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μV

originano tali variazioni evocate. Mediante la tecnica dell’averaging, si sommano

numerose epoche sincronizzate con lo stimolo o con l’evento stesso, in modo da

ottenere una sommazione algebrica fra attività evocata ed attività di fondo, il quale,

valore, essendo fondamentalmente casuale rispetto all’evento considerato, tende ad

annullarsi ed a mettere in risalto il potenziale evocato rispetto al rumore di fondo. La

risposta media ottenuta con l’averaging corrisponde alla risposta evocata, le quali

componenti sono riconducibili ai vari stadi di processing dell’informazione sensoriale

o evento – correlata nel cervello e, a partire da questi risultati, sono analizzate

secondo i parametri di: latenza temporale tra il momento di applicazione dello

stimolo e quello di comparsa della componente; topografia della superficie cranica in

cui è registrabile la massima ampiezza della componente; ampiezza della deflessione

della componente rispetto al livello basale.

L’ EEG di un soggetto sano, adulto, vigile, in riposo sensoriale, rilassato, con gli

occhi chiusi, presenta un’attività di fondo in banda alfa spazializzata che occupa i

due terzi posteriori del capo bilaterale ed è simmetrica, sincrona e stabile. In questo

tipo di soggetto si osserva una tipica reazione d’arresto, i ritmi beta si registrano sulle

regioni frontali e centrali e i ritmi theta si possono manifestare sulle regioni

temporali, spesso frammisti ai ritmi alfa. D’altra parte, le anomalie focali riflettono

un’alterazione cerebrale circoscritta o legata a lesioni a distanza che interessano

strutture profonde proiettanti sulla regione cerebrale in questione; si caratterizzano

per segni EEG deficitari lesionali in caso di riduzione di ampiezza localizzata nei

ritmi cerebrali, per segni EEG di iperfunzione in caso di scarica neuronale eccessiva

parossistica ipersincrona di una porzione di neuroni cerebrali. Nonostante la

semeiologia EEG non sia quasi mai specifica di un’eziologia, è possibile individuare

diversi tipi di anomalie di tracciati EEG, che, se considerate con distacco dal

riduzionismo eziologico e interpretate tenendo conto di età, vigilanza e condizioni di

registrazione, possono fornire importanti informazioni sulle patologie più diffuse:

• Anomalie lente diffuse a proiezione bi - emisferica possono dipendere da

un’anomalia non lesionale nel quadro di un’encefalopatia diffusa (insufficienza

epatica, polmonare, renale); ma anomalie lente diffuse bilaterali più o meno sincrone

sui due emisferi possono dipendere da un’alterazione lesionale delle strutture

centrali profonde che controllano normalmente la modulazione dei ritmi corticali.

• Si definisce epilessia una sindrome cerebrale cronica a carattere irritativo ma non

occasionale, caratterizzata da crisi cerebrali ricorrenti, focali o diffuse, dovute alla

scarica eccessiva “ipersincrona” di un gruppo di neuroni. Con una prevalenza dello

0,6 % circa ed un’incidenza dello 0,06 % circa, l’epilessia è una delle malattie

neurologiche più frequenti (810 milioni casi in Europa e 500 000 in Italia). Una

diagnosi certa di epilessia tramite analisi di tracciato EEG può essere conferita solo

in caso di anomalie epilettiformi con andamento parossistico presenti durante disturbi

accessuali compatibili con crisi epilettiche. Tali crisi sono imprevedibili, il 50 % dei

soggetti affetti da epilessia presenta un tracciato privo di anomalie epilettiformi fino

al primo EEG, dopo la prima registrazione circa il 30 %; anomalie epilettiformi si

osservano al 4 % circa anche in soggetti che non hanno mai avuto crisi epilettiche;

solo il 35 % dei soggetti epilettici ha sempre un EEG positivo all’epilessia se

registrato fra una crisi e l’altra. Un EEG inter - critico non può fungere da base per

una diagnosi di epilessia, le registrazioni devono seguire indagini diagnostico

strumentali di video domiciliari; video – EEG in veglia ed in sonno; video EEG

prolungato per registrazione crisi; con altissima considerazione per l’anamnesi

relativa alla descrizione dettagliata delle crisi. La grande utilità dell’EEG in questo

campo è soprattutto relativa alla classificazione del tipo di crisi epilettica da cui è

affetto il paziente:

⁻ la crisi epilettica generalizzata si realizza mediante una scarica che parte dai

nuclei della formazione reticolare attivante e si estende in tutto il mantello corticale,

provocando al soggetto un urlo ed una perdita di coscienza improvvisa che lo fa

cadere a terra con possibili relative convulsioni; la perdita di coscienza più diffusa è

la crisi lipotimica, crisi vagale dovuta all’abbassamento di pressione.

⁻ la crisi parziale o focale semplice interessa una piccola regione del cervello,

spesso il lobo temporale e/o l’ippocampo, generalmente per poi degenerare nel

coinvolgimento di un’area più vasta del cervello o della totalità di esso, sottoforma di

crisi parziale complessa o di crisi tonico – clonica di pressione. Nella forma

caratterizzata da sintomatologia motoria, si hanno contrazioni che iniziano in un

distretto qualsiasi del corpo e si estendono progressivamente ai muscoli vicini,

inducendo la cosiddetta "marcia jacksoniana", in cui si hanno contrazioni di tipo

mioclonico che, partendo dalla spalla, si estendono al braccio, poi all'avambraccio e

infine alla mano; se la sintomatologia è di tipo somato - sensoriale, si manifestano

parestesie nell'emicorpo controlaterale alla scarica che, originate in un punto del

corpo, tendono poi a diffondersi; la crisi visiva è costituita da semplici sensazioni

luminose senza oggetto, «positive» (fosfeni) o «deficitarie» (scotomi, amaurosi),

talora nel solo campo visivo opposto alla corteccia occipitale in cui è situata la

lesione irritativa responsabile.

⁻ la crisi parziale complessa è un focus epilettogeno situato nella profondità della

strutture temporo – rinencefaliche (ippocampo, amigdala, parte dell’insula …) .

L’incipit della crisi è spesso caratterizzato da pochi secondi di alterazioni di

sensazioni cognitive e fisiologiche tipiche per ogni paziente, definiti aura o

prodromo, i quali sono gli unici della crisi ad essere in seguito ricordati

dall’individuo e anticipano una pseudo assenza temporale, spesso ripetuta nella

giornata e caratterizzata da un breve arresto di coscienza durante il quale il soggetto

esegue atti automatici semplici, come abbottonarsi l’abito, toccarsi ripetutamente una

parte del corpo, succhiare, masticare e deglutire …. Questo tipo di crisi di solito è

caratterizzato (o, a volte, unicamente costituito) da sensazioni spiacevoli gastriche o

intestinali, tuttavia è possibile la presenza di sensazioni di piacere, ansia, paura,

terrore e allucinazioni visive complesse rappresentanti dèja vu.

⁻ la forma epilettica a esordio precoce è la più frequente, con crisi epilettiche che si

manifestano nei primi giorni dopo la nascita. In particolare, le convulsioni dipendenti

dalla pirossidina sono espressioni di una malattia autosomica recessiva, caratterizzata

da epilessia a esordio precoce, che non risponde a nessuna terapia anticonvulsivante

ad eccezione della piridossina (vitamina B6).

Omeostasi e comportamento motivato

I primi studi sulle condizioni ottimali per garantire il funzionamento delle cellule

furono eseguiti intorno al diciannovesimo secolo ed evidenziarono l’importanza

dell’interazione fra ipotalamo e ipofisi nell’orchestrare cambiamenti rapidi

nell’organismo al fine di mantenere l’omeostasi. L’ipotalamo (HP) è situato nel

diencefalo, sotto al talamo, lungo le pareti del terzo ventricolo. Attraverso la sua

connessione con l’ipofisi, l’ipotalamo svolge funzioni nervose ed endocrine e

costituisce un ruolo chiave nella regolazione della secrezione endocrina dell’ipofisi

anteriore e posteriore; della risposta da stress; del SNA; delle funzioni vegetative;

della temperatura corporea; dell’assunzione di liquidi e cibo; degli stati emotivi; del

comportamento riproduttivo e del sistema immunitario, presiedendo il mantenimento

dell’omeostasi a tal punto da essere connesso con quasi tutto il cervello, specie con il

sistema limbico, e da essere assolutamente indispensabile per la sopravvivenza.

Ciascun lato dell’ipotalamo viene suddiviso nelle tre regioni laterale, mediale e

periventricolare. Quest’ultima è fondamentale per il legame fisiologico e

l’interazione fra ipotalamo e ipofisi; le sue cellule giacciono a fianco della parete del

terzo ventricolo e costituiscono neuroni neurosecretori parvocellulari e

magnocellulari, che svolgono funzioni di sincronizzazione del ritmo circadiano e

regolazione del SNA:

• La secrezione ormonale dell’adenoipofisi o ipofisi anteriore è regolata dai neuroni

neurosecretori parvocellulari, i quali inviano i loro assoni all’eminenza mediana

dell’ipotalamo, liberando ormoni che, tramite il sistema portale ipofisario,

comunicano con l’adenoipofisi attraverso il flusso sanguigno, controllando la

secrezione endocrina (GHRH, ormone ipotalamico liberante l’ormone della crescita

GH dell’ipofisi anteriore, che comunica con tutte le cellule e stimola la sintesi

proteica; TRH, ormone ipotalamico liberante la tireotropina TSH dell’ipofisi

anteriore, che comunica con la tiroide e produce la secrezione di tiroxina aumentando

la velocità metabolica; CRH, ormone liberante la corticotropina ACTH, che

comunica con la corteccia surrenale e produce la secrezione di cortisolo, mobilitando

l’energia immagazzinata ed inibendo il sistema immunitario al fine di ridurre lo stress

e controllarne le risposte; GnRH, ormone liberante le gonadotropine LH e FSH che

comunicano con le gonadi, regolando rispettivamente la maturazione ovarica e

spermatica e l’ovulazione e la spermatogenesi; PRF, ormone liberante la prolattina

PRL, che comunica con le ghiandole mammarie contribuendo alla crescita delle

mammelle e alla secrezione di latte).

• Diversamente dall’ipofisi anteriore, la neuroipofisi o ipofisi posteriore non è una

vera e propria ghiandola endocrina in quanto le cellule che sintetizzano e producono

gli ormoni si trovano nell’ipotalamo e sono neuroni neurosecretori magnocellulari.

Ipotalamo e neuroipofisi sono messi contatto per mezzo del peduncolo ipofisario e la

loro comunicazione permette all’ipotalamo di regolare la secrezione di ossitocina

OXT (agisce sulle cellule mio epiteliali delle ghiandole mammarie determinando

l’eiezione del latte mediante un tipico riflesso neuroendocrino in cui le vie afferenti

sono attivate con feedback positivo dalla stimolazione del capezzolo; inoltre causa la

contrazione della muscolatura uterin

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
43 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gerardo.qui di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia fisiologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Amanzio Martina.