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In un celebre esperimento sullo studio della memoria umana, si assegna una lista di
parole non collegate fra loro ad un gruppo sperimentale di persone. Le parole
vengono lette al gruppo sperimentale una dopo l’altra, e, alla fine della lista, si chiede
agli ascoltatori di elencare tramite libera associazione le parole che ricordano fra
quelle ascoltate. Nei risultati dell’esperimento, si nota che le ultime parole ascoltate
risultano quelle più ricordate; le prime parole della lista vengono ricordate quasi allo
stesso modo e le parole al centro sono le più soggette ad essere dimenticate o
difficilmente recuperate dalla memoria. Questi risultati sono una delle moltissime
prove a sostegno della tesi scientifica secondo la quale la memoria umana è divisa fra
memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT). Le ultime
parole ricordate subiscono l’effetto recency, sono infatti facilmente recuperabili dalla
memoria a breve termine; d’altra parte, le prime parole ricordate sono oggetto
dell’effetto primacy, che consente che siano codificate in tempo dalla memoria a
lungo termine. In realtà, il processo mnemonico richiede tre divisioni strutturali e
consequenziali, le quali possono eseguire le funzioni di codifica (processo attraverso
il quale trasformiamo in rappresentazioni mentali più meno persistenti ciò che
percepiamo o pensiamo), immagazzinamento (processo che permette di conservare
le informazioni nella memoria per lungo tempo) e recupero (processo che riporta alla
mente le informazioni precedentemente codificate ed immagazzinate, per poi
rilasciarle nella LMT dopo averle elaborate). Esperimenti biologici di neuroimaging
hanno dimostrato la divisione cerebrale rispetto queste funzioni: i processi di codifica
si svolgono prevalentemente nell’emisfero destro, quelle di recupero nell’emisfero
sinistro. Il primo microprocesso di codifica ed immagazzinamento delle informazioni
percepite è eseguito mediante la memoria sensoriale, che contiene un magazzino
mnemonico a diretto contatto con le strutture sensoriali di percezione. Uno stimolo
sensoriale considerato dall’attenzione selettiva e percepito dai processi di percezione,
scatena nel sistema nervoso una risposta sensoriale la quale intensità dell’attività
nervosa dipende dall’intensità e dalla persistenza dello stimolo al quale si presta
attenzione. Il magazzino sensoriale recepisce le informazioni visive mediante il
magazzino iconico, le informazioni uditive invece passano dal magazzino ecoico.
Le informazioni recepite dal magazzino sensoriale svaniscono dopo pochissimi
secondi (nel magazzino iconico le tracce decadono dopo circa 300 ms, nel magazzino
ecoico dopo circa 2 s); di conseguenza, le tracce mnemoniche rimangono nella
memoria solo se vengono trasferite in tempo al magazzino della memoria a breve
termine, la quale codifica rappresenta un primo approccio conscio alle informazioni
percepite. Inizialmente, si pensava che la memoria a breve termine avesse dei compiti
limitati alla codifica, all’immagazzinamento e al trasferimento delle informazioni alla
memoria a lungo termine, secondo il modello multi-magazzino di Atkinson e
Shiffrin. Questo modello rappresenta un percorso mnemonico a partire dall’imput
sensoriale recepito dalla memoria sensoriale ed in seguito trasmesso prima alla
memoria a breve termine e poi da qui alla memoria a lungo termine. Atkinson e
Shiffrin avevano individuato nella memoria a breve termine il sistema mnemonico
che regola le informazioni coscienti del presente psicologico umano. La codifica
delle informazioni è seguita da processi di reiterazione (consce ripetizioni mentali
delle informazioni) , responsabili del mantenimento mnestico temporaneo delle
informazioni fino ad un massimo di 15-20 s. Secondo questa visione, senza
reiterazione le informazioni codificate decadono e vengono perse per sempre, perché
perdono la possibilità di essere trasferite alla memoria a lungo termine. La MBT,
infatti, è caratterizzata di per sé da una capacità di magazzino limitata. George Miller
identificò la capacità effettiva del magazzino della MBT con uno span di 7 ± 2
chunks (il chunking è il raggruppamento mnemonico di unità ampie di significato,
di conseguenza un chunk rappresenta un gruppo definito di informazioni). Dunque,
oltre al tempo limitato, allo spostamento dell’attenzione selettiva precedente la
recezione della memoria sensoriale o eventualmente durante gli stessi processi della
MBT e alla mancanza di reiterazione, il decadimento delle informazioni nella
memoria a breve termine può avvenire per sostituzione di uno o più chunks con altri
che necessitano spazio nella capacità di 7 ± 2. Nonostante la parziale correttezza del
modello multi-magazzino, nella prima metà del 1900 alcuni studiosi di deficit
specifici della memoria a breve termine, il più importante dei quali fu Alan
Baddeley, realizzarono che la memoria a breve termine in realtà presenta una
sottosuddivisione funzionale fra memoria a breve termine (MBT) e memoria di
lavoro (WM), un sistema mnestico che ha il compito di mantenere temporaneamente
attive le informazioni codificate al fine di risolvere problemi che richiedono una
risposta breve e immediata e in modo da espletare la funzione di stazione di transito
che permette una temporanea sosta di delle informazioni durante la codifica nella
memoria a lungo termine. La memoria di lavoro presenta un ulteriore divisione
strutturale e funzionale in altre componenti:
•Il circuito fonologico o articolatorio ha il compito di mantenere attive le
informazioni provenienti dal magazzino sensoriale che sono basate sul linguaggio.
Nella codifica viene utilizzato un codice fonologico che è coinvolto nella percezione
uditiva trasmessa direttamente al magazzino fonologico situato nel lobo parietale di
sinistra; la produzione linguistica delle parole lette, invece, raggiunge il magazzino
fonologico tramite un accesso indiretto mediato dal ripasso subvocale attuato dal
processo di controllo articolatorio, che ha sede nelle aree frontali dell’encefalo.
• Il taccuino visuo-spaziale è la componente della WM responsabile della
memorizzazione temporanea e manipolazione delle informazioni spaziali e visive. Le
informazioni relative alla forma e al colore vengono fornite dalla sottocomponente
chiamata cache, le informazioni spaziali e di movimento dalla sottocomponente
chiamata scribe. La diversificazione nell’attivazione cerebrale dei sistemi visivo e
attivo è regolata dai percorsi della via ventrale occipito-temporale e della via dorsale
occipito-parietale. I segnali della percezione visiva giungono al magazzino della
memoria di lavoro tramite accesso diretto obbligatorio; d’altra parte, la generazione
di un immagine tramite pensiero o immaginazione arriva al magazzino tramite un
accesso indiretto.
• Il buffer episodico è la componente della WM rispetto alla quale si hanno meno
informazioni scientifiche. Sappiamo che il suo principale compito è quello di
conservare temporaneamente informazioni integrate dal ciclo fonologico e dal
taccuino visuo-spaziale, insieme ad informazioni provenienti dalla memoria a lungo
termine. Si è verificato che il ruolo dei processi integrativi è svolto dall’ippocampo.
• L’esecutivo centrale è il sistema che si occupa degli aspetti più complessi della
working memory a livello cognitivo. Le sue funzioni hanno sede in prevalenza nella
corteccia dorsolaterale prefrontale e il sistema presenta una flessibilità necessaria per
passare dall’organizzazione di un comportamento a quella di un altro, al fine di
orientare le funzioni cognitive verso scopi il quale raggiungimento è influenzato sia
da passate esperienze che da condizioni ambientali. La complessità di questo sistema
è tale che la ricerca scientifica che ne studia le componenti è ancora in corso, tuttavia
le sue funzioni mnesiche si possono categorizzare in:
⁻ funzioni di inibizione che inibiscono le risposte dominanti e automatiche che si
presentano in qualità di interferenze utili allo scopo a cui sono orientati i
comportamenti cognitivi;
⁻ funzioni di trasferimento che contribuiscono allo spostamento dell’attenzione da un
compito ad un altro di maggiore necessità;
⁻ funzioni di aggiornamento che si occupano di aggiornare e monitorare le
informazioni presenti nella memoria di lavoro, in particolare in relazione alle
mutazioni di circostanze.
⁻ funzioni relative a compiti doppi che sono capaci di una coordinazione mnesica di
divisione del lavoro necessaria per eseguire in contemporanea due compiti.
Una lesione ai lobi frontali dell’encefalo può portare al danneggiamento del sistema
esecutivo centrale con conseguente sindrome frontale e disecutiva. I problemi
causati dall’avvento di questa sindrome presentano deficit di pianificazione,
organizzazione e monitoraggio del comportamento. Un buon esercizio di verifica e
sollecitazione delle funzioni esecutive è il Wisconsin Card Shorting Test (WCST),
che consiste nel far eseguire al soggetto associazioni di gruppi di carte ordinati per
forma, colore e numero di elementi. Al fine di eseguire i propri compiti, la memoria
di lavoro è anche in grado di recuperare le informazioni contenute nei suoi chunks. Si
teorizza che i processi di recupero della WM implichino sottoprocessi di ricerca
(analisi progressiva di tutti i singoli elementi, con una velocità approssimativa di 40
ms per elemento, fino a riconoscere l’informazione da recuperare) e attivazione
(un’informazione è recuperata se viene riconosciuta con un livello di attivazione
superiore ad un dato livello critico). Entrambi i sottoprocessi giustificano i dati
sperimentali dimostranti una difficoltà di recupero delle informazioni proporzionale
al numero di elementi immagazzinati. In realtà, anche la memoria a lungo termine
presenta una diversificazione strutturale e funzionale che, nonostante la dipendenza
con la memoria a breve termine, le consente maggiore flessibilità. In effetti, ci sono
due modi possibili in cui l’uomo immagazzina le informazioni nella memoria a lungo
termine:
• La memoria dichiarativa esplicita si occupa dei ricordi consapevoli rievocati dal
passato; divide le sue funzioni in memoria episodica e semantica. I processi della
memoria episodica si concentrano sul ricordo di eventi ed episodi accaduti
personalmente all’individuo revocatore in luogo e tempo determinati; i processi della
memoria semantica sono finalizzati alla rievocazione di concetti ed idee che
comportano a conoscenze generalmente di grado oggettivo che si posseggono da
tempo non indispensabilmente definito.
• La memoria procedurale implicita si esprime nella rievocazione di abilità
procedurali p