
distaccarci dal mondo degli affetti primari e di acquisire capacità di esplorazione. Prendere le
distanze significa riconoscere l’appartenenza: se non ci si sente appartenenti a qualcosa, non si può
avviare il distacco. Appartenenza e differenziazione non sono stadiali (es. Freud), ma sono posizioni
che oscillano (es. Klein). Un buon equilibrio consente di arrivare a una posizione Io, ossia una
rappresentazione obiettiva dei propri bisogni, cosa non facile, tanto più se il sistema emotivo è in
fermento.
Essere una famiglia competente, che risponde bene ai bisogni di un individuo, significa essere una famiglia
che nel ciclo di vita dell’individuo legge correttamente i bisogni dei figli, e non in maniera proiettiva o
simbiotica. Dopo averli compresi, deve rispondere in maniera adeguata, sensibile ed empatica.
Modelli di terapia familiare
Esistono tre principali modelli di terapia familiare, il cui parametro è il rapporto individuo-famiglia:
1. posizione supraindividuale (Haley, Selvini Palazzoli) : oggetto di analisi è la famiglia come sistema
di interazioni; non esistono concettualizzazioni dell’individuo se non come membro del sistema;
2. posizione supraindividuale-individuale (Minuchin, Andolfi) , in cui la lettura del comportamento
intrasistemico presuppone la considerazione di entrambi i livelli, familiare e individuale;
3. posizione individuale-supraindividuale (Bowen, Boszormenyi-Nagy, Whitaker) , in cui si adotta un
linguaggio più vicino al modello psicoanalitico e si rimane ancorati ad una tradizione che privilegia
l’individuo e le sue relazioni interne.
L’identità organizzativa della famiglia:
1. struttura (comprende ampiezza e ruoli, legami familiari e tempo). Per ampiezza si intende l’analisi
del trigenerazionale e per ruolo quello ricoperto in famiglia (nonno, padre, figlio ecc.); i legami sono
vincolati e con limitati gradi di libertà, sono gerarchicamente strutturati e definiti da attaccamento e
lealtà; infine, il tempo può essere individuale (il momento in cui “sono io”) o familiare;
2. funzionamento.
Famiglie psicosomatiche: con problemi di dipendenza in cui il sintomo è fisico.
Famiglie oblative: in cui una persona è totalmente accondiscendente ai bisogni dell’altro.
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