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IDEOLOGIE
Ideologia -> 1) composta da elementi astratti (idee, principi, valori), come
l’uguaglianza (o la diseguaglianza), la proprietà privata (o l’assenza di proprietà
privata), un’idea di giustizia , la fratellanza, la razza; 2) è un sistema complesso in cui
gli elementi si intrecciano, interagiscono, e si coordinano; 3) possono essere
descrittive e prescrittive, cioè un’ideologia interpreta la realtà, dice dove il
cambiamento deve andare, incarna una visione del mondo e, soprattutto, indica il
modo in cui ciò può succedere; 4) ha la funzione di legittimare gli attori politici,
portatori di quelle idee e valori, e la capacità di incarnare un’ideologia determina la
legittimazione politica.
Ciò che rende le ideologie complesse: 1) sono frutto di tempi diversi, circostanze e
luoghi diversi, mutando così nelle loro caratteristiche; 2) sono terreno di scontro, in
quanto intercettano molti soggetti diversi che tendono a definirsi i veri interpreti di
una determinata ideologia; 3) hanno un carattere interdisciplinare, cioè vengono
interpretate con diversi approcci, guardando le ideologie da prospettive diverse; 4)
possono essere intrecciate tra di loro, intrecciando punti di vista diversi.
Qual è la funzione di un’ideologia? -> 1) aiuta ad affrontare il problema tra realtà
storica e agire umano, cercando di risolvere come la realtà storica in cui si vive può
mutare mediante le azioni; 2) serve a risolvere o tenta di risolvere il problema di
passaggio tra società e stato; 3) affermazione principio =/= diversa dalla pratica del
principio; 4) come si passa dallo stato alla società, cioè lo stato è quello che definisce
regole, leggi, che danno maggiore o minore autonomia alla società civile; 5) individua i
confini tra l’individuo e la collettività.
LIBERALISMO -> ideologia che caratterizza tutta l’età contemporanea.
1) Centralità dell’individuo, come autonomo, valorizzato rispetto al gruppo sociale.
Questo ha pesato molto sia il pensiero protestante, della riforma, che mette al
centro l’individuo, sia il relativismo -> non è più la volontà di Dio che risponde
alla legittimità politica di chi sovrana, ma sono gli individui. Individualismo visto
come qualcosa di positivo, come riaffermazione del valore dell’individuo (non
visto come egoismo).
2) Difesa della libertà dell’individuo rispetto al potere pubblico.
3) Lo stato deve costruire strumenti di garanzie per la libertà, non deve quindi
invadere l’individuo, ma deve garantirgli di esprimersi liberamente all’interno
della società.
4) Garantire libertà economica, fondandosi sul libero mercato e sulla libera
concorrenza.
5) Nel corso del Novecento, si afferma un liberalismo democratico (democrazia ->
1) maggior partecipazione possibile del popolo al governo, attraverso
rappresentanti; 2) maggior uguaglianza tra le persone) -> il liberalismo si
basava sul primo principio, in quanto vedeva i cittadini uguali solamente di
fronte alla legge. La disuguaglianza non è vista come qualcosa di negativo, ma
la classe sociale è riflesso delle proprie capacità.
FASCISMO
Il fenomeno storico del fascismo (o, meglio, dei fascismi) è un fenomeno che si colloca
tra le due guerre mondiali. Il termine, usato successivamente questo periodo, non si
riferisce all’esperienza storica (oggigiorno è utilizzato per descrivere determinati
comportamenti, idee, etc.). Dopo la seconda guerra mondiale vede comunque altre
dittature fasciste (Peron in Argentina, per esempio).
Caratteristiche dell’esperienza storica dei fascismi
1) Il fascismo è una delle risposte/delle conseguenze della crisi del
sistema liberale. Una volta in cui le masse operaie, contadine, alla fine
dell’Ottocento, diventano attivi politicamente (come attraverso gli
scioperi, creando partiti politici, etc.), mostrano il loro dissenso verso una
politica che non li aiuta (il liberalismo)-> l’altra risposta a questa risposta
è il COMUNISMO: in comune i due hanno il fatto di essere sistemi di idee,
ma soprattutto la rivoluzione, quindi un cambiamento totale e radicale;
altro elemento in comune, l’idea di un cambiamento palingenetico,
ovvero un cambiamento totale (il mondo in cui si vive non è modificabile,
ma deve essere cambiato totalmente, mediante cambiamento radicale);
anche l’idea della politica come professione, creare un’élite di
rivoluzionari (rivoluzionari professionali); anche la violenza come
strumento della politica e della conquista del potere (fino al ‘900,
la violenza era il fallimento della politica). Tuttavia, se è vero che fascismi
e comunismi hanno questi elementi in comune, il fascismo non va visto
come risposta al comunismo, o come risposta alla rivoluzione. Il fascismo
non nasce come risposta alla rivoluzione bolscevica, anche se essa
influenza molto. 1917, Russia: si ‘ribalta il mondo’ e chi sta sempre (quasi
naturalmente) nella posizione del governato, improvvisamente modifica il
suo ruolo e le classi sottomesse diventano classi governanti. Questo crea
paura nelle classi dirigenti europee, che temevano che ciò si potesse
verificare nei loro paesi e che la rivoluzione si diffondesse. Dunque il
fascismo può essere visto come qualcosa per ‘tamponare’ la diffusione
della rivoluzione bolscevica. I fascismi sono nazionalisti, mentre i
comunismi sono internazionalismi, in quanto il proprio obiettivo è la
liberazione dell’uomo, riguardando tutti i popoli -> completa rivoluzione
dei ruoli.
2) Nell’Ottocento, quando l’allargamento della democrazia parlamentare
(ovvero l’idea che il potere e la sovranità appartiene al popolo), va in crisi
la monarchia (il monarca era, infatti, colui che incarnava la sovranità,
incarnava anche lo stato). E’ una figura che entra in crisi, e lascia un
‘posto vacante’.
3) Il fascismo sta dentro all’avvento della società di massa, in quanto
capace di costruire e usare i mezzi di comunicazione di massa e a
mobilitare le masse.
4) Fondamentale il ruolo della prima guerra mondiale, in quanto si iniziano a
vedere il modo militare di vita come il più importante (militarizzazione dei
rapporti e uso delle armi) -> coloro che escono dalla prima guerra
mondiale creano disordine, quindi il fascismo è risposta a ciò, in quanto
portatore di ordine.
5) Ruolo della gioventù -> i giovani sono le classi dirigenti fasciste.
Uso del plurale: fascismi -> si può usare correttamente perché i regimi che si vengono
ad affermare in quel periodo o i movimenti fascisti che si diffusero in tutta Europa,
alcuni dei quali andarono al potere durante l’invasione tedesca, riguardano tutti i paesi
e ognuno dei quali presentava caratteristiche particolari.
Caratteristiche comuni ad ogni fascismo
1) Nazionalismo aggressivo, nella nuova geografia che nasce dalla prima guerra
mondiale e a seguito del fallimento delle idee della Società delle Nazioni, che si
vuole proporre come un soggetto che tiene insieme tutti i paesi d’Europa.
2) I fascismi sono portatori di una nuova politica, in quanto portano un’idea di
cambiamento radicale del mondo, per la centralità del leader, affermazione del
partito unico, nuove forme di mobilitazione politica delle masse (cambiano spazi
e luoghi e i modi della politica -> es. le piazze), il ruolo della violenza come
strumento politico, idea anche scenografica (divise, parate, etc.)
4) Rapporto tra consenso e dissenso, cioè la trasformazione dei regimi politici
aveva messo al centro la legittimazione politica, dunque la conquista del
consenso (il massimo della conquista del consenso in Italia -> conquista
dell’Etiopia). Il rapporto tra consenso e dissenso -> consenso ‘obbligato’ e
apprezzato, dissenso punito: il fascismo rispondeva a bisogni di parte della
società [metà degli anni ’30, guerra di Etiopia, sanzioni contro l’Italia da parte
della Società delle Nazioni -> il regime chiede agli italiani di cedere il proprio
oro alla nazione, si raccolgono gli anelli matrimoniali, soprattutto portati dalle
donne -> tramite una ricerca, si è scoperto che il 50% delle donne a ceduto il
proprio oro al regime (è tanto in quanto era uno dei pochissimi beni che le
persone possedevano, ma era poco in quanto in un regime autoritario ci si
aspetta la totalità della partecipazione) -> all’interno di un qualunque sistema
politico è complesso misurare il consenso.]
Tutti i fascismi cercano di risolvere il rapporto tra consenso e dissenso.
5) Nuove forme di mobilitazione della società -> organizzazione dei diversi
segmenti della società (si conquista il tempo libero, controllato dal potere
politico e diventa anello essenziale tra consenso e dissento)
6) Antisemitismo e razzismo.
TOTALITARISMO
Parola ‘fascista’ (il fascismo è il primo ad utilizzarla, viene usata in maniera negativa
dai socialisti, etc). Diventa parola di uso comune in politica a partire dal 1951, quando,
negli Stati Uniti, Hannah Arehnt pubblica il libro ‘Studio sui totalitarismi’ -> ci spiega
che il totalitarismo non tende solo a distruggere la dimensione politica dell’individuo
(come facevano le dittature), togliendo quindi la capacità politica, ma tende ad
eliminare tutte le istituzione, tutti gli ambienti, in cui gli individui vivono la propria
sfera privata, tutti quegli atteggiamenti che possono entrare in conflitto con le idee
politiche. La Arehnt guarda al nazismo e allo stalinismo. Il totalitarismo, secondo la
Arehnt, si basa su: 1) il rapporto tra ideologia e terrore, ovvero il totalitarismo non si
basa sui valori, ma sull’affermazione di valori assoluti, imponendo l’ideologia tramite il
terrore, costruendo strumenti e logiche che definiscono con chiarezza il nemico (lo
isolano, lo combattono, lo eliminano), che è colui che vuole mettere in discussione
questi valori, e queste ideologie; 2) partito unico, che non è un partito totalmente
uniforme al suo interno, ma presenta diverse ‘anime’ che configgono; 3) ruolo del
leader, la sua dimensione carismatica e la sua centralità. A quale grado un regime
diventa totalitario, ovvero diventando così invadente nella vita degli individui da non
lasciare nessuna via libera? La perfetta aderenza a ciò non è mai avvenuta, neanche
nel fascismo, in quanto si hanno all’interno soggetti e strutture che glielo impediscono,
come la monarchia e la Chiesa (in quanto soggetto che ‘organizza le coscienze, il
pensiero’); dunque in Italia, il totalitarismo trova os