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La curva di risposta ottima

Rappresentando la risposta ottima di G per ogni possibile livello di produzione di R, otteniamo la curva di risposta ottima, (BR) che mostra la risposta ottima di un'impresa a qualsiasi possibile azione della sua rivale. Essa include, quindi, sia le due risposte ottime già commentate nella fig.18.6, sia quella relativa all'eventuale quantità di monopolio prodotta da G.

In breve, essa include tutte le risposte ottime per ogni altro possibile livello di produzione di R:

  • Se R non produce, G produce 3000, cioè la quantità di monopolio;
  • Se R produce 6000, G produce nulla.

La curva di risposta ottima di G ha pendenza negativa perché all'aumentare della produzione di R, diminuisce la quantità che G desidera produrre.

In modo analogo si può determinare la curva di reazione di R. Sovrapponendo le due curve di reazione, si individuano le quantità che costituiscono un equilibrio di Nash.

Quest ultimo corrisponde al punto di intersezione delle due curve. Nel caso esaminato, sia R e sia G producono 2000 m di cemento. Dalla fig.18.4, si vede che quando la produzione totale è 4000, P = 60.

PERDITA SECCA DI BENESSERE NELL'OLIGOPOLIO E NEL MONOPOLIO: (fig.18.9) mette a confronto la perdita secca di benessere nel caso di oligopolio e nel caso di monopolio.

  • OLIGOPOLIO: in totale, G e R producono 4000 metri cubi all'anno. La perdita secca che ne risulta corrisponde all'area del triangolo viola, che ammonta a 20000 euro all'anno.
  • MONOPOLIO: se nel mercato operasse un monopolista, o se G e R colludessero perfettamente e agissero da monopolista (invece di competere alla Cournot), la perdita secca di benessere sarebbe data dalla somma delle aree colorate in giallo e viola, e quindi pari a 45000 euro annui.

Poiché in oligopolio il prezzo è più vicino al costo marginale di quanto non lo sia in caso di monopolio, la perdita secca di benessere sarebbe minore.

benessere che ne risulta è inferiore. Nei modelli di Bertrand e di Cournot, le imprese competono tra di loro solo una volta. Nel mondo reale, le imprese competono in modo ripetuto e continuativo.

Quando le imprese competono ripetutamente, hanno minor incentivo a ridurre i prezzi. La guerra dei prezzi, infatti, danneggia i duopolisti. Esse potrebbero cercare di conseguire, cooperando, il prezzo di monopolio. Potrebbero adottare la strategia: "fissare il prezzo di monopolio (€70) se nessuno ha fissato un P più basso, diversamente fissare un P pari al MC (€40)".

Se il gioco è ripetuto, le imprese cooperano se hanno cooperato negli stadi precedenti. Ma se un'impresa comincia una guerra dei prezzi, l'effetto sarà di portare il P = MC. Questa strategia può essere intesa come una minaccia: "coopero finché tu cooperi. Diversamente scateno la guerra (dei prezzi)".

Ciò significherebbe raggiungere un equilibrio

uscita nel mercato  Ci sono molte imprese che producono beni o servizi simili ma differenziati  Le imprese hanno un certo grado di potere di mercato, ma non sono monopoliste assolute  Esiste una certa competizione tra le imprese, ma anche una certa differenziazione dei prodotti  I prezzi sono determinati dalla domanda e dall'offerta nel mercato OLIGOPOLIO: in un mercato vi è l'oligopolio quando poche imprese dominano il mercato e hanno un certo grado di potere di mercato. Le imprese possono collaborare tra di loro per limitare la concorrenza e aumentare i profitti. L'oligopolio può portare a comportamenti collusivi come la fissazione dei prezzi o la divisione del mercato tra le imprese. MONOPOLIO: in un mercato vi è il monopolio quando un'unica impresa controlla l'intero mercato e non ha concorrenti. Il monopolio può portare a un'elevata concentrazione di potere e alla mancanza di concorrenza. L'impresa monopolista può influenzare i prezzi e le quantità di produzione a suo vantaggio. COMPETIZIONE PERFETTA: in un mercato vi è la competizione perfetta quando ci sono molte imprese che producono beni o servizi identici e non hanno potere di mercato. Le imprese sono prese come "price takers" e i prezzi sono determinati dalla domanda e dall'offerta nel mercato. Non ci sono barriere all'entrata nel mercato e le imprese competono solo attraverso il prezzo.uscita Vi è un numero elevato di imprese Ogni impresa, in un dato settore, produce un bene che si differenzia da quello delle rivali, e rispetto a quest'ultimo è un buon sostituto (differenziazione del prodotto). La differenziazione può basarsi su alcune proprietà merceologiche, di localizzazione, di qualità. Fra i produttori di un mercato di concorrenza monopolistica vi è competizione, infatti i beni non sono identici, ma differenziati. In breve, l'impresa, offrendo un prodotto distinto, ha un certo potere monopolistico, tuttavia è esposta alla concorrenza delle altre imprese del settore (ciò spiega tra l'altro la locuzione "concorrenza monopolistica"). PRE-COMMITMENT STRATEGICO: si ha quando un'impresa, allo scopo di accrescere i profitti futuri, si impegna a compiere azioni prima che le compiano le imprese rivali/concorrenti. MODELLO DI STACKELBERG: nel modello di Stackelberg di concorrenza sulle quantità,due impresescelgono quanto produrre in maniera sequenziale.Si ipotizzi che l'ingresso nel mercato non sia simultaneo, e che R entri per prima nel mercato,scegliendo quanto produrre (il modello prevede concorrenza sulle quantità).La mossa che lei farà sarà tanto vantaggiosa quanto la mossa che avrebbe fatto se la avesse fatta simultaneamente a G.(fig.18.18) R potrebbe produrre 2000 (la quantità ottimale risultante dal modello di Cournot), e G,allora deciderebbe di produrre 2000 (vedi punto A). Il suo profitto (40.000) sarebbe quello previsto dal modello di Cournot.R potrebbe cercare di ottenere maggiori profitti. Se R decide di produrre 3000, G, quando entra nel mercato, produrrà 1500 (l'ammontare indicato dalla curva di reazione).La scelta di R è diversa da quella effettuata simultaneamente a G, perché ora può condizionare la scelta di G.In breve, R deve trovare il punto sulla curva di reazione di G, il quale le

consentirà di massimizzare i suoi profitti. (il punto più profittevole è C, dove R produce 3000 e G 1500. Profitto di R=45000).

CAPITOLO 19: FALLIMENTO DEL MERCATO

Si è in presenza di un fallimento di mercato quando il mercato non è efficiente.

ESTERNALITÀ:

Rappresentano un fallimento di mercato. Un'azione crea un'esternalità se incide su qualcuno con cui il decisore non intrattiene nessuna transazione di mercato.

Esistono 2 tipi di esternalità:

  • Esternalità negative: si hanno quando sono presenti costi esterni, per i quali un soggetto impone a terzi il costo, senza alcun risarcimento. Es. l'inquinamento
  • Esternalità positive: si hanno quando sono presenti benefici esterni. Es. la cura del giardino che fa crescere il valore delle case del quartiere

Le esternalità sono positive o negative a seconda della prospettiva da cui è osservata l'attività. Es. la riduzione

dell'inquinamento genera un'esternalità positiva

Trascurare un giardino crea un'esternalità negativa.

ESTERNALITÀ NEGATIVA: Quando sono presenti esternalità negative, la curva di offerta di un settore non rispecchia il vero costo sostenuto dalla società per produrre un bene. (slide 3 lezione 26-27) Il grafico mostra la differenza fra P e Q, quando si valuta il solo costo privato di produzione (EQUILIBRIO di MERCATO), e quando si valutano quei costi più i costi esterni (Ottimo).

INEFFICIENZA DEI MERCATI CONCORRENZIALI: In genere, quando un'attività di consumo o di produzione genera esternalità negative, i mercati concorrenziali allocano le risorse in maniera inefficiente. (fig.19.1 a) Equilibrio concorrenziale di breve periodo con 200 imprese, ognuna delle quali produce 250.000 tonnellate, al P = 1000. Produzione Totale dell'industria 50 milioni di tonnellate.

Ogni impresa produce fino al punto in cui P = MC e

Il prezzo di equilibrio della carta è di 1000. mercato(fig.19.1 b) S = somma orizzontale delle 200 curve di costo marginale. mercatoLa curva di domanda di mercato, D , interseca la curva di offerta di mercato al prezzo di equilibrio di 1000. In assenza di esternalità tale equilibrio concorrenziale sarebbe efficiente, ma non lo è perché l'industria della carta genera esternalità inquinando.In questo modo, il costo esterno di produzione, cioè il danno economico imposto agli altri, cresce quanto più cresce la produzione. Costo esterno = EC imp(Q ).Dalla funzione di costo esterno si può derivare il "costo di produzione esterno marginale" (MEC).impIn riferimento a un'impresa, l'inclinazione positiva del MEC indica il danno causato dall'inquinamento associato a un'unità in più di bene prodotto.Il livello socialmente ottimo di produzione per un'impresa è quello in cui il

Il costo sociale marginale eguaglia il beneficio sociale marginale ed è la somma verticale delle due curve dell'impresa: imp imp imp

Il costo marginale sociale (MSC) = MC + MEC

Il beneficio sociale marginale è il beneficio marginale dei consumatori (€1000)

Il livello socialmente efficiente per la singola impresa è 100.000. Per quel livello, costo sociale marginale e beneficio marginale sociale si eguagliano.

Di conseguenza, la produzione di equilibrio dell'impresa, 25000 tonnellate, è eccessiva e inefficiente. Per ognuna delle 150000 tonnellate in più, il costo sociale marginale eccede il beneficio sociale marginale. L'impresa sceglie di produrre quella quantità di carta perché considera solamente i propri costi e ignora i costi sociali sostenuti dagli altri.

Ci si può chiedere quale sarebbe il livello di produzione socialmente efficiente per l'intero mercato in assenza di esternalità (costi esterni a carico dell'impresa),

In concorrenza perfetta, con costi esterni a carico dell'impresa. In questo caso la curva di MSC coinciderebbe con la curva di offerta (con P = 1000 e Q = 100.000). E la curva di mercato (S) sarebbe la somma orizzontale delle (MSC) delle 200 imprese. Tale curva misura anche il costo sociale della produzione totale di carta. Il P sarebbe 1200 e la quantità prodotta 30 milioni.

Quando, al contrario, le imprese non considerano i costi esterni, esse vendono a un prezzo troppo basso (1000) e producono a un livello inefficiente (50 milioni). Oltre il livello di 30 milioni di tonnellate prodotte, si può misurare la perdita secca, data dalla differenza tra costo sociale marginale e beneficio sociale marginale espresso dalla curva di domanda.

ESTERNALITÀ POSITIVE: anche le esternalità positive generano inefficienze dei mercati concorrenziali. (questo perché le esternalità sono positive o negative dalla prospettiva da cui si guardano).

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
74 pagine
1 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisacibelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Fiori Stefano.