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A: B:
VO in funzione della velocità: sedentario e atleta
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Effetti dell’esercitazione sulla ventilazione minuto (VE) in soggetti allenati e non: in A è illustrato lo
stretto rapporto tra VE e VO , ed in B quello tra VE e VCO . Vicino ai valori massimi di VO , VE è
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sproporzionato, cosa che non accade rispetto a VCO 2
Frequenza cardiaca:
Gittata pulsatoria e gittata cardiaca:
Differenza artero-venosa di O (%):
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Grafici in relazione alla VO max: pressione arteriosa, gittata sistolica, gittata cardiaca, FC, differenza
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artero-venosa di O 2
Lezione 5
Controindicazioni al test ergometrico:
- assolute: febbre, aneurismi, ipertensione, problemi respiratori, edema polmonare
- relative: aneurisma ventricolare, epilessia, problemi cerebro-vascolari
Consumo di O : l’utilizzo di ossigeno è finalizzato alla produzione di energia necessaria alla prestazione
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fisica. Durante il test è importante riprodurre condizioni ottimali, sia d’ambiente che di gara, in modo da
ottenere risultati validi.
- fattori influenti:
- natura del lavoro: intensità, durata, ritmo, tecnica, posizione
- fattori somatici: sesso, età, salute, parametri antropometrici
- allenamento/adattamento
- ambiente: altitudine, pressioni dei gas, temperatura, rumore, inquinamento
Valutazione preliminare dell’atleta:
- sesso
- età
- peso (BMI)
- tipo di sport
- frequenza e carico d’allenamento
- patologie
- sintomi ricorrenti: svenimenti, palpitazioni, dolore al torace, etc..
- farmaci:
- nitrati: può significare un infarto in precedenza
- betabloccanti: limitano l’effetto della noradrenalina, limitando la FC
- ACE-inibitori: riducono la pressione arteriosa, possono provocare ipotensione
- calcio-antagonisti
- diuretici: abbassano la pressione
- antiaggreganti
- dicumarolici
Scelta dell’ergometro:
Predizione VO max mediante test cicloergometro:
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- maschi: Y= 10.51 (W) + 6.35 (Kg) – 10.4 (Yr) + 519.3 ml/min
- femmine: Y= 9.39 + 7.7 – 5.88 + 136.7
Massimo consumo di O : scelta del protocollo
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- protocolli a carico incrementale (triangolari): il test deve durare circa 10’
- triangolare continuo
- intermittente a carico crescente
- protocolli a carico costante (quadrati):
VO massima: massimo che si riesce a dare, estrapolato alla massima FC
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VO di picco: picco del consumo di ossigeno in quel giorno, che non coincide per forza col massimale, in
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quanto non è detto che si sia arrivati alla massima FC
VO max in funzione dell’età e del sesso:
2
VO max ed età: normalizzazione per il peso. La normalizzazione per la massa corporea riduce la
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differenza tra i sessi dal 30 al 50%
VO max: atleti d’élite e sedentari
2
Risposta metabolica nel sesso femminile:
- dopo la pubertà, la VO max è al 70/75% rispetto alla media maschile. Differenze meno evidenti nel
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periodo pre-puberale
- maggior % massa grassa
- ridotti livelli di emoglobina
- ridotto volume del cuore, con riduzione della gittata sistolica al carico massimo
- valori relativi di soglia anaerobica uguali tra i sessi (espressi in % della VO max)
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Risposta cardiovascolare nel sesso femminile:
- maggior risposta in frequenza, a parità di carico di lavoro submassimale
- FC max simile tra i sessi
- ridotta gittata sistolica per ridotto volume delle camere cardiache e della volemia
- minor concentrazione di emoglobina plasmatica
Risposta ventilatoria nel sesso femminile:
- le differenze della risposta ventilatoria sono dipendenti dalle differenze di taglia corporea
- maggior frequenza ventilatoria
- minor tidal volume
- minor volume ventilatorio dovuto a dimensioni ridotte del polmone
Lezione 6
VO e endurance aerobica:
2 - la VO max è stato per anni l’unico parametro discriminante la prestazione aerobica
2
- correla con le prove di endurance solo in gruppi eterogenei di soggetti
- tra atleti omogenei, la correlazione VO max / prestazione diminuisce fortemente
2
Atleti in possesso di una VO max minore, ma con una maggior frazione di utilizzo, potrebbero usufruire dello
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stesso VO durante la prestazione
2
Fattori fisiologici della performance di lunga durata:
Endurance aerobica: un atleta con buona endurance aerobica ha la capacità di sostenere un’elevata
frazione del max consumo di ossigeno per un tempo prolungato. È necessario valutare questa qualità,
cercando di parametrizzarla
Fattori correlati all’endurance aerobica:
- efficienza del sistema cardiovascolare
- fibre tipo I
- quantità di glicogeno muscolare
- maggior utilizzo di grassi a scopo metabolico, a parità di carico lavorativo
- capacità di dissipare con efficienza il calore
- numero di mitocondri per fibra
- numero e densità dei capillari muscolari
Costo energetico: C = (mlO /Kg) / m all’aumento dei Kg dovrebbe diminuire il costo, mentre in realtà
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aumenta. Questo perché all’aumentare dei Kg aumentano anche i ml O consumati. Il rapporto, all’aumento
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dei Kg, aumenta
- della marcia: (0.5 kcal/Kg) / Km
- fattori influenti: peso, velocitò, superficie, pendenza, zoppia
- della corsa: (1 kcal/Kg) / Km
FC soglia, in % della FC max:
Il ritmo cardiaco durante l’esercizio: l’attività fisica determina un’accelerazione dei battiti cardiaci.
- FC in relazione all’intensità:
- intensità molto bassa: < 35% FC
- intensità leggera: 60% FC
- intensità alta: 80% FC
- intensità molto alta: > 90% FC
Lezione 7
Controllo della FC: vie nervose
Rapporto tra FC e VO :
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FC come strumento di lavoro:
- FC riposo
- FC max:
- classica: 220 - età
- Tanaka: 208 - 0.7 età
- test ergometrico massimale
- frequenza di soglia
- frequenza target: in base all’obiettivo, una percentuale di lavoro
- frequenza di riserva (Karvonen): ((FCmax-FCrip) x %) + FCrip
Pressione arteriosa a riposo e durante l’esercizio:
- principio di Fick: VO = Q (Ca-Cv)O
2 2
- Q: gittata cardiaca [l/min]
- VO : consumo di ossigeno [l/min]
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- CaO : concentrazione arteriosa di O [mlO /100ml sangue]
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- CvO : concentrazione sangue venoso misto [mlO /100ml sangue]
2 2
- legge di Poiseuille: Pressione aortica media – Pressione venosa centrale = GC x Resistenze
periferiche - intensità dello sforzo e tipo di esercizio GC
vasodilatazione muscolare resistenze periferiche
controllo nervoso/ormonale resistenze periferiche
Gettata cardiaca a riposo e in esercizio:
Sfigmogramma: pressione media
Misurazione della pressione arteriosa:
Pressione arteriosa a riposo, per età:
Pressione arteriosa in esercizio, per età:
Pressione arteriosa in funzione dell’intensità di esercizio:
Pressione arteriosa durante contrazione isometrica nel tempo:
Pressione arteriosa durante contrazione isometrica e MCV
Lezione 8
Gestione del calore nell’essere umano: ∆E = w + h (lavoro meccanico/metabolico + calore)
Dal punto di vista fisico non siamo delle macchine termiche. Il calore non possiamo utilizzarlo per lavorare,
se non per alzare la temperatura corporea.
Generalità sulla termoregolazione: in condizioni normali la temperatura interna è di 36.7°C, con
oscillazioni circadiane di circa 0.8 °C. Le eccezioni sono febbre, situazioni climatiche estreme, lunga
permanenza in acqua calda o fredda, esercizio intenso e prolungato.
Resistiamo meglio al freddo che al caldo, infatti già verso i 44° possiamo incorrere in lesioni cerebrali. Il
limite minimo per la sopravvivenza, invece, è di circa -24/-27.
Con temperature fuori dal range normale perdiamo la capacità di regolare la temperatura. Il principale
termoregolatore è l’ipotalamo, composto da un tessuto molto sensibile agli sbalzi di temperatura
Modello nucleo-guscio: la nostra temperatura è circa 37° nel centro del corpo, perdendo temperatura
andando verso la periferia.
Distribuzione del calore sulla superficie corporea:
- testa: 8%
- arti superiori: 18%
- arti inferiori: 36%
- tronco: 38%
Condizioni ideali:
- temperatura rettale: 36.5-37.2 °C
- temperatura cutanea: 32-38 °C
- flusso ematico muscolare: ridottissimo
- flusso ematico cutaneo: medio
- sudorazione: 25/35 ml/ora
- frequenza cardiaca: 65-75 b/min
- ventilazione polmonare: 7-10 l/min
- consumo di ossigeno: 220-270 ml/min
- gittata cardiaca: 5-7 l/min
- bilancio termico: ad equilibrio
Termoregolazione: regolazione al caldo
L’aumento di temperatura viene percepito dai termocettori, i quali attivano risposte volontarie e involontarie.
- risposta volontaria (corteccia cerebrale): levo i vestiti, uso un ventaglio, etc..
- risposta involontaria (termostato ipotalamico): l’attivazione del sistema simpatico provoca
vasodilatazione cutanea, decremento del metabolismo basale, senso di spossatezza, stanchezza e
sudorazione
Termoregolazione: regolazione al freddo
La diminuzione di temperatura attiva i termocettori, i quali provocano risposte volontarie e involontarie
- risposta volontaria (corteccia cerebrale): vestirsi, rannicchiarsi, muoversi, mangiare, etc..
- risposta involontaria (termostato ipotalamico): brividi, attivazione meccanismi ormonali per la
produzione di calore. Il sistema simpatico aumenta il metabolismo basale e provoca vasocostrizione
- brivido: determina aumento del metabolismo basale, fino a 2/3 volte il valore normale.
Coinvolge quasi tutti i muscoli scheletrici del corpo, iniziando dalla mascella e diffondendosi
agli altri. Sono contrazioni a 10/20 Hz, involontarie, ripetute e sincrone dei muscoli.
Termoregolazione: periferia
Il tessuto adiposo è un ottimo isolante termico. La termoregolazione è effettuata principalmente dai vasi
sanguigni, essendo il sangue il principale trasportatore di calore. L’ipotalamo gestisce cosa deve succedere
con questo calore. I vasi capillari periferici, vicini alla cute, agiscono specificatamente per la dispersione o il
recupero del calore attraverso le ghiandole sudoripare.
Bilancio termico:
- guadagno di calore: BMR, attività muscolare, ormoni, effetto termico del cibo, cambiamenti
posturali
- perdita di calore: radiazione, conduzione, convezione, evaporazione
Bilancio termico II:
- conduzione: trasferimento di calore da una materia all’altra, mediante contatto diretto tra le due
- calore generato dai tessuti profondo tessuti superficiali strato cutaneo + vestiti
- convezione: trasferimento di calore da una materia all’altra, mediante il movimento di un gas o di
un liquido sulle loro superfici
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