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SCIA.
Il legislatore ha detto che in tutti i casi tranne quelli sopra citati (ambiente, paesaggio,
immigrazione, cittadinanza, salute, ecc..), davanti alla richiesta del cittadino, se l'amministrazione
non risponde entro un certo periodo di tempo la richiesta è accolta, salvo che altra norma speciale
stabilisca che il silenzio non equivale ad assenso ma a rifiuto.
es. provvedimento di sanatoria edilizia
c'è una norma contenuta nel testo unico dell'edilizia che stabilisce nel caso in cui la PA non emani il
provvedimento espresso favorevole alla richiesta sanatoria, che il silenzio sia equiparabile al
diniego.
Con le conseguenze del caso: cioè che al 90esimo gg se l'amministrazione non risponde in ordine
alla richiesta di sanatoria, il cittadino deve impugnare il provvedimento che equivale a diniego.
A differenza della SCIA, dove l'inerzia non valeva, non veniva equiparata al provvedimento tacito,
in caso di silenzio viene equiparato al provvedimento tacito della PA.
In un caso equivale ad assenso, in altri casi previsti dalla legge equivale a diniego.
Nei casi in cui la legge non prevede nulla, nel senso che non qualifica il silenzio né come assenso né
come diniego, in via generale il silenzio non si applica come silenzio assenso o diniego, ma
inadempiente.
es. materia di sicurezza:
richiesta di rilascio di un porto d'armi;
la PA non risponde;
questo non equivale al silenzio assenso, e non al silenzio diniego (perchè non esiste un
provvedimento espresso);
si è nell'ipotesi di silenzio inadempiente.
Se la PA non risponde nei termini previsti, si propone un ricorso sul silenzio, cercando di stimolare
l'amministrazione attraverso l'istituto giurisdizionale ad assumere il provvedimento.
Istituto di accesso agli atti:
art 22 e seg della legge 241/90.
A cosa serve l'istituto di accesso agli atti??
Consente di rendere visibile a tutti i cittadini che abbiano interesse, non i cittadini in senso ampio,
quindi portatori di interessi a visionare il provvedimento di diniego, e a richieder alla PA che ha
emanato l'atto copia di tutti gli atti e provvedimenti relativi al procedimento impugnato.
L'istituto di accesso agli atti è diverso rispetto all'accesso civico.
L'istituto di accesso civico è contenuto nelle norme anti-corruzione approvate nel 2013, e consente
l'accesso di tutti i documenti della PA da parte dei cittadini a prescindere dal motivo.
Nel diritto amministrativo non tutti i cittadini possono chiedere qualunque cosa.
Le norme della PA hanno introdotto i principi di massima trasparenza dell'attività della PA.
La PA deve pubblicare sui siti pubblicazioni e documenti in modo tale che i cittadini possono
verificare cosa l'amministrazione fa quotidianamente; se la PA non carica on line documenti, il
cittadino, a prescindere da un interesse o meno alla visione degli atti può fare istanza
all'amministrazione affinchè li renda pubblici.
es. comune emana le risultane di una gara per il recupero dei rifiuti;
Il cittadino può chiedere l'accesso civico per avere copia di tutti gli atti industriali.
L'accesso ai documenti amministrativi ha come presupposto per accedere ai documenti
amministrativi ai seni della legge 241 la dimostrazione dell'interesse ad avere i documenti.
es. bar con 600 clienti;
richiesta al comune di esercizio di attività concorrenziale;
richiesta di documenti per aprire l'attività; occorre un interesse qualificato con istanza.
Il soggetto che svolge un'attività diversa, e non ha nessun legame con la via e il territorio, se avanza
la stessa richiesta gli viene negata.
Occorre un interesse per l'accesso ad una determinata pratica/documento.
Ci sono anche documenti che sono riservati, per cui il diritto di accesso è escluso:
-documenti coperti da segreto di stato
-documenti dei procedimenti tributari
-documenti relativi a procedimenti concorsuali
es. selezione del personale che contiene atti ed elementi sensibili su patologie particolari di
determinati lavori o candidati
Quali sono i rimedi per il cittadino nel caso in cui l'amministrazione non risponda??
Risposte che la PA può dare a fronte della richiesta di accesso agli atti da parte del cittadino:
-può dare documenti nei termini previsti di 30gg dalla richiesta
-può rifiutarsi di concedere documenti oppure concederne solo alcuni
-può rimaner silente
Questi sono i comportamenti che la PA può assumere davanti alla richiesta del privato.
Rimedi e tutela per i cittadini:
-se non vengono consegnati i documenti e l'amministrazione non emana un provvedimento espresso
negativo di diniego al rilascio della documentazione, il cittadino ha un rimedio di natura
giurisdizionale, il ricorso per accesso davanti al giudice amministrativo, che rientra tra i giudizi
speciali, e può ottenere tutela richiesta
-se invece l'amministrazione non risponde, si può qualificare il silenzio che rientra nelle ipotesi di
silenzio rigetto; decorsi i 60gg se l'amministrazione non risponde il silenzio diventa oggetto di
impugnazione come silenzio rigetto, e il cittadino può rivolgersi al TAR per ottenere tutela
-nelle ipotesi in cui si chiede di esaminare i documenti del vicino che esercita un'attività
concorrenziale, l'amministrazione è tenuta ad informare il soggetto intestatario dell'autorizzazione;
il cittadino ha facoltà di presentare richiesta di non rilasciare i documenti richiesti dal concorrente
sulla base di determinate motivazioni
APPUNTI 23/10/15
es. impresa titolare di un'attività produttiva riguardante lo scarico dei rifiuti;
l'amministrazione notifica un atto con cui inibisce l'attività dell'impresa per l'emissione dei fumi di
scarico particolarmente inquinanti.
Che tipo di reazione può opporre il privato in questo caso??
Patologia degli atti amministrativi (vizi)
Diritti in capo ai privati:
-art 41 cost: libertà di iniziativa economica
-art 42 cost. Proprietà privata
es. atto espropriativo del giudice amministrativo lede il diritto fondamentale della proprietà privata
Posizioni giuridiche soggettive.
Tutela diritti soggettivi e interessi legittimi.
Quali criteri si hanno a disposizione per distinguere diritti soggettivi e interessi legittimi?
Non c'è una norma risolutiva di criteri; ma si tratta di criteri elaborati nel tempo da giurisprudenza e
dottrina.
Per questo si parla di funzione paralegislativa del diritto amministrativo (elaborazione
giurisprudenziale che accompagna l'attività normativa) e della funzione pretoria del giudice
amministrativo.
Tutela di diritti soggettivi e interessi legittimi:
3 criteri
1) contrapposizione tra cattivo uso del potere pubblico e carenza di potere
Qual'è la posizione soggettiva simmetrica al potere?
Poteri pubblici: soggezione di chi è esposto al potere pubblico non è solo passiva, ma ci sono
componenti attive, rivendicazioni attive
Il potere amministrativo deve essere regolato, secondo il principio di legalità; deve essere un potere
nei modi e nei casi stabiliti dalla norma.
Vi sono posizioni attive in capo a colui che è soggetto al potere, nel senso che può pretendere che il
potere venga regolato.
Interesse legittimo:
-partecipare al procedimento
-presentare memorie
-diritto ad essere ascoltato
-possibilità di rivolgersi al giudice per ottenere il sindacato della PA
Questo è il primo criterio discretivo:
-potere attribuito alla PA
-chi è esposto al potere può far si che venga regolamentato
Nel caso di assenza di potere:
-non c'è potere
-non c'è soggezione
-non c'è interesse legittimo
2) il secondo criterio distingue tra tipi di atti:
atti vincolati-diritti soggettivi
• atti discrezionali-interessi legittimi
•
Tra i primi due criteri c'è un elemento di contraddizione.
3) Criterio elaborato dalla giurisprudenza: distinzione tra tipi di norme
norme di relazione
• norme di azione
•
-Ci sono regole che disciplinano i rapporti intersoggettivi tra PA e terzi-norme di relazione.
-Ci sono norme che si dipanano all'interno dell'amministrazione stessa, e vincolano la macchina
pubblica- norme di azione
in caso di violazione di norme di relazione-lesione di diritti soggettivi
• in caso di violazione di norme di azione-lesione di interessi legittimi
•
Norme che regolano rapporti fra PA e terzi.
Schema
1 carenza di potere- cattivo uso potere
inte leg dir sogg.
2 atti vincolati - atti discrezionali.
3 norme di relazione-norme di azione
Qual'è la reazione dell'impresa che si vede inibire l'attività? (es. sopra citato)
Questa ripartizione è un trucco giurisprudenziale, un riparto giurisprudenziale, ma che non risove in
concreto i rapporti.
Importante è stata l'invenzione dell'istituto di degradazione/affievolimento dei diritti a interessi
legittimi.
es. bene B contemporaneamente oggetto di potere della PA e di un diritto privato.
Come viene risolto in giurisprudenza questo conflitto??
Se il diritto è la signoria del volere, allora non possono coesistere sullo stesso bene e nello stesso
momento un potere pubblico e un diritto privato.
Se accade il diritto affievolisce.
Nello scontro vince il potere.
Quindi la posizione giuridica soggettiva degrada a interesse legittimo.
Questa è un invenzione che ha favorito l'amministrazione.
È stata introdotta con la legge 2248 allegato E del 1865 (legge abolitrice del contenzioso
amministrativo)
Art 2 legge 2248/65 allegato E
< Sono devolute alla giurisdizione ordinaria tutte le cause per contravvenzioni e tutte le materie
nelle quali si faccia questione d'un diritto civile o politico, comunque vi possa essere interessata la
pubblica amministrazione, e ancorché siano emanati provvedimenti del potere esecutivo o
dell'autorità amministrativa. >
Si stabilisce il riparto della giurisdizione tra giudice ordinario e giudice amministrativo.
La legge 2248/65 è una legge sugli atti e sulla PA.
Fino allora non c'era un giudice competente a valutare il sindacato del giudice amministrativo.
C'era il contenzioso amministrativo.
Questa è la legge abolitrice del contenzioso amministrativo.
Il giudice è chiamato a sindacare l'operato dell'amministrazione.
Questa legge non è stata all'origine molto ampia e all'inizio non ha investito tutte le controversie;
c'era una delimitazione di classe circoscritta di ipotesi in cui venivano attribuiti al giudice poteri
limitati di ingerenza dell'attività amministrativa.
In particolare le questioni riguardanti