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O POSTERIORE.
In italiano il sistema vocalico permette di distinguere fino a sette timbri vocalici.
VOCALI PROCHEILE: con protusione e arrotondamento delle labbra
VOCALI APROCHEILE: senza protusione e con stiramento orizzontale delle labbra.
APPENDICE A: LA FONAZIONE E LA LARINGE:
Fonazione: stati della laringe e meccanismo di vibrazione delle pliche vocali
è l’organo
La laringe che presiede alla produzione della voce (fonazione). La laringe può essere descritta come un insieme di
cartilagini e di tessuti connettivi disposti nella regione in cui la trachea si collega con la faringe e con il cavo orale. Una parte
molto importante della laringe è il cricoide, un anello di cartilagine su cui poggiano tutte le altre parti. La cartilagine tiroidea si
chiude attorno alla cartilagine cricoidea e al suo interno vi sono le aritenoidi e le pliche vocali ( che sono i collegamenti tra le
aritenoidi e il pomo d’Adamo o prospicienza tiroidea). Lo spazio che assicura il passaggio tra le pliche vocali viene detto
glottide.
Meccanismo di vibrazione delle pliche vocali:
1. L’innesco della vibrazione è dovuto ad un gesto volontario con cui si applica una tensione muscolare alle pliche vocali,
che una volta tese permettono di ostruire il punto ideale in cui avviene lo scambio gassoso (glottide). A questo gesto si associa
un aumento di pressione delle cavità respiratorie.
2. L’aumento dello squilibrio di pressione forza le pliche vocali a divaricarsi dal basso.
3. Una piccola quantità di aria passa attraverso la glottide e si ristabilisce così un equilibrio di pressione.
4. Si produce quindi una specie di risucchio che porta alla chiusura della glottide. Ciò rappresenta un ostacolo per
il flusso d’aria e ricomincia così a crearsi uno squilibrio tra pressione sublaringale e pressione sopralaringale.
5. Le pliche vocali si riaccostano fino a chiudere completamente il passaggio e la pressione si ristabilizza come all’inizio
del ciclo.
6. A questo punto si ha di nuovo lo squilibrio di pressione iniziale ed il ciclo può ripetersi.
Il locutore controlla inconsciamente energia e velocità della fonazione. FREQUENZA FONDAMENTALE: frequenza dei
cicli. Il locutore può controllare frequenza fondamentale e quantità d’aria (che corrisponde all’intensità della voce)
Registri di fonazione:
Respirazione forzata: divaricazione delle pliche vocali che si ottiene respirando a pieni polmoni
Aspirazione; le inspirazioni
Sonorità: lo spazio tra le pliche si riduce a minimo o nullo
Occlusione glottidale: decisa chiusura della glottide che impedisce la sonorità.
Cricchiato: o creaky voice/ voce laringalizzata: stato di vibrazione parziale o irregolare delle pliche
vocali. Falsetto: le corde vocali sono molto tirate ed il suono è più acuto.
Bisbiglio, sussurro, mormorio: breathy voice o whispering voice
Glottogramma: diagramma del volume istantaneo che attraversa la glottide.
Per illustrare graficamente alcune delle disposizioni articolatorie corrispondenti ai luoghi di articolazione sopra elencati
possiamo avvalerci degli OROGRAMMI.
LA VERIFICA STRUMENTALE DELL’ARTICOLAZIONE DEI SUONI:
Alla fine dell’800 un abate francese fece i primi studi strumentali per osservare come vengono prodotti i suoni nel parlato. Nel
1900 un suo allievo, Freeman Jocelyn, pubblica uno studio sperimentale.
Oggi utilizziamo la palatografia per capire come vengono prodotti i suoni: una protesi viene fatta su misura della persona e
viene dotata di sensori. Gli studi condotti tramite palatografia, però, interferiscono con le osservazioni.
Sono state provate altre tecniche, ad esempio la RX o la IRM, cioè osservando i suoni esponendo le persone a raggi x.
Questa tecnica non viene più utilizzata oggi perché pericolosa, ma abbiamo le radiografie di tutti i suoni dell’italiano.
Si passò poi alla risonanza magnetica, che ci permette di analizzare la disposizione della lingua e degli altri organi. Vi sono però
due grossi svantaggi nell’utilizzare la risonanza magnetica: 1 la posizione supina non è la stessa di quando parliamo in pedi. 2 la
persona viene esposta a risonanza per periodi brevi, ottenendo un’immagine statica. Le immagini statiche non sono molto
attendibili (iperarticolazione).
IPERARTICOLATO E IPOARTICOLATO
Parlato iperarticolato: quello, per esempio, di un lettore che parla con uno straniero. Si fa troppa attenzione a quello che si
sta dicendo, gli organi vengono eccessivamente tesi e i tempi di mantenimento del suono non sono naturali.
Parlato ipoarticolato: quello che fanno tutti i parlanti nativi, articolando tutti i suoni approssimanti. Il parlante nativo sa che i
suoi interlocutori lo capiscono quindi usa un parlato ipoarticolato.
FONETICA ACUSTICA
‘900
All’inizio del si acquistano apparecchi elettro-acustici, che permettono di fare un’analisi articolatoria migliore.
Uno dei primi fu padre Agostino Gemelli, che acquistò un sonografo.
Poi si passò al visible speech, cioò a poter vedere ciò che si è registrato su un nastro.
Alla fine dell’800 si era arrivati a questo approccio grazie ai risonatori, tubi che producono suoni simili alla voce umana.
TEORIA DELLE RISONANZE: studia cosa succede quando si cambia cassa alle risonanze. La forma del condotto vocale
definisce un effetto filtrante.
ANALISI SPETTRALE:
Teoria di Fourier:
Un suono periodo si può scomporre in componenti multiple della prima che saranno dosate a seconda della voce della
singola persona ( di come muove la lingua, le labbra ecc.). Per applicare il teorema di Fourier il suono deve essere ciclico.
se scompongo un suono mi accorgo che è formato da tre componenti, che sono tutte multiple della prima. la prima
componente ha sempre la stessa frequenza del suono analizzato, la seconda ha frequenza doppia, la terza tripla e così via.
L’ANALISI FONETICA STRUMENTALE: parte di fonetica acustica l’interpretazione
Lo spettrogramma resta ancora oggi il principale strumento documentario per acustica e articolatoria del fatto
fonetico. La possibilità di ottenere una rappresentazione di tipo spettrografico è implementata in numerosi prodotti informatici,
ad esempio PRAAT, sviluppato, costantemente aggiornato e messo a disposizione gratuitamente dal Laboratorio di fonetica
dell’Università di Amsterdam.
Spettrogrammi a banda stretta e a banda larga:
Gli spettrogrammi di una registrazione sonora di parlato conservano in tutte le rappresentazioni le stesse caratteristiche grafiche.
Presentano la distribuzione dell’energia spettrale, alle varie frequenze (sull’asse delle ordinate, in Hz) e nel corso del tempo
(sull’asse delle ascisse in ms). La variazione è rappresentata in scala di grigi.
Gli spettrogrammi oggi più diffusi sono quelli a banda larga, perché permettono una più agevole lettura dei valori formantici.
Le formanti sono le maggiori componenti del timbro di un suono e sono indicate con F1, F2, F3…
l’armonica
Sono diverse dalla armoniche, che si indicano con f1, f2, f3…. Se l’armonica f1 coincide con fondamentale
allora si indica con f0 ed è detta anche frequenza fondamentale.
Altre curve:
Alla rappresentazione spettrografica sono aggiunte in molti casi rappresentazioni di altre curve come ad esempio
L’oscillogramma
(andamento dell’ampiezza istantanea) di solito affiancato verticalmente in alto.
Si può avere anche il profilo melodico (andamento della frequenza fondamentale o pitch) di solito
sovrapposto. Il profilo dell’intensità sonora (curva del volume istantaneo o intensity) anche questo di solito
sovrapposto.
Il grafico che rappresenta le variazioni formantiche si chiama tracciato formantico (forman track) ed è di solito sovrapposto
allo spettrogramma.
Per la migliore analisi della sezione spettrale di un suono si può ricorrere alla sezione spettrale (spettro d’ampiezza o spectral slice
in PRAAT).
OSCILLOGRAMMA: intensità
SPETTROGRAMMA: frequenza
I segnali digitali:
l’analisi di segnali digitali, rispetto alle tradizionali analisi analogiche, ha introdotto nuovo parametri descrittivi.
I segnali digitali sono discreti nel tempo, mentre quelli analogici sono continui. I segnali digitali si ottengono quindi facendo uno
discretizzazione e un campionamento di un segnale continuo (analogico).
l’analogico;
Il digitale non è fedele come il formato .wave tuttavia conserva le informazioni senza selezionarle. Si sacrifica una
l’orecchio
parte dell’informazione che umano comunque non udirebbe. Teorema di Fourier: un suono complesso si può scomporre
in suoni semplici. Quindi nel suono vi sono anche delle componenti che non possono essere udite dall’orecchio umano. effetto
di mascheramento: alcune componenti di un suono vengono mascherate dal movimento di altre cellule ciliate e vicine che non
permettono alle cellule ciliate vicine di muoversi come dovrebbero. Suono 1000 Hz e suono 1020 Hz: ma le cellule ciliate si
muovono per il 1000 Hz ma per i 1020 Hz si muovono appena: ne deriva un suono vibrato.
Il segnale ottenuto è discreto nel tempo ma presenta una certa perdita rispetto al segnale analogico. Alla base dell’analisi
spettrografica digitale vi è la FFT (Fast Fourier Transform) opposta alla DFT (Discerete Fourier Transform).
Queste analisi sfruttano un algoritmo basato su Fourier che estrae una stima dell’ampiezza corrispondente a ciascuna componente
armonica del suono analizzato. L’analisi di Fourier necessità però di un suono sufficientemente lungo e stabile per poter effettuale
la decomposizione in onde elementari.
–
LPC - Linear Predicitve Coding Analisi Predittiva Lineare
Si tratta di un altro approccio che consente di determinare le proprietà timbriche dei suoni sulla base di stime numeriche.
Il principio è semplice: in una porzione di segnale digitale con caratteristiche periodiche costanti, in una sequenza di campioni
prelevati sulla forma d’onda, ogni campione può essere descritto in base alla valutazione dell’andamento dei campioni
precedenti. La stima della periodicità permette di definire un profilo PLC.
Il PLC estrae dal suono la conformazione del condotto vocale. Ci dice che vocale stiamo articolando.
Teoria Sorgente-Filtro
l’ipotesi
Si fa che, nella produzione linguistica dei suoni, il contributo dato dalle pliche vocali in vibrazione sia separabile dal
contributo dato dalle cavità superiori caratterizzate da effetti successivi di filtraggio e amplificazione del suono originario. Alla
laringe corrisponde quindi in ruolo di sorgente. Le cavità superiori fanno da filtro e consentono una modifica della voce in
suoni qualitativamente distintivi.
Sovrapponendo le caratteristiche energetiche dei contributi di sorgente e filtro si ottiene la composizione frequenziale d