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Tecniche che possono caratterizzare l'intervento in un modello clinico di natura psicodinamica

La sistematizzazione si fonda su un asse ideale dove a uno dei due poli abbiamo interventi più espressivi (più volti all'esplorazione, al far emergere del materiale inconsapevole dal paziente) e all'altro polo interventi più supportivi (volti a sostenere, appoggiare, fortificare quelle che abbiamo visto essere le funzioni dell'io che possono essere più o meno compromesse in un paziente); lungo questo continuum si possono individuare diversi interventi, ci sono modelli clinici di natura psicodinamica che sono più spostati verso un assetto interpretativo-espressivo e alcuni che sono più spostati verso l'assetto supportivo. In questo senso torna anche quella distinzione che abbiamo ricordato più volte rispetto all'uso della relazione: gli interventi che vanno più nella direzione di fornire delle esperienze relazionali al paziente.

hanno più una natura supportiva, mentre quelli che vanno più dalla direzione dell'analisi delle difese e del conflitto sono più di natura espressiva. Quello che spero sia chiaro è che non esiste una terapia fondata solo sull'applicazione di una di queste tecniche, bensì a partire dall'idea che la seduta di psicoterapia psicodinamica non segue un andamento strutturato, a seconda del pz, del momento e della situazione relazionale sarà più utile utilizzare una tecnica piuttosto che un'altra, oppure possono esserci anche situazioni per cui è una sequenza di tecniche quella che porta ad es all'interpretazione.

Versante espressivo-interpretativo

Interpretazione

  • Si tratta dell'intervento più espressivo e orientato all'insight. La tecnica d'intervento fondamentale degli approcci psicodinamici di natura più espressiva-esplorativa è proprio l'interpretazione;
l'intervento più espressivo e più orientato a riuscire a aggiungere un insight da parte del paziente. Obiettivo: rendere il paziente consapevole di qualcosa che è al di fuori della sua consapevolezza (portare alla coscienza qualcosa che in precedenza era inconscio). Non significa più ovviamente soltanto ricordare qualcosa che era stato rimosso per risolvere la situazione di sofferenza, ma portare alla coscienza qualcosa che era inconscio in prima battuta implica lavorare sulle difese inconsce. Meglio accolta se presentata come ipotesi provvisoria piuttosto che come affermazione definitiva (no imposizione di conoscenza da parte del terapeuta), l'interpretazione ha sempre uno statuto ipotetico. L'insight che deriva dall'interpretazione spesso non è il frutto di un singolo intervento geniale ma di una serie di interpretazioni che mano a mano rendono il paziente e il terapeuta sempre più convinti che quell'ipotesi.

Potrebbe essere effettivamente calzante per descrivere una sua difesa/conflitto. Es.: "Sembra che lei contrasti i suoi progressi perché si preoccupa che sua madre possa essere invidiosa e rivalersi su di lei".

Osservazione:

  • A differenza dell'interpretazione, non suggerisce connessioni o spiegazioni, ma pone l'attenzione del paziente su qualcosa che è al di fuori della sua consapevolezza: il terapeuta fa sempre un'ipotesi rispetto a qualcosa di emotivo, comportamentale o cognitivo di cui il paziente non è consapevole. La differenza rispetto all'intervento di interpretazione è che non forniamo delle ipotesi al paziente ma una focalizzazione attentiva.
  • Obiettivo: portare l'attenzione del paziente su qualcosa che è al di fuori della sua consapevolezza. Spesso riferita a comunicazioni non verbali o agiti, cioè espressioni comportamentali che si pensa possano avere un significato intrapsichico o comunque relazionale.
  • Es.:

«Ha notato che quasi sempre sbadiglia quando entra nello studio e mi saluta?»

Confrontazione

  • Si tratta di un intervento su materiale consapevole (a differenza dei due casi precedenti).
  • Obiettivo: evidenziare qualcosa che viene evitato ma di cui il paziente è consapevole. Si cerca di lavorare al materiale di cui si pensa che il paziente abbia una consapevolezza e si mette in evidenza proprio l'evitamento o comunque la difficoltà che il paziente ha nello stare in contatto con il materiale di cui però è consapevole. Es.: Un paziente con disturbo narcisistico arrivò in seduta l'11 settembre 2001 senza fare riferimento agli attacchi terroristici appena avvenuti. Dopo che ebbe parlato a lungo di come si sentiva maltrattato dalla ragazza, il terapeuta disse: «Noto che non ha nemmeno accennato agli attacchi terroristici di oggi». L'episodio stimolò una produttiva esplorazione delle ragioni che
avevanospinto il paziente a negare l'impatto che un evento tanto angosciante aveva avuto su di lui. Quindi la confrontazione servea riavvicinare qualcosa che è consapevole e a esplorare ulteriormente anche in senso interpretativo le ragioni cheavevano spinto il paziente a negare l'impatto che un evento tanto agghiacciante aveva avuto su di lui. Chiarificazione • Uno degli interventi più utilizzati. Anch'essa agisce su materiale prettamente consapevole, di cui il paziente hadisponibilità diretta. Obiettivo: chiarire cosa cerca di esprimere il paziente, riformulando o chiedendo ulteriori dettagli(spesso con tono interrogativo). Es.: RIFORMULARE (riprendere il materiale che è stato prodotto consapevolmente dalpaziente per dargli una veste più chiara): "A quanto pare ciò che intende dire è che non riesce a decidere se davvero vuolerestare in questo rapporto o tirarsene fuori"; ULTERIORI DETTAGLI (nel momentoin evidenza e li espone al paziente. L'interpretazione delle difese, invece, riguarda il modo in cui il paziente si difende dalle emozioni o dai pensieri dolorosi. Il terapeuta cerca di comprendere e spiegare al paziente le strategie di difesa che utilizza per evitare di affrontare determinati contenuti emotivi. In sostanza, la confrontazione si concentra sul materiale consapevole del paziente, mentre l'interpretazione delle difese si focalizza sulle strategie di difesa inconsce del paziente.uno accanto all'altro davanti agli occhi del pz e vede che tipo di effetto nel pz produce la consapevolezza simultanea di questi due aspetti, qui finisce la confrontazione. Nell'interpretazione invece il lavoro riguarda il materiale al quale il pz non ha accesso consapevole, è un'ipotesi su un qualcosa che accade fuori dalla consapevolezza del pz. N.B. tutti questi interventi non vanno considerati come mutualmente esclusivi. Nel mezzo del continuum espressivo-supportivo Incoraggiamento a elaborare • La forma più comune di comunicazione da parte del terapeuta. È semplicemente un'apertura rispetto a un'elaborazione ulteriore, quindi il classico "mi dica qualcosa di più". Si tratta di una tecnica in un certo senso aspecifica, che però è direttamente riconducibile all'importanza delle libere associazioni e all'analisi di tutto ciò che queste libere associazioni comportano. Non è una

Richiesta di chiarimento rispetto a un elemento specifico (à chiarificazione) ma un tentativo di apertura più ampio che non ha lo scopo di acquisire ulteriori informazioni rispetto a un elemento ma, al contrario, di aprire all'esplorazione libera di qualcosa che sta in quel momento attraversando il dialogo tra paziente e terapeuta.

  • Obiettivo: stimolare ulteriori commenti da parte del paziente. Incoraggiare a riportare senza censure e liberamente ciò che passa per la mente (cfr libere associazioni). Es.: «Vorrei saperne di più» (aperto); «Vorrei sapere qualcosa di più del padre di sua madre. Non ne abbiamo parlato molto» (diretto a qualcosa di specifico)

Versante supportivo

Serie di interventi che non hanno direttamente uno scopo esplorativo, quindi non mirano ad aumentare la consapevolezza del paziente rispetto a determinate situazioni, conflitti o difese ma hanno una valenza supportiva, cioè cercano di fornire

un’esperienza relazionale che supporti alcune funzioni o caratteristiche del pz che per diverse ragioni non hanno ricevuto abbastanza supporto per poter essere sviluppate. Ciò non toglie che possano essere utilizzate anche in un approccio esplorativo laddove si pensi che possano sostenere o incoraggiare per poi un andare in una direzione di esplorazione che magari in quel momento non è possibile.

Validazione empatica

  • Fondamentale per la Psicologia del Sé.
  • Obiettivo: per pazienti che hanno avuto, nel corso della loro infanzia, caregiver che hanno invalidato o negato i loro vissuti interiori (cfr. oggetti- Sé; Falso Sé) il terapeuta può essere di grande aiuto quando conferma al pz che ha diritto di provare certi sentimenti e che la sua risposta è giustificata da ciò che gli è accaduto. Es.: "Capisco bene che lei sia arrabbiato con suo padre dopo che le ha detto quelle cose" (verso l’esterno).

«Ha tutte le ragioni per essere diffidente nei miei confronti, considerate le sue esperienze passate con le figure che detengono una qualche autorità».

Quindi questi sono 2 esempi che mostrano come questo può riguardare sia il mondo esterno del paziente ma anche la relazione terapeutica stessa. Sono degli interventi che segnalano al paziente che si comprende il suo stato emotivo, il suo modo di fare esperienza di una determinata situazione e che la si tollera, cioè che la si ritiene una esperienza valida, che ha un suo valore.

Interventi psicoeducativi:

  • Verso l’estremo del versante supportivo: valenza pedagogica. Nella maggior parte degli interventi di natura psicodinamica può esserci lo spazio per interventi di questo tipo, soprattutto all'inizio della terapia nel momento in cui, prima di iniziare, ci si accorda su quelli che sono gli obiettivi e le modalità di lavoro che verranno proposte e sul perché, posta la situazione specifica.
che il paziente ci presenta, ci orientiamo verso un certo tipo di intervento.

Obiettivo: fornire al paziente informazioni specifiche sulla natura del suo disturbo, sugli obiettivi della psicoterapia e sui suoi limiti. Es.: "Non posso davvero accettare la sua donazione per la mia ricerca perché non sarebbe etico trarre vantaggio dalla nostra relazione terapeutica."

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
92 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ireneluparini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla psicoterapia individuale e di gruppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Preti Emanuele.