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Analisi del testo

NON C'È LEZIONE 01-11-2019

Giulia Di Modica 53

NON C'È LEZIONE 02-11-2019

NON C'È LEZIONE 07-11-2019

NON C'È LEZIONE 08-11-2019

XXXVII strofa: Qui troviamo la figura di Lenskij: dopo essere stato in Germania, torna alla propria tenuta e apprende con dolore della morte di questo vicino che ricordava da fanciullo. «Tornato ai suoi penati…» Qui Puškin usa questa espressione metaforica di espressione classica «penati»: divinità latine che incarnavano gli antenati; usa questa espressione non propriamente etipicamente russa. Lenskij visita quindi la tomba del vicino, sospira (troviamo l’atteggiamento ironico di Puškin) e dice a se stesso «Poor Yorick» (citazione dall’“Amleto”; Puškin esprime una critica: l’abitudine eccessiva dei poeti e dei letterati di citare altre poesie e opere e di rievocarle inutilmente). «Come spesso

“nell’infanzia…”

In questo momento di tristezza, Lenskij ricorda l’infanzia (nelle strofe precedenti c’erano già delle immagini di Lenskij ragazzino il quale assiste alla maturazione e allacrescita di Ol’ga che da bambina diventa ragazzina). Questo è un riferimento alla guerra russo-turca(1788) alla quale Larin aveva preso parte e si era guadagnato una medaglia; orgoglioso di questamedaglia, la portava appuntata al petto.

Qui si ricorda ancora il desiderio che Larin aveva di immaginare e di pensare che un giorno Ol’gasarebbe stata la moglie di Lenskij: quel giorno non arriverà mai poiché Larin morì prima e poichéLenskij verrà ucciso prima.

“E colmo di una sincera…”

C’è una nota ironica: nelle strofe precedenti Puškin descrive questa foganella descrizione di Lenskij il quale trova sempre un momento per scrivere poesie (occasioneimportante per dedicare dei versi

funebri all'amato vicino di tenuta).XXXVIII strofa:"E proprio là…» Questa è una visione cupa ed è l'immagine del succedersi delle generazioni, vista non solo come trascorrere del tempo ma anche come una sorta di lotta tra le giovani generazioni e le generazioni precedenti che spingono verso la tomba, le generazioni più anziane.«esse per volontà...» è un'immagine metaforica che allude alle foglie degli alberi le quali crescono, maturano e poi cadono dagli alberi. Questa immagine si trova spesso nell'opera di Omero (omaggio implicito da parte di Puškin alla cultura classica).XXXVIX strofa:Qui c'è un momento di gioia e allegria; anche in questo capitolo vi è un variare di toni.«E intanto inebriatevi…» Il tema fondamentale di questa strofa è il desiderio di lasciare una traccia del proprio passaggio e cammino, desiderio del poeta, letterato e

scrittore di essere ricordato. Nella strofa precedente si è fatto riferimento al trascorrere del tempo e al passare delle generazioni e della vita:

Giulia Di Modica 54più doloroso è il sentimento di questo trascorrere del tempo, per chi (come il poeta etc) teme di aver creato, scritto e composto inutilmente senza essere ricordato dalle generazioni successive.

I primi 4 versi della strofa sono in realtà una citazione da Gavril Deržavin, “Invito a un pranzo”: poeta vissuto alla fine del ‘700 il quale ebbe notorietà all’epoca di Caterina II ed è legato al classicismo russo.

Vediamo che nell’Onegin sono continui i riferimenti intertestuali sia alla tradizione letteraria classica che a quella russa.

XL strofa:

L’ultima strofa è una conclusione di questo ragionamento sulla fugacità della vita, sull’azione effimera dell’uomo per quanto importante, famoso e valido sia il poeta, lo scrittore e il

letterato.«E questa voce…» Qui è la voce di Puškin che si fa sentire, voce che toccherà il cuore di qualcuno: anchein tempi futuri, quando egli sarà morto da tempo, riuscirà ad arrivare alla sensibilità di qualcuno.

«la strofa, sillabata da me, forse non annegherà nel Lete» Altro riferimento classico: il Lete è il fiumedell’oblio; Dante e Virgilio prima di avviare il loro cammino nel Purgatorio, si immergono nelle acquedel Lete.

«forse (speranza adulatrice) …» Anche chi non avrà una formazione profonda, riconoscerà (guardandoil ritratto) in lui un poeta.

Gli ultimi versi esprimono la conclusione della strofa Puškiniana dell’Onegin, con un riferimentoclassico. «gli allori di un vecchio» era una frase che spesso ripeteva uno degli insegnanti di Puškin ilquale la usava per introdurre degli autori classici.

Conclusione del II capitolo.

LETTERA DI TATIANA A ONEGIN (TERZO CAPITOLO)

Tatiana si invaghisce profondamente di Onegin che vede come la personificazione di quegli eroi romantici e protagonisti delle sue letture. Ella non è in grado di capire la distanza in termini di profondità psicologica, intelligenza, spiritualità e natura tra lei e Onegin. Le sue attenzioni nei confronti di Onegin non vengono assolutamente colte e comprese da Onegin il quale non si accorge di nulla; ella quindi è indotta a scrivergli una lettera.

Questa è la lettera che viene scritta in un momento di disperazione poiché non riesce ad avere un segno di risposta alla propria passione. Questa è una lettera che contiene la sua confessione: è un'autentica indagine introspettiva; in ogni momento Tatiana si sofferma sulla sua interiorità e sulle reazioni che la conoscenza e la frequentazione di Onegin provocano nella sua anima. Qui c'è la consapevolezza che si tratti di una

condizione voluta dal destino a cui Tatiana non avrebbe mai potuto sfuggire. È una situazione definitiva ed eterna: dichiara che questo amore e questa passione vivranno con lei fino alla fine dei suoi giorni. In questo momento più drammatico della lettera ella esprime un desiderio e una promessa per tutta la vita: non ci sarà nessun altro amore se non Onegin (non potrà concedersi a lui perché ha promesso fedeltà a un altro uomo ma il suo amore per Onegin resterà invariato). C'è la presa di coscienza della differenza sociale tra i due: vede Onegin come uomo di mondo e dotato di un'educazione superiore; nel secondo verso usa la parola "disprezzo", "pietà", è la consapevolezza di inferiorità sociale ribadita poi successivamente: "villaggio sperduto e dimenticato". Qui si trova un tipico tema della letteratura russa: la differenza tra la distanza spaziale e culturale tra

la città e la campagna (temi conduttori del romanzo in versi); Onegin che arriva in un villaggio sperduto tra gente molto inferiore. Tatiana si sente rappresentante di questo mondo così diverso e inferiore. Ci colpisce anche il passaggio del cambiamento di registro: all'inizio Tatiana usa "voi" (forma di cortesia) ma nel momento più drammatico di questa lettera però, Tatiana passa al "tu" ("io sono tua"). Qui si esprime la passionalità di Tatiana. Nella conclusione c'è un altro cambiamento di stato e atteggiamento: Tatiana si rende consapevole della gravità di quanto ha dichiarato e prova vergogna per la differenza di status e la consapevolezza di non essere motivo di attrazione e considerazione da parte di Onegin. LETTERA DI ONEGIN A TATIANA (OTTAVO CAPITOLO) Quando Onegin torna dal suo lungo viaggio attraverso la Russia, rivede inaspettatamente Tatiana e gli sembra di

incontrare una persona totalmente diversa: una donna matura, sicura di sé, affascinante e attraente. Si invaghisce di Tatiana ma qui la situazione è ribaltata perché ella sembra non accorgersi delle attenzioni di Onegin ed egli si vede costretto a scriverle una lettera la quale è speculare a quella di Tatiana (presentano delle analogie nella composizione e nella struttura).

Nell'incipit c'è una citazione implicita e indiretta di un romanzo di Rousseaux: "tutto prevedo: vi offenderà la relazione del triste segreto". Nel secondo verso troviamo la stessa parola usata da Tatiana: "e quale amaro disprezzo". Proprio come Tatiana parlava di disprezzo, Onegin prova lo stesso moto e immagina che Tatiana possa provare nei suoi confronti solo disprezzo.

"Un giorno, per caso..." Onegin ripercorre il tempo del loro incontro, della loro conoscenza e frequentazione: qui c'è l'immagine

dell'incontro fatale (proprio come Tatiana aveva parlato dell'apparizione di Onegin nel villaggio sperduto e lontano). Onegin cerca di giustificare il proprio disinteresse e disattenzione: aveva provato e manifestato espressamente indifferenza e mancanza di interesse mentre qui dice che non aveva osato credere alla tenerezza che Tatiana aveva suscitato in lui. Da un lato quindi non nega il proprio disinteresse e allontanamento nei confronti di Tatiana mentre dall'altro cerca di non aver voluto credere e abbandonarsi a quello che poteva sembrare un sogno irrealizzabile anche se poi ammette di aver temuto di perdere l'odiosa libertà. Fa anche riferimento alla morte di Lenskij senza richiamare la propria colpevolezza. Anche qui è il caso che regna sovrano (tema molto presente nell'opera di Puškin). Successivamente ricorda la propria reazione: dopo la morte di Lenskij, Onegin abbandona la sua tenuta e tutto quello che ha e parte per un viaggio il

quale avrà lo scopo di farlo maturare e di produrre in lui un cambiamento profondo. Anche Onegin come Tatiana cerca di scandagliare il proprio animo e di esprimere queste verità profonde che porta dentro di sé. «No, vedervi…» Onegin riconosce la superiorità, la grandezza e la perfezione di Tatiana dopo il suo percorso di pentimento. Troviamo delle analogie con la lettera di Tatiana: ella si affidava all'anima di Onegin pur sapendo di non essere accolta e di meritare solo disprezzo. I toni usati da Onegin sono ancora più appassionati e intensi i quali riproducono i modi stereotipati dei temi amorosi dei poeti romantici. La fine della lettera fa riferimento al caso e alla volontà superiore che tutto ha deciso: «sono in vostro potere» proprio come aveva detto Tatiana. Questa è una dichiarazione di resa definitiva e totale al destino e al caso.

Giulia Di Modica 56

Quest'opera ispirò il grande musicista

Pëtr Il'ič Čajkovskij il quale tra il 1877 e il 1878 compose un'opera intitolata Evgenij Onegin. Quest'opera si compone di 3 atti e 7 scene: la prima rappre
Dettagli
A.A. 2019-2020
152 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/21 Slavistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giuliadimodica di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura russa I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Baselica Giulia.