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L'Anatolia e la cultura ittita
L'Anatolia è fortemente ricca di metalli, soprattutto argento, e per questo motivo diventa anche interessante per le popolazioni che dalla Mesopotamia si spingono verso nord. D'altra parte gli ittiti sentono il richiamo delle culture e delle ricchezze che caratterizzano il resto del vicino oriente antico, e per questo abbiamo una costante spinta verso sud, verso i porti della Siria Palestina che comunicano con l'ambiente mediterraneo, e cercano di spingersi anche lungo il corso dell'Eufrate per entrare in contatto con le potenze dell'epoca.
Il termine "ittiti" deriva dalla bibbia, in particolare da una traduzione della bibbia tedesca in cui si parla dei figli di Het, in riferimento a quelle che saranno le popolazioni anatoliche del I millennio. A differenza di altre popolazioni della Mesopotamia e del vicino oriente, la memoria degli ittiti a un certo punto si perde, dopo la fine dell'impero ittita si perde la memoria della cultura ittita.
Nel Imillennio sorgeranno in Anatolia una serie di regni, diventerà possedimento prima della Persia e poi dei greci, ma degli ittiti non si parlerà più, fino a quando agli inizi del ‘900 viene scoperta la capitale ittita da Winckler, un filologo tedesco e assiriologo, e Makridi, un archeologo turco di origine greca, che lavorava al museo di Costantinopoli. Nel 1906 cominceranno una spedizione archeologica sul territorio anatolico e riporteranno alla luce i resti della capitale ittita Hattusa. Gli scavi archeologici dal 1906 al 1911 con alcune interruzioni si concentreranno nella zona del tempio 1 e nella parte della città bassa, perché è in una vallata, e poi sulla zona della collina alta che è la cittadella, l’acropoli, il palazzo reale di Hattusa. Il termine “ittita” resta ancora nel I millennio dapprima presso gli assiri e poi verrà utilizzato anche dalle altre popolazioni del vicino oriente per definire lepopolazioni che vivono in quest'area della Siria del nord, perché nel II millennio gli ittiti conquistano la Siria del nord e lasciano una fortissima impronta culturale in quest'area. A un certo punto l'impero ittita cade, le popolazioni che vivono in quest'area non sono ittite, hanno un'impronta culturale ittita, ma visto che si riformano degli stati che prendono i modi culturali e il sistema della propaganda reale che era stato proprio degli ittiti, per questo motivo continueranno ad essere chiamati ittiti, perché si distinguono dalle popolazioni semitiche soprattutto gli aramei, che si affermano in quest'area, e le popolazioni cananaiche della costa, per un diverso modo di presentarsi culturalmente.
I tedeschi scavano ancora Hattusa, è uno scavo che va ancora avanti perché è molto importante, è un sito che ha conosciuto insediamenti che vanno dall'epoca paleo-assira fino all'epoca ellenistica, ci sono
anche ai resti di una chiesa bizantina. I tedeschi riuscirono ad assicurarsi le concessioni di scavo perché agli inizi del '900 avevano i rapporti più forti con la Turchia dell'impero ottomano, anche gli inglesi avevano cercato di assicurarsi lo scavo di Hattusa perché si tratta di un territorio con numerosi picchi e dislivelli, la città non è pianeggiante. Gli edifici che erano stati costruiti addossati a questi rilievi ancora affioravano dalla terra all'inizio del '900, la città non era completamente sepolta. Già nell'800 numerosi viaggiatori si erano spinti a visitare le rovine di questa città e avevano pensato che potesse essere la città di qualche popolazione vissuta nel I millennio, ad esempio i frigi, e Hattusa sarà effettivamente abitata dai frigi nel I millennio, ma in realtà lo scavo rivelerà molto presto che l'insediamento principale era quello che si riferiva.All'epoca ittita. Winckler e Makridi nei loro scavi archeologici trovano decine di migliaia di frammenti di testi cuneiformi, enotano subito che questi testi sono scritti in molte lingue, come l'accadico e sumerico che Winckler conosce. Grazie ai testi accadici che riesce a leggere capisce di essere in presenza della capitale degli ittiti e che questa città si chiama Hattusa. Ancora oggi l'identificazione di una città antica nel vicino oriente può avvenire solo grazie al ritrovamento di testi o iscrizioni che portano il nome di quella città, di solito nei testi si trovano riferimenti precisi al nome geografico della città in cui il testo è conservato. Gli ittiti usano l'accadico ampiamente, lo utilizzano forse all'inizio della storia della loro scrittura cuneiforme perché ancora non sanno usare il cuneiforme per esprimere la lingua ittita, lo utilizzeranno poi sia per l'istruzione degli scribi e soprattutto.Perché l'accadico è la lingua più importante del vicino oriente nel II millennio e viene usato per rapporti internazionali. Negli archivi ittiti vengono identificate altre lingue, come il sumerico che è la lingua che gli scribi devono per forza imparare per potere usare il cuneiforme, e delle lingue strettamente legate al territorio anatolico e che verranno decifrate in un secondo momento. L'ittita viene decifrato nel 1915, il luviio segue perché è un altro dialetto indoeuropeo, il palaico è un dialetto indoeuropeo poco chiaro perché restano pochissimi testi in questa lingua. I palaici dovevano essere stanziati in Anatolia settentrionale, probabilmente erano un'etnia che non si esprimeva più attraverso un'indipendenza culturale e quindi una lingua precisa, nell'archivio di Hattusa ci restano in tutto una decina di testi in palaico. Poi si ha il hurrita e l'hattico, che dovrebbe essere la lingua
della popolazione anatolica che vive sul territorio e che si mischia agli Ittiti. La cultura ittita è una sintesi culturale tra quella ittita, luvia e hattica, gli studiosi oggi cercano di comprendere le diverse componenti e anime della cultura ittita ma è un lavoro complicato perché negli archivi ittiti questa koinè culturale era già avvenuta, e forse neanche più gli Ittiti stessi si rendevano conto di cosa era ittita, cosa era luvio ecc. Cultura molto variegata nei suoi aspetti specifici. Nella capitale successivamente viene costruita una seconda parte della città, chiamata città alta. Qui sono state identificate delle mura imponenti caratterizzate da tre porte: la cosiddetta porta del leoni, perché recala rappresentazione di due leoni che guardano verso l'esterno, a sud la porta delle sfingi, perché reca la rappresentazione di due sfingi, creature miste con viso di donna, il corpo di leone e ali, e poispingendociverso nord-est si trova la porta del re, perché ha la rappresentazione di una figura in vesti guerriere che può essere identificata come sovrano ma può essere anche una divinità. All'interno di questa struttura muraria, che è molto in alto rispetto alla città bassa, sono stati costruiti, forse già a partire dall'epoca medio ittita, una serie di strutture templari che sono state scavate negli anni '80-'90. Sono templi dedicati a diverse divinità ma non conosciamo tutte le divinità a cui questi templi erano dedicati, e poi sono stati ritrovati dei magazzini, dei siloi, che servivano per la conservazione delle granaglie e delle acque all'interno della città. Si pensa che queste strutture fossero state create per due motivi: innanzitutto perché il mondo anatolico va incontro ciclicamente a delle carestie, o per gli inverni troppo freddi o perché ci sono delle carenze di.acquadovute alla siccità, quindi a un certo punto vengono costruiti questi siloi per garantire una conserva di cibo.
Si pensa anche che alcune di queste strutture potessero essere state costruite in caso di assedio. Questo è vero anche se è molto difficile assediare una città come Hattusa perché è ben fortificata, anche per la sua costituzione naturale, si trova su un punto molto alto rispetto al resto del territorio quindi può avvistare i nemici da lontano.
Le fonti storiche dicono che Hattusa dovette essere abbandonata dai sovrani ittiti in un solo caso, nel periodo medio-ittita, per le pressioni di una popolazione che viene dal nord dell’Anatolia, chiamati kaskei. Si tratta in realtà di una serie di popolazioni semi nomadiche di non chiara origine, che vivono sul territorio anatolico e non sembrano avere una struttura cittadina ma essere dei gruppi tribali che a partire dal periodo medio-ittita danno fastidio agli ittiti.
'90. Questi testi ci permettono di conoscere meglio la società ittita, le sue istituzioni, la sua organizzazione politica e sociale. Inoltre, ci forniscono informazioni sulle relazioni diplomatiche e commerciali che gli ittiti intrattenevano con altre civiltà del Vicino Oriente, come gli egizi, i babilonesi e i micenei. La scrittura cuneiforme utilizzata dagli ittiti era una forma di scrittura a caratteri a forma di cuneo, incisi su tavolette di argilla. Queste tavolette venivano poi cotte per renderle dure e resistenti. Grazie a queste tavolette, gli ittiti ci hanno lasciato una ricca documentazione scritta che ci permette di conoscere la loro storia e la loro cultura.Dell'inizio del '900, questo significa che probabilmente la maggiore concentrazione di testi era qui nella parte alta. Quello che è stato trovato in questa città sono soprattutto strutture monumentali come templi e palazzi, sono state ritrovate abitazioni di alti funzionari e questo lo sappiamo dai sigilli trovati all'interno, ma non le case della popolazione comune, né testi scritti dalla popolazione comune. Non abbiamo ad esempio i testi scritti dai mercanti come nel caso dei mercanti paleo-assiri, abbiamo solo i testi della corte, che comprendono quelli dell'economia palatina, della religione ufficiale, rituali magici che servivano a curare i sovrani o il personale della corte. Abbiamo grande difficoltà a ricostruire la vita quotidiana degli ittiti anche se ci possiamo arrivare attraverso i testi dell'amministrazione, che ci dicono come veniva gestito il territorio. Mancano i testi che in altre parti della Mesopotamia sono molto
comuni come i contratti, i testi di adozione, gli scambi commerciali tra due persone di basso livello, tutti quei testi che ci fanno vedere come la popolazione effettivamente viveva. Questa è una caratteristica di tutti i depositi di testi che sono stati ritrovati nel vicino oriente, in alcuni casi si ritrovano testi solo della co