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11.4. CONSEGUENZE DELLA LEGGE DI STEVINO E APPLICAZIONI
11.4.1. Principio di Pascal: = +
Ogni variazione della pressione sulla superficie
di separazione si trasmette uguale in ogni
0
parte del liquido. ��⃗
��⃗
11.4.2. Vasi comunicanti: = −
Un liquido contenuto in due o più contenitori
comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge
lo stesso libello dando vita ad un’unica superficie
equipotenziale. 197
11.4.3. Paradosso idrostatico:
L’indipendenza della pressione dalla forma del recipiente possiamo averla considerando
i tre recipienti in figura. Questi tre recipienti hanno la stessa base
e sono riempiti di uno stesso liquido fino
ℎ. legge di Stevino
ad un’altezza Dalla
segue che la pressione sul fondo è
uguale nei tre casi e quindi anche la forza
agente sul fondo assume lo stesso
valore.
11.4.4. Manometro a U:
Un’estremità del tubo è lasciata aperta all’atmosfera,
mentre l’altra è in collegamento diretto con l’ambiente di
misura.
Il liquido contenuto nel tubo si sposterà verso l’alto in uno
la differenza di
dei due rami della U di un valore tale che
peso tra le due colonne di liquido bilanci esattamente la
pressione (o depressione) presente nell’ambiente di
misura. Da Stevino segue che:
−
1 2
ℎ = Un tubo ad U permette di confrontare la densità dei
due liquidi, misurandone le diverse altezze.
Nei due rami del tubo vengono versati liquidi diversi.
Sempre per Stevino, si ha:
+ ℎ = + ℎ
0 1 1 0 2 2
Quindi, si ha che: ℎ
1 2
=
ℎ
2 1
Questo permette di misurare la densità di un liquido a
partire dalla densità di un liquido noto. 198
11.5. PRINCIPIO DI ARCHIMEDE
Si consideri una porzione di fluido di volume delimitato da una
0
certa superficie su cui si esercitano forze di pressione e la forza
peso. Essendo in equilibrio statico, si ha:
⃗ ⃗ ⃗ ⃗
+ = + ⃗ = 0 = −⃗ = − ⃗
0
Se si sostituisce al volume di fluido un altro oggetto di identico volume, ma massa (′)
0 le forze di pressione rimangono le stesse, ma cambia
e densità (′) differente, si ha che
la forza peso. ⃗ ⃗ ⃗
′ ′
+ = − ⃗ + ⃗ =
0
Pertanto non si ha più equilibrio e la forza risultante su vale:
0
⃗ ′ ′
( ) ( )
= − ⃗ = − ⃗
0
′
- > ,
La forza risultante ha la stessa direzione e verso di quindi il corpo scende verso
il basso.
′
- < ,
La forza risultante ha verso opposto a quindi il corpo sale verso l’alto.
In ambedue i casi il corpo riceve una spinta verso l’alto pari al peso del volume di
fluido spostato Forza o spinta di Archimede
⃗ = −
0
N.B.: La forza di Archimede è applicata al centro di massa del fluido spostato. Il corpo
che si trova al posto del liquido spostato può avere il centro di massa in posizione
differente, per cui potrebbe generarsi anche un momento oltre alla spinta verso l’alto.
Esercizio: ,
Un’asta sottile, di lunghezza sezione e densità costante è incernierata nel suo estremo
O alla parete di un recipiente, mentre l’altro estremo è immerso in acqua. L’asta può ruotare
liberamente attorno ad un asse orizzontale passante per il punto O, che non è immerso in
acqua. Se all’equilibrio la parte di lunghezza dell’asta è fuori dall’acqua, determinare la
densità del materiale di cui è composta l’asta.
All’equilibrio, la somma dei momenti deve essere nulla. Si prenda il punto O come polo; il momento della forza
peso sarà:
La forza di Archimede è pari alla forza peso del liquido spostato (( − )).
La forza di Archimede è applicata in O’, centro della parte sommersa:
Il momento della forza di Archimede è:
L’asta è in equilibrio, per cui i due momenti devono equilibrarsi: 199
11.6. FLUIDODINAMICA
La fluidodinamica studia il moto di un fluido (per esempio all’interno di un condotto).
Il parametro principale del moto del fluido da determinare è la velocità del fluido in ogni
punto P(x,y,z) del condotto, in funzione della pressione esercitata sugli elementi di fluido.
Per descrivere il moto del fluido ci sono due possibilità:
1) Si prende in esame un elemento e se ne segue il moto dovuto alle varie forze
agenti, cioè analogo alla descrizione che si fa per il punto materiale (descrizione
Lagrangiana del moto);
2) Ci si pone in un punto P(x,y,z) del condotto e si cerca di determinare la velocità
Euleriana
v(x,y,z,t) degli elementi di fluido che passano nel punto P (descrizione
del moto).
11.6.1. REGIME STAZIONARIO
Se la velocità degli elementi fluidi, pur variando da punto a punto del condotto, rimane
= (, , ),
costante in funzione del tempo in ogni punto, ossia il moto del fluido si dice
in regime stazionario. In questo caso una descrizione euleriana è particolarmente
adatta.
11.6.2. LINEE DI FLUSSO (o di corrente)
Le linee che in ogni punto dello spazio hanno la direzione della velocità
linee di flusso. In un moto fluido in regime stazionario,
del fluido si dicono
dato che la mappa delle velocità non cambia col tempo, le linee di flusso
hanno una configurazione costante.
11.6.3. EQUAZIONE DI CONTINUITÀ (conservazione della massa)
∆ di un
La massa di fluido che passa nel tempo nella sezione 1
condotto (o tubo di flusso) è:
∆ =
1 1 1 1
dato che non ci sono perdite nelle pareti del tubo né sorgenti nel tubo stesso, la stessa
massa deve fluire nello stesso istante in ogni altra sezione del tubo, ossia:
=
1 1 1 2 2 2
Ossia la quantità =
Inoltre, se il fluido è incomprimibile:
= =
1 2 1 1 2 2
La velocità di un fluido incomprimibile in un condotto è inversamente proporzionale
alla sezione del condotto. 200
Esempio:
Il getto d’acqua che cade da un rubinetto si restringe perché, cadendo, la sua
02
2 = + 2ℎ)
velocità aumenta ( ma la portata deve restare costante!
= 0 0
Dalla misura delle 2 sezioni A e A e della distanza h si può ottenere la velocità:
0
2 2
2ℎ
0
02 2
2 �
= − 2ℎ = − 2ℎ =
0 2
2
2
−
0
11.6.4. EQUAZIONE DI BERNOULLI
L’equazione di Bernoulli esprime la legge di conservazione
dell’energia totale di un fluido ideale (cioè viscosità nulla,
quindi niente attrito e niente dispersione energetica) che
si muove in un condotto.
Le forze di superficie applicate al fluido contenuto nella
e
sezione di tubo sono le forze dovute alle pressioni 1 2
applicate agli estremi del condotto:
= =
1 1 1 2 2 2
Il lavoro meccanico infinitesimo fatto da queste forze nello
spostare un volume di fluido è: )
(
= − = − = −
1 1 1 2 2 2 1 2 1 2
Il lavoro fatto dalla forza peso nello spostare il volume di liquido tra i livelli e è:
1 2
) ( )
( = − ⋅
= − ⋅ − −
2 1 2 1
Il lavoro totale fatto dalle forze esterne sul fluido è la somma dei contributi di forze di
volume e forze di superficie. ) ( )
( −
+ = − −
1 2 2 1
Ma, per il principio di conservazione dell’energia, si ha:
1 1 1
22 12 22 12 )
(
= + = = − = −
2 2 2
Pertanto, mettendo tutto insieme e separando i termini, si ottiene:
1 1
12 22
+ + = + +
1 1 2 2
2 2
In generale: 1 2
+ + =
2 201
Teorema di Bernoulli:
in un fluido ideale in moto in regime stazionario la somma della pressione, della
densità di energia cinetica e della densità di energia potenziale (gravitazionale) è
costante lungo il condotto, ovvero lungo un qualsiasi tubo di flusso.
11.6.5. APPLICAZIONI DEL TEOREMA DI BERNOULLI
Tubo di Venturi:
è uno strumento che serve a misurare la
portata di un condotto: nota la sezione 1
in un punto, dal valore di pressione si
=
ricava la velocità e quindi la portata (
)
Teorema di Torricelli:
La velocità di deflusso di un liquido attraverso un foro in un recipiente dipende dal
dislivello tra il foro ed il pelo libero dell’acqua (deriva dall’equazione di Bernoulli).
Cioè il liquido si comporta come se fosse in caduta libera.
Sopra l’ala l’aria fluisce più
velocemente e la pressione è minore;
sotto l’al