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NC
20,15
18,18
Nuovo esempio Giocatore 2
Giocatore 1 Scelta X Scelta Z
Scelta Y A (0,1) B (1,2)
Scelta W C (1,2) D (2,3)
La strategia dominata è A, cioè a coppia scelta X,Y perché il payoff è minore.
La strategia dominante è D, cioè la coppia di scelte Z e W perché il payoff è maggiore
equilibrio di Nash, inoltre è anche il miglior paretiano perché dà il migliore payoff
per la collettività. Giocatore 1 sa che in ogni caso giocatore 2 sceglie Z, mentre
giocatore 2 sa che giocatore 1 sceglie sempre W.
Il gioco del coniglio equilibrio di Nash non è necessariamente unico.
Se Silvio Sterza, Luca va dritto (10>0)
Se Silvio va dritto, Luca sterza (-10>-100)
Se Luca sterza, Silvio va dritto (10>0)
Se Luca va dritto, Silvio sterza (-10>-100)
Ci sono due soluzioni che vanno bene in ogni caso e che danno il massimo beneficio
stando anche al comportamento dell’altro soggetto quindi ci sono due situazioni di
equilibrio, cioè sia entrambi andare dritto che sterzare entrambi.
Giocatore 2
Giocatore 1 Strategia D Strategia E Strategia F
Strategia A 4,2 13,6 1,3
Strategia B 3,10 0,0 15,2
Strategia C 12,14 4,11 5,4
Se 1 gioca A la miglior risposta per 2 è E.
Se 1 gioca B, 2 risponde con D.
Se 1 gioca C, 2 risponde D.
Per il giocatore 2 le strategie E e D sono equilibrio di Nash. Mentre per il giocatore 1, la
strategia A e C sono equilibri di Nash.
Gioco sequenziale 24
Si hanno due mosse, cioè uno muove per primo e l’altro per secondo, quindi non
simultaneo slide 13.
Albero del gioco: un diagramma che mostra le differenti strategie che ogni giocatore
può scegliere e l’ordine in cui avvengono le decisioni. Induzione all’indietro: una
procedura per risolvere un gioco sequenziale che prevede di iniziare dalla fine del
gioco e di trovare la decisione ottimale per ogni giocatore in ciascun nodo
decisionale.
21/11
(slides lezione 10)
L’oligopolio
Forma di mercato che comprende poche aziende con interazioni strategiche tra loro
domanda d mercato inclinata negativamente perciò molto più simile al monopolio che
non alla CP (dove è parallela alle ascisse).
Oligopolio di Cournot
Si gioca sulla q prodotta.
Criteri/Ipotesi
1. Le imprese fissano una q di output: la domanda è residuale, perché si dà per
scontato la q fissa prodotta a venduta dagli altri agenti di mercato.
2. Prodotti omogenei: non c’è una differenza ne oggettiva e ne soggettiva;
3. Simultaneità: imprese agiscono nello stesso momento, le decisioni strategiche
non sono sequenziali ma avvengono in contemporanea, ciò è in accordo con
l’idea di q fissata ipoteticamente (non si agisce sapendo con certezza);
4. Non cooperazione: le imprese agiscono in modo non cooperativo, non colludono
tra loro accordandosi su una q di produrre per mantenere un p relativamente
alto.
Domanda residuale: è la domanda di mercato meno la domanda soddisfatta dalle altre
imprese. Q (domanda complessiva), Q1 domanda impresa 1, Q2 domanda impresa 2.
La domanda residuale di Q1 è Q1=Q-Q2.
Si prende in esempio la telefonia mobile, es. Samsung e LG come si muovono sul
mercato
Slide due grafici, il primo vede una certa q ipotizzata prodotta da LG, e il secondo
vede una q ipotetica maggiore, perciò l’attore che farà la scelta strategiche è
Samsung.
Slide 9 primo grafico, la f di domanda è inverso, perciò Dm è P=100-Q (NB: Q
variabile indipendente e P variabile dipendente).
La curva è inclinata negativamente slide 10, Samsung ipotizza che LG produrrà 50u,
perciò la curva di domanda residuale è quella totale – le 50u (quota soddisfatta da LG).
La domanda potenziale residuale è 50, ma bisogna vedere dove posizionarsi, perciò la
Q tot diventa 80, cioè le ipotetiche 50 di LG + le 30 di Samsung.
Il ragionamento si sposta a livello di mercato, cioè si riprende la curva di domanda di
mercato per vedere quale sarebbe il p di mercato, perciò si prende la f di domanda
inversa e si sostituisce.
P= 100- (50+30) P=20. Con questo P qual è la q da produrre per Samsung per
massimizzare il profitto in base alla q di LG?
Regola base per definire il p ricavo marginale -costo marginale, la curva di ricavo
marginale si disegna in base alla curva di domanda.
Per le q prodotte di Samsung, esso ragiona come un monopolista, definendo il P come
RM-CM, il punto di incrocio segna che la q ottima che massimizza il profitto di
Samsung è 20 per Samsung la migliore risposta di produzione con LG che
25
produce 50 è 20 (NB: le combinazioni di risposte di un soggetto quando una
soluzione è definito dall’altro).
Il p fissato da Samsung è P=100-Q, cioè 100- (50+20), è 30.
Ma bisogna considerare che ci sono N opzioni, cioè LG invece di 50 può vendere il +-
20%.
In caso di Q di Lg minore, la domanda residuale di Samsung si sposta, perché ha più
margine di vendita. La curva di ricavo marginale ha una pendenza doppia rispetto alla
domanda di mercato, eguagliandola al costo marginale si vede che la domanda
complessiva è 55, perché la Q di Samsung è 35, cioè la sua miglior risposta quando LG
produce 20. (Slides 20-23).
Il P di mercato si alza, cioè 45 (NB: si vede sempre la Q complessiva)P= 100-
(20+35).
Massimizzazione del profitto: ogni impresa agisce come un monopolista sulla base
della curva di domanda residuale, uguagliando MR e MC.
MR = P + Q1(ΛP/ΛQ) = MC
Funzione di reazione:
Il punto per il quale il ricavo marginale (residuale) eguaglia il costo marginale fornisce
la miglior risposta dell’impresa i alle azioni delle imprese rivali.
Per ogni possibile livello di output del rivale, possiamo determinare la miglior risposta
dell’impresa i. L’insieme di tutti questi punti costituisce la funzione di reazione
dell’impresa i.
Slides 25 se la q prodotta da LG è 90 Samsung produce 10, se LG produce 50
Samsung 20, LG 20 Samsung 35 ecc.
La funzione di reazione di Cournot aiuta a trovare l’equilibrio di mercato, perché i
grafici precedenti non rappresentavano una situazione stabile, c’era sempre un
margine per muoversi e stare meglio (in f della Q1 si trova Q2). Insieme segnano
l’equilibrio di mercato, che segna anche il p di ottimo, dove LG produce 30 e Samsung
30 (NB: non è sempre una quota pari).
Come si raggiunge l’equilibrio?
Si analizzano le f di reazione, in base a quelle di LG Samsung deduce che non
conviene mai produrre più di 45 perché è il punto in cui massimizza il suo profitto. In
caso di 45, Samsung produce 22,5. Però S presuppone che anche LG abbia applicato lo
stesso ragionamento, deducendo che la prod di S sia 22,5, perciò in base alla loro f di
reazione, LG non produce 45 ma 33.75.
Samsung vede la propria f di reazione, per trovare qual è il suo ottima in base alla
nuova q ipotizzata di LG, l’incrocio segna che la nuova quota di Samsung è 28.125.
Il rimbalzo tra le f di reazione va avanti fino a quando non si arriva ad E, che segna il
punto in cui non si può più avere un rimbalzo tra le due f, cioè non si può cercare di
ridefinire ulteriormente le quote poiché si è raggiunto il punto di equilibrio e le f si
equivalgono il profitto è massimo per entrambi.
Il punto E è l’equilibrio di Cournot, cioè la q che ottimizza il benessere dell’impresa
data la quantità dell’altra impresa, è un esito naturare quando le imprese riconoscono
la interdipendenza e presuppongono la reciproca razionalità, il P>MC (costo marginale)
ma è P<PM.
Se le imprese agissero come un monopolista (collusione perfetta), uguaglierebbero MR
e MC:
P = 100 - Q
MC = AC = 10
MR = MC => 100 - 2Q = 10 => QM = 45
PM = 55
ΠM = 45(45) = 2025
ΠC = 1800 26
Cosa succede?
Le imprese producono di più rispetto a quanto verrebbe prodotto in monopolio.
Un’industria perfettamente collusiva considera che l’aumento dell’output di
un’impresa riduce i profitti delle altre imprese nell’industria. Un’impresa alla Cournot
considera solo l’effetto di un aumento dell’output sui propri profitti.
Quindi, le imprese alla Cournot producono di più rispetto alle quantità di collusione
(monopolio). Inoltre, questo problema “peggiora" all’aumentare del numero delle
imprese perchè la quota di mercato della singola impresa si riduce, e aumenta la
divergenza fra il guadagno privato derivante dall’espansione della produzione e
l’effetto distruttivo dei profitti dei rivali.
Quindi, nel caso di oligopolio alla Cournot, maggiore è la concentrazione dell’industria,
maggiore è il margine del prezzo sul costo.
L’oligopolio di Bertrand
Ipotesi:
- Ogni impresa fissa un p considerando come dati i p fissati dalle altre imprese,
- Prodotti omogenei,
- Simultaneità,
- Non cooperazione,
Presupposti molto simili a Cournot, l’unica differenza sta nella scelta del p e non di Q.
In un oligopolio di Bertrand, ogni impresa fissa il prezzo, considerando come dati i
prezzi fissati dalle altre imprese, in modo da massimizzare i profitti.
L’omogeneità implica che i consumatori acquisteranno dal venditore che pratica il
prezzo più basso. Inoltre, ogni impresa si rende conto che la domanda che essa
fronteggia dipende sia dal proprio prezzo che da quello delle altre imprese. In
particolare, un’impresa che fissa un prezzo più elevato di quello dei rivali non vende
nulla. Un’impresa che fissa un prezzo più basso di quello dei rivali ottiene l’intera
domanda di mercato.
Assenza di vincoli di capacità cioè la q massima producibile, perché se si fissa il
p bisogna essere liberi di produrre quanto si vuole. L’impresa aumenta il profitto ogni
volta che fissa un p più basso rispetto a quello dell’altro, perciò l’unica forma di
equilibrio è quella in cui tutte e due mettono un p pari a c, cioè il p minimo della CP e
in corrispondenza del costo marginale di mercato. P= al costo marginale vuol dire
profitti nulli, quindi niente extra profitti. Un altro punto importante riguarda il numero
di aziende sul mercato è irrilevante.
La curva di domanda è inclinata negativamente. Slide 38 sempre LG e Samsung.
Per 40 (P), entrambe vendono 30 Punto E. 40= è superiore al costo marginale, perciò
se S invece di vendere