Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
II)
Il muscolo liscio vascolare ha la capacità di regolare il proprio stato di contrazione con un processo
definito autoregolazione miogena. In assenza di autoregolazione, un aumento della pressione
arteriosa determina un incremento del flusso in un’arteriola. Il rilascio tonico di noradrenalina dai
neuroni simpatici contribuisce al mantenimento del tono miogeno delle arteriole. La noradrenalina
si lega ai recettori α del muscolo liscio vasale determinando vasocostrizione. Se la stimolazione
simpatica diminuisce le arteriole si dilatano, mentre se la stimolazione simpatica aumenta le
arteriole si costringono.
Controllo nervoso sullo stato di costrizione dei vasi
139
organi con esigenze di perfusione elevate, ma poco variabili, (cervello, reni) hanno scarso
• tono miogeno.
Organi con notevoli variazioni delle esigenze di perfusione (muscolatura scheletrica, tratto
• gastrointestinale, fegato, cute) hanno un elevato tono miogeno
140
Controllo intrinseco del flusso periferico:
1) metabolico (iperemia attiva): aumento del flusso di sangue in seguito ad aumento
dell’attività metabolica
2) flusso ematico (iperemia reattiva): aumento del flusso in seguito ad occlusione vasale o ad
un periodo di bassa perfusione. 141
Autoregolazione: meccanismo presente in tutti i distretti circolatori (escluso il polmone), finalizzato
a mantenere costante il flusso d’organo in seguito a variazioni della P . I limiti dell’intervallo di
tm
autoregolazione e l’entità della costanza di flusso, variano da organo a organo. Alla base
dell’autoregolazione c’è la risposta miogena, contrazione della muscolatura vasale provocata da
aumenti della P , che è indipendente dall’innervazione autonoma.
tm 142 05/12/2016
Controllo cardiovascolare
mantenere costanti determinati parametri:
pressione arteriosa media (il sangue che fluisce dal cuore)
• pressione venosa (pressione sanguigna nel cuore)
• gittata cardiaca (sangue che fluisce dal cuore)
•
in modo da adeguare il flusso ad una certa velocità e per una adeguata filtrazione capillare a flusso
cefalico.
Vi sono due tipi di controlli:
1. controllo estrinseco:
nervoso: branca simpatica e branca parasimpatica. Il parasimpatico regola la gitta,
• andando a modulare la frequenza cardiaca. Il simpatico va a controllare sia la forza che
la frequenza in senso positivo.
umorale
•
2. controllo intrinseco: rispecchia la legge di
Frank-Starling → un aumento di volume porterà
ad un aumento di gittata. Il muscolo cardiaco,
143
come quello scheletrico, ha una ben definita relazione tensione (forza)/lunghezza: esiste una
lunghezza ottimale alla quale la forza della contrazione è massima. Ma mentre il muscolo
scheletrico lavora vicino alla sua lunghezza ottimale, le fibre miocardiche del cuore normale
hanno una lunghezza inferiore rispetto a quella ottimale per la contrazione.
Pressione arteriosa
per mantenere costante la pressione arteriosa media, si deve agire o sulla gitta cardiaca o sulle
resistenze periferiche. Vanno introdotti anche fattori fisici, come la compliance del vaso e il volume
circolante.
La differenza tra la pressione diastolica e quella sistolica è definita pressione pulsatoria.
PAM= P + 1/3 (P -P )La pressione sistolica è la pressione massima esercitata nelle
diast sistolica diastolica
arterie quando il sangue viene pompato in esse durante la sistole ventricolare. La pressione
diastolica è la pressione minima esercitata nelle arterie quando il sangue drena nei vasi a valle
durante la sistole ventricolare. La pressione differenziale (polso) è la differenza tra la pressione
sistolica e la pressione diastolica. La pressione arteriosa media è la pressione media durante tutto il
ciclo cardiaco.
Il cuore genera pressione quando si contrae e pompa il sangue nel lato arterioso della circolazione.
Le arterie si comportano come riserve di pressione durante la fase di rilasciamento del cuore,
mantenendo così elevata la pressione media
arteriosa PMA, che rappresenta la principale
forza che causa lo scorrimento del sangue. Il
valore della pressione arteriosa media dipende
da due fattori: la gittata cardiaca (cioè il volume
di sangue che il cuore pompa in un minuto) e la
resistenza periferica (cioè la resistenza offerta
dai vasi sanguigni al flusso di sangue).La Pa 144
dipende dal volume di sangue nelle arteriole. La pressione arteriosa media è una funzione della
gittata cardiaca e della resistenza nelle arteriole. La pressione del sangue è alta nelle arterie
e decresce in modo continuo mano mano
che il sangue fluisce lungo il sistema
circolatorio. La diminuzione della
pressione è dovuta alla perdita di energia
determinata dalla resistenza dei vasi al
flusso. La resistenza al flusso dipende
anche dall’attrito che si esercita tra le
cellule del sangue in movimento.
La pressione aortica raggiunge un valore
massimo intorno ai 120mmHg durante la
sistole ventricolare (pressione sistolica o
massima) poi scende in modo regolare fino
a 80 mmHg durante la diastole ventricolare
(pressione diastolica o minima). Il rapido
incremento pressorio che si verifica
quando il ventricolo spinge il sangue
nell’aorta può essere percepito come
un’onda pressoria, onda sfigmica o polso,
che viene trasmessa attraverso le arterie.
L’ampiezza del polso si affievolisce con la
distanza a causa dell’attrito nel sistema e
infine scompare a livello dei capillari. La
pressione differenziale, che è una misura
dell’intensità dell’onda sfigmica, è data
dalla pressione sistolica meno la pressione
diastolica:
pressione sistolica – pressione diastolica = pressione differenziale
Per agevolare il flusso venoso, alcune vene possiedono internamente valvole unidirezionali. Queste
valvole impediscono il flusso retrogrado del sangue. Quando il sangue raggiunge la vena cava non
ci sono più valvole.
La pressione arteriosa media PAM viene stimata calcolando la soma della pressione diastolica più
un terzo della pressione differenziale:
PAM = P diastolica + 1/3 (P sistolica – P diastolica)
145
Per una persona che presenta una pressione sistolica di 120 mmHg e una pressione diastolica di 80
mmHg avremo:
PAM = 80 mmHg + 1/3 (120-80 mmHg) = 93mmHg
Se la gittata cardiaca rimane inalterata, mentre la resistenza periferica aumenta, il flusso di sangue
in ingresso alle arterie non cambia, il flusso in uscia si riduce: il sangue tende ad accumularsi nelle
arterie e la pressione arteriosa aumenta. Si ritiene che la maggior parte dei casi di ipertensione sia
associata a una aumento della resistenza periferica senza alcun cambiamento della gittata cardiaca.
Nonostante il volume di sangue all’interno del sistema circolatorio sia relativamente costante, le sue
variazioni possono influenzare la pressione arteriosa. Se il volume di sangue aumenta, la pressione
aumenta, quando il volume di sangue diminuisce, la pressione diminuisce.
La risposta cardiovascolare alla riduzione del volume sanguigno comprende la vasocostrizione e
l’incremento della stimolazione ortosimpatica al cuore.
Le arterie sono vasi a basso volume e di solito contengono in ogni momento solo l’11% del volume
di sangue totale. Le vene, al contrario sono vasi ad alto volume e raccolgono circa il 60% del
volume di sangue circolante. Le vene funzionano da riserva di volume ematico che può essere
ridistribuito verso le arterie in caso di necessità.
Riflesso barocettivo (controllo estrinseco)
La funzione principale del centro di controllo
cardiovascolare è il mantenimento di un adeguato
flusso ematico cerebrale e cardiaco. Gli ingressi
sensoriali che raggiungono questo centro
provengono da vari recettori sensoriali periferici.
Si trovano a livello dell’arco aortico, in quanto il
sangue esce e va in tutto l’organismo, e nei seni
carotidei. I barocettori monitorano in modo
continuo la pressione all’interno del vaso. Se la pressione arteriosa
media si innalza aumenta anche la frequenza di scarica. I barocettori
carotidei e aortici sono recettori di tensione tonicamente attivi che
scaricano continuamente potenziali d’azione, anche a valor pressori
normali. La prinvipale via riflessa per il controllo omeostatico della
pressione arteriosa è quella del riflesso barocettivo. Quando la
pressione sanguigna aumenta nelle arterie, essa determina uno
stiramento della memebrana dei barocettori e la loro freqenza di scarica
dei potenziali d’azione aumenta; se la pressione diminuisce, la frequenza
di scarica diminuisce.
146
I barocettori portano l’informazione a livello del centro della regolazione cardio-vascolare. È il
nucleo del tratto solitario che comunica con afferenze viscerali, nuclei limbici.
Per riportare la pressione arteriosa media, con un meccanismo a feedback, si diminuisce la gittata
cardiaca o della resistenza vascolare sistemica.
Se si stimola il parasimpatico si va ad agire la frequenza cardiaca. Se diminuisce l’attività
simpatica, a livello periferico si limita l’azione vasocostrittrice degli alf1 e beta1 sul cuore (che
porta ad una gitta sistolica e la frequenza cardiaca).
l’ipotensione ortostatica in una persona normale innesca il riflesso barocettivo. I barocettori aortici e
carotidei rispondono al calo pressorio diminuendo la propria frequenza di scarica. La diminuzione
delle afferenze sensoriali verso il centro di controllo cardiovascolare aumenta l’attività simpatica e
riduce quella parasimpatica. A seguito dei cambiamenti nell’attività nervosa autonoma, forza di
contrazione e frequenza cardiaca aumentano, mentre le arteriole e le vene si contraggono. l’aumento
combinato di gittata cardiaca e resistenze periferiche detmina un aumento della pressione arteriosa
media e la riposta a valori normali entro due battiti cardiaci
La regolazione della pressione arteriosa nel sistema cardiovascolare è strettamente collegata alla
regolazione del bilancio idrico attuata a livello renale
Controllo ormonale del sistema cardiovascolare
A livello renale viene liberata la
renina, che rileva un abbassamento
della pressione, del contenuto di
sodio e del volume del LEC. Agisce
convertendo l’angiotensinogeno in
angiotensina1, e a livello polmonare
viene convertita in angiotensina II
grazie ad ACE. L’angiotensina II
agisce a livello delle resistenze
periferiche aumentandole, agendo
come vasocostrittore e inducendo un
aumento della pressione
arteriosa. Agisce anche a
livello della corteccia del
surrene stimolando la
secrezione di aldosterone,
aumentando il riassorbimento del
sodio.
Peptide natriuretico atriale
ANP: vengono liberati 147
dall&