Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 1 Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti presi a lezione di Storia Contemporanea (primo anno, prof. B. Maida) Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IDEOLOGIE

Ideologia -> 1) composta da elementi astratti (idee, principi, valori), come

l’uguaglianza (o la diseguaglianza), la proprietà privata (o l’assenza di proprietà

privata), un’idea di giustizia , la fratellanza, la razza; 2) è un sistema complesso in cui

gli elementi si intrecciano, interagiscono, e si coordinano; 3) possono essere

descrittive e prescrittive, cioè un’ideologia interpreta la realtà, dice dove il

cambiamento deve andare, incarna una visione del mondo e, soprattutto, indica il

modo in cui ciò può succedere; 4) ha la funzione di legittimare gli attori politici,

portatori di quelle idee e valori, e la capacità di incarnare un’ideologia determina la

legittimazione politica.

Ciò che rende le ideologie complesse: 1) sono frutto di tempi diversi, circostanze e

luoghi diversi, mutando così nelle loro caratteristiche; 2) sono terreno di scontro, in

quanto intercettano molti soggetti diversi che tendono a definirsi i veri interpreti di

una determinata ideologia; 3) hanno un carattere interdisciplinare, cioè vengono

interpretate con diversi approcci, guardando le ideologie da prospettive diverse; 4)

possono essere intrecciate tra di loro, intrecciando punti di vista diversi.

Qual è la funzione di un’ideologia? -> 1) aiuta ad affrontare il problema tra realtà

storica e agire umano, cercando di risolvere come la realtà storica in cui si vive può

mutare mediante le azioni; 2) serve a risolvere o tenta di risolvere il problema di

passaggio tra società e stato; 3) affermazione principio =/= diversa dalla pratica del

principio; 4) come si passa dallo stato alla società, cioè lo stato è quello che definisce

regole, leggi, che danno maggiore o minore autonomia alla società civile; 5) individua i

confini tra l’individuo e la collettività.

LIBERALISMO -> ideologia che caratterizza tutta l’età contemporanea.

1) Centralità dell’individuo, come autonomo, valorizzato rispetto al gruppo sociale.

Questo ha pesato molto sia il pensiero protestante, della riforma, che mette al

centro l’individuo, sia il relativismo -> non è più la volontà di Dio che risponde

alla legittimità politica di chi sovrana, ma sono gli individui. Individualismo visto

come qualcosa di positivo, come riaffermazione del valore dell’individuo (non

visto come egoismo).

2) Difesa della libertà dell’individuo rispetto al potere pubblico.

3) Lo stato deve costruire strumenti di garanzie per la libertà, non deve quindi

invadere l’individuo, ma deve garantirgli di esprimersi liberamente all’interno

della società.

4) Garantire libertà economica, fondandosi sul libero mercato e sulla libera

concorrenza.

5) Nel corso del Novecento, si afferma un liberalismo democratico (democrazia ->

1) maggior partecipazione possibile del popolo al governo, attraverso

rappresentanti; 2) maggior uguaglianza tra le persone) -> il liberalismo si

basava sul primo principio, in quanto vedeva i cittadini uguali solamente di

fronte alla legge. La disuguaglianza non è vista come qualcosa di negativo, ma

la classe sociale è riflesso delle proprie capacità.

FASCISMO

Il fenomeno storico del fascismo (o, meglio, dei fascismi) è un fenomeno che si colloca

tra le due guerre mondiali. Il termine, usato successivamente questo periodo, non si

riferisce all’esperienza storica (oggigiorno è utilizzato per descrivere determinati

comportamenti, idee, etc.). Dopo la seconda guerra mondiale vede comunque altre

dittature fasciste (Peron in Argentina, per esempio).

Caratteristiche dell’esperienza storica dei fascismi

1) Il fascismo è una delle risposte/delle conseguenze della crisi del

sistema liberale. Una volta in cui le masse operaie, contadine, alla fine

dell’Ottocento, diventano attivi politicamente (come attraverso gli

scioperi, creando partiti politici, etc.), mostrano il loro dissenso verso una

politica che non li aiuta (il liberalismo)-> l’altra risposta a questa risposta

è il COMUNISMO: in comune i due hanno il fatto di essere sistemi di idee,

ma soprattutto la rivoluzione, quindi un cambiamento totale e radicale;

altro elemento in comune, l’idea di un cambiamento palingenetico,

ovvero un cambiamento totale (il mondo in cui si vive non è modificabile,

ma deve essere cambiato totalmente, mediante cambiamento radicale);

anche l’idea della politica come professione, creare un’élite di

rivoluzionari (rivoluzionari professionali); anche la violenza come

strumento della politica e della conquista del potere (fino al ‘900,

la violenza era il fallimento della politica). Tuttavia, se è vero che fascismi

e comunismi hanno questi elementi in comune, il fascismo non va visto

come risposta al comunismo, o come risposta alla rivoluzione. Il fascismo

non nasce come risposta alla rivoluzione bolscevica, anche se essa

influenza molto. 1917, Russia: si ‘ribalta il mondo’ e chi sta sempre (quasi

naturalmente) nella posizione del governato, improvvisamente modifica il

suo ruolo e le classi sottomesse diventano classi governanti. Questo crea

paura nelle classi dirigenti europee, che temevano che ciò si potesse

verificare nei loro paesi e che la rivoluzione si diffondesse. Dunque il

fascismo può essere visto come qualcosa per ‘tamponare’ la diffusione

della rivoluzione bolscevica. I fascismi sono nazionalisti, mentre i

comunismi sono internazionalismi, in quanto il proprio obiettivo è la

liberazione dell’uomo, riguardando tutti i popoli -> completa rivoluzione

dei ruoli.

2) Nell’Ottocento, quando l’allargamento della democrazia parlamentare

(ovvero l’idea che il potere e la sovranità appartiene al popolo), va in crisi

la monarchia (il monarca era, infatti, colui che incarnava la sovranità,

incarnava anche lo stato). E’ una figura che entra in crisi, e lascia un

‘posto vacante’.

3) Il fascismo sta dentro all’avvento della società di massa, in quanto

capace di costruire e usare i mezzi di comunicazione di massa e a

mobilitare le masse.

4) Fondamentale il ruolo della prima guerra mondiale, in quanto si iniziano a

vedere il modo militare di vita come il più importante (militarizzazione dei

rapporti e uso delle armi) -> coloro che escono dalla prima guerra

mondiale creano disordine, quindi il fascismo è risposta a ciò, in quanto

portatore di ordine.

5) Ruolo della gioventù -> i giovani sono le classi dirigenti fasciste.

Uso del plurale: fascismi -> si può usare correttamente perché i regimi che si vengono

ad affermare in quel periodo o i movimenti fascisti che si diffusero in tutta Europa,

alcuni dei quali andarono al potere durante l’invasione tedesca, riguardano tutti i paesi

e ognuno dei quali presentava caratteristiche particolari.

Caratteristiche comuni ad ogni fascismo

1) Nazionalismo aggressivo, nella nuova geografia che nasce dalla prima guerra

mondiale e a seguito del fallimento delle idee della Società delle Nazioni, che si

vuole proporre come un soggetto che tiene insieme tutti i paesi d’Europa.

2) I fascismi sono portatori di una nuova politica, in quanto portano un’idea di

cambiamento radicale del mondo, per la centralità del leader, affermazione del

partito unico, nuove forme di mobilitazione politica delle masse (cambiano spazi

e luoghi e i modi della politica -> es. le piazze), il ruolo della violenza come

strumento politico, idea anche scenografica (divise, parate, etc.)

4) Rapporto tra consenso e dissenso, cioè la trasformazione dei regimi politici

aveva messo al centro la legittimazione politica, dunque la conquista del

consenso (il massimo della conquista del consenso in Italia -> conquista

dell’Etiopia). Il rapporto tra consenso e dissenso -> consenso ‘obbligato’ e

apprezzato, dissenso punito: il fascismo rispondeva a bisogni di parte della

società [metà degli anni ’30, guerra di Etiopia, sanzioni contro l’Italia da parte

della Società delle Nazioni -> il regime chiede agli italiani di cedere il proprio

oro alla nazione, si raccolgono gli anelli matrimoniali, soprattutto portati dalle

donne -> tramite una ricerca, si è scoperto che il 50% delle donne a ceduto il

proprio oro al regime (è tanto in quanto era uno dei pochissimi beni che le

persone possedevano, ma era poco in quanto in un regime autoritario ci si

aspetta la totalità della partecipazione) -> all’interno di un qualunque sistema

politico è complesso misurare il consenso.]

Tutti i fascismi cercano di risolvere il rapporto tra consenso e dissenso.

5) Nuove forme di mobilitazione della società -> organizzazione dei diversi

segmenti della società (si conquista il tempo libero, controllato dal potere

politico e diventa anello essenziale tra consenso e dissento)

6) Antisemitismo e razzismo.

TOTALITARISMO

Parola ‘fascista’ (il fascismo è il primo ad utilizzarla, viene usata in maniera negativa

dai socialisti, etc). Diventa parola di uso comune in politica a partire dal 1951, quando,

negli Stati Uniti, Hannah Arehnt pubblica il libro ‘Studio sui totalitarismi’ -> ci spiega

che il totalitarismo non tende solo a distruggere la dimensione politica dell’individuo

(come facevano le dittature), togliendo quindi la capacità politica, ma tende ad

eliminare tutte le istituzione, tutti gli ambienti, in cui gli individui vivono la propria

sfera privata, tutti quegli atteggiamenti che possono entrare in conflitto con le idee

politiche. La Arehnt guarda al nazismo e allo stalinismo. Il totalitarismo, secondo la

Arehnt, si basa su: 1) il rapporto tra ideologia e terrore, ovvero il totalitarismo non si

basa sui valori, ma sull’affermazione di valori assoluti, imponendo l’ideologia tramite il

terrore, costruendo strumenti e logiche che definiscono con chiarezza il nemico (lo

isolano, lo combattono, lo eliminano), che è colui che vuole mettere in discussione

questi valori, e queste ideologie; 2) partito unico, che non è un partito totalmente

uniforme al suo interno, ma presenta diverse ‘anime’ che configgono; 3) ruolo del

leader, la sua dimensione carismatica e la sua centralità. A quale grado un regime

diventa totalitario, ovvero diventando così invadente nella vita degli individui da non

lasciare nessuna via libera? La perfetta aderenza a ciò non è mai avvenuta, neanche

nel fascismo, in quanto si hanno all’interno soggetti e strutture che glielo impediscono,

come la monarchia e la Chiesa (in quanto soggetto che ‘organizza le coscienze, il

pensiero’); dunque in Italia, il totalitarismo trova os

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CGattons di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Maida Bruno Luca.