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ANALI DEL POTASSIO VOLTAGGIO ATTIVATI
Sono formati da 4 subunità α che si giustappongono a formare il poro
centrale. Sulla base della loro capacità di inattivare, dopo l’apertura, le
correnti K possono essere distinte in 4 classi funzionali:
Correnti rettificanti ritardate: corrente classica
Correnti transienti di tipo A: partecipano alla regolazione della
frequenza di scarica nei neuroni
Correnti M: partecipa alla regolazione dell’eccitabilità dei neuroni
Correnti erg: partecipa al potenziale cardiaco
C -
ANALI DEL POTASSIO CICLO ATTIVATI 2+
Tali canali sono regolati dalla concentrazione di Ca intracellulare. Nei
2+
neuroni questi canali si aprono quando Ca attraversa i canali Ca con i quali in molti tessuti sono
2+
accoppiati. Possono essere attivati anche da depositi intracellulari di Ca . I canali del potassio ciclo attivati
partecipano alla ripolarizzazione e all’iperpolarizzazione postuma del potenziale d’azione, nonché alla
modulazione della frequenza di scarica. I canali K sono stati classicamente suddivisi in tre sottofamiglie:
Ca
Canali K a grande conduttanza:
Ca
Canali K a conduttanza intermedia:
Ca
Canali K a piccola conduttanza:
Ca
Canali ionici attivati da nucleotidi ciclici
Tali canali a livello del carbossiterminale presentano un
dominio di legame per dei nucleotidi. Quando i nucleotidi
ciclici si legano a questo dominio si verifica una complessa
serie di riarrangiamenti conformazionali che portano
all’apertura della via di permeazione. Questa è
generalmente poco selettiva per i cationi, cosicché i canali
+ + 2+
sono attraversati da K , Na e Ca . I membri più studiati di
questa famiglia svolgono un ruolo nei sistemi di
trasduzione sensoriale, come nei fotorecettori della retina
e nei neuroni sensoriali olfattivi. Altri membri della famiglia
sono attivati da iperpolarizzazione del potenziale di
membrana e per questa ragione vengono chiamati HCN
(hyperpolarization and cyclic nucleotide gated). Questi
sono presenti sia nei neuroni sia nelle cellule pacemaker
del cuore, dove svolgo l’importantissimo ruolo di generare
il battito cardiaco spontaneo e consentirne la regolazione da parte del sistema nervoso autonomo.
Recettore nicotinico
Il recettore per Ach è una glicoproteina pentamerica che consiste di 4
subunità distinte chiamate: α, β, γ e δ; le quali sono organizzate attorno a un
poro centrale che è la via di permeazione ionica. Vi sono 4 segmenti ad α-
elica transmembrana denominati M1, M2, M3 e M4, di cui M2 forma il poro
centrale. Sono localizzati sulle creste e in prossimità dei canali del sodio. Il
recettore canale nicotinico si apre in conseguenza del legame dell’Ach. Due
molecole di Ach devono legarsi per aprilo. Nel caso in cui si leghi solo una
molecola di Ach l’apertura è breve. Se l’applicazione di Ach è protratta nel
tempo, il canale si apre per pochi secondi per poi richiudersi definitivamente. Il
ripristinino della responsività del canale può essere ottenuto solo in seguito alla
rimozione dell’agonista. Questa perdita di funzione del recettore è nota come
desensitizzazione.
I recettori nicotinici hanno anche una certa permeabilità per i cationi bivalenti
2+
(es. Ca ). L’interazione tra ligando e recettore determina un cambiamento
conformazionale del recettore dove i segmenti M2 ruotano e rimuovono i
carbonili nella zona del poro e si allontanano. Nelle terminazioni presinaptiche vi è un enzima che catalizza
la sintesi di acetil-colina: acetilcolina transferasi
Acetil-CoA + Colina ↔Ach + CoA
Ach deve essere caricata nelle vescicole e mediato da V-Ach (trasportatore di Ach che utilizza un gradiente
protonico). La colina deriva in arte dal riassorbimento. I trasportatori che riassorbono la colina sono
trasportatori che dipendo dal gradiente del sodio ChoT. È la depolarizzazione che stimola il rilascio di
2+
Acetilcolina dalla piastra presinaptica. Una diminuzione del Ca extracellulare produce una risposta debole.
2+
L’esocitosi delle vescicole è stimolato da un aumento di Ca nel citoplasma. Se il potenziale presinaptico è
2+
uguale al potenziale di equilibrio del Ca l’effetto si blocca.
2+
Ca extracellulare regola l’effetto
2+
Mg extracellulare inibisce l’effetto
Metodo Patch-Clamp Nel voltage- clamp si usavano microelettrodi di vetro con punte
molto sottili, ma questo tipo di metodo presentava due
svantaggi:
Permette di misurare correnti di tutti i canali ionici espressi
sulla cellula
È difficile studiare cellule piccole (es. neuroni, cellule
muscolari, ovociti)
Il patch-clamp (blocco di area) è una tecnica elettrofisiologica
innovativa in cui è possibile bloccare il voltaggio di un pezzo
isolato della membrana cellulare o dell’intera cellula. Si possono
osservare correnti ioniche che fluiscono attraverso i canali dell’intera superficie di membrana o la
variazione di corrente che passa attraverso un singolo canale ionico.
Permette di studiare le correnti ioniche cellulari transmembrana, cioè le variazioni di conduttanza della
membrana cellulare (potenziale d’azione). La tecnica consistete nell’isolare elettricamente un’area
piccolissima (patch) di membrana e,
registrare le correnti ioniche che
fluiscono attraverso i canali ionici
presenti. Il potenziale in uscita è
proporzionale alla corrente applicata
all’ingresso invertente (-), cioè alla
corrente che passa nel patch di
membrana isolato dalla bocca
dell’elettrodo. La tecnica del patch-
clamp permette di registrare la corrente
che fluisce durante l’apertura di un
singolo canale.
Configurazione cell-attached patch:
consente di effettuare registrazioni di
un singolo canale in condizioni in cui la
cellula è intatta e il suo mezzo
intracellulare imperturbato. La
membrana aderisce strettamente alla
pipetta di vetro.
Configurazione whole-cell: l’elettrodo è in contatto con il citoplasma ed è quindi a tutti gli effetti un
elettrodo intracellulare. La bassa resistenza elettrica della punta della pipetta rende possibile, in
piccole cellule, eseguire un esperimento di voltage-clamp senza che occorra inserire un secondo
elettrodo CELLULE E SEGNALI NERVOSI
Cellule nervose
La struttura del corpo cellulare delle cellule nervose non è
diversa da quella delle altre cellule. Tuttavia, il neurone è
caratterizzato dalla presenza di due tipi di prolungamenti:
Dendriti
Assoni
Dal corpo cellulare emergono in genere più dendriti, spesso
provvisti di complesse ramificazioni. L’assone è, invece, unico e
si estende per distanze molto variabili. Le ramificazioni
dell’assone si trovano in vicinanza della sua terminazione.
Grazie alle terminazioni assonali o presinaptiche, il neurone
entra in contatto con le altre cellule.
Insieme al corpo cellulare, i dendriti fanno parte della zona
ricevente del neurone che viene così notevolmente estesa.
Lungo i dendriti di molte cellule nervose si trovano piccole
estroflessioni, dette spine dendritiche, che rappresentano
ulteriori punti di contatto sinaptico e sono collegate al dendrite
da un breve e sottile peduncolo
I segnali ricevuti dalle regioni postsinaptiche del neurone
vengono integrati nei dendriti e nel corpo cellulare dando
eventualmente ordine a un potenziale d0azione che si genera
nel segmento inziale dell’assone noto come cono di emergenza.
Il potenziale d’azione, un segnale tutto-o-nulla, viaggia senza
decremento lungo l’assone fino alla terminazione nervosa, dove
l’informazione vie trasmessa ad altre cellule. Nelle terminazioni
nervose delle sinapsi chimiche sono presenti mitocondri e
vescicole sinaptiche che contengono il neurotrasmettitore.
All’arrivo del potenziale d’azione, le vescicole sinaptiche si
fondono con la membrana plasmatica liberando il
neurotrasmettitore nella fessura sinaptica. Il
neurotrasmettitore è in grado di modificare il potenziale di membrana della cellula postsinaptica legandosi
a specifici recettori.
Cellule gliali
Le cellule gliali non sono in grado di generare e condurre potenziali d’azione, e a differenza delle maggior
parte dei neuroni esse sono capaci di riprodursi anche nell’adulto. Si tratta di cellule generalmente più
piccole di quelle nervose, prive di dendriti e di assone, ma comunque dotate di complessi prolungamenti.
C S
ELLULE DI CHWANN
Le cellule di Schwann del SNP appartengono alle due diverse categorie:
Cellule incapsulanti: assoni di diametro tra 0,4 e 1 µm e sono circondate da una lamina basale e più
esternamente da fibre di collagene
Cellule mielinizzanti: assoni con diametro tra 1 e 15 µm dei quali formano la guaina mielinica, che
isola gli assoni elettricamente e ne aumenta la velocità di conduzione.
Ciascuna cellula di Schwann avvolge la sua membrana plasmatica intorno all’assone in strati concentrici, dai
quali viene successivamente estromesso il citoplasma.
O
LIGODENDROCITI
Sono piccole cellule dotati di pochi processi primari dai quali originano processi secondari a decorso
parallelo, si trovano nella sostanza bianca, dove sono responsabili del processo di mielinizzazione, e nella
sostanza grigia, dove sono associati ai corpi neuronali e svolgono funzioni di regolazione del
microambiente. Gli oligodendrociti sono connessi tra loro da giunzioni comunicanti e sono dotati di
recettori per il glutammato.
A STROCITI
Sono cellule con elaborate ramificazioni a simmetria radiale che conferiscono loro una forma stellata. Una
delle principali funzioni degli astrociti consiste nella costituzione della barriera ematoencefalica che
contribuisce a proteggere il SNC dall’ingresso di composti potenzialmente dannosi. Gli astrociti si pongono,
infatti tra i neuroni e i capillari sanguigni e raggiungono questi ultimi processi a ventosa. Un’altra
importante funzione astrocitaria riguarda la regolazione della composizione ionica dello spazio
extracellulare, essenziale per il mantenimento del potenziale neuronale di membrana e per la generazione
dei potenziali d’azione.
Gli astrociti svolgono un ruolo importante nella regolazione dell’attività sinaptica. Infatti, i processi
astrocitari disposti intorno alle sinapsi le isolano, ostacolando così la diffusione del neurotrasmettitore fuori
dalla fessura sinaptica. Gli astrociti possiedono recettori per il glutammato, per GABA e per la glicina
M ICROGLIOCITI
Cellule di piccole dimensioni che presentano molte proprietà in comune con i macrofagi; rimuovono i
frammenti cellulari generati da un d