Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
N
Connettanza C= ( )
S S−1
- N = Interazione osservate tra le varie catene costituenti la rete.
- S (S-1) = interazioni possibili dal prodotto del numero di specie
presenti nella rete per S-1 (non si considerano le interazioni di una
specie con se stessa). • Le reti trofiche sono
corte; il numero di onnivori è basso e le specie basali intermedie e
terminali in proporzioni costanti.
Connettività Connettività = C x S
Valore mediamente compreso tra 4-5 ogni specie in media
interagisce con poche specie e non hanno mai luogo tutte le
interazioni possibili (altrimenti si avrebbe un consumo di energia).
Interazioni a cascata
Interazione tra specie di due livelli trofici di una catena possono
influenzare tutti i livelli della catena.
Top-Down
• dall’alto verso il basso; es. aumento lontre
(predatori) causa una diminuzione di ricci di mare (interazione
diretta negativa) che si nutrono di kelp che quindi aumenta (effetto
indiretto positivo).
Bottom-Up
• Dal basso verso l’alto; Aumento di nutrienti porta
ad un aumento di produttori primari, quindi aumentano gli individui
Facilitazione
di tutti i livelli trofici. •
trofica Un consumatore è indirettamente favorito da
un’interazione positiva tra la sua preda e un’altra specie [Juncus
(cibo di afidi) + Na > afidi].
Ipotesi HSS (Hairstone, Smith & Slobodkin)
Le reti trofiche potrebbero subire influenza a cascata. In condizioni
di equilibrio tutto il cibo prodotto dalle piante deve essere
consumato da qualche specie. • Dato che la PPN non
mangiata va a cadere sul suolo è difficile pensare che gli erbivori
siano limitanti.
• Dato che né carnivori né erbivori crescono all’infinito entrambi
devono avere un fattore di controllo legato a interazioni trofiche.
I livelli trofici possono essere limitati o dal basso o dall’alto:
• Piante da nutrienti (basso)
• Erbivori da predatori (alto)
• Predatori da prede (basso)
• Detritivori di disponibilità di detrito (basso).
Popolazione
Unità evolutiva come insieme di individui della stessa specie
facente parte di un dato ecosistema, occupanti una data area e
Proprietà emergenti
interfecondi tra loro.
• pool genico quantificazione della variabilità genetica di una
popolazione tramite frequenze alleliche, polimorfismi ed eterozigosi.
• dimensione numero di individui
• distribuzione per età numeri o percentuali di individui di ogni
classe di età • dispersione spaziale distribuzione degli
organismi nei vari punti dell’ambiente
Variabilità genetica
Da 4.5 miliardi di anni si sono sviluppati meccanismi tramite cui gli
organismi immagazzinavano, replicano e trasmettono alla
generazione successiva informazioni per sviluppo, crescita e
sopravvivenza nel rispettivo ambiente. La prole somiglia più ai
genitori di quanto non lo faccia con individui non imparentati.
L’ecologia studia la variabilità ereditabile (genetica) tramite la
distribuzione delle frequenze degli alleli nelle nuove generazioni.
Eventuale comparsa di nuovi alleli in una popolazione
cambiamento evolutivo.
Modello di Hardy-Weinberg
Struttura della segregazione mendeliana e organismi diploidi a
riproduzione sessuale e calcolo della probabilità come sue basi.
Popolazione grande senza sovrapposizione generazionale.
Popolazione chiusa in cui non vi sono mutazioni, migrazioni,
selezione e gli accoppiamenti sono casuali (panmissia), vede
frequenze alleliche e genotipiche in un dato locus costanti delle
2 2 2
generazioni (locus non legato al sesso). =( )
+ =1
p 2 pq+ q p+ q
• Accoppiamenti non casuali possono avvenire al livello di tutto il
genoma come inincrocio (alta frequenza di incroci tra consanguinei)
che riduce l’eterozigosità della popolazione o esoincrocio (bassa
frequenza di incroci tra individui imparentati). • Al livello
di alcuni caratteri del genoma come incroci assortativi per pochi
caratteri del genoma, postivi con incroci tra partner simili e negativi
tra partner dissimili.
La variazione delle frequenze alleliche (microevoluzione) in una
popolazione è dovuta innanzitutto a mutazione e ricombinazione
che hanno luogo a basse frequenze; quindi non bastano. Es.
mutazione Agrostide; in terreni con metalli pesanti sopravvivono
individui con mutazioni preesistenti che permettono loro di
sopravvivere. Prendono parte altri processi come selezione naturale
(senza scopo ma in grado di garantire una differenza tra individui
più o meno in grado di riprodursi), deriva genetica e flusso genico.
Deriva genetica
Campionamento errato nel passaggio di frequenze alleliche e
genotipiche da una generazione all’altra solitamente viene
compensata dalle grandi dimensioni delle popolazioni.
• collo di bottiglia drastica riduzione del numero degli individui
per un fenomeno casuale con variazione delle frequenze alleliche
aumento omozigoti per inbreeding. Es. Tetraone dell’illinois con
riduzione dell’habitat che ha ridotto il numero di esemplari
favorendo inbreeding e abbattendo la variabilità.
• effetto del fondatore pochi individui si separano da una
popolazione per colonizzare nuove aree portano un pool genico
diverso [Es. Drosophile subobscura europee con 80 inversioni
cromosomiche (no crossing over) americane con 20 a partire dal
pool originario europeo].
• Inversioni Anopheles africane con molte inversione (protezione
di geni adattati localmente) no barriere geografiche.
• Flusso genico migrazione di individui da una popolazione a
un’altra in cui si accoppiano con gli individui indigeni. Si ha un
cambiamento locale delle frequenze che vengono omogenizzate col
tempo tra le 2 popolazioni. Si ha anche la perdita di adattamenti
locali. Piante con gene in grado di detossificare metalli inquinanti
(non vantaggioso in ambiente normale). Si riscontrano individui con
quei geni in ambiente normale per flusso genico.
Test del chi-quadrato
x2 = ∑ (osservati – attesi) / attesi Soglia = (n genotipi –
1) – (n alleli -1).
Selezione naturale e adattamento
Adattamento
• Processo tramite cui si ritiene che una popolazione sia diventata
più adeguata a confrontarsi con date caratteristiche del proprio
ambiente. • Caratteristica che
diventata più comune in una popolazione per la selezione porta al
miglioramento di date funzioni (Es. pep-carbossilasi). Selezione con
un genotipo con vantaggio riproduttivo su altri portando
all’avvantaggiamento dell’individuo migliore in quel momento
(determinato da genotipo).
4 principi Darwiniani
• Individui differenti della stessa specie presentano variabilità
fisiologica, etologica e morfologica.
• La prole è più simile ai propri genitori
• Varianti diverse hanno un numero diverso di discendenti o subito
o in varie generazioni.
• “Lotta per l’esistenza” variazioni favorevoli in un dato ambiente
proprie di un individuo in competizione con altri organismi tendono
ad aumentare il successo riproduttivo e ad essere conservate.
Adattamento ecologico
• avviene al livello di individui su tempi
brevi portando modifiche quantitative ed esprimendo una plasticità
fenotipica. Es. Saggittaria saggitifolia con forma sia terrestre sia
acquatica (genotipo uguale). Se si allagano gli individui terrestri i
loro semi germinano in forme acquatiche e intermedie. Un altro
esempio polimorfismo alare di Microvelia borealis.
Adattamento evolutivo
• avviene in tempi lunghi (relativamente
alla durata delle generazioni) al livello di una popolazione portando
modifiche qualitative che portano all’insorgenza e alla diffusione di
nuovi geni. Es. Biston Betularia con aumento del fenotipo nero (B
dominante) per effetto della rivoluzione industriale.
La selezione naturale promuove l’adattamento sia scegliendo gli
individui più adatti all’ambiente in cui vivono tra tutti i presenti sia
mantenendo sotto controllo gli effetti che distruggerebbero
l’organizzazione in quanto non si ha vantaggio adattativo con pochi
individui.
Stabilizzante
• con selezione di individui con fenotipi intermedi
e svantaggio di quelli estremi, non si hanno effetti sulla media ma
diminuisce la variabilità. La resistenza ad eventuali variazioni
ambientali. •
Direzionale in cui una variante sfavorita in un dato ambiente
può essere favorita in seguito a un mutamento di condizioni
ambientali (es. lucertole con mandibole più grandi favorite per
aumento formiche grandi). •
Diversificante con selezione degli individui agli estremi della
curva di variabilità. Eventualmente può portare a speciazione.
La selezione naturale porta a una sopravvivenza differenziale tra
fenotipi (differenze nella possibilità di sopravvivenza) e a una
differenza nella fertilità.
Misure per la fitness (intesa come successo riproduttivo di un
genotipo) • Sopravvivenza o fecondità
differenziale dei vari genotipi tramite dati demografici •
Aumento/abbassamento frequenze alleliche da una generazione
all’altra • Differenza tra le frequenze
genotipiche osservate e attese secondo il modello H-W).
Fitness Darwiniana
Efficienza di un dato genotipo in un dato ambiente e in un dato
momento indicata con “w” è un valore relativo a quello di un altro
genotipo (solitamente quello con un maggior successo riproduttivo
messo al denominatore). Valore compreso tra 0 e 1.
Coefficiente di selezione
Dato che gli individui con fitness più alta sono avvantaggiati, quelli
con minor fitness sono svantaggiati. Questo parametro indica gli
S = 1 – W
effetti della selezione sui genotipi controselezionati.
(s = 1 per geni letali, w = 0).
Esperimento Kettlewell con Biston Betularia (marcati)
Foresta
• ; Rilasciati 393 grigi 406 scuri. Ricatturati 54 grigi
Area industriale
19 scuri • ; Rilasciati 64 grigi
154 scuri. Ricatturati 16 grigi 82 scuri • Foresta;
sopravvivenza = 54/393 = 0.137 grigi 19/200 = 0.047 scuri
w scuri = 0.047/0.139 = 0.343 w grigi = 1
• Area industriale; sopravvivenza = 16/64 = 0.25 grigi 82/154 =
0.53 scuri w grigi = 0.25/0.53 = 0.47 w scuri
= 1
Fitness di uno stesso genotipo varia in ambienti diversi, è difficile
che esista un gruppo di super organismi in grado di colonizzare ogni
ambiente.
Fitness come conseguenze di interazioni tra org