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VIA INTRINSECA O MITOCONDRIALE

Abbiamo l'attivazione di fattori pro-apoptotici, il più importante è Bax (fa parte di una famiglia particolare che controlla la permeabilità mitocondriale, Bax e Bcl-2 sono parenti ma svolgono funzioni opposte: in caso di danno, è attivata Bax, pro-apoptotica, e viceversa in condizioni normali è attivata Bcl-2, anti-apoptotica), che lega la membrana mitocondriale e crea dei pori (Bak che viene attivata) facendo uscire tante molecole tra cui il citocromo c. L'organismo preferisce eliminare totalmente le cellule con un danno al DNA perché possono portare a danni più gravi, come la comparsa di neoplasie. Il citocromo c si aggiunge e si viene a formare l'apoptosoma. Anche la pro-caspasi-9 viene attivata, diventando caspasi-9, che andrà ad attivare la caspasi-3, la pro-caspasi-3. Il bilanciamento tra proteine pro- (Bax) e anti-apoptotiche (Bcl-2).

decide se la cellula vive o no. • VIA ESTRINSECA: è mediata da specifici recettori di morte, di cui i più importanti appartengono alla famiglia TNFR1 (diversi da quelli che innescano l'infiammazione acuta). Fas è una proteina correlata, il cui ligando prende il nome di FasL e si trova, per esempio, sui linfociti T e rappresenta una molecola per l'innesco dell'apoptosi. Quando avviene il legame Fas-FasL si ha l'aggregazione e attivazione di una proteina adattatrice FADD che attiva la caspasi-8 che legherà e attiverà, a sua volta, la caspasi-3. Queste due vie sono collegate tramite bid: questo può essere attivato dalla caspasi 8 e può andare ad attivare la via intrinseca. ("il genoma"). In alcuni casi, è la stessa p53, guardiano del DNA, ad indurre l'apoptosi: questa proteina controlla la riparazione del DNA in caso di individuato danno. Se il danno viene riparato, la cellula entra in fase F; se altrimenti il danno è troppo grave, la cellula entra in apoptosi.

contrario non vengono riparate le alterazioni al DNA, questo può trasformarsi in un problema perché possono dare il via a modificazioni neoplastiche. Per questo motivo, p53 arresta il ciclo cellulare e induce l'apoptosi, attivando Bax e Bak.

La caspasi-3 modifica tutta una serie di altre proteine che portano la cellula a modificare tutta la sua morfologia. Le proteine target sono proteine del citoscheletro, fattori di trascrizione, ecc. Vengono attivate inoltre delle endonucleasi multiple (ovvero tra un nucleosoma e l'altro). Le caspasi tagliano inoltre il DNA ad intervalli di 200 bp.

L'enzima PARP ("poli-ADP-ribosio polimerasi"), un enzima che ripara i tagli del DNA a singolo filamento favorendo la frammentazione del DNA già attaccato e tagliato dalle endonucleasi.

Quando si verifica l'apoptosi?

  1. Deprivazione di ormoni e fattori di crescita (apoptosi mitocondriale da ridotta sintesi di bcl-2 e BCLX e attivazione di BIM);
volte la deprivazione di ormoni avviene in situazione patologica, come nel caso in cui la tiroide non funziona. 2. Danno al DNA (p53 arresta il ciclo cellulare: segue l'attivazione di BAX e BAK) 3. Proteine ripiegate in modo anomalo (chaperonine del RER attivano la risposta da proteine non ripiegate e attivano le caspasi) 4. Famiglia dei recettori TNF (Fas e Ligando del Fas nei linfociti. TNF attiva NF-kB che stimola Bcl-2. Può anche indurre la risposta contraria) 5. Linfociti T citotossici; di tutti i linfociti B e T prodotti nel MO (e poi passanti dal timo) solo il 5% verranno "approvati", gli altri moriranno per apoptosi. DANNI SUBLETALE Sono adattamenti cellulari di vario tipo, sia morfologico che fisiologico. Questi adattamenti sono: 1. Ipertrofia 2. Iperplasia 3. Atrofia 4. Metaplasia Abbiamo delle alterazioni del volume della cellula (e di conseguenza anche dell'organo coinvolto) per un aumento del numero delle sue.

componenti (il numero di cellule rimane lo stesso, aumenta la sintesi delle sue componenti). scheletrica → diminuzione della degradazione proteica, aumento della catena

Esempio: ipertrofia della muscolatura pesante della miosina rapida.

ipertrofia del miocardio → il cuore si ritrova a dover pompare il sangue nel circolo in cui la pressione è aumentata; all’inizio risponde come un muscolo scheletrico (il ventricolo diventa più muscoloso), poi però abbiamo un cambiamento a livello genetico e trascrizionale che si traduce, a lungo termine, in uno scompenso (deficit contrattile ed danno cardiaco).

Nel caso dell’iperplasia, l’organo aumenta di volume in seguito all’aumento del numero delle cellule che lo compongono (può verificarsi solo in cellule che abbiano conservato la capacità di dividersi). Distinguiamo diversi casi:

o Iperplasia fisiologica (esempio: Iperplasia delle cellule della ghiandola mammaria durante la

pubertà e la gravidanza). L'iperplasia compensatoria è un esempio di aumento del numero delle cellule di un organo per compensare la perdita di una sua parte (ad esempio, il fegato che si rigenera dopo l'asportazione di una sua parte). L'iperplasia patologica, invece, è un aumento anomalo del numero delle cellule di un organo, spesso causato da uno squilibrio ormonale, che può favorire la crescita di cellule neoplastiche. L'atrofia, invece, è la diminuzione del volume di un organo a causa della riduzione delle dimensioni e/o del numero delle sue singole cellule. Possiamo distinguere diversi casi di atrofia: l'atrofia fisiologica, che avviene ad esempio nell'utero dopo il parto, e l'atrofia patologica, che può essere causata da diversi fattori come il disuso dell'organo, la perdita dell'innervazione, la scarsa vascolarizzazione, la nutrizione inadeguata, la perdita della stimolazione endocrina o la compressione dell'organo. L'atrofia può avvenire attraverso tre meccanismi differenti: la ridotta sintesi proteica e l'aumentata degradazione delle proteine (mediata dal proteasoma) e la formazione di vacuoli autofagici che digeriscono organelli e proteine utilizzando i lisosomi (questo processo è coinvolto nell'atrofia cerebrale, una situazione che si verifica ad esempio in caso di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer).verifica fisiologicamente nell'invecchiamento)
  1. Perdita di unità cellulari che non vengono sostituite
L'autofagia rappresenta una capacità delle cellule di rispondere a condizioni di carenza di nutrimento. È generata dal gene mTOR che è un sensore in grado di capire qual è la situazione di approvvigionamento della cellula: quando la cellula si accorge che c'è poco cibo e pochi fattori di crescita attiva mTOR che attiva a sua volta Ambra1 (sostiene l'autofagia come sistema di riequilibrio). La cellula, quindi, trovandosi in periodo di carestia digerisce alcune sue componenti per recuperare energia, per sopravvivere in situazioni avverse. Ci sono 3 forme di autofagia: macroautofagia, microautofagia e mediata da proteine chaperone (che legano specifiche proteine e le portano dentro ai lisosomi). Sia nella macro- che nella microautofagia, il materiale da eliminare viene avvolto da membrana (nel caso della micro-, sono i lisosomi).stessi ad assumere le componenti e le porzioni di citosol da digerire). La metaplasia è una modificazione reversibile in cui un tessuto differenziato viene sostituito con un altro tessuto differenziato. Esempio: reflusso gastroesofageo per sopravvivere alle continue sollecitazioni acide dovute al malfunzionamento dello sfintere gastrico, la mucosa esofagea (epitelio squamoso) e le sue cellule si trasformano, diventando epitelio gastrico (epitelio cilindrico) per tollerare meglio l'ambiente acido. La metaplasia può predisporre alla trasformazione neoplastica. L'infiammazione acuta è una risposta veloce (sia nel presentarsi che nell'andarsene) che viene messa in atto in seguito a un danno. Le prime cellule che vengono portate nella sede di danno sono i granulociti neutrofili e poi i monociti che diventano macrofagi. Nel processo sono coinvolti mediatori dell'infiammazione. Cosa succede dopo per tornare

Il nostro organismo è in grado di riparare i danni e cercare di ricostruire l'omeostasi, ovvero la condizione di partenza.

I fattori che condizionano il processo di riparazione sono:

  • Entità del danno
  • Capacità proliferativa (tessuti labili, stabili, perenni e cellule staminali)
  • I fattori di crescita e la matrice extracellulare e le cellule del connettivo

Se il danno è molto lieve, basta il riassorbimento dell'essudato infiammatorio (il tumore viene riassorbito). La situazione cambia se c'è stata necrosi. In questo caso abbiamo due possibilità: la rigenerazione e la riparazione.

La rigenerazione prevede due presupposti: il primo è che le cellule siano in grado di proliferare e il secondo è che le membrane basali siano integre (senza, anche se la cellula può proliferare, non si riesce perché non si sa come organizzarsi perché viene a mancare proprio quell'elemento che dà la forma all'organo).

L'informazione di posizionemorfogenetica dei tessuti risiede, infatti, nel connettivo e nella membrana basale: se mancano, la cellula può proliferare ma non sa come farlo in maniera ordinata.

Nel caso della riparazione, il tessuto specializzato morto (formato da cellule perenni che non mostrano capacità proliferativa quando adulte, come cellule cardiache o nervose) viene sostituito con un tessuto connettivo (aspecifico): viene ristabilita la continuità tissutale ma spesso viene persa la funzionalità del tessuto. Un esempio è la guarigione delle ferite, che si traduce nella formazione di una cicatrice.

GUARIGIONE DELLE FERITE CUTANEE

  • → margini netti
    Guarigione per prima intenzione
  • → margini irregolari e con bordi della ferita distanti
    Guarigione per seconda intenzione

La vera differenza tra le due, che vedono gli stessi meccanismi di riparazione, è la tempistica: la seconda ci mette di più.

Le fasi del processo

riparativo sono:
  • inizialmente le cellule prevalenti sono i granulociti neutrofili, poi i monociti-1.
  • Fase infiammatoria macrofagi
  • Fase proliferativa con formazione del tessuto di granulazione
  • Formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi, se si toglie la crosta si vede un bel tessuto rosso); i vasi preesistenti producono gemmazione da cui germogliano nuovi vasi
  • Migrazione e proliferazione dei fibroblasti
  • Deposizione della matrice extracellulare
  • Fase del rimodellamento che prevede la maturazione e organizzazione del tessuto fibroso (quando si forma la cicatrice, il tessuto da rosso diventa più chiaro di quello che lo circonda e ciò è dovuto al fatto che non ci sono più vasi in quell'area) - in quest'ultima fase il numero delle cellule coinvolte è pari a 0
Le fonti dei fattori di crescita sono quasi sempre le stesse, i tipi cellulari coinvolti non cambiano (?). Abbiamo bisogno dell'angiogenesi di fattori di crescita.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
118 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher feffe1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Farabegoli Fulvia.