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Il mercato del lavoro e i fattori di produzione
CMTmercato finale = iniziale = Min CT include anche la cosiddetta “remunerazioneI profitti sono uguali a 0 nel lungo periodo perché ilnormale” (il “costo opportunità”) dell’imprenditore.Si noti che il prezzo di mercato pagato dai consumatori è veramente il minimo “possibile” (MinCMT): è una manifestazione della “mano invisibile” smithiana.I fattori di produzione sono beni e servizi utilizzati per produrre altri beni e servizi.La domanda di un’impresa per un fattore di produzione è derivata dalle sue decisioni di offrire un•bene su un altro mercato. Il lavoro è il più importante fattore di produzione.Il mercato del lavoro, come gli altri mercati che formano un sistema economico, è regolato dalleforze dell’offerta e della domanda.Il prodotto marginale del lavoro è l’incremento della quantità di prodotto generato da unincremento unitario
della quantità di lavoro. Se il numero dei lavoratori aumenta, il prodotto marginale di lavoro diminuisce. Con il crescere del numero dei lavoratori, il contributo che il lavoratore addizionale può dare è sempre meno rilevante. La funzione di produzione diventa più piatta all'aumentare del numero dei lavoratori. Quindi il prodotto marginale del lavoro è decrescente e la funzione di produzione concava.Capitolo 7: Economia del benessere delle risorse
Lo studio della relazione che intercorre tra l'allocazione del benessere economico (meccanismo di funzionamento dei mercati) e il consiste in un'analisi dell'efficienza allocativa, ovvero l'allocazione nella quale il valore del prodotto delle imprese (beneficio per i venditori) è uguale al valore attribuitogli dai consumatori (beneficio per i compratori).
Problematica: definire l'efficienza collettiva in quanto il mercato è guidato dai prezzi ma al suo interno per i consumatori i
prezzi saranno sempre troppo "alti" mentre per i produttori i prezzi saranno sempre troppo "bassi". Per misurare il benessere sociale utilizziamo:- Surplus del consumatore: la "disponibilità a pagare" massima di un compratore per un certo bene. Misura il valore monetario che il compratore attribuisce al bene o servizio acquistato. Esso è pari alla differenza tra la disponibilità a pagare e il prezzo di acquisto. Dal grafico della curva di domanda si ricava dall'area tra la curva di domanda e il livello del prezzo.
- Surplus del produttore: indica la loro disponibilità marginale a vendere ovvero la somma minima che possono accettare di ricevere per produrre un certo bene. Esso è pari alla differenza tra il prezzo pagato dal venditore e il costo opportunità da lui sostenuto per ogni unità prodotta. Misura il beneficio monetario della partecipazione al mercato per il venditore.
Il concetto di "mano invisibile" di Adam Smith. Per miglioramento pareggiano si intende il miglioramento della condizione di un soggetto senza peggiorare un altro.
Il teorema della mano invisibile non è sempre vero, infatti esistono due casi in cui si parla di fallimento del mercato:
- Potere di mercato: quando compratori o venditori hanno controllo sui prezzi, si tratta di mercati in "concorrenza imperfetta". Il potere di mercato porta a prezzi che non rispecchiano il costo sociale delle risorse.
- Esternalità: quando le decisioni di compratori e venditori hanno effetti "esterni" diretti, generano inefficienze in quanto i prezzi, anche in questo caso, non rispettano i costi delle risorse.
Un'impresa è un monopolio se: è l'unico venditore di un prodotto, il prodotto non ha sostituti e l'impresa può influenzare il prezzo in maniera significativa.
I monopoli sono giustificati da 3 motivi:
- Possesso di una risorsa chiave non duplicabile
- Diritto esclusivo concesso per legge.
- Elevate economie di scala.
- È unico produttore
- Ha una curva di domanda decrescente
- È un price maker, cioè determina il prezzo
- È una dei tanti produttori
- Ha una curva di domanda orizzontale
- È un price taker, cioè prende il prezzo come dato
- Ricavo totale: P x Q = RT
- Ricavo medio: RT/Q = RM = PΔ Δ Q = R’ < P
- Ricavo marginale: RT/RT = ricavo totale
Q).produzione—aumentaL’effetto la quantità venduta, quindi è maggiore.
Q➤ prezzo—ilL’effetto prezzo diminuisce, quindi è minore (per tutte le unità vendute).
P➤La curva del ricavo marginale giace sempre al di sotto della curva di domanda per via dell’effettoprezzo (non presente nel caso di un mercato concorrenziale).
Un monopolista massimizza il profitto producendo la quantità per il quale il ricavo marginale èuguale al costo marginale (come nel caso di concorrenza perfetta, ma stavolta il ricavo marginaleè decrescente). Il monopolista usa la curva di domanda per individuare il prezzo che i consumatorisono disposti a spendere per ogni data quantità di bene (ricavo medio).
concorrenziale,Per un’impresa il prezzo è uguale al costo marginale•P = RM = R’ = C’
monopolistica,Per un’impresa il prezzo è maggiore del ricavo marginale•P = RM > R’ =
C'è il profitto è uguale al ricavo totale meno il costo totale (come in concorrenza). Profitto = RT - CT
Ovviamente, il monopolista riceverà un profitto positivo se il prezzo è maggiore del costo medio totale (come nel caso della concorrenza).
Il monopolio porta ad un'allocazione inefficiente delle risorse e non massimizza il benessere economico totale. Infatti, il monopolista produce una quantità socialmente inefficiente superiore.
Dal momento che il monopolista pratica un prezzo al costo marginale, alcuni potenziali consumatori che si trovano nella condizione di valutare il bene più del suo costo marginale, ma meno del prezzo di monopolio, decidono di non acquistarlo. Questo però è nell'interesse del monopolista, perché per far avvenire tali scambi dovrebbe accettare di diminuire il prezzo su tutte le quantità scambiate.
Diminuendo il suo profitto (conflitto di interessi tra il monopolista e i compratori). Poiché il monopolista applica un prezzo superiore al costo marginale, si crea un differenziale tra la disponibilità a pagare dei consumatori e il costo del produttore. Questo differenziale provoca una caduta della quantità prodotta al di sotto del livello socialmente ottimale.
L14 Capitolo 15
Mercati in concorrenza imperfetta:
Concorrenza monopolistica: Mercato in cui molte imprese vendono prodotti simili ma non identici
Oligopolio: È un mercato nel quale pochi venditori offrono prodotti simili o identici.
Mercati che hanno alcune caratteristiche della concorrenza perfetta e alcune caratteristiche del monopolio:
Molteplicità di venditori - Molte imprese competono per lo stesso gruppo di consumatori.
Differenziazione del prodotto - Ogni impresa produce un prodotto leggermente differente da quello delle altre imprese.
Libertà di entrata e uscita - Le imprese possono entrare o uscire dal mercato liberamente.
totale medio nel breve periodo. Tuttavia, a differenza del monopolio, nel lungo periodo le imprese possono entrare o uscire liberamente dal mercato, il che porta a una maggiore concorrenza. Nel lungo periodo, le imprese che ottengono profitti incoraggiano nuove imprese ad entrare nel mercato. Questo aumenta il numero di prodotti offerti e provoca una riduzione del prezzo. Di conseguenza, i profitti diminuiscono fino a tendere a zero nel lungo periodo. D'altra parte, le imprese che subiscono perdite nel breve periodo sono spinte ad uscire dal mercato. Ciò riduce il numero di prodotti offerti e fa aumentare il prezzo. Le imprese che rimangono in attività vedono la loro curva di domanda spostarsi verso destra, il che aumenta i loro profitti. In conclusione, nel breve periodo le imprese in concorrenza monopolistica seguono la regola del monopolista per massimizzare il profitto, ma nel lungo periodo la concorrenza porta i profitti a tendere a zero.marginale.Come in un mercato concorrenziale, il prezzo è uguale al costo medio totale.
Nel lungo periodo in concorrenza perfetta non c'è eccesso di capacità produttiva.
Nel lungo periodo in concorrenza monopolistica c'è un eccesso di capacità produttiva.
Un'impresa in concorrenza monopolistica, diversamente dall'impresa concorrenziale, potrebbe diminuire il proprio costo medio totale producendo una quantità superiore del bene.
Per un'impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale mentre in concorrenza monopolistica, il prezzo è superiore al costo marginale.
Poiché il prezzo è superiore al costo marginale, per un'impresa in concorrenza monopolistica vendere una unità di prodotto in più al prezzo corrente significherebbe incrementare il profitto.
Nel mercato in concorrenza monopolistica si verifica