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GIOCHI E DRAMMIL'analisi transazionale
La teoria dell'analisi transazionale è volta a comprendere come siamo strutturati e come stiamo in relazione gli uni con gli altri.
Definizione di gioco/giochi
I giochi sono modelli di comportamento usati in modo ripetitivo ("modi di fare"). Lo scopo è soddisfare un proprio bisogno (attenzione, potere relazionale, sicurezza, protezione...).
I giochi sono quindi transazioni in cui stabiliamo dei ruoli precisi, portano a uno scambio di ruoli, a un tornaconto e a una svalutazione (di una o delle due o più persone coinvolte).
Es: triangolazione vittima-salvatore-carnefice.
Alcuni giochi relazionali
"Perché tu non...?" "sì ma..." = la persona che svolge il ruolo "sì ma" ascolta i consigli dell'altro ma trova qualcosa di sbagliato in tutti: resistenza alla soluzione di un problema; la reiterazione del gioco può avvenire con lo stesso interlocutore (diverso argomento)
o con altri interlocutori, formando un gioco circolare (circolo vizioso).“Guarda come mi sono sforzato” = gioco vittimistico manipolatorio dell’io bambino posto in posizione one-down chene aumenta la debolezza e l’assenza di responsabilità (ambito lavorativo). Vittima che non viene mai apprezzata;l’altro si pone dalla parte one-up facendo il lavoro che l’altro non vuole fare.“Se non fosse per te…” = accusare l’interlocutore di essere (o essere stato) un ostacolo al raggiungimento dei propriobiettivi; l’intento è di far insorgere i sensi di colpa nell’interlocutore (moglie / carriera vs marito o figli).“Ti ho beccato figlio di P…” = il gioco di chi asseconda con lo scopo di beccare l’altro in fallo e poter confermare lapropria posizione di potere. Dinamica del controllo, esercizio del potere; mettere l’altro in condizione di sgarraresolo per beccarlo, come se fosse una
trappola.“Gamba di legno” = gioco di chi pone se stesso in una posizione di inferiorità e mette gli altri nella posizione di chi non comprende la sua difficoltà, e quindi non cresce mai; può essere messo in atto consapevolmente o meno.
Le posizioni esistenzialiT.A. Harris (1976) riprende l’analisi transazionale di Berne e la sviluppa: sottolinea l’importanza dei giudizi che le persone danno di loro stesse e degli altri in rapporto alla specifica transazione in corso. Tali giudizi influenzano la modalità di relazione in senso:
- Diacronico = per mantenere una posizione esistenziale devo, nel corso dell’infanzia, giudicare me steso e gli altri)
- Sincronico = ???
Prime esperienze infantili: una volta decisa, la posizione esistenziale influirà sul modo di pensare, di agire e di rapportarsi agli altri nel corso della vita.
Posizione esistenziale = come giudico me stesso e gli altri, che porta a determinare il modo di rapportarsi.
agire e pensare. Quattro tipi:
- Io sono ok, tu sei ok - Rapporto chiaro e in buona fede; le gestalt vengono aperte e chiuse compiutamente. È la posizione della persona integrata (coesistenza della parte in luce e della parte in ombra).
- Io sono ok, tu non sei ok - Prevale lo stato del genitore normativo negativo; è una difesa poiché la persona non ha fiducia negli altri o ha un atteggiamento accusatorio. Sono le persone aggressive, i persecutori, in cui prevale l'aspetto genitoriale. Hanno un atteggiamento di accondiscendenza o di persecuzione (passivo = falsa accondiscendenza, "fare il muro di gomma", boicottare l'interazione VS attivo). Sono due facce della stessa medaglia, nascono entrambe da una posizione di superiorità.
- Io non sono ok, tu sei ok - È la più frequente nella nostra società. Polo della passività; quando i bisogni del bambino non vengono soddisfatti egli decide che è colpa sua, che è
Il controllo si riferisce alle modalità (costruttive o distruttive) attraverso le quali ciascuno compete con gli altri per accentuare su di sé il potere e l'attenzione. Sono dei pattern comportamentali, ovvero schematismi di relazione interpersonale. Relazioni complementari, in cui chi vuole controllare si pone nella posizione one-up.
Lo scopo dei drammi del controllo dunque è quello di ottenere il controllo della situazione e dell'altro. I drammi del controllo sono quattro:
- Intimidatore
- Inquisitore
- Troppo riservato
- Vittima
I drammi del controllo sono modelli relazionali inconsci e patologici. Inconsci perché vengono messi in atto in modo del tutto abitudinario. Sono stati appresi durante l'infanzia come imitazione o reazione ai modelli relazionali negativi agiti dagli adulti (genitori, insegnanti) ma anche dai compagni (bullismo). Patologici perché producono conseguenze negative sia su chi li subisce sia su chi li attua (sulla relazione complessiva).
È una patologia talmente diffusa da essere considerata “normalità”. È una patologia altamente infettiva: la mettiamo in atto con amici, colleghi, partner e figli (trasmissione transgenerazionale di modelli disfunzionali).
Intimidatore (strategia attiva e aggressiva)È colui che cerca di piegare (sottomettere) l’altro spaventandolo mediante un comportamento brusco, minaccioso o addirittura violento. La minaccia è lo strumento base di aggressione: fisica, psicologica, minacce esplicite o velate, discrete o brutali, improvvisi scoppi di rabbia, egoismo manifestato attraverso alcuni comportamenti come
- Dare ordini agli altri
- Parlare incessantemente
- Essere autoritari, inflessibili, sarcastici
- Essere violenti
Drammi di risposta: vittima e contro-intimidatore (coppie genitoriali).
Inquisitore (strategia attiva e aggressiva)Gioca in modo più indiretto: osserva e ascolta l’interlocutore con acuto spirito critico con lo scopo preciso
di frequente, le persone che adottano questo comportamento tendono a creare un clima di tensione e insicurezza intorno a loro. Utilizzano osservazioni apparentemente innocenti, sarcasmo, modi falsamente premurosi o apertamente cinici per mettere gli altri a disagio e farli sentire inferiori. La critica che esprimono non è obiettiva, ma strumentale. Il loro obiettivo è far sentire gli altri a disagio e superare il proprio senso di inadeguatezza e insicurezza. Criticando gli altri e facendoli sentire inferiori, cercano di sentirsi forti, anche se solo per un breve periodo di tempo. Questo comportamento può avere conseguenze negative sulle persone che ne sono vittime. Ad esempio, i genitori che adottano un atteggiamento inquisitorio possono avere figli che diventano estremamente riservati come meccanismo di difesa per evitare le continue critiche. Allo stesso modo, le persone che sono state sottoposte a un comportamento inquisitorio possono a loro volta adottare lo stesso atteggiamento, creando un ciclo di critiche e inquisizioni reciproche. È importante riconoscere questo tipo di comportamento e cercare di rompere il ciclo. Le persone che adottano un atteggiamento inquisitorio spesso hanno bisogno di lavorare sulla propria autostima e sulle proprie insicurezze. Allo stesso tempo, coloro che sono vittime di questo comportamento devono imparare a difendersi e a non permettere che le critiche degli altri influenzino la propria autostima e il proprio valore personale.riservato (strategia passiva e difensiva manipolatoria) – io non sono ok, tu sei ok
Ha bisogno di considerazione e di amore. Si chiude in sé stesso, sembra essere assente e ignorare quanto gli viene detto, quanto succede intorno a lui.
Ha un atteggiamento sfuggente che spinge l'interlocutore a ricercarne la presenza, o incalzarlo, a inseguirlo – a dargli continua attenzione. Sono convinti che, se appaiono misteriosi e distaccati, gli altri faranno del loro meglio per avvicinarli. Spesso soli, tendono a fare le cose di nascosto per paura che gli altri si impongano o mettano in discussione le loro decisioni (comportamenti genitoriali inquisitori).
Pensano di dover fare tutto per forza autonomamente e raramente chiedono aiuto; hanno bisogno di "molto spazio". Evitano di lasciarsi legare da qualsiasi tipo di impegno.
Nell'infanzia non potevano soddisfare il loro bisogno di indipendenza e la loro identità personale veniva poco onorata.
riconosciuta.Mettono in atto comportamenti elusivi (del contatto), come: essere spesso assenti, isolarsi nella lettura, nella visionedi tv.Drammi di risposta: inquisitore (se fuggi ti inseguo, ti incalzo) oppure vittima (coppia = uno si sente trascuratodall’atteggiamento elusivo dell’altro).CoppieAbbastanza frequenti: inquisitore/inquisitore perché appartengono alla polarità relazionale attiva e quindi possonomettere in atto la loro stratega adattiva sia con un altro attivo, sia con un passivo.Inesistenti: vittima/vittima o troppo riservato/troppo riservato perché vittima e troppo riservato (polarità relazionalepassiva) hanno bisogno di un interlocutore attivo (polarità attiva) per mettere in atto la loro strategia adattiva.Vittima (strategia passiva e difensiva manipolatoria) – io non sono ok, tu sei okLa persona che si lamenta sempre e cerca di ispirare compassione. Indebolisce l’interlocutore facendolo sentireindirettamente
responsabile per il proprio malessere oppure in colpa perché l'interlocutore sta bene mentre la vittima sta male; così riesce a stare al centro dell'attenzione e a ottenere considerazione.
A differenza del troppo riservato, la vittima non è affatto sfuggente e silenziosa, anzi agisce in modo plateale, attraverso alcune modalità:
- Lamentandosi apertamente, anche piangendo, di malattie, sfortuna della vita, inferiorità personale...
- Messaggi non verbali velati come assumere espressioni preoccupate, tremare, fissare il vuoto
Spesso attende che l'altro chieda "che cosa c'è che non va?". La vittima non è realmente interessata ad accogliere consigli e offerte di aiuto; non desidera essere aiutata a guarire, a risolvere i problemi, a crescere; desidera essere compatita. Se migliorasse se stessa e la sua situazione non avrebbe più di che lamentarsi, non potrebbe più ricevere attenzione.
considerazione (i suoi bisogni). Risposta tipica della vittima: “sì hai ragione, ma…”.